Recensione Robin Hood: Defender of the Crown

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Recensione Robin Hood: Defender of the Crown
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Il principe
dei ladri

“E' tempo di epopee. Di
eroi. E' tempo di conflitti, in cui grandi uomini si elevano al di sopra dei
propri pari per compiere gesta gloriose. Un pezzo di storia in divenire.” Con
queste parole che nel lontano 1986 Defender of the Crown introdusse ai milioni
di giocatori in tutto il mondo la sua originale combinazione di azione di gioco,
grafica e trama. A distanza di ben 18 anni gli sviluppatori Cinemaware ci
riprovano, dopo la riproposizione rimasterizzata del primo titolo dedicato a
Robin Hood, con il seguito ufficiale, sviluppato per Console, proponendoci un
titolo per alcuni versi veramente interessante. Ma vediamo di cominciare da dove
tutte le storie cominciano, ovvero dall'inizio. Dopo aver preso in ostaggio il
re Riccardo Cuordileone con la pretesa di un riscatto, il malvagio Principe
Giovanni ha usurpato il trono vacante autoproclamandosi re d'Inghilterra.
L'intera nazione sprofonda presto nella guerra civile, mentre nobili assetati
di potere danno luogo a lotte intestine e il principe Giovanni ricorre al suo
esercito per sottomettere il paese al giogo della sua tirannide. In questo
periodo di assoluta anarchia si muoverà il nostro Robin che, con l'aiuto dei
suoi fidati amici, dovrà tentare di spodestare il malvagio principe e riportare
sul trono il legittimo re. Ma veniamo adesso all'analisi vera e propria del
gioco. Inizialmente potrete utilizzare solamente il nostro eroe, e insieme a lui
e al suo arco dovrete tentare di razziare una carovana di mercanti. La dinamica
di gioco in questo frangente risulta essere non molto fluida, in quanto
l'operazione di puntamento dell'arco risulta estremamente lenta e
difficoltosa: difficilmente riuscirete a centrare un obbiettivo al primo colpo,
mentre gli arcieri nemici sembrano dei cecchini scelti. Dopo questa non molto
esaltante sequenza verrete introdotti nel gioco vero e proprio: farete la
conoscenza di Little John , il cui compito sarà quello di reclutare e dirigere
le vostre truppe nel corso del gioco. In questa prima parte (che funge da
tutorial) dovrete tentare di respingere gli attacchi da parte del malvagio
sceriffo che sta tentando di annientare la per ora esigua resistenza di Robin e
Co.. Verrete dunque introdotti alle meccaniche del gioco vero e proprio, che
cercherò di riassumere brevemente. Sostanzialmente la meccanica del titolo non
differisce da quella cartacea del famosissimo “Risiko”: la mappa è divisa in
zone inizialmente neutre che possono essere conquistate spostandovi sopra il
proprio esercito. Se tenterete di conquistare una zona già occupata
dall'avversario inizierà una battaglia che si svolge secondo i crismi di un
gioco di ruolo, ovvero con dei combattimenti a turni, anche se vengono
considerati parametri che esulano dai canonici caratteri soggettivi, come la
velocità delle truppe o la resistenza dei soldati (ricorda lontanamente
l'active time battle dei vecchi final fantasy). Inizialmente potrete reclutare
solamente dei contadini e degli arceri, ma ben presto la vostra scelta si
amplierà anche ai cavalieri, ai fanti e alle catapulte. Una volta terminato il
tutorial la storia entra nel “vivo” e il campo di gioco si amplierà
notevolmente, arrivando a diventare tutta l'Inghilterra. Qui gli avversari
saranno quattro: Il Principe Giovanni e altri tre nobili, ognuno dei quali
intenzionato ad imporsi sugli altri per il predominio di tutto il regno. Così
cominciano i guai..... Ovviamente i quattro avversari sono disposti ai quattro
estremi dello scenario e voi in mezzo. Altrettanto ovviamente, anche se voi vi
comportate da agnellini, i nobilastri non rimarranno certo con le mani in mano.
Piuttosto, muoveranno una consistente azione offensiva, al solo scopo di
distruggervi. Altrimenti, se la vostra strategia sarà quella di buttarvi
sbaraglio nelle lotte regionali, avrete sì più territori disponibili (che si
convertiranno in un maggiore ammontare di denaro depositato nelle vostre casse
all'inizio del turno successivo), ma sarete sicuramente più vulnerabili agli
attacchi nemici, in quanto il vostro esercito sarà più frazionato. La tattica
corretta per riuscire a sopravvivere (badate bene, Sopravvivere) è quella di
conquistare gradualmente i territori senza farsi prendere dallo sconforto quando
vedete i vostri possedimenti raffrontati a quelli degli altri principi, e di
armare bene le difese dei territori di confine prima di continuare nella vostra
opera di conquista. Per spezzare il ritmo di gioco, ogni tanto potrete razziare
con l'arco alcune carovane nemiche allo scopo di trasferire delle quantità
d'oro dalle loro casse alle vostre, oppure indire dei tornei (a cui gli altri
principi dovranno partecipare in base agli ideali di nobiltà cavalleresca) in
cui potrete innalzare o abbassare la vostra fama (con cui varieranno
proporzionalmente le “prestazioni” del vostro esercito). Ogni tanto saranno poi
presenti filmati in FMV (abbastanza ben realizzati, ma sicuramente al di sotto
degli standard attuali) che porteranno avanti la trama. Venendo agli aspetti più
tecnici del gioco, bisogna menzionare la grafica, veramente ai minimi storici
per quanto riguarda la parte principale del gioco, che migliora solamente nelle
fasi di combattimento e di tiro con l'arco. Carine e d'atmosfera le musiche,
decente il doppiaggio. Il comparto giocabilità non sembra essere stato curato
più di tanto dagli sviluppatori,con la conseguenza che i controlli risultano
veramente approssimativi e talvolta -quando le circostanze richiedano ad esempio
una razzia perfetta- frustranti. Infine, il fattore longevità. Non sarà il
massimo come grafica, non sarà il top dei virtuosismi da Original Soundtrack e
non sarà il miglior esponente della perfezione di gameplay, ma resta il fatto
che Defender of the Crown è dannatamente avvincente! Finalmente un gioco dove
non c'è bisogno di una grafica fenomenale o una trama da Oscar per stupire; ma
solamente di meccaniche interessanti. Un titolo in cui l'unica cosa veramente
divertente è giocare, senza la necessità di intontire il fruitori con la
magnificenza di un'ambientazione o commuovere attraverso moralismi ed empatie
caratteriali. Ai bei vecchi tempi del Master Sistem non era certo la grafica a
far da padrona, eppure i giochi erano divertentissimi. Se l'obbiettivo degli
sviluppatori Cinemawere era quello di riportare ai vecchi fasti la saga di
Defender of the Crown, non posso che affermare che l'obbiettivo è stato
centrato in pieno. Tuttavia, chi cerca l'ormai triviale meraviglia grafica e
narrativa, farà bene a volgere attenzione altrove.

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