RiMS Racing Recensione: alla ricerca del realismo simulativo

RaceWard Studio è pronto ad affrontare Milestone in un derby tutto milanese su due ruote. Come se la cava il nuovo RiMS Racing?

RiMS Racing
Recensione: PC
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • La Motor Valley è una delle terre più amate dagli amanti delle due e quattro ruote, e non solo del Bel Paese. Quella che viene chiamata anche la via "Emilia dei motori" è la culla di alcuni storici marchi: Ferrari, Lamborghini ma anche Ducati, Dallara, Pagani e Maserati. Se l'Emilia Romagna è la patria del motorismo italiano, la Lombardia si candida al ruolo di Motor Valley videoludica (Kunos Simulazioni è situata nel Lazio): oltre alla storica Milestone (autrice di tanti racing game, come potete leggere nella nostra recensione di MotoGP 21) c'è anche RaceWard Studio, un nuovissimo team di sviluppo che vanta tra le sue fila diversi ex dipendenti dello storico studio milanese fondato da Antonio Farina.

    RiMS Racing è il loro primo progetto (prodotto dalla francese Nacon), una simulazione a due ruote che promette di dare un bello scossone al panorama motoristico su console e PC. La produzione firmata da RaceWard Studio, infatti, non è indirizzata al centauro della domenica o all'appassionato di moto che non si perde mai un GP della MotoGP o della Superbike: RiMS Racing è un titolo particolare, per chi vive in simbiosi con il proprio mezzo accudendolo come se fosse un bambino o un cucciolo. Si scende in pista per fare il tempo, si lavora in officina per preparare al meglio la propria moto e si studia come migliorare le performance. Pilota, meccanico e ingegnere: queste sono le tre diverse anime della simulazione di guida creata dal team di sviluppo meneghino.

    Personalizzazione e controllo

    Si sceglie una moto tra le otto disponibili tra le più apprezzate case produttrici europee e giapponesi: Ducati Panigale V4 R, MV Agusta F4 RC, Aprilia RSV4, BMW M 1000 RR, Suzuki GSX-R1000R, Honda CBR1000RR, Kawasaki Ninja ZX-10RR e Yamaha YZF-R1. Ogni modello è stato riprodotto con cura certosina, sfruttando la collaborazione con ogni casa produttrice per ricreare un'esperienza di guida estremamente fedele e realistica.

    Per rendere il tutto ancor più appassionante, il team di sviluppo ha aggiunto la possibilità di montare e smontare la moto, pezzo per pezzo: per manutenzione, danneggiamento o semplice miglioramento delle performance in pista. Il primo mezzo ci viene gentilmente fornito da RaceWard Studio: a noi tocca la difficile scelta tra gli otto gioielli disponibili. È stato preparato un ricco catalogo con 500 componenti (da acquistare in crediti) che possono essere montate su ogni bolide attraverso una serie di minigiochi che trasformano il giocatore in un abile meccanico. Per certi versi l'esaustività di RiMS Racing è paragonabile a quella di un corso online per aspiranti meccanici o di un gioco come Car Mechanic Simulator (la versione Bike sta per arrivare): per simulare le fasi di montaggio e smontaggio delle varie componenti si muovono le levette analogiche del joypad in una certa sequenza, si preme un determinato pulsante e così via.

    Dopo l'esaltazione iniziale, i minigiochi tendono un po' ad annoiare, soprattutto quando ci si trova a fare i pit-stop durante una gara e bisogna fare tutto al massimo della velocità. Per fortuna, avremo la facoltà di far gestire all'IA quest'operazione: una volta potenziata la propria squadra, infatti, è possibile delegare simile incombenza. La meccanica, comunque, resta il cuore pulsante di RiMS Racing e il team italiano ha lavorato anche con aziende del calibro di Pirelli e Brembo per rendere l'esperienza il più realistica possibile.

    Il livello di personalizzazione (estetico e prestazionale) è abbacinante e farà la felicità degli amanti degli appassionati che impazziranno nello scoprire se un determinato pezzo riuscirà a fargli guadagnare quel maledettissimo decimo in più in pista. Le componenti usurate/danneggiate, poi, si possono rivendere (se in buone condizioni) per comprarne di migliori. Al fine di controllare lo stato della moto abbiamo a disposizione il prezioso CSM (Controllo Stato Moto), un sistema di telemetria che permette di monitorare in tempo reale lo stato di ogni singola componente montata sul nostro mezzo durante un test o una gara. E grazie al CSM possiamo verificare il consumo delle gomme, il livello del carburante, lo stato dei freni e intervenire sull'elettronica della moto per migliorare la guida durante una gara o una prova.

    La carriera, il single player e l'online

    La modalità Carriera è quella che incarna meglio la filosofia perseguita dal team di sviluppo milanese: oltre a guidare in pista, dobbiamo montare e smontare il nostro bolide e lavorare con il team all'interno del nostro Quartier Generale per ottenere dei risultati prestigiosi nelle gare e nelle prove che affronteremo durante la stagione. Il nostro alter ego sarà personalizzabile "solo" dal punto di vista dell'abbigliamento e nella posizione di guida (oltre all'inclinazione delle gambe e al numero delle dita da usare sulla leva del freno): tra tute di pelle, guanti, caschi sono circa duecento gli accessori ufficiali disponibili.

    Non sarà, invece, possibile modificare il nostro pilota a livello fisico. La stagione si annuncia ricca di impegni e prove da affrontare: è stato preparato un fitto calendario con una settantina di eventi a cui partecipare. Dalle semplici gare fino alle sfide proposte dall'Accademia, senza dimenticare i test privati, i duelli ad alta concentrazione di testosterone, gli eventi brandizzati o le coppe a cui partecipare, la progressione è ben studiata ed è importante racimolare preziosi crediti per sviluppare la moto: nel complesso, un po' di varietà in più non avrebbe guastato.

    Certi eventi, poi, si potranno rigiocare senza problemi (senza penalità) se si è scelto il livello di difficoltà più basso, ossia esordiente. Partecipando e ottenendo dei buoni piazzamenti si guadagnano crediti e, soprattutto, Punti Team da usare per potenziare il reparto corse. Ricerca, sviluppo e management sono strutturati con i soliti "alberi delle abilità" che permettono di sbloccare una serie di importanti funzionalità in base alle scelte effettuate.

    Alcuni dati della telemetria, per esempio, possono essere consultati solo dopo aver acquisito determinate skill nella sezione ingegneristica, che permette di automatizzare i pit-stop e le riparazioni. Il comparto single player offre altre possibilità oltre alla Carriera: è possibile scendere in pista in una gara singola, in un test privato o nell'Accademia in cui si dovranno completare una serie di obiettivi per guadagnare il prestigioso casco d'oro. Possiamo scegliere la moto con cui gareggiare, le condizioni meteo e l'usura dell'asfalto, quanti avversari affrontare (massimo 10), il consumo di carburante e altro ancora.

    Il tutorial, invece, lascia un po' perplessi: diversi aspetti del modello di guida andavano approfonditi meglio. Da rimarcare, invece, la possibilità di giocare in split screen (chiamato "Duello Offline"), una cosa piuttosto rara nell'ultimo periodo. Per quanto riguarda invece il comparto online, il multiplayer offre la possibilità di organizzare gare e campionati personalizzati e di cimentarsi in una serie di sfide giornaliere per far crescere la nostra fama. Peccato non poter correre con la moto sviluppata nella Carriera.

    Gameplay difficile ma appagante

    Chi scrive ha iniziato una brillante carriera virtuale nel mondo delle due ruote ancor minorenne: prima con l'arcade Super Hang-On di Sega, poi con The Cycles: International Grand Prix Racing di Accolade su Commodore 64, RVF Honda di Microprose e Team Suzuki di Gremlin su Amiga 500 fino ad arrivare al primo Superbike World Championship di Milestone su PC e via dicendo.

    Eccellere nei vari MotoGP 21 o Ride 4 (a questo link potete trovare la nostra recensione di Ride 4) non conta molto in RiMS Racing: è tutta un'altra storia. La produzione di RaceWard Studio è senza misure: o la si ama oppure la si odia. Non ricordo con precisione l'ultima volta che sono stato letteralmente preso a calci da una simulazione videoludica a due ruote. Era dai tempi di Grand Prix Legends, Richard Burns Rally o più recentemente iRacing (ecco a voi il nostro speciale iRacing: i consigli del pro player Enzo Canta) che non prendevo una lezione di questo tipo. RiMS Racing è davvero arduo da approcciare, ma capace di creare una dipendenza unica. Non importa quante volte sei caduto nel fare il mitico "Cavatappi" a Laguna Seca o la "Spoon curve" a Suzuka, l'unica cosa che desideri è risalire velocemente a bordo del tuo bolide e riprovare quella maledettissima curva frenando un po' prima, inclinando un po' meno la moto o studiando meglio la conformazione dell'asfalto. Partire con tutte le opzioni settate per avere il massimo del realismo simulativo è una vera incoscienza. È importante infatti procedere a gradi, partire con tutti gli aiuti attivati (sono tre i livelli di realismo possibili) per non venire letteralmente travolti dal motore fisico implementato e, soprattutto, dallo sconforto.

    Frenare in modo violento per cercare di restare dentro una curva o aprire troppo brutalmente il gas spesso significa affrontare dei pericolosi high side o nei casi più fortunati delle semplici scivolate. Le cadute spesso sono accompagnate da un fragoroso colpo attraverso il DualSense di PlayStation 5, così come le strisciate contro il guard rail, le carenate contro un avversario o le uscite sull'erba.

    Il motore fisico non dà scampo a chi sceglie uno stile di guida meno attento (anche con tutti gli aiuti attivati): per esempio, quando si frena è necessario trovare un equilibrio tra il freno anteriore e quello posteriore (c'è l'opzione per "combinare" la frenata), mentre le sospensioni/ammortizzatori delle moto tendono a reagire alle sollecitazioni dell'asfalto in modo realistico (per certi versi "inaspettato" se lo confrontiamo alle altre simulazioni in circolazione) ed è necessario stare alla larga dai cordoli e, soprattutto, dall'erba vera o da quella sintetica.

    Gli inserimenti in curva richiedono un po' di dolcezza per far girare il bolide e soprattutto una buona conoscenza dei circuiti che si vanno ad affrontare. Lavorando sui settaggi è possibile migliorare l'esperienza di guida. che può trasformarsi dopo un paio di ore di gioco da assolutamente frustrante in qualcosa di appagante. Le impennate si controllano senza grossi problemi, lo spostamento del peso da una parte all'altra si riesce ad avvertire, così come il consumo degli pneumatici giro dopo giro, anche se perdere il gommone posteriore (rispetto a quello anteriore) è davvero raro.

    La guida sul bagnato non ci ha impressionato più di tanto: è possibile entrare in curva con lo stesso angolo di piega da asciutto e non è il massimo del realismo. Gli schianti contro avversari o le protezioni della pista/elementi di contorno dei tracciati alle volte sembrano un po' irrealistici, la stessa cosa vale per le cadute del nostro alter ego. Il DualSense di PlayStation 5 viene sfruttato non "solo" per sentire le cambiate dei motori: i grilletti adattivi funzionano bene e restituiscono un buon feeling in fase di frenata o di accelerazione.

    L'IA dei piloti avversari (sono disponibili tre livelli) invece è da migliorare in modo categorico: spesso si viene tamponati all'ingresso di certe curve senza alcun apparente motivo e gli stessi centauri computerizzati hanno la tendenza a schiantarsi in certi punti durante le prove su strada. Le piste disponibili sono una quindicina: dieci circuiti ufficiali fedelmente riprodotti e cinque tracciati/scenari ambientati negli Stati Uniti, Norvegia, Australia, Spagna e Italia. Gareggiare a Silverstone, Laguna Seca, Suzuka, Nürburgring, Zolder ha un certo fascino e i circuiti sono riprodotti discretamente, così come l'usura dell'asfalto. Peccato per la mancanza del meteo dinamico: in compenso le condizioni della pista cambiano giro dopo giro e il fondo stradale nel caso di bagnato tenderà ad asciugarsi. Per quanto riguarda i tracciati stradali, si tratta di andare "dal punto A al punto B": Passo San Marco, Atlantic Ocean Road e gli altri tre sono davvero un piacevole diversivo (diventano 10 grazie alla possibilità di percorrerli al contrario) e offrono una sfida impegnativa, anche se non sono lunghissimi. Infine, per godere appieno l'esperienza proposta da RiMS Racing consigliamo di gareggiare scegliendo la telecamera dal casco del pilota: semplicemente fantastica.

    Veloce, ma non velocissimo

    Graficamente Rims Racing non fa gridare al miracolo su PlayStation 5: le moto sono riprodotte con grande cura e sono belle da vedere (i cruscotti sono spettacolari), mentre la rappresentazione dei circuiti è discreta. RiMS Racing è mosso dal "KT Engine" di Nacon già apprezzato nella serie dedicata al WRC (la nostra prova di WRC 10 è a portata di click): su PlayStation 5, purtroppo, non brilla. La sensazione di velocità in certi frangenti lascia un po' a desiderare, così come il frame rate sullo schermo. Non mancano problemini di pop-up e texture, mentre ombre e altri effetti speciali (gli schizzi dell'acqua sono davvero minimi) convincono fino a un certo punto.

    I modelli poligonali e le animazioni dei meccanici e anche degli stessi piloti sono migliorabili, così come da perfezionare è l'effetto bagnato. Non mancano poi glitch e bug che si possono notare durante i replay o utilizzando la modalità Foto. Se il comparto visivo lascia qualche dubbio, quello audio ci ha convinto di più: il rombo inconfondibile della Ducati Panigale V4 R colpisce dritto al cuore dell'appassionato, così come le tracce create in esclusiva dal talentuoso gruppo italiano The Bloody Beetroots.

    RiMS Racing RiMS RacingVersione Analizzata PCRiMS Racing non è una simulazione perfetta ma è un buon punto di partenza per il futuro. Pur con una serie di limitazioni e problematiche, il corsistico di Raceward Studio si distingue per un modello di guida che sarà amato da alcuni, odiato da altri. Nel complesso a noi è piaciuto, nonostante una curva di apprendimento piuttosto impegnativa. La modalità Carriera offre un buon numero di contenuti anche se una maggior differenziazione sarebbe stata gradita, mentre la possibilità di montare e smontare il proprio bolide ci ha esaltato non poco, soprattutto all'inizio. Per quanto riguarda la proposta contenutistica, avere solo otto moto ricreate ad arte e una quindicina di circuiti/tracciati farà storcere il naso a molti, anche se siamo sicuri che il team di sviluppo aggiungerà nei prossimi mesi altri bolidi e piste in cui gareggiare. Chi invece è alla ricerca di un'esperienza più spensierata e rilassante o ama semplicemente collezionare moto, è meglio che cerchi altrove: RiMS Racing non è quel tipo di gioco e non ambisce certo ad esserlo.

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