Recensione Resident Evil: Code Veronica X HD

Ennesima ri-edizione "cut and paste"

Recensione Resident Evil: Code Veronica X HD
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Resident Evil è uno dei brand “immortali” della storia dei videogiochi, un titolo che funziona in qualsiasi salsa (o epoca) lo si riproponga. Dopo la recente ri-edizione di Resident Evil 4 in “HD”, Capcom è dunque pronta a rilanciare un’altro degli episodi più famosi della sua decennale saga. Si tratta, questa volta, di uno tra i migliori tre capitoli in assoluto, quel Code: Veronica che oltre dieci anni fa (nel 2000) stupì ogni possessore di console Sega Dreamcast.
    A lungo dimenticato, soprattutto a causa di una riproposizione Playstation 2 non certo impeccabile, il titolo sta finalmente per fare il suo ritorno su Xbox 360 e Playstation 3, tramite digital download al prezzo di 19,99 € circa.

    Claire e Chris Redfield

    Gli eventi di Code Veronica prendono il via a tre mesi di distanza dal disastro di Racoon City, quando Claire Redfield, inviata ad indagare in un’installazione della Umbrella Corporation a Parigi, viene catturata dalla sicurezza della multinazionale e fatta prigioniera su Rockfort Island, struttura adibita a campo d’internamento. L’isola viene presto attaccata e contaminata dal T-Virus, consentendo a Claire di fuggire dalla prigione ma mettendola contemporaneamente di fronte ad una nuova ondata di zombie. Alla ricerca del fratello la bella eroina si imbatterà negli psicopatici membri della famiglia Ashford (fondatori della Umbrella), nonché nel leggendario Albert Wesker (alla sua prima comparsa da villain nella serie). Oltre ai nemici Claire troverà diversi alleati, tra i quali Steve, un giovane e scapestrato prigioniero che presto s’innamorerà di lei arrivando più volte a rischiare la vita per salvarla. Nella seconda parte della lunghissima avventura (ben oltre le dieci ore di gioco) affronteremo anche diverse sezioni nei panni di Chris Redfield che, giunto a Rockfort Island, ripercorrerà i passi della sorella imbattendosi più volte nell’arcinemico Wesker. Il tutto culminerà in un drammatico crescendo finale, ricco di colpi di scena e d’indimenticabili scontri all’ultimo sangue.
    Tra i vari capitoli di Biohazard (antecedenti o successivi a questo), Code Veronica è senza ombra di dubbio quello con la trama più interessante, coinvolgente ed articolata. La caratterizzazione dei personaggi -già interessante in Resident Evil e Resident Evil 2- si sviluppa qui in maniera definitiva, prendendo il sopravvento sul semplice ed incontrollato massacro. Le vicende, accompagnate da ricchi approfondimenti sotto forma di note sparse qua e là, riescono ad attrarre il giocatore come una calamita e coinvolgerlo in un turbine emozionale che, nel prosieguo della saga, si è -purtroppo- perso.

    Tradizione immutata

    Per quanto concerne il gameplay Resident Evil: Code Veronica eredita pienamente i canoni di Resident Evil 2 e 3, senza implementare, almeno dal punto di vista strutturale, nulla di nuovo. Avremo dunque a che fare tutt’oggi con un inventario di non semplicissima gestione, con un cambio armi che dovrà necessariamente passare dai menù, con le telecamere fisse e con l’ostico sistema di mira che non consente all’avatar di spostarsi in fase di fuoco. In Code Veronica (come in Resident Evil e Resident Evil 2 prima di lui) tale sistema di gioco assume però una connotazione differente. Non avendo subito ancora l’intervento che ha portato la serie ad una non soddisfacente deriva action, questo “quarto” capitolo non fa pesare più di tanto tali difetti al giocatore, che si sentirà invece re-immerso nell’atmosfera che ha reso celebre i primi capitoli della serie. In particolare ci troveremo di fronte ad una struttura che non inonderà il videoplayer di armi e munizioni e prevederà dunque un approccio alla situazioni molto più ragionato degli ultimi episodi; un feeling molto vicino al capostipite insomma. Da questo punto di vista c’è un piacevole ritorno delle sensazioni ansiolitiche che hanno da sempre caratterizzato la saga: l’esplorazione di zone nuove sarà accompagnata da un genuino senso di tensione (aumentato anche dai famosi caricamenti mascherati da “apertura delle porte”), così come la completa padronanza di un’area e di tutte le sue scorciatoie conferirà un senso di sicurezza che ci renderà davvero padroni della situazione, anche a fronte di aree infestate dagli zombie.
    Immutata, in Code Veronica, risulta anche la strutturazione della progressione, che prevede lunghissime sezioni di backtracking, in un costante tentativo di mantenere ben allenata la memoria fotografica per ricordare quali porte potevano essere sbloccate dalla chiave appena trovata. La produzione Capcom riprende anche la tipologia di enigmi tipica dei primissimi capitoli, costringendo il giocatore a ragionamenti extra che, al giorno d’oggi, sono oramai un lontano ricordo. Il rischio di rimanere bloccati, in ogni caso, è davvero minimale ed il livello di sfida sempre molto bilanciato e piacevole, tanto da trascinare il giocatore nell’esperienza e mantenerlo incollato allo schermo.
    D’altri tempi anche la longevità, garantita non solo da una campagna dalla durata di quasi quindici ore (con una discrepanza di 2-3 ore a seconda della bravura del giocatore) ma anche da una varietà di situazioni molto ben cadenzata e da un level design ben caratterizzato. Di grande aiuto, da questo punto di vista, anche la gran quantità di avversari differenti da affrontare (in maniere e con armi diverse) e gli splendidi boss fight “vecchio stile”, basati quindi sul posizionamento e sulla lettura dei pattern d’attacco.
    Di ben poco appeal, invece, le classifiche stilate via PSN ed Xbox Live riguardo alle tempistiche ed alle statistiche di completamento dei cari “Atti”: un mero palliativo per dimostrare di essere intervenuti in qualche modo sulla ri-edizione.

    Dal punti di vista visivo, invece, c’è ben poco da stare allegri. Anche Code Veronica, come Resident Evil 4, dimostra la pigrizia di Capcom nell'ambito delle conversioni. Diversamente da quanto accade per altre raccolte molto riuscite, questa riedizione è fatta con il minimo sforzo, e ben pochi miglioramenti si registrano oltre al supporto per gli schermi 16:9. La produzione -aldilà del carattere intrinseco dell’opera- risulta davvero inguardabile all’alba del 2012. Texture completamente slavate, modelli poligonali ed animazioni estremamente povere ed una schiera di effetti di luce datati più che mai dipingono un quadro seriamente insoddisfacente. L’audio presenta, allo stesso modo, le campionature di un tempo che, in ogni caso, ben si adattano anche ai moderni impianti, restituendo un sufficiente senso di immersione.

    Resident Evil: Code Veronica X HD Resident Evil: Code Veronica X HDVersione Analizzata Xbox 360Se dovessimo valutare esclusivamente l’esperienza ludica, oggi come ieri, diremmo che Resident Evil: Code Veronica rimane saldamente uno dei migliori due o tre episodi dell’intera saga. Le atmosfere e le sensazioni che rievoca sono semplicemente impagabili, inarrivate da qualsiasi incarnazione l’abbia seguito. Tuttavia questa è una valutazione che deve tener conto anche del lavoro di “rimaneggiamento” messo in atto dal team (praticamente nullo) e del rapporto qualità prezzo odierno. Ancora una volta, dunque, ci vediamo costretti a ridimensionare un capolavoro del passato alla luce di una riedizione “copia-incolla” venduta ad un prezzo appena inferiore al 50% dell’originale, uscito, lo ripetiamo, dieci anni fa.

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