Recensione Rise of Nations: Rise of Legends

Leggede coi fiocchi

Recensione Rise of Nations: Rise of Legends
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  • Pc
  • Il ritorno di Microsoft

    Microsoft deve avere la mano fortunata con gli strategici: iniziando la sua brillante carriera con l’indimenticabile serie di Age of Empires, giunta di recente al suo terzo capitolo, l’azienda di Redmont non ha disdegnato alcune significative variazione in tema: uno di questi è rappresentato dal gioco Rise of Nations, sviluppato da Big Huge Games, e dalla sua interessante espansione.
    Questo titolo, con tutte le riserve, cercò di apportare delle modifiche ad un gameplay che ormai cominciava a stagnare, con la conseguenza di una diffusa sensazione di giocare, di fatto, ad una serie interminabile di cloni.
    Il tentativo si rivelò, sotto alcuni aspetti, decisamente riuscito, come dimostrano i successi di critica e di vendite del gioco: buona parte del merito era però da attribuirsi al geniale Brian Reynolds, responsabile del progetto, che grazie alla sua vastissima esperienza nel campo riuscì ad integrare all’interno del gioco una serie di significative innovazioni, senza stravolgere quella struttura tipica dei giochi strategici in tempo reale.
    A distanza di qualche anno, Big Huge Games e Microsoft ci propongono una versione, potremmo dire, riveduta e corretta di Rise of Nations, trasportandoci da un contesto storico ad uno completamente fantastico.
    Preparatevi, perché il viaggio sta per cominciare....

    Guerre, fratricidi e inganni... Cosa volere di più?

    Ammettiamo di aver sempre nutrito un certo scetticismo nei confronti degli strategici in tempo reale inseriti in un background fantastico o fantascientifico: da buoni estimatori di StarCraft e Warcraft non potevamo che guardare questo Rise of Legends (RoL per brevità) come uno spudorato clone, migliore sotto il mero aspetto tecnico.
    In realtà, il nostro scetticismo è durato solamente per la fase di installazione, scomparendo velocemente non appena avviata la nostra prima partita: sebbene l’interfaccia di gioco e di menù risulta praticamente uguale alla controparte storica di questo RoL, non si può dire che i programmatori si siano limitati ad una trasposizione ambientale.
    Ovviamente, la prima cosa che salta immediatamente all’occhio è l’eccezionale qualità grafica del gioco: chi sperava di consolarsi di un computer poco aggiornato ripiegando sugli strategici dovrà velocemente ricredersi, perché questo nuovo capolavoro, oltre a danneggiare la nostra vita sociale, risulta anche particolarmente pesante per l’hardware; questo è, d’altrocanto, il prezzo da pagare per poter ammirare effetti particellari complessi e stupefacenti, in grado di donare esplosioni particolarmente evocative, o effetti speciali di alta qualità, come le distorsioni dell’immagine dovuta al calore. In particolar modo è stato questo effetto a farci restare assolutamente a bocca aperta: vedere delle fiammate uscire da un veicolo è cosa assolutamente normale, ma il vedere che esse stesse generano effetti di distorsione è caso più unico che raro.
    Se a questi tocchi di classe aggiungete delle ombre di altissima qualità, non rese come piatte superfici nere, ma come sfocate e tremolanti appendici delle unità, e un livello di dettaglio senza precedenti, che arriva addirittura all’animazione accurata delle singole strutture, capirete la ragione per cui questo Rise Of Legends richiede dei requisiti così elevati.
    Evidentemente poi, alla Big Huge Game hanno proprio voluto esagerare, inserendo all’interno dell’engine di gioco un vero e proprio motore fisico, in grado di gestire le collisioni dei ragdolls delle unità: l’esplosione di una granata vi farà assistere a mirabolanti evoluzioni di corpi, e via di questo passo. Tuttavia, va fatto notare che l’eccellente lavoro svolto dai programmatori non traspare solamente da quanto siano stati bravi ad implementare il livello grafico, ma risiede nella creazione di un motore grafico completamente scalabile.
    Sotto questo aspetto, non possiamo che rimanere completamente soddisfatti: qualora le impostazioni consigliate risultino troppo generose, e il gioco risultasse poco fluido, potrete andare ad intervenire in tutti gli aspetti grafici, dal livello generale di dettaglio, all’antialiasing, passando per la qualità degli effetti e della fisica.

    L’occhio non basta. Più.

    Una attenzione spasmodica riposta nella grafica di Rise Of Legends sarebbe servita davvero a poco se il gioco fosse rimasto, di fatto, uguale in struttura al precedente Rise of Nations. Fortunatamente, i programmatori capeggiati da Brian hanno preferito tentare nuovamente di introdurre delle novità all’interno della struttura di gioco che, a nostro giudizio, si sono rivelate assolutamente azzeccate.
    Possiamo affermare con certezza che il grosso limite di tutti gli strategici risiede proprio nel suo stesso punto di forza: per poter portare a termine con successo una missione, o completare uno scenario, vi basterà accumulare quante più risorse possibile e investirle nella produzione di massa dell’unità più avanzata e più potente: questa “strategia” di gioco rischia però, alla lunga, di andare ad annoiare il giocatore, il quale, terminata l’esplorazione dell’albero tecnologico, si ritroverà a dover solo ammassare truppe.
    I ragazzi di Big Huge Games hanno correttamente evidenziato l’origine del problema: la scarsa differenziazione delle unità disponibili; la soluzione, di conseguenza, è arrivata praticamente spontanea: in Rise of Legends, salvo per due unità comuni a tutte le fazioni, le altre saranno assolutamente uniche, con caratteristiche a abilità speciali.
    Questo, malgrado da un lato vada a risolvere il problema sopraccitato, dall’altro preclude la possibilità di inserire nel gioco una vasta gamma di creature e macchine a disposizione del giocatore, per evitare che questo si ritrovi troppo spaesato o comunque in difficoltà; pertanto, in Rise of Legends, le tre fazioni giocabili conteranno su un totale di una dozzina di unità ciascuna, che si vanno ad aggiungere ad altrettanti eroi e strutture.
    Il sistema di combattimento invece è rimasto quello classico, seguendo lo schema della morra cinese: una unità risulterà particolarmente efficace contro un determinato nemico, ma sarà vulnerabile contro un altro, obbligando il giocatore a creare degli eserciti di ridotte dimensioni e piuttosto variegati.
    Per penalizzare ulteriormente i giocatori che prediligono i "rush", in RoL ogni unità creata andrà ad aumentare il suo stesso costo: questo significa che se la prima creazione di un determinato soldato richiederà un certo ammontare di risorse, il secondo costerà già di più, e il "prezzo" andrà ad aumentare in maniera esponenziale.
    Questa scelta tuttavia non va a gravare eccessivamente sullo schema di gioco, in quanto sarà comunque possibile sviluppare delle ricerche e tecnologie che andranno ad abbassare il costo generale delle unità.

    La difficile strada del Vinci

    Le partite di Rise of Legends, seguendo fedelmente (e felicemente) lo schema del suo predecessore, si articolano sia sulla macrogestione, che su quella in scala ridotta: per quanto concerne la prima, verrete chiamati a gestire tutto il vostro esteso impero, dipanato su una mappa rappresentante le Terre di Miama, seguendo la falsariga gettata dalla serie Total War; quando poi avrete deciso di attaccare un città o territorio nemico, l’azione si sposterà sul territorio interessato, e voi dovrete preoccuparvi di organizzare le strutture e le unità per condurvi alla vittoria.
    Ogni territorio, va fatto notare, non viene generato casualmente, ma sarà sempre lo stesso anche qualora ritornaste a combattere.
    Per spezzare la monotonia della conquista i programmatori hanno ben pensato di inserire, all’interno di ogni regione conquistabile, una specie di sotto-trama con tanto di varie quest, che dovrete svolgere per impadronirvi del territorio: queste spaziano dal semplice “distruggi l’accampamento”, al più complicato accumula un certo numero di risorse in un determinato tempo, o di resistere per parecchi minuti agli assalti nemici.
    Questi ultimi purtroppo non brillano per intelligenza: malgrado siano in grado di accennare una strategia, siamo ben lontani dalle tattiche raffinate di Rome: Total War, e il più delle volte gli scontri si ridurranno ad una volgare baruffa; tuttavia, malgrado questa cosa possa far storcere il naso ai più puristi del genere, i difetti della IA non sono così gravi da minare la giocabilità del titolo, e le quest sono state assegnate in maniera assolutamente competente, senza mai trasformarsi in imprese frustanti o poco competitive.
    Una nota positiva va mossa nei confronti della gestione delle città: una volta costruito il centro cittadino, sarete liberi di personalizzarlo come meglio preferite, aggiungendo diversi tipi di distretti, che vanno dal distretto militare a quello economico.
    Ovviamente, la costruzione di un distretto piuttosto che un altro avrà influenze dirette nel gioco: se si preferisce sviluppare una città con parecchi distretti militari, ovviamente sarà la nostra capacità bellica a trarne vantaggio, a scapito però di altri settori, come quello economico o commerciale.

    Leggende coi buchi

    Potrebbe sembrare che Microsoft, finalmente, abbia lanciato sul mercato un gioco davvero completo e innovativo, cosa che in parte risulta assolutamente vera.
    Il problema è che, dopo qualche giorno di gioco, ci si accorge che l’intero Rise of Legends non è altro che una revisione, assolutamente curata, del solito schema degli strategici in tempo reale: malgrado la grafica sbalorditiva, l’eccezionale design delle strutture e delle unità e l’incredibile ambientazione, in grado di strapparci via dai nostri impegni più pressanti, passata la prima duratura impressione, resta il vero cuore del titolo, ovvero uno strategico ricco e realizzato benissimo, ma senza l’apporto di quelle rivoluzioni tanto promesse.
    Dopo aver assunto i complicati meccanismi di gioco, ci si ritroverà a dover sempre ammassare risorse e costruire truppe, che sebbene questo avvenga in maniera leggermente differente dal classico modello, resta pur sembra l’azione primaria che il giocatore deve compiere.
    Siamo ben consci che si tratta dello scopo del genere, ma l’illusione avuta dalle prime sessioni di gioco, quella di trovarsi davanti a qualcosa di nuovo e al contempo tradizionale, ci ha tratti in inganno.
    Questo non toglie però che RoL sia uno degli strategici più ricchi e coinvolgenti che ci è mai capitato di provare: possiamo assicurarvi che, una volta installato, verrete letteralmente trasportati in un nuovo mondo, dominato da una atmosfera ben congegnata e da creature talmente fantastiche e che difficilmente vi ricorderete di tutti i vostri altri impegni.

    Rise of Nations: Rise of Legends Rise of Nations: Rise of LegendsVersione Analizzata PCRise of Legends è, senza alcun dubbio, uno dei miglior RTS che ci sia capitato di provare, e altrettanto pericoloso per la vostra vita sociale: una volta installato, verrete trasportati in un mondo completamente nuovo e fantastico, ricco di intrighi e misteri, con creature immaginose e atmosfere steampunk degne dei migliori romanzi. Brian Reynolds ha saputo dimostrare, ancora una volta, la sua genialità unita alla semplicità, elaborando da un concept di gioco ormai stantio, una variante che risulta ricca di interessanti novità. Se cercate un gioco di strategia, che siate appassionati o meno, ne resterete letteralmente travolti.

    8.5

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