Recensione Ritorno al Futuro - Double Vision

L’avventura grafica ad episodi si avvicina alla conclusione con il quarto capitolo.

Recensione Ritorno al Futuro - Double Vision
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS3
  • iPad
  • Pc
  • Grande Giove alla quarta!

    Sebbene non manchino pareri discordanti sulla qualità effettiva di Citizen Brown, che quantomeno si è sforzato di creare un futuro distopico intellettualmente intrigante, è innegabile che le aspettative maturate in seguito alla pubblicazione del primo episodio della serie Telltale Games siano state largamente disattese. Quello che appariva come un gustosissimo antipasto, una ricca ouverture capace di introdurre le basi di un gameplay che sarebbe stato ulteriormente arricchito in seguito, in realtà si è rivelato l’episodio più riuscito dell’intero pacchetto.
    Dopo un Get Tannen piuttosto deludente e un Citizen Brown incapace di innalzare il ritmo, Double Vision è atteso al varco come il salvatore della saga. Siamo finalmente giunti al capitolo di svolta o dobbiamo forse rassegnarci ad un’altra avventura grafica piacevole, ma lontana dai picchi qualitativi preventivati?

    1931. Ancora una volta.

    Va innanzi tutto premesso che non è cosa facile recensire un prodotto che esce diluito in più episodi. Come giudicare correttamente, quando mancano ancora dei pezzi? E’ come tentare di indovinare la figura di un puzzle: si può anche intuirne il disegno complessivo, ma finché non ci sono tutti i tasselli i dettagli restano nascosti. Tuttavia giunti al quarto episodio è più facile avere una visione d’insieme, utile anche per riconsiderare le puntate precedenti.
    Dopo aver giocato a Double Vision infatti, la prima reazione è quella di rivalutare immediatamente Citizen Brown e il mondo immaginifico ivi esplorato. Come in passato, Double Vision si apre con una situazione iniziale che funge da introduzione all’avventura vera e propria. Imprigionato dalla perfida Edna Strickland, Marty McFly dovrà liberarsi, trarre in salvo Doc e recuperare la DeLorean. Insomma la distopica Hill Valley del 1986 viene frettolosamente abbandonata per fare ancora ritorno nel 1931. Ancora avremo a che fare con quella piazza e ancora con quei personaggi visti e rivisti. Proprio per questo, ci si rende conto quanto le aspettative attorno a questo videogioco siano state parzialmente deluse. Con una macchina del tempo a disposizione e un duo di protagonisti così carismatico, ci si sarebbe aspettati di più in termini di intreccio e ambientazioni spazio-temporali visitabili. In Double Vision, salvo un paio di nuove comparse e scenari esplorabili, tutto sa di vecchio e già visto.
    Certo, la qualità dei dialoghi è indubbia, così come il lavoro dei doppiatori, capaci di innalzare notevolmente la dose di ironia che l’episodio sprizza da tutti i pori. Tuttavia la trama quasi vi scorrerà addosso senza lasciarvi nulla, ulteriormente tediati dall’ennesimo attraversamento di quella piazza o dal superfluo dialogo con un personaggio già incrociato più volte.
    Anche per questo, la qualità della trama non va oltre la sufficienza. Dobbiamo riconoscere come la sceneggiatura vanti un certo brio, ma il plot segue lo schema già abusato del secondo episodio: tornare indietro nel tempo per mettere a posto il futuro. Se è vero che l’intera saga cinematografica si basa su questo semplice meccanismo, dove nei film c’era un continuo cambiamento di setting e personaggi, qui la staticità risulta fin troppa e Double Vision ne paga le conseguenze.

    Certe cose non cambiano mai

    Dal punto di vista del gameplay niente è cambiato. Ciò significa che, se si esclude un singolo passaggio, avrete a che fare con enigmi estremamente semplici e dialoghi in cui scegliere la risposta giusta tra un elenco. Nessun game over, solo un paio di oggetti da utilizzare nel momento più opportuno.
    Le meccaniche sono quindi di una facilità disarmante e Double Vision né introduce nuovi elementi, né evolve in alcun modo l'impianto ludico. Naturalmente ciò non è per forza di cose un male. Chi apprezzava la natura ibrida tra videogioco e film d’animazione rimarrà comunque soddisfatto. Al contrario, chi sperava di guardare meno e giocare di più resterà deluso. E’ innegabile in ogni caso che il ritmo dell’azione si sia abbassato rispetto ai precedenti episodi, cosa che non piacerà all'intero pubblico.
    Inutile dilungarsi sull'aspetto grafico e sonoro dato che sono largamente rimasti inalterati dagli altri capitoli: il primo funziona molto bene, grazie allo stile cartonesco utilizzato e nonostante qualche glitch qua e là; il secondo gode di un doppiaggio sopraffino e di musiche ispirate e orecchiabili. Parlando di longevità, le cose sono rimaste invariate e le classiche tre ore saranno più che sufficienti per mettervi in attesa del prossimo ed ultimo episodio.

    Ritorno al Futuro - Double Vision Ritorno al Futuro - Double VisionVersione Analizzata PCDouble Visions purtroppo continua la parabola discendente di Ritorno Al Futuro. Se almeno Citizen Brown poteva contare su un setting affascinante, l’ennesimo ritorno al 1931 e un ulteriore abbassamento del ritmo rendono questo capitolo lievemente noioso. Naturalmente stiamo ancora parlando di un’avventura grafica più che sufficiente, ma giunti alla penultima uscita è impossibile non iniziare a parlare di delusione. A presto con la recensione dell’ultima puntata.

    6

    Che voto dai a: Ritorno al Futuro - Double Vision

    Media Voto Utenti
    Voti: 27
    4.7
    nd