Recensione Robotech: Invasion

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Recensione Robotech: Invasion
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  • PS2
  • Anime
  • ROBOTECH, IN AIUTO VERRAAAAAA'!

    Così recitava la canzone di uno spot pubblicitario che incantò centinaia di ragazzini a metà degli anni '80: il filmato reclamizzava l'enorme modellino di un caccia Varitech, il simbolo assoluto della serie che segnò il ritorno in Europa dei cartoni animati fantascientifici: Robotech.
    Una epica guerra tra alieni e terrestri, tecnologie non comprese a fondo sfruttate da entrambe le fazioni, battaglie aeree in cui centinaia di missili sfrecciano in cielo e colpiscono con precisione le poderose corazzate degli invasori, ma soprattutto lei: la “robotecnologia”: splendidi caccia F-15 che possono trasformarsi in robot o in veicoli ibridi, motociclette che “avvolgono” il conducente creando un'armatura da combattimento, giganteschi umanoidi nemici creati con il solo scopo di combattere e un misterioso “fluido primario” che alimenta tutto questo.
    Portarsi a casa uno di quei gioiellini, avere un Varitech (così erano chiamati i caccia terrestri) sulla propria scrivania era il sogno proibito di buona parte dei ragazzini degli anni '80 che amavano i cartoni animati.
    La serie trasmessa in italia con il nome di Robotech in realtà era il risultato della fusione di tre serie animate andate in onda in Giappone tra il 1982 e il 1986 (Chojiku yosai Macross - Macross, la colossale fortezza; Chojiku kidan Southern Cross - Southern Cross, super truppa spaziale e Kikososeiki Mospeada - Mospeada, gli arrampicatori della genesi). La trama delle singole serie aveva subito un violento adattamento per creare un continuo tra gli episodi: il risultato non fu dei più felici e agli osservatori più attenti non sfuggirono di certo le molte incongruenze nella narrazione. A parte questo, Robotech riuscì a ritagliarsi, nel cuore dei giovani, un angolino a fianco di serie culto quali Gundam, Goldrake o Mazinga.
    Modellini, action figures, albi illustrati e, dulcis in fundo, decine di videogiochi dedicati all'illustre brand: se ne sono visti ovunque: su Famicom, su Super Nes, nonché su console 128 bit di questa generazione. Oggi esce sul mercato italiano Robotech: Invasion, ennesimo action game che cavalca l'onda dell'intramontabile fama del capitano Rick Hunter e del suo caccia Varitech (o forse sarebbe più giusto chiamarlo Valkyre?) . A differenza dei predecessori questo gioco non trae spunto dalle vicende della prima serie: Robotech - Invasion si ispira alla terza serie, proponendo una sorta di “side story” agli eventi narrati nel cartone animato.

    Cyclone, Alpha e Beta

    Siamo a metà del ventiduesimo secolo: la terra viene aggredita, sconfitta e invasa da misteriosa razza aliena: gli “Invid”. Attirati dal fluido primario, il misterioso liquido che dona energia ai dispositivi robotech, gli Invid prendono possesso con la forza del pianeta su cui si trova la preziosa fonte energetica, lo sfruttano e, una volta esaurite le risorse, lo abbandonano al suo fatale destino. Alcuni anni dopo il termine della guerra contro gli Invid una flotta robotech ritorna sulla terra dal suo viaggio di esplorazione del sistema solare; il suo scopo è quello di attaccare il “punto di riflessione”, il cuore delle attività Invid, e di uccidere o mettere in fuga la regina degli alieni.
    L'attacco si rivela un tragico fallimento: migliaia di esseri umani cessano di esistere nell'arco di poche ore e altrettanti diventano cavie degli esperimenti Invid. Uno di questi è il soldato Locke, almeno questo è il nome che è scritto sulla sua uniforme. Sono passati quattro anni dal giorno della disfatta della spedizione di soccorso: Locke è uno dei pochi esseri umani che sia riuscito a sfuggire alla prigionia Invid. Non ricorda molto del suo passato ma è convinto che riunendosi ai guerriglieri, che continuano a contrastare gli Invid, riuscirà a fare luce su ciò che è stato e sulla prigionia all'interno del punto di riflessione.

    Robotech: Invasion è un action game con inquadratura in prima e terza persona: lo scopo è guidare lo smemorato Locke in una serie di missioni che lo condurranno in lungo e in largo per il martoriato pianeta terra fino al cuore dell'armata Invid. Il fulcro del gioco è il Cyclone, uno dei veicoli robotech più originali che si sono visti nell'arco delle tre serie. Generalmente il Cyclone si presenta come un motociclo da combattimento, armato di missili a ricerca terra-arie e di una mitragliatrice leggera. Nel caso in cui si debbano raggiungere delle zone inaccessibili ad un veicolo a due ruote il Cyclone può trasformarsi avvolgendosi attorno al suo conducente per divenire una splendida armatura nonché un eccellente “performance enhancer”: le difese risultano sensibilmente superiori grazie alla struttura metallica del veicolo e i movimenti del soldato sono potenziati dal backpack in dotazione con l'armatura.
    Il protagonista della nostra avventura ha a disposizione un Cyclone: durante le nostre missioni potremo usufruire sia della velocità del motociclo (ideale per i lunghi spostamenti attraverso le zone desertificate dai combattimenti con il nemico) che della forza offensiva dell'armatura. La trasformazione tra una configurazione e l'altra è affidata al tasto triangolo del Joypad. Le armi a nostra disposizione varieranno dalle comuni pistole a colpo singolo fino ai più sofisticati fucili a fluido primario: man mano che il gioco procede verrete dotati di power up per il vostro arsenale e per il Cyclone.
    Lo scopo delle molte missioni si può riassumere brevemente: eliminare gli Invid. Spesso vi saranno affidati incarichi differenti come difendere un ponte, scortare una corazzata o piazzare delle cariche esplosive all'interno dei “nidi” Invid. In molti casi dovrete collaborare con altri soldati appartenenti alla resistenza ed eventualmente difenderli se in difficoltà.
    Il gameplay non si scosta minimamente dai canoni di un First Person Shooter: si procede all'esplorazione di vaste aree, alcune all'aperto altre al chiuso e molte in ambienti poco illuminati. Spesso e volentieri sarete chiamati ad utilizzare postazioni di tiro fisse o mobili per fornire appoggio alle truppe ribelli e altrettante volte dovrete improvvisarvi cecchini per eliminare degli Invid che attaccano dalla lunga distanza. Gli unici elementi che contraddistinguono Robotech dagli altri shooter sono il Cyclone e le sue due possibili configurazioni, la possibilità di variare la visuale tra prima a terza persona e un simpatico sistema di puntamento “semiautomatico” che facilita il combattimento senza privare completamente il giocatore del gusto di colpire gli invasori
    E proprio negli invasori risiede l'ultimo punto “caratterizzante” di Robotech - Invasion: gli Invid sono grossi, minacciosi e spietati: camminano su due zampe e hanno un occhio solo e incutono un certo timore a vedersi. Tutti i tipi di guerriero, i mezzi di trasporto e i nidi alieni sono riprodotti in maniera fedele e rispettano lo spirito della serie animata.
    Anche la storia, benché non particolarmente brillante, ha un suo fascino e ben si adatta alla serie originale: capiterà spesso che Locke entri in una sorta di trance in cui vivrà brevi momenti del suo passato: tramite questi flashback il giocatore riuscirà a ricostruire le vicende che hanno condotto Locke fuori dal punto di riflessione.

    Grafica e sonoro....

    Tecnicamente il gioco è effettivamente obsoleto. Le molte ambientazioni sono purtroppo scarne, le texture poche e di bassissima qualità, i guerrieri della resistenza modellati con pochissimi poligoni ed animati da poche movenze. L'interazione con i fondali varia tra il minimo e lo zero assoluto: capiterà di trovare un punto di domanda sulla testa di una persona immobile nel deserto: significa che potete parlare con lui, ma non è nemmeno indispensabile. Oppure potreste dover premere un interruttore un paio di volte, e nient'altro.
    Le cut scene seguono di pari passo la realizzazione tecnica: sono povere nei contenuti, nel numero di poligoni utilizzati per modellare i personaggi e scarne nella regia. Fortunatamente il framerate si mantiene costante anche nelle situazioni più caotiche.
    L'unica cosa veramente carina del comparto grafico sono gli Invid. Saltano, corrono, attaccano e muoiono proprio come nell'anime originale: sono modellati con cura e attaccano in gruppi a volte molto numerosi.
    L'audio è al pari della grafica: il doppiaggio statunitense è spesso sufficiente ma in alcuni casi entrano in gioco delle voci davvero fuori luogo. Le musiche, firmate dall'autorevole Jesper Kid (che a detta delle testate americane ha firmato alcune delle colonne sonore dei passati giochi di Robotech) sono anonime nella maggior parte dei casi.

    Ne vale la pena?

    Che cosa si può dire di Robotech - Invasion? E' un gioco con pochissime pretese, un comparto tecnico che non si addice assolutamente a questa generazione di console e soprattutto si confronta con un filone di videogame che ultimamente sta vivendo un momento particolarmente felice su tutte le piattaforme (sinceramente non lo vediamo proprio a dar battaglia ad Halo2, Killzone, Doom3 o Timesplitters 3).
    Ad ogni modo si lascia giocare per qualche ora, forse per merito del carisma della serie animata (in particolar modo degli Invid) o forse per l'immediatezza e la semplicità (in senso positivo) del gameplay. E' abbastanza lungo, non proprio ripetitivo e in certi cari riesce anche a impegnare discretamente il giocatore. In più viene venduto ad un prezzo approssimativo di venti euro, che tutto sommato non è una cifra esorbitante. Una critica pesante però va mossa al packaging europeo di questo Robotech: è davvero il peggiore che si sia visto su uno scaffale di un negozio negli ultimi anni.
    Il prezzo basso però non può assolutamente essere il fattore decisivo nell'acquisto di questo gioco: ad una cifra simile a questa ci sono in giro i titoli platinum che in gran parte dei casi sono veri e propri blockbuster dei mesi passati.
    Insomma, l'unico buon motivo per giocare a Robotech - Invasion è l'amore per la serie animata Mospeada, che vive in questo titolo la sua prima chance di conquistare il cuore dei videogiocatori.

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