Recensione Resident Evil 4 HD

Un remake sottotono

Resident Evil 4 HD
Recensione: Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Nell’epoca in cui creatività ed innovazione hanno in larga parte ceduto il passo alle fredde logiche di mercato, molte software house hanno ben pensato di rispolverare vecchie glorie del passato, re-immettendole sul mercato sottoforma di remake in alta definizione (più o meno riusciti). Ultima di questa schiera è Capcom, che dopo il reboot (peraltro fantastico) di Street Fighter, si butta sul mero remake, proponendo in due settimane ben due storici capitoli della saga Resident Evil. Si tratta di Resident Evil 4 e Resident Evil: Code Veronica: indubbiamente tra i più apprezzati (e forse meno “giocati”) dell’intera saga.
    I due titoli saranno distribuiti esclusivamente in digitale sulle piattaforme dedicate Xbox Live e PSN al prezzo di 1600 MS Points e 19.99€ (con uno sconto di 10€ per i possessori di abbonamento PSN Plus).

    Las Plagas

    Sei anni dopo l’incidente di Racoon City, che ha portato il governo americano a decidere per l’utilizzo dell’Atomica, Leon Kennedy ha abbandonato la polizia ed è stato ingaggiato da una delle numerose agenzie segrete statunitensi. Il suo ultimo compito, al servizio del Presidente in persona, consiste nel recuperarne la figlia, rapita da una misteriosa setta religiosa (“Los Illuminados”) con base operativa tra la Spagna e il Portogallo. Giunto sul posto (un villaggio rurale di nome “El Pueblo”) il nostro eroe si accorgerà che la faccenda è ben più complicata di quanto è possibile immaginare. Il malefico Lord Osmund Saddler, paranoico leader degli Illuminati, ha infatti iniettato nella popolazione locale una nuova specie di virus chiamata “Las Plagas”, che intacca le cellule evolvendosi parallelamente ad esse e trasformando gli esseri umani (e gli animali) in mostri ben più pericolosi dei “comuni” zombie.
    Un nuovo incubo è dunque alle porte per il buon Leon che, durante il suo peregrinare, farà la conoscenza di altri personaggi chiave nello svolgimento della vicenda: Luis Sera (ex poliziotto) ed Ashley Graham (la figlia del Presidente), in particolare, avranno un ruolo centrale nel portare alla luce complotti e macchinazioni sottese alla comparsa di questo nuovo virus. Tra i tanti, sul finire, re-incontreremo anche la bella Ada Wong, data per dispersa sei anni prima all’ultimo livello sotterraneo dei laboratori Umbrella.
    La trama, dunque, non cambia di una virgola, così come immutata rimane l’ottima caratterizzazione dei personaggi che rende, ancora oggi, quella di Resident Evil 4 una progressione decisamente piacevole. Un’ulteriore “passata” attraverso una sequenza di eventi così complessa aiuterà certamente anche i più fervidi appassionati della saga a rimettere assieme alcuni dei pezzi dell’immenso puzzle. Tuttavia, sopratutto in tempi come questi, si fa sentire il peso di una vicenda in drastico calo nella sua seconda metà, durante la quale spesso avremo la sensazione di trovarci di fronte ad una bozza non del tutto finita e raffazzonata alla bell’e meglio per l’esordio nei negozi.

    La potenza è nulla senza controllo

    Il gameplay, esattamente quanto lo storytelling di Resident Evil 4, non ha subito alcun restyle, mantenendo dunque punti di forza e debolezza della sua versione originale. La struttura presenta la progressione tipica della saga, con tanta azione in terza persona intervallata da enigmi più o meno complessi ed un pizzico di esplorazione, resa più interessante proprio da questo quarto capitolo: il primo in assoluto ad inserire gioielli e monete da recuperare per comprare nuove armi e potenziare quelle in nostro possesso. Non mancheranno nemmeno le tipiche forme di backtracking “alla Resident Evil” con le famigerate chiavi che aprono stanze dalla parte opposta della mappa; stanze nelle quali recuperare manufatti utili a sbloccare altri passaggi situati esattamente al punto di partenza. Impagabile.
    A rendere molto più movimentato questo quarto capitolo rispetto ai suoi predecessori non è stata però solo l’ambientazione (quasi completamente all’aperto) o le novità riguardo al sistema di controllo (sulle quali arriveremo tra poco) ma anche, e soprattutto, una molteplicità di situazioni mai vista in un “semplice” survival horror. Dalle sezioni in barca ai sempre più numerosi boss fight fino ad arrivare ai Quick Time Event, Resident Evil 4 ha rappresentato e rappresenta ancora un baluardo nel suo genere in termini di varietà, anche a fronte del non troppo esaltante quinto episodio.
    Peccato non si possa dire la stessa cosa riguardo al sistema di controlli che, esattamente come ogni altro comparto, non ha subito alcun restyle. Su tutto il resto, ovviamente, non potevamo aspettarci rivoluzioni, ma sul control scheme ci saremmo aspettati se non altro maggiori possibilità di personalizzazione. Passi la gestione fissa della telecamera e passi anche l’impossibilità di sparare muovendosi (un trademark della saga oramai), ma, francamente, non ha assolutamente senso lasciare la mira ed il movimento legate entrambe allo stick sinistro, relegando il destro all’inutile gestione di uno sguardo che non spazia nemmeno di 180° attorno al personaggio. Riprendere in mano oggi Resident Evil 4 risulta quindi abbastanza frustrante, e non solo per le problematiche legate alla mira. Anche la gestione dell’inventario risulta infatti relegata ad una concezione assolutamente stantia, con la necessità di passare ogni volta attraverso i menù dedicati: nessuna scelta rapida per il cambio armi o per la cura, con la conseguenza di spezzare eccessivamente l’azione anche nel bel mezzo di un combattimento. Il risultato finale, a cui si unisce la solita gestione relativa del direzionamento, risulta a tratti ingiocabile, con l’impossibilità di gestire al meglio le situazioni con molti nemici a schermo e problematiche non indifferenti persino durante i boss fight.
    Ad alleviare leggermente le sofferenze una longevità piuttosto elevata, raggiunta recuperando la modalità “Mercenaries” e l’interessante mini-avventura “Separate Ways”, grazie alla quale potremo finalmente far luce su alcuni dei misteri legati ad uno dei personaggi più affascinanti della saga: Ada Wong.

    E questo sarebbe l’accaddì?

    Dal punto di vista tecnico non c’è molto da dire riguardo a questa incarnazione in alta definizione di Resident Evil 4, sopratutto perché di elementi in alta definizione se ne vedono ben pochi. Il team, forse valutando già l’alto impatto scenico di una realizzazione che -all’uscita- aveva fatto impallidire praticamente ogni altro videogioco sul mercato, ha infatti pensato di recuperare la versione PC e riproporla praticamente tale e quale. A schermo si presentano dunque sì modelli poligonali di buona fattura (per quanto non sempre rifiniti con la dovuta cura) mossi da un comparto animazioni abbastanza vario e, tutto sommato, accettabile, ma anche texture completamente slavate e, ad un attento close up, del tutto inaccettabili anche per un remake venduto in digital delivery. L’impatto scenico, naturalmente, viene ridimensionato dall’effettistica ambientale che già stupì all’epoca, non lasciando tuttavia quell’alone di meraviglia che aleggiava sulla produzione ai tempi del GameCube. Capcom, in sostanza, si è adagiata sugli allori: accorgendosi che in questa veste Resident Evil 4 avrebbe comunque fatto una decente figura ha ben pensato di non alzare un dito. Una pratica decisamente poco condivisibile.
    Nulla da obiettare, invece, per quel che concerne il comparto sonoro, adattato alle codifiche digitali di nuova concezione in maniera abbastanza soddisfacente.

    Resident Evil 4 HD Resident Evil 4 HDVersione Analizzata Xbox 360Pur trattandosi di uno dei capisaldi della serie Resident Evil questa ri-edizione del quarto capitolo non ci lascia del tutto soddisfatti. Rivivere l’avventura di Leon è sempre un piacere, su questo non ci piove, ma i troppi rimasugli del passato che -a conti fatti- si potevano tranquillamente correggere, rendono oggi ancor più frustranti certe magagne, impedendo al giocatore di fruire con disinvoltura della produzione. Il prezzo di circa 20€, infine, ci lascia decisamente scontenti: a fronte di una qualità tecnica praticamente immutata rispetto alla versione di sei anni fa pare inaccettabile un costo poco inferiore alla metà del suo prezzo di mercato di allora.

    7

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