Recensione Return To Castle Wolfenstein: Operation Resurrection

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Recensione Return To Castle Wolfenstein: Operation Resurrection
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In principio era Wolfenstein 3d

Domanda:quale è stato il primo sparatutto in 3d uscito su PC ad ottenere un certo successo di pubblico e critica?Quelli di voi che hanno risposto DOOM sappiano che hanno sbagliato,infatti
ancor prima del capolavoro della ID software che diventò lo sparatutto per antonomasia,un altro titolo sempre della stessa ID software gli aveva spianato la strada gettando le basi per tutti gli FPS
moderni e diventando un piccolo classico molto amato da tutta l’utenza PC .
Stiamo parlando di Wolfenstein 3d, questo titolo uscito su PC nel 1992 vi metteva nei panni di un soldato americano prigioniero dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale in un castello(Castle Wolfenstein appunto) dove i soldati di Hitler sperimentavano nuove armi e creavano nuove orrende creature frutto di mutazioni genetiche per contrastare l’esercito alleato.
Il vostro compito era riuscire a fuggire dal castello e fermare i diabolici piani dei tedeschi avvalendovi dell’aiuto di un consistente arsenale e affrontando dai semplici soldati del Fhurer fino allo stesso Hitler armato di una corazza che lo rendeva molto simile a Robocop.
A dieci anni di distanza dalla pubblicazione di Wolf3d l’ID software annunciò a sorpresa che il suo primo storico FPS sarebbe tornato sui nostri PC con un seguito/remake che si sarebbe avvalso di un motore grafico all’avanguardia coi tempi,di nuove armi,di nuovi nemici e di nuovi livelli lasciando però intatto il fascino e l’azione del gioco originale.
Return To Castle Wolfenstein(questo il nome del nuovo gioco) usci infine su PC rivelandosi un capolavoro del genere e ottenendo un grande successo di pubblico e critica,ora dopo 1 anno e mezzo dalla sua uscita su PC,il gioco della ID,sviluppato dai Gray Matter approda finalmente sul nostro monolite nero………siete pronti a tornare al castello Wolfenstein???

Salvate il soldato Blazkowocz

Return to Castle Wolfenstein :Operation Resurrection (RTCW d’ora in poi) è un classico sparatutto.
In prima persona sul modello di Unreal tournament e Quake 3 Arena, ma se in questi due titoli appena citati l’importate è “fraggare” gli avversari senza troppo curarsi della trama o dell’ambientazione RTCW si presenta con una vicenda di sottofondo davvero niente male, che riprende e amplia la già interessante trama di Wolfenstein 3d.
Anno 1943 seconda guerra mondiale gli alleati combattono contro le forze dell’asse su tutti i fronti e la formidabile macchina da guerra dell’asse sembra dare i primi segni di instabilità.
In questa situazione ogni mezzo è buono per i tedeschi per mettere in difficoltà gli Alleati,il comandante delle SS Einrich Himmler ,crudele braccio destro del Fhurer la pensa cosi,crea quindi la divisione paranormale delle SS il cui compito è quello di cercare e risvegliare un crudele cavaliere nero che secondo una leggenda celtica nel IX secolo d.c. aveva creato grazie a riti di magia nera un invincibile armata di non morti in grado di portare il caos sulla terra, fin quando non era stato sconfitto e sigillato in una tomba da un misterioso monaco.
Voi impersonerete B.J.Blazkowicz un ranger dell’esercito degli Stati Uniti reclutato dall’ufficio delle Azioni segrete (un antenato della moderna CIA fra l’altro realmente esistito) e sarete chiamati a infiltrarvi in basi tedesche per scoprire cosa hanno in mente il folle Himmler e le sue SS ed eventualmente fermare i loro piani,molto presto capirete che le cose sono un po’ più complicate di quello che pensavano i vostri comandanti e vi ritroverete ad affrontare (come se non bastassero i semplici soldati tedeschi o le diaboliche SS) eserciti di zombi,mostri, e anche creature geneticamente modificate create,in esperimenti falliti, dall’esercito tedesco.
RTCW ci mette davanti a strutture di livello lineari ma con obiettivi e situazioni che variano di volta in volta che possono andare dal classico “spara a tutto quello che si muove prima che tutto quello che si muove spari a te” fino alla vera e propia missione di infiltrazione che deve essere portata a termine eliminando i nemici in maniera silenziosa o addirittura non eliminandoli proprio rendendo cosi il gioco in single player quasi mai noioso e molto vario.
Nelle nostre missioni saremo supportati da un arsenale ben fornito e degno di nota che comprende sia armi,realmente esistite, dell’epoca come la pistola Luger o il fucile Mauser, sia armi inventate per l’occasione ,altamente improbabili, ma con un volume di fuoco spaventoso come il classico rotellone (o gatling gun che a dir si voglia,ormai diventato una presenza immancabile negli sparatutto ID da Doom,a Quake a RTCW ) o il Tesla cannon che spara ,addirittura, scariche elettriche molto simili al Plasma Cannon del già citato Quake.
Oltre a queste “simpatiche” armi il nostro eroico soldato potrà raccogliere oggetti classici negli sparatutto come medipak , armature ed elmetti di protezione , ma anche bottiglie di vino che possono essere bevute pian piano per ripristinare l’energia,documenti che vi aiuteranno capire meglio la storia, o dei tacchini arrosto (si avete capito bene tacchini arrosto,un richiamo al vecchio Wolf3d) che lo rimetteranno completamente in sesto.
Inoltre non potevano mancare le aree segrete dove saranno nascosti (oltre agli oggetti curativi e alle munizioni) dei tesori trafugati dai nazisti che una volta raccolti vi permetteranno di guadagnare dei punti che potranno essere usati al completamento del livello per aumentare le caratteristiche del vostro eroe come ad esempio punti salute o munizioni per una determinata arma,invogliando cosi noi giocatori a frugare bene in ogni parte del livello,distruggendo tutto quello che può essere distrutto per trovare i preziosi bonus.Gli ambienti dei livelli variano considerevolmente si va da una città nordafricana occupata dai tedeschi,fino a delle gotiche catacombe passando per una base segreta tedesca e naturalmente per il mitico castello Wolfenstein.

Gioie (poche) & dolori (molti)

Passiamo ora all’analisi dal punto di vista tecnico e di quello della giocabilità molto importanti per giochi come questo:bisogna fare una premessa questo gioco è già stato provato dal sottoscritto nella sua versione PC e pur con le dovute proporzioni è necessario un confronto fra le due versioni dato che un ipotetico lettore potrebbe essere indeciso se acquistare la versione PS2 o quella PC,e comunque è quasi impossibile evitare il raffronto.
Fatta questa dovuta premessa andiamo ad analizzare per bene le caratteristiche tecniche e non di questo tilolo: partiamo dai lati positivi.
I possessori di monolite nero saranno contenti di sapere che RTCW non è un esatta conversione del titolo uscito qualche tempo fa su PC, come dovrebbe far intuire il sottotitolo Operation Resurrection .
La versione PS2 presenta infatti una considerevole aggiunta di livelli inediti mai visti nella versione PC in particolare un prologo che svela come mai il nostro eroe si sia ritrovato prigioniero a castel Wolfenstein,(nella versione PC infatti la nostra prima missione era appunto quella di scappare dal pericoloso castello tedesco).
Il numero totale dei livelli è stato portato a 30 e ognuno di questi è diviso in 3 o più sottolivelli garantendo cosi una buona dose di avventura e piombo.
Un aspetto che ci ha molto colpito del titolo è stato l’ottimo reparto sonoro:infatti oltre a degli effetti sonori ottimi come spari ed esplosioni il titolo ID ci riserva chicche come soldati tedeschi che parlottano fra loro lamentandosi delle troppe ora di guardia,oppure radio che trasmetteranno canzoni d’epoca o proclami del Fhurer.
Anche le musiche fanno egregiamente il loro mestiere sapendo alternare melodie gotiche e cupe mentre si sta esplorando una buia cripta a composizioni epiche degne di “salvate il soldato Ryan” mentre vi ritrovate nel bel mezzo di una battaglia con i soldati tedeschi
Fin qui tutto quello che ci ha piacevolmente sorpreso di questo titolo,passiamo adesso ai lati più “oscuri” di RTCW Operation Resurrection : partiamo dalla grafica.
Il titolo ID graficamente ha degli alti e bassi che con un pò di cura in piu si sarebbero potuti evitare
Se nei filmati e nelle scene non in game infatti la grafica si attesta su livelli più che buoni una volta scesi sul campo di battaglia potremo notare una grafica non fluidissima,texture di livello medio-basso e un marcato aliasing inoltre le animazioni dei personaggi e dei mostri non risultano essere cosi fluide e naturali come quelle della versione PC.
Se da un lato questo non disturberà coloro i quali non hanno visto il titolo ID girare su macchine Intel quelli che non rientrano in questa categoria (come il sottoscritto) non potranno fare a meno di notare le differenze e storcere il naso.
Un problema ricorrente negli sparatutto in prima persona presenti su console è senza dubbio quello del sistema di controllo,se su PC infatti possiamo affidarci alla tastiera e al supporto del mouse su console gli sviluppatori sono costretti a condensare tutto quello che questi due strumenti possono offrire in un semplice joypad e si sa spesso i risultati non sono esaltanti:Return to Castle Wolfenstein ahinoi non è l’eccezione che conferma la regola.
Il gioco permette il movimento soltanto attraverso le levette analogiche: in particolare la levetta analogica sinistra vi servirà per muovere il vostro personaggio avanti e indietro e per fargli fare i passi laterali a destra o a sinistra,la levetta analogica destra invece vi permetterà di muovere lo sguardo in tutte le direzioni e di mirare al nemico.
Pur apprezzando l’idea di simulare mouse e tastiera bisogna ammettere che l’implementazione non è riuscita molto bene ai ragazzi della ID infatti spesso vi servirà un ottima coordinazione delle due levette per riuscire a muovervi come vorreste inoltre nel bel mezzo delle battaglie spesso vi capiterà di ricevere un buon numero di colpi poiché non riuscirete a puntare esattamente il nemico che vi sta sparando a causa della sensibilità della levetta analogica calibrata male che vi farà muovere il mirino o troppo velocemente o troppo lentamente mentre il vostro nemico si sposterà in continuazione(a questo proposito bisogna dire che l’intelligenza artificiale e molto ben curata rendendo il gioco impegnativo anche al minor livello di difficoltà).
Una nota di merito va invece ai tasti di fuoco e ai tasti di cambio delle armi posizionati rispettivamente sui tasti dorsali e sui tasti X e O che rendono le operazioni di sparo,uso degli oggetti e cambio delle armi molto intuitive,bisogna poi precisare che la configurazione dei tasti è totalmente personalizzabile anche se nessuna delle configurazioni proposte risolve il problema del movimento e del puntamento descritto sopra che pregiudica di molto l’immediatezza e la giocabilità del titolo.

Una gravissima mancanza

Da quello che fin qui abbiamo scritto RTCW può essere giudicato come uno sparatutto dignitoso con tuttavia numerosi alti e bassi,ma comunque un gioco che meriterebbe appieno la sufficienza e anche qualcosina in più, ma una gravissima mancanza affligge questo titolo, una mancanza che da sola fa scendere il voto di un punto e anche più.
Dovete sapere che nella sua versione PC RTCW possiede un interessantissima modalità ondine; ogni giocatore può scegliere una determinata “classe” di soldato: vi è il granatiere che può richiamare un attacco aereo sui nemici,il medico che può curare gli alleati e cosi via,il gioco di squadra dunque è fondamentale e le modalità di gioco ondine variano dal classico “deathmatch” fino a cose più complicate tipo la conquista di un forte tedesco in mano ai nazisti(ovviamente un altro team),rendendo cosi le partite online estremamente appaganti e divertenti e portando la longevità del gioco praticamente all’infinito.
Se state sperando che questa modalità sia stata inclusa nella versione PS2,magari in relazione al fatto che a Settembre uscirà il famigerato Network Adapter per il gioco in rete, bè ci spiace deludere le vostre aspettative ma Return to Castle Wolfenstein operation resurrection non presenta alcuna modalità multi player,e con questo non parliamo soltanto della possibilità di giocare in rete ma anche dell’opzione per (ad esempio) sfidarsi con due o più amici in un deathmatch tramite split screen.
Beh che dire? Questo dalla Id Software non ce lo aspettavamo proprio, infatti RTCW privato della sua modalità multiplayer perde almeno il 50% del suo interesse ma soprattutto perde tantissimo n longevità, infatti per quanto la modalità single player possa essere lunga e complicata (sempre che non vi stanchiate prima del sistema di controllo) una volta portata a termine difficilmente vi verrà voglia di rigiocarla .
Questa,è inutile negarlo, è una mancanza imperdonabile in un gioco che nella sua versione per macchine Windows fa dell’online una delle sue caratteristiche principali, una mancanza che non può essere compensata ahimè in alcuna maniera e che declassa Return to Castle Wolfenstein da piccolo capolavoro del genere a sparatutto senza pretese.

Conclusioni

Tirando le somme di questa lunga recensione possiamo dire che RTCW Operation Resurrection perde rovinosamente il confronto con la sua versione PC e da veramente una grossa delusione a quelli che su PC lo hanno amato e hanno passato ore interminabili di divertimento fraggando i propi amici.
Peccato davvero perché RTCW con un po’ più di impegno e l’inclusione della modalità online si sarebbe potuto candidare al titolo di miglior FPS per PlayStation 2 ,invece le aggiunte e l’ottima colonna sonora non lo salvano dalla mediocrità.
Ci sentiamo di consigliare questo titolo agli appassionati di sparatutto che non hanno un computer abbastanza potente per permettersi di fare girare la sua versione PC,tutti gli altri è meglio che ne stiamo alla larga dato che si ritroverebbero tra le mani solo un FPS mediocre, ma soprattutto una grossa delusione.
Un ultimo appunto il gioco è completamente in inglese e i dialoghi NON sono sottotitolati un po’ di impegno in più anche nella traduzione per i giocatori meno anglofoni non sarebbe stato male.

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