Recensione Rengoku: The Tower of Purgatory

Il purgatorio secondo Hudson Soft

Recensione Rengoku: The Tower of Purgatory
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  • Psp
  • Tra Dante Alighieri ed Isaac Asimov

    Rengoku - The Tower of Purgatory è uno dei pochi giochi per PSP che non vanta un prequel, un predecessore o un antenato di qualsiasi genere nato su una piattaforma da divertimento di questa o di una passata console generation; insomma, è un titolo originale concepito esclusivamente per PSP, un evento quasi raro in questa prima fase di vita dell'handheld Sony. Sviluppato da Hudson Soft e presentato all'E3 del 2005, “Rengoku” si distingueva per diverse caratteristiche peculiari ,dalla narrazione degli eventi, al gameplay e la realizzazione tecnica, che vanta il Character Design di un artista giapponese di fama mondiale, l'illustratore Jun Suemi. A quasi un anno dalla sua presentazione arriva in Italia la versione definitiva di questo ambizioso Action/RPG; è ora di dare inizio alla scalata al “Purgatorio”...


    Rengoku - The tower of Purgatory narra di un prossimo futuro in cui la razza umana, provata dalle migliaia di anni di inutili guerre, sperimenta nuovi metodi per risolvere rapidamente le questioni che altrimenti avrebbero portato ad un altro inutile conflitto. Uno di questi metodi trova la sua forma nel “Purgatorio”, una gigantesca torre popolata da androidi; in questo dedalo di corridoi, stanze ed arene i robot si combattono a vicenda senza un apparente scopo, solo quello di obbedire al primordiale istinto di primeggiare sull'avversario. Come in un moderno show a premi, con tanto di trasmissioni via satellite, gli Stati in attrito scommettono sulla sopravvivenza di uno degli androidi; la posta in palio è la supremazia sullo stato contendente.
    Un giorno, però, accade un fatto imprevedibile: un androide, un A.D.A.M. (Autonomous Dueling Armed Machine) sviluppa una personalità, una coscienza, e si pone la prima domanda: “Perchè?”. L'istinto primordiale di combattimento viene offuscato dai mille dubbi stipati nel cervello positronico del guerriero meccanico, e la risposta a tutte le domande sembra risiedere nella stanza situata in cima al “Purgatorio”, l'inaccessibile livello in cui dimorano solo i campioni. Hanno così inizio la scalata al Purgatorio e la lunga ricerca della verità del primo androide in grado di pensare.

    Terzo piano - Settore androidi aggressivi

    Rengoku è un Action game con elementi RPG; all'inizio della partita il giocatore prende il controllo di un A.D.A.M. che si trova alla base del “Purgatorio”; lo scopo del gioco è esplorare ogni livello della struttura, composto da un numero imprecisato di locazioni, alla ricerca del teletrasporto in grado di condurci fino al livello superiore.

    Ogni volta che si entra in una nuova arena tutti gli accessi vengono sigillati automaticamente e il solo modo per sbloccarli è rimanere l'unico androide funzionante all'interno della locazione. Il guerriero non dispone di alcuna arma al di fuori delle sue nude mani, con cui dovrà affrontare i primi combattimenti; soltanto avendo ragione dei propri avversari si possono guadagnare l'esperienza e le armi aggiuntive in grado di renderci sufficientemente forti da affrontare il guardiano del livello che ci ospita.
    La caratteristica più originale di tutto il gioco risiede proprio nel sistema di armamento: ogni qualvolta un avversario cade sconfitto, lascerà cadere le armi e gli equipaggiamenti di cui era dotato; questi oggetti possono essere “installati” sul nostro androide, e vanno a sostituirsi ad alcune parti del corpo dell'A.D.A.M. Le braccia diventano gigantesche lame, potentissime balestre, ma anche cannoni o arpioni. Il busto può essere rimpiazzato con dei lanciafiamme o con dei generatori di barriere e l'upgrade delle gambe rende il robot più veloce ed in grado di risanarsi più rapidamente. Ma ciò che è veramente originale è il metodo di installazione dell'armamento, che può essere sostituito indistintamente a differenti parti del corpo dell'androide, come indicato da una speciale icona che accompagna lo strumento. Questo significa che la stessa lama una volta ospitata nel braccio del nostro guerriero può essere, per esempio, installata al posto della sua testa; il risultato, oltre ad essere pittoresco, genera una ulteriore variante allo sfruttamento delle proprie risorse: la già citata lama, posizionata sul braccio, si presta bene alla funzione di spada ma, una volta sostituita al cranio del robot, si presta meglio ad essere utilizzata come corno, con cui caricare ed inforcare il nemico. Questa operazione di manutenzione, però, può essere compiuta solo dalla sala teletrasporto; in questo luogo si trova uno strano macchinario, una specie di germoglio meccanico, che fiorisce e avvolge il nostro alter ego di tentacoli d'acciaio ogni qual volta ci si avvicina ad esso.
    I punti esperienza, che si guadagnano sconfiggendo i nemici e raccogliendo speciali oggetti conservati in casse stivate nelle arene, possono essere utilizzati per acquistare potenziamenti per il nostro androide; con essi è possibile aumentare la vita, migliorare i parametri di difesa e di resistenza a singoli eventi oppure incrementare le capacità di carico armi del nostro guerriero.

    Niente di nuovo... e poco di buono...

    La descrizione del gameplay di Rengoku si interrompe bruscamente per un semplice motivo: non c'è altro da dire. Tutto il gioco è un lungo e ripetitivo vagare attraverso stanze sempre uguali, alla ricerca di nemici da sconfiggere e di oggetti da raccogliere, fino a giungere alla stanza che custodisce il successivo teletrasporto, il punto che sancisce il termine di un livello e l'inizio del successivo, palesemente uguale al precedente. Le ottime idee si esauriscono con l'originale metodo installazione delle armi sul nostro androide, tutto il resto è altalenante tra il “già visto” e il ”palesemente vecchio”. La monotonia dei labirinti viene interrotta da quella generata dagli scontri con gli avversari, che si possono vincere usando poche ma letali tecniche di combattimento. Alla noia generale si aggiunge la forte frustrazione provocata da una sconfitta (un evento che avviene di frequente se non si ha l'accortezza di vagare per almeno un paio d'ore alla ricerca di punti esperienza e armi adeguate ad affrontare il successivo livello...), che punisce il giocatore con la perdita di tutti gli armamenti installati al momento della morte, e ne provoca la caduta fino al piano inferiore del livello in corso.
    Anche tecnicamente Rengoku non offre giustizia all'ottimo hardwre di PSP: animazioni povere, texture e modelli poligonali scarni e ripetitivi fanno da padroni in questo titolo, che non arriva alla sufficienza nemmeno nel comparto audio, monotono e privo di mordente.
    Il multiplayer prevede uno scontro per più giocatori intrappolati in una serie di arene, insomma il solito deathmatch privo però delle pittoresche modalità di cui si pregiano gli shooter per PC.

    Rengoku: The Tower of Purgatory Rengoku: The Tower of PurgatoryVersione Analizzata PSPRengoku - The tower of Purgatory è un titolo ampiamente sconsigliabile: il gameplay non è originale e raramente coinvolge il giocatore, anzi, presto viene alla noia, anche a causa di un pessimo bilanciamento del livello di difficoltà. La speranza è che il già annunciato seguito riesca a riprendere l'ottimo sistema d'armamento e ad inglobarlo in una struttura di gioco più complessa e varia. Fino ad allora rivolgete la vostra attenzione (e le vostre risorse finanziarie) ad altri titoli ben più appaganti.

    4.5

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