Recensione Rocketbirds: Hardboiled Chicken per PS Vita

Il pollo più guerrigliero di sempre torna su PS Vita

Recensione Rocketbirds: Hardboiled Chicken per PS Vita
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  • PS3
  • PSVita
  • Pc
  • Certe rivoluzioni non finiscono mai. Non si potrebbe pensare altro analizzando le mosse di Hardboiled, il pollo più guerrigliero di sempre, dal momento che abbiamo avuto il piacere di incontrarlo già in altre due occasioni. La prima volta è stato su PS3, nel 2011, e un anno dopo, sempre in Rocketbirds: Hardboiled Chicken, su PC. Il risultato della nostra analisi è stato in entrambi i casi identico: uno sparatutto bidimensionale godibile, divertente e ben sviluppato.
    Anno nuovo, altro porting: Ratloop Asia, immaginiamo sotto forte pressione di Sony, ha deciso di traghettare la sua avventura anche sulla performante PS Vita.
    La prima delusione però è dietro l’angolo. Chi si aspettava il Cross-Buy, Cross-Save e Cross-Play con l’edizione per PS3 rimarrà a bocca asciutta: sono previsti piccoli extra, due personaggi utilizzabili nella modalità co-op, ed uno sconto per chi ha già avuto il piacere sull’ammiraglia di casa Sony, ma si tratta di fatto di due giochi totalmente separati l’uno dall’altro.
    Vale la pena prendere in considerazione questo porting per PS Vita? Si tratta della versione migliore sin qui realizzata?

    Ancora alle prese con una rivoluzione

    Rocketbirds: Hardboiled Chicken è uno sparatutto bidimensionale simile a Metal Slug, che non disdegna di proporre striminzite fasi platform e qualche enigma da risolvere.
    Protagonista della vicenda, come già detto, è Hardboiled, ma guai a credere che trattandosi di un pollo avrete a che fare con un’avventura dai toni demenziali. Sebbene non manchino siparietti comici, le tematiche tirate in ballo nel corso dei quindici livelli che compongono lo story mode sono tutt’altro che leggere.
    Addestrato ad uccidere sin dalla tenera età, il nostro ha passato gran parte della sua vita a prendere ordini da Putzky: uno spietato dittatore che lo utilizzava come macabro esecutore dei suoi folli piani. Risvegliatosi come da un brutto incubo, Hardboiled si è ribellato al suo padrone, dichiarandogli guerra e promettendo di restituire la libertà allo stesso popolo a cui prima l’aveva tolta. Nella sua lotta alla dittatura, il determinato rivoluzionario non dovrà solo vedersela con il nutrito esercito di Putzky, ma anche con soldati clonati usando il suo stesso DNA.
    Quelle che sembrano essere le solite premesse di un qualsiasi sparatutto, utili per inscenare un conflitto sufficientemente credibile, si rivelano presto generose di contenuti. Pur lontano dalla complessità politica di un Metal Gear Solid a caso o dalla cacofonia elettrizzante di Gears Of War, commuoversi di fronte agli orrori che ha dovuto subire il protagonista o provare empatia per tutti coloro che cercano di opporsi alla dittatura è questione di pochi attimi. La regia virtuale dei brevi video che introducono i livelli si appoggia quasi totalmente al particolare art design scelto e, soprattutto, alla magnifica colonna sonora. Ogni canzone infatti, è tratta dall’album Karmakaze della rock band indie New World Revolution. Le tracce musicali ben accompagnano le immagini e ne potenziano il significato, grazie ai messaggi veicolati nel testo che si sposano alla perfezione con la tragica storia di Hardboiled.
    La trama è insomma tutt’altro che secondaria nell’economia di Rocketbirds: Hardboiled Chicken. Toccante e capace di spingere l’utente a momenti di riflessione, si dimostra ben più articolata ed efficace di tanti altri titoli ben più acclamati ed economicamente sostenuti.

    Polli coraggiosi

    La sensazione di trovarsi di fronte a un prodotto ben più sfaccettato e profondo di quanto preventivato, viene ulteriormente confermata quando si passa ad analizzare il gameplay.
    I primissimi momenti dell’avventura si passano per lo più nascondendosi nell’ombra, cercando di aggirare i nemici per coglierli alle spalle. Equipaggiati solo di una pistola, nelle prime fasi sarà consigliabile evitare gli scontri diretti e trovarsi in pesante inferiorità numerica. Sarete costretti ad attendere il momento migliore per colpire, individuando le posizioni dei nemici e osservando i loro spostamenti, e a cercare cunicoli (malamente) nascosti nei quali intrufolarvi. Immersi nella giungla vi sembrerà di avere a che fare con uno Snake Eater in due dimensioni, sebbene il titolo si mantenga estremamente distante da qualsiasi ambizione stealth.
    Entrati in possesso di fucile a pompa e mitragliatore i toni cambieranno totalmente: tutto diventerà più frenetico, gore, esplosivo. I nemici cominceranno a piombare in tutte le direzioni e a questo punto non vi rimarrà altro da fare se non allenare i riflessi e utilizzare con saggezza la capacità di Hardboiled di rotolare: abilità che non solo gli permette di evitare i proiettili sparati ad altezza addome, ma che si rivela utilissima per spostarsi velocemente. Sarà inoltre vitale conoscere le specificità dello scenario: sfruttare a proprio vantaggio le conformità dell’ambientazione vi salverà più di una volta la vita.

    Purtroppo, alzandosi a dismisura il ritmo, viene nuovamente a galla il più grande difetto di Rocketbirds: Hardboiled Chicken: la lieve pesantezza e poca fluidità del sistema di controllo. Sebbene qualcosa sembra essere stato fatto in questa direzione, la minor ergonomia degli analogici della PS Vita rispetto a quelli del Dualshock 3 restituisce, ancora una volta, la sgradevole sensazione di non avere il totale controllo del pollo guerrigliero. Abbassarsi per iniziare a rotolare è problematico e spesso lo vedrete spiccare un salto con colpevole ritardo. Sebbene la situazione sia ben lontana dall’essere tragica, non possiamo nascondervi che qualche game over lo collezionerete proprio a causa dell’imperfezione del sistema di controllo. Pur lontanissimi dal disastro, resta l’amaro in bocca per un difetto che neanche alla terza edizione è stato completamente eliminato.
    Il gameplay tuttavia, si arricchisce e trae forza da altri due preziosi ingredienti. Il primo riguarda alcune sezioni in cui la battaglia si sposterà nei cieli. Sfruttando un potente jet pack sperimenterete le gioie del librarvi in volo in totale libertà, divertendovi a sparare in tutte le direzioni e a scappare dai missili teleguidati lanciati dai nemici. Purtroppo, vista la poca varietà di nemici affrontabili e la ripetitività degli scontri, non si tratta di sezioni riuscitissime. Tuttavia, vista la loro scarsa presenza nel corso dell’avventura, riescono comunque a spezzare l’azione senza annoiare.
    Il secondo ingrediente riguarda invece i diversi enigmi che dovrete risolvere per proseguire nei livelli. Si tratterà di spostare delle casse al fine di permettervi di raggiungere ubicazioni altrimenti irraggiungibili, o di sfruttare gli incredibili poteri di speciali granate che vi permetteranno di impossessarvi dei corpi dei nemici. Vestendo i panni di questi involontari alleati potrete fare piazza pulita delle guardie senza rischiare in prima persona, aprire porte, attivare meccanismi e così via. Non dovrete aspettarvi enigmi estremamente articolati e dalla complicata risoluzione: ciononostante se non sarete pronti a usare il cervello non potrete mai aspirare di raggiungere i titoli di coda.
    Nonostante qualche piccolo problema al sistema di controllo, anche questa terza incarnazione di Rocketbirds: Hardboiled Chicken risulta vincente. Grazie alla buona varietà di situazioni, all’arsenale sufficientemente ampio e a un alto numero di nemici che dovrete affrontare, le sei ore necessarie per rovesciare la dittatura di Putzky passeranno tra tanto divertimento e adrenalina.

    Poche aggiunte, la stessa solida sostanza

    Anche in questa iterazione per PS Vita ad affiancare la campagna principale, arricchita da due nuove ambientazioni e un boss rispetto a quella per PS3, ci sarà il co-op fino a due giocatori. Se in locale tutto funziona al meglio, online purtroppo potrete far partecipare un amico previo invito. Questa limitazione ci sembra francamente incomprensibile e largamente inutile.
    Ciononostante, se riuscirete a imbastire una partita vi divertirete alla grande, scoprendo come gli stessi elementi già incontrati in singolo si amalgamano tra loro alla perfezione anche in multiplayer.

    Graficamente Rocketbirds: Hardboiled Chicken lascia ben poco spazio alle critiche, presentandosi in forma smagliante anche sui piccoli display OLED della PS Vita. Lo stile, rigorosamente in toon shading, abbaglia grazie ad effetti luce e ombra sensazionali, mentre i dettagliatissimi personaggi si muoveranno con riuscitissime e fluide animazioni. Il tutto in scenari sempre ricchi di particolari, resi indimenticabili da più livelli di parallasse che muovendosi l’uno indipendentemente dall’altro creano un credibilissimo effetto di profondità. Effetto ulteriormente stupefacente quando si scopre che muovendo la console è possibile cambiare lievemente il punto di vista per scovare i nemici posti poco al di là dello schermo.
    Superbo anche il sonoro. Sebbene il doppiaggio non convinca appieno, che pur si sforza di donare ai personaggi una personalità, gli effetti sonori risultano ben campionati e sempre azzeccati. Per quanto riguarda la colonna sonora invece, ci siamo già espressi: affidata all’indie rock degli New World Revolution, vi farà venire voglia di acquistare l’album di questo promettente gruppo, anche se non siete appassionati al genere.
    Infine un appunto sulla longevità. Come già detto non ci vorranno più di sei ore per mettere fine alla dittatura di Putzky. A queste andranno poi aggiunte le altre quattro per la modalità co-op e a quelle eventuali che spenderete per sbloccare tutti i trofei in palio.
    Guardando al prezzo, sei euro e cinquanta centesimi, la longevità del gioco è assolutamente più che discreta.

    Rocketbirds: Hardboiled Chicken Rocketbirds: Hardboiled ChickenVersione Analizzata PlayStation VitaDifficile ritenere quest’edizione per PS Vita la migliore realizzata. Senza alcun dubbio è la più economica e non pochi la troveranno estremamente attraente per la possibilità di dare sfogo alle proprie smanie rivoluzionarie anche lontano dalle mura di casa. Ciononostante, al di là dei due nuovi scenari e del boss, ci troviamo di fronte a un'edizione esattamente identica alle precedenti, che praticamente non sfrutta in alcun modo le specificità del portatile Sony. Siamo quindi di fronte a un ottimo sparatutto bidimensionale, divertente e vario, ma che non avrà alcuna attrattiva per chi ha già messo fine alle follie di Putzky in passato e su altre piattaforme. Al contrario se siete neofiti dovete assolutamente dare una possibilità ad Hardboiled. E’ vero che il sistema di controllo soffre di qualche piccolo problema, ma la varietà del gameplay e il buon ritmo vi faranno soprassedere sulle poche sviste del team di sviluppo.

    8

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