Recensione Rez Hd

L'evocativo sparatutto di Mizuguchi arriva sul Marketplace

Recensione Rez Hd
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • Con la loro maturazione da mero passatempo a vero e proprio media, i videogiochi sono stati sempre più frequentemente oggetto di discussione, volta a capire se essi possono essere considerati una moderna forma d'arte al pari di cinema o fotografia. Per argomentare le loro tesi, i sostenitori del nostro hobby preferito, citano le poetiche atmosfere di Zelda o Ico, la narrazione di Bioshock o Final Fantasy, lo stile e l'impegno di Kojima o l'innovativo e geniale utilizzo del media da parte della Valve. I più esigenti e smaliziati, tra questi titoli, probabilmente inseriranno anche Rez, del geniale Tetsuya Mizuguchi. L'ex dipendente SEGA è divenuto famoso per titoli del calibro di Sega Rally Championship, Space Channel 5 e più recentemente Lumines, Every Extend Extra e Meteos. Le sue ultime creazioni mostrano la sua grande capacità di saper fondere assieme le meccaniche di gioco con la musica, così da creare titoli ipnotici e fortemente immersivi. In questa ottica Rez rappresenta forse il punto più alto del suo portfolio, grazie all'unione di un comparto grafico visionario, un accessorio davvero stravagante e la solita, ispirata, colonna sonora.Finalmente, dopo mesi di attesa dal suo primo annuncio, Rez HD sbarca sulle nostre Xbox 360, attraverso il servizio Xbox Live! Arcade, con un rinnovato aspetto grafico ed il supporto al DTS.


    Ludicamente parlando

    Con grande sorpresa, uno dei videogiochi maggiormente acclamati dalla critica presenta come punto debole proprio il comparto ludico. Questo non vuol dire che Rez non sia divertente, solo che non spicca né come originalità né come varietà del gameplay. Le radici del gioco possono essere fatte ricondurre a Space Harrier, Panzer Dragoon o, per uscire dall'universo SEGA, StarFox; cioè uno sparatutto tridimensionale su binari, nel quale si hanno limitati movimenti della propria navicella spaziale (o, nel nostro caso, entità corporea) e tutto dipenderà dalla velocità e precisione con cui sapremo mirare i nemici e i colpi avversari.

    La storia sulla quale il gioco si regge è semplicemente accennata: l'umanità, per poter affrontare la degenerazione dilagante della società ha realizzato il supercomputer K-project per raccogliere tutte le informazioni disponibili sulla rete ed elaborare una soluzione adeguata. Eden, l'intelligenza artificiale al cuore del progetto K, presa coscienza di tutte le contraddizioni del genere umano decide di non vi sono più speranze e comincia le procedure di spegnimento. Noi rivestiremo il ruolo di un hacker che tenterà di penetrare nel cuore del sistema e fermare Eden, superando i 4 sistemi difensivi che ci separeranno dal nostro obiettivo.

    I quattro sistemi appena citati non sono nient'altro che i livelli di gioco disponibili, ai quali si aggiunge un quinto nel momento in cui si soddisfano determinati requisiti di completamento degli stessi. La longevità risulta quindi essere piuttosto scarsa, anche perché i livelli sono molto corti, la difficoltà media del gioco è piuttosto bassa e la boss battle o lo score attack, di per se stessi, non sono incentivi tali da riuscire a prolungare di molto l'esperienza. Nonostante il restyling (per i nostalgici è anche presente la versione originale), dal punto di vista meramente tecnico la grafica non è nulla di che, pochi modelli poligonali, qualche pregevole effetto luce, sfondi ed ambientazioni solo accennati. Il passaggio in hd è stato eseguito in maniera molto discreta, l'aspetto generale è molto fedele all'originale, solo maggiormente pulito e compatibile con televisori in 16/9.

    I controlli sono molto semplici, con l'analogico destro si controlla il mirino, con A si gestisce lo sparo e mentre la B è deputata allo sganciamento dell'overdive (l'equivalente delle classiche smart bomb). La componente online è ridotta a classifiche nelle quali poter confrontare i propri risultati nello score attack.

    Ma la vera anima di Rez è un'altra.


    Sensorialmente parlando

    Ridurre Rez ad una fredda e logica analisi delle sue singole componenti potrebbe essere inutile quanto fuorviante. Questo perché, secondo il suo stesso creatore, il gioco non è un semplice sparatutto o un gioco musicale, ma un esperimento di "sinestesia", cioè un'esperienza nella quale, attraverso la stimolazione di due o più sensi (nel nostro caso vista, udito e tatto), si generano degli ulteriori impulsi. Tutto questo avviene attraverso delle abbondanti dosi di musica elettronica di famose band trance internazionali, una grafica essenziale quanto evocativa, ispirata alle sensazioni provate dallo stesso Mizuguchi nel visionare l'arte figurativa del russo Wassily Kandinsky, e alle ritmiche vibrazioni del joypad.

    Rez risulta essere un'esperienza che rende imprescindibile ognuno degli elementi appena citati e che fonda il proprio fascino sulla summa delle sue parti. La grafica, per quanto essenziale, coi suoi colori e le sue forme evocative, in questo contesto, diviene un viaggio psichedelico verso il cuore del K-project. La musica, coi suoi ossessionanti ritmi techno, accompagna questa discesa armonizzando ed amalgamando nel ritmo generale i suoni prodotti dai nostri laser. Il gameplay, semplice ed essenziale, ci permette di immergerci facilmente nel ritmo del gioco e, in men che non si dica, ci troveremo tenere il tempo di una musica di cui noi stessi saremo artefici, in quanto cadenzata dai nostri colpi e movimenti.


    Istruzioni per l'uso

    Risulta quindi evidente che se pensate di poter giocare a Rez in una stanza rumorosa, piena di distrazioni o per soli pochi minuti, il consiglio è quello di lasciar perdere. Non perché Rez richieda chissà quale concentrazione, tempo o dedizione, anzi, come abbiamo visto, non è l'aspetto ludico che distingue il gioco dalla massa. Il fatto è che Rez, prima di essere un videogioco, potrebbe essere catalogato come un'esperienza, vestita da sparatutto, certo, ma pur sempre un'esperienza audiovisiva. Per poter godere appieno del gioco si consiglia dunque di trovare un momento di calma, accendere il proprio impianto surround (o in alternativa un buon paio di cuffie), sistemarsi su una poltrona ed imbracciare i 4 joypad necessari. Non è un errore di battitura, per poter godere pienamente Rez occorrono 3 joypad oltre a quello usato per controllare il proprio avatar. Questo perché per la versione Xbox 360 i ragazzi di Q Entertainment hanno pensato di sostituire il Trance Vibrator con il rumble dei controller. Per chi non lo sapesse, il Trance Vibrator è una periferica uscita in contemporanea con la versione PS2 del gioco, che permette una maggiore immersione nelle atmosfere del titolo, grazie alle vibrazioni supplementari che è in grado di generare, sempre in armonia con la musica e il ritmo di Rez. Questo divertente gingillo è subito diventato un oggetto culto. Per preservare il concetto di sinestesia ed evitare di immettere sul mercato una periferica dal difficile successo commerciale, si è deciso di puntare su un oggetto più comune che potesse comunque fornire sensazioni similari. Oltretutto il numero superiore di "generatori di vibrazioni" disponibili rende possibile una maggiore fantasia e uniformità di distribuzione delle periferiche sul proprio corpo. Ovviamente Everyeye si dissocia da qualsiasi uso improprio che gli incauti lettori potrebbero avere .

    Una volta ottenuto un ambiente ottimale saremo pronti ad immergerci nel gioco, con il duplice scopo proseguire nell'avventura e farci avvolgere da essa. In quest'ottica la longevità aumenta esponenzialmente, grazie agli usi sperimentali ed alternativi. Per tutti gli altri rimarrà comunque un'esperienza diversa, ricca di stile e talento. Non sappiamo ancora se tutto questo basti per essere "arte", ma di sicuro si tratta di un viaggio atipico.


    Rez Hd Rez HdVersione Analizzata Xbox 360Il lavoro di Mizuguchi è un gioco strano, per certi versi un po’ snob, ma sicuramente ricco di sfumature e citazioni più o meno colte. Superficialmente è uno shooter su binari abbastanza comune, divertente, ma terribilmente corto. Ma se si riesce ad “entrare” nel gioco, sfruttandone le potenzialità e comprendendo a fondo la filosofia alla sua base, esso si può trasformare in un’esperienza unica, evocativa ed ipnotica come poche altre cose al mondo.

    7.5

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