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Un filo rosso lega i destini di Yuito e Kasane, i due eroi di Scarlet Nexus. Un legame complesso, inspiegabile, misterioso ed arcano, ma indissolubile, prezioso, puro. Ed è lo stesso filo che lega la nuova opera di Bandai Namco Studios ai grandi blockbuster: è sottile, flebile, impercettibile, ma esiste. L'action RPG prodotto internamente dall'azienda nipponica parla un linguaggio tipico di un mercato rivolto alle nicchie, ma ha le ambizioni produttive di un tripla A e rappresenta il coronamento di un importante percorso creativo: esprime la volontà di Bandai di guardare alla nuova generazione videoludica con un occhio diverso e con più consapevolezza del proprio bagaglio artistico.
Non tutto è perfetto in Scarlet Nexus, come vedremo nella nostra recensione concepita dopo una cinquantina di ore trascorse a sgominare gli Estranei. Eppure parliamo di un progetto che ha cuore, idee e stile da vendere, che affonda le sue radici creative nell'oceano di produzioni anime di stampo sci-fi (a proposito, ecco la nostra anteprima della serie anime di Scarlet Nexus): nel farlo, a tratti, arranca e si sbilancia nel tentativo di mantenersi a galla. Nonostante tutto però, alla fine, emerge con una dignità a dir poco potente.
L'uomo ha fatto una scoperta sensazionale: un misterioso ormone cerebrale ha dotato l'umanità di poteri psionici, donandole la capacità di connettersi ad un'unica grande rete neurale che collega pensieri e informazioni di tutta la popolazione. Simbolo di questa rivoluzione tecnologica e sociale è la gigantesca nazione di New Himuka, che ha dato il via ad una nuova era basata sulle connessioni e le telecomunicazioni avanzate. La pace mondiale è però minacciata dagli Estranei, una pericolosa razza aliena che si nutre di cervelli umani e che ad intervalli regolari attacca i cittadini di New Himuka, decimandone i ranghi. Per questo motivo il governo ha dato vita ad una nuova portentosa classe militare: i Guardiani Scarlatti, membri d'elite della FSE (Forza di Soppressione Estranei) dotati di eccezionali e variegati poteri psionici. È in questo contesto che, tra le fila dei cadetti della FSE, inizia la storia di Yuito Sumeragi e Kasane Randall, i protagonisti del racconto. Il primo è il rampollo di un'antica famiglia, ultimo discendente del fondatore di New Himuka, mentre la ragazza è la più giovane erede di un potente clan di guerrieri. I due non potrebbero essere individui più diversi: Yuito, timido e insicuro, coltiva il sogno di servire il suo Paese e diventare un eroe della FSE, Kasane d'altro canto è una combattente pienamente formata, decisa e micidiale sul campo di battaglia.
Le sorti degli eroi sono però destinate a intrecciarsi: Randall, infatti, è identica a una misteriosa soldatessa che molti anni addietro salvò un piccolo Yuito dall'attacco di un Estraneo, ispirando il protagonista ad arruolarsi nella Forza di Soppressione Estranei. La natura di questo legame è uno dei temi centrali della trama di Scarlet Nexus: dopo aver svolto i rispettivi riti di iniziazione e compiuto le prime missioni come cadetti della FSE, Yuito e Kasane si ritrovano coinvolti in un vero e proprio viaggio alla scoperta delle origini del mondo e della venuta degli Estranei, unendo le forze con altri membri del corpo d'elite di New Himuka per salvare il pianeta da una tremenda e imminente apocalisse.
La storia del gioco sviluppato da Bandai Namco Studios si divide in due campagne distinte: all'inizio dell'avventura potrete scegliere se giocare nei panni di Yuito o Kasane, ma i due guerrieri non sono destinati a vivere la stessa epopea. Le storyline dei due giovani si svolgono infatti in momenti paralleli e complementari, incrociandosi soltanto alcune volte nel corso della Campagna e, naturalmente, nelle battute finali del loro viaggio.
Per vivere appieno tutta la storia di Scarlet Nexus, insomma, sarà necessario rigiocare l'intera epopea con il secondo personaggio: un'operazione assolutamente necessaria per carpire tutti gli spunti narrativi della produzione, che peraltro estende notevolmente la longevità dell'action RPG nipponico. La storia principale di Yuito, infatti, ci ha impegnato per quasi 35 ore, durante le quali ci siamo dovuti dedicare ad alcune attività collaterali che si sono rivelate necessarie al pieno sviluppo di un gameplay stratificato e sorprendente, sul quale ci soffermeremo tra poco.
Non di meno, la divisione della main quest di Scarlet Nexus aggiunge un pizzico di varietà al prodotto, poiché le modalità di combattimento di Yuito e Kasane sono leggermente diverse. Se il primo adotta uno stile completamente votato alla lotta ravvicinata, sfruttando i rapidi fendenti con la sua lunga katana, la seconda richiede un approccio più improntato sulla media distanza, poiché la sua arma prediletta si compone di una raffica di pugnali controllati mentalmente grazie ai suoi poteri psionici. Scarlet Nexus è un titolo sorprendente e godibile anche per la qualità della sua sceneggiatura, che poggia su un immaginario solido e affascinante. Agli autori va infatti il merito di aver dato vita ad un worldbuilding tanto complesso quanto criptico, i cui misteri saranno chiari soltanto nella seconda metà del racconto. Proprio per questo, però, la trama del gioco presta il fianco ad alcuni cali di ritmo e ad un andamento un po' troppo prolisso, soprattutto nelle prime fasi dell'avventura. Di fatto, le prime otto ore (circa) di gioco non rappresentano che un lungo antefatto alle rivelazioni che conducono al cuore pulsante della storia, e pur correndo nel corso della quest principale ci metterete un po' ad ottenere tutte le meccaniche necessarie per conseguire un approccio più libero e meno lineare.
C'è da dire che la sceneggiatura di Scarlet Nexus aderisce perfettamente ai canoni narrativi di un anime shonen, fatto di personaggi carismatici e abbastanza stereotipati e di qualche Deus Ex Machina vagamente telefonato. Nonostante alcuni difetti attribuibili alla narrativa di genere, insomma, l'epopea di Yuito e Kasane ci ha intrigati e soddisfatti: merito, peraltro, di un finale davvero lungo (che in un singolo momento del capitolo conclusivo, purtroppo, diventa persino tedioso), ma pienamente esaustivo, che persino dopo i titoli di coda si prende tutto il tempo per chiudere ogni singola storyline lasciata in sospeso.
Il tutto è sorretto, peraltro, da una messinscena spettacolare, supportata da un cel shading raffinato e in linea con il tratto grafico di un anime moderno. Tuttavia siamo rimasti leggermente delusi da un singolo elemento: una regia fin troppo scialba e rinunciataria, che relega le sequenze cinematiche a pochi momenti del racconto. La narrazione di gran parte della Campagna è infatti lasciata ad una serie di diapositive statiche, che pur rispettando il tratto grafico dell'opera rende alcuni specifici momenti della storia un po' troppo verbosi: è il caso di certi colpi di scena, che sopraggiungono su schermo senza che un adeguato accompagnamento registico ne arricchisca la solennità. Se il team avesse lavorato meglio sull'impalcatura scenica della main quest, insomma, l'ottima componente narrativa del titolo ci avrebbe esaltato ulteriormente.
Come dicevamo poche righe più sopra, Scarlet Nexus è un'avventura longeva che lascia pienamente soddisfatti, ma soltanto scavando a fondo e andando ben oltre una superficie in apparenza povera. Proseguendo spediti verso il finale del gioco, senza curarsi di alcun contenuto opzionale della storia, esaurisce una delle due campagne in appena venticinque ore. Noi ne abbiamo spese una dozzina in più, parallelamente alla storia principale, dedicandoci alle missioni secondarie e alle storyline dei numerosi comprimari dell'opera.
Anche in questo aspetto il gioco presenta elementi di spicco e qualche criticità: cuore pulsante del gameplay, al di là del tessuto action della produzione, è la sinergia con i propri compagni di squadra. I membri dei vari plotoni della FSE, appartenenti rispettivamente ai gruppi di Yuito e Kasane, si riveleranno infatti centrali ai fini del racconto e dell'avanzamento ruolistico. Ciascuno di essi presenta sei livelli di legame con i due protagonisti: progredire nella storia, rispondere ai loro messaggi e porgere spesso e volentieri dei doni ottenuti da alcune missioni o acquistati nel negozio di gioco farà aumentare la loro stima nei vostri confronti, e al tempo stesso vi permetterà di sbloccare abilità e statistiche sempre maggiori da sfruttare in battaglia. La gestione del party, collegato alla rete neurale con gli eroi tramite il SAS, permette ai nostri due avatar di prendere il prestito le variegate capacità psioniche degli alleati per dar vita a combinazioni sempre più potenti ed efficaci.
Grazie anche all'avanzamento personale tramite la Mappa Neurale (un classico skill tree) sarà possibile accrescere la durata o la sovrapposizione di più poteri psionici, alcuni dei quali sono addirittura fondamentali contro specifiche tipologie di avversari. Coltivare il legame con i sette compagni della FSE è insomma un'attività preziosa che estenderà notevolmente la durata della vostra run: ciascun aumento di livello della sinergia con un singolo membro attiverà infatti un evento legame, ovvero una sequenza di dialogo piuttosto lunga in cui avrete anche l'opportunità di conoscere meglio i vostri alleati e di approfondire le loro storie prima degli eventi del gioco.
La stessa cura negli incarichi opzionali dedicati ai personaggi secondari, purtroppo, non si applica alle quest collaterali. Le numerose mappe di cui si compone New Himuka (che non è un open world, ma un agglomerato di scenari più o meno intricati) sono disseminate di NPC che vi bombarderanno di un discreto numero di richieste. Si tratta però di classiche fetch quest, nelle quali vi verrà chiesto di recuperare oggetti o di eliminare specifiche tipologie di Estranei in condizioni particolari.
Una volta soddisfatte, peraltro, vi basterà accedere al menù delle missioni nella sezione "Storia" per confermare l'acquisizione dell'obiettivo e porre immediatamente fine all'incarico. Questo tipo di attività, soprattutto nelle fasi finali della vicenda (in cui sarà necessario tornare in ambienti già ampiamente esplorati per trovarle) diventano piuttosto tediose e ripetitive, oltre che poco stimolanti se rapportate al poderoso climax narrativo negli ultimi capitoli.
È però pad alla mano che Scarlet Nexus dà veramente il meglio di sé. I Bandai Namco Studios hanno confezionato un gameplay action basilare nella forma, ma appagante e stratificato nella sostanza. La particolarità dell'opera sta proprio, come abbiamo già spiegato, nella connessione tra avanzamento narrativo e sviluppo delle attività collaterali, fondamentali per scatenare il vero potere delle reti neurali.
Psicocinesi e DualSenseIn versione PS5 Scarlet Nexus supporta alcune funzionalità del DualSense. Nello specifico, i due pulsanti destinati all'utilizzo della Psicocinesi restituiscono un feeling abbastanza peculiare: nel momento in cui il protagonista deve sfruttare il suo talento per far levitare gli oggetti, infatti, i grilletti oppongono resistenza per simulare la fatica di alzare con la mente oggetti più o meno pesanti. Un innesto semplice ma funzionale, che rende il gameplay su PlayStation 5 ancora più appagante.Di primo acchito, infatti, il combat system della produzione potrebbe sembrare superficiale e poco profondo, un hack n' slash basato sulla ripetizione del comando di attacco base e del colpo pesante. Dicevamo anche che Yuito e Kasane possiedono stili di combattimento differenti, ma la loro abilità psionica è la stessa: entrambi possiedono la Psicocinesi, che gli consente di far levitare corpi di ogni tipo, materiale e dimensione per sfruttarli a proprio vantaggio. Il controllo della Psicocinesi è affidato alla pressione dei grilletti del pad: con quello destro è possibile scagliare diversi elementi dello scenario contro i nemici, mentre con quello sinistro è possibile attivare oggetti speciali. Quest'ultima feature dà vita a brevi QTE che infliggono numerosi danni alle bestie ostili, facilitando in gran parte le orde più impegnative. Attenzione però, perché la barra PSI, che regola l'impiego delle facoltà di Psicocinesi, si consuma ad ogni utilizzo del potere di Yuito e Kasane. Ricaricarla è semplice: basta attaccare ad oltranza gli Estranei, ma è soprattutto l'impiego dell'attacco pesante a velocizzare il rifornimento di potere psionico.
Per gran parte dell'avventura, inoltre, i protagonisti hanno al loro fianco un party composto da quattro membri: soltanto due di essi possono figurare nel team che scenderà in campo durante le missioni, ma l'intero quartetto può essere assegnato alla schermata del SAS. Le connessioni neurali nel mondo di Scarlet Nexus permettono infatti ad ogni soldato della FSE di connettersi istantaneamente con un compagno: per questo motivo potrete aggiungere alla ruota del SAS anche gli alleati che non vi accompagneranno fisicamente in battaglia e potrete addirittura sfruttarne i poteri psionici.
La pressione dei pulsanti dorsali permette proprio di gestire le abilità derivate dal SAS: quello a destra, ad esempio, attiva una ruota da cui potrete letteralmente prendere in prestito i poteri altrui per un periodo di tempo limitato. Potrete quindi alternare la Psicocinesi a Pirocinesi, Elettrocinesi, Sclerocinesi, Ipervelocità, Chiaroveggenza, Duplicazione, Invisibilità, e così via. Il dorsale di sinistra, invece, consente di evocare fisicamente l'alleato prescelto per fargli utilizzare un suo colpo peculiare.
Quest'ultima feature può essere sbloccata soltanto al quarto livello di legame con ciascuno degli alleati, come pure l'estensione dei tempi di ricarica di ogni skill psionica e persino l'attivazione di mosse speciali per ogni singolo personaggio: non portare a termine le storyline collaterali, per l'appunto, preclude la piena espansione delle meccaniche di gameplay di Scarlet Nexus.
La maggior parte degli Estranei, inoltre, presenta una barra dedicata all'Annientamento Neurale, posta al di sotto della propria salute. Attaccare instancabilmente i nemici ed esaurire tale segmento può innescare anche un'azione speciale, un particolare colpo di grazia che varia da Estraneo a Estraneo e che si basa sul distruggere il punto debole di ciascun mostro per eliminarlo con stile. Sgominare le creature aliene e accumulare potere psionico può inoltre dar vita a due differenti power-up: il Brain Drive, che amplifica a dismisura velocità, potenza e latenza psionica di Yuito/Kasane, e soprattutto il Campo Neurale.
Questa feature innesca una vera e propria trasformazione del protagonista e dello scenario, dando vita ad una zona virtuale in cui i poteri del nostro eroe diventano illimitati per un breve lasso di tempo: utilizzare il Campo Neurale facilita molte boss fight ma è anche rischioso per l'incolumità del nostro avatar, poiché rimanere trasformati troppo a lungo può causare il collasso della rete e addirittura la morte istantanea.
I nemici di Scarlet Nexus sono una piacevole scoperta. Gradevoli nell'estetica, particolari nel design e impegnativi per quanto concerne il gameplay, gli Estranei si sono rivelati avversari più che degni per tutta la durata della nostra prima run (la seconda, complice la possibilità di iniziare una Nuova Partita+, si è rivelata molto meno ostica): a livello Normale, peraltro, alcune boss fight ci hanno dato del filo da torcere, ma se volete innalzare sensibilmente il livello di sfida dell'avventura il nostro consiglio è giocare senza remore in modalità Difficile.
Per quanto concerne l'agganciamento dei nemici, inoltre, il gameplay adrenalinico e sfrenato di Scarlet Nexus rende l'utilizzo del lock-on praticamente obbligatorio. Tuttavia la gestione di quest'ultimo, rapportata alla telecamera, ci ha creato qualche grattacapo di troppo: l'attivazione del lock è invero automatica e si attiva semplicemente rivolgendo alle orde nemiche il nostro primo attacco. Cambiare il bersaglio selezionato richiede invece la pressione di più di un pulsante del pad, una scelta che francamente ci è parsa inutilmente complessa e fin troppo confusionaria nel caos degli scontri.
L'ultimo elemento di criticità di Scarlet Nexus riguarda la struttura delle mappe. La nazione di New Himuka si compone di una dozzina di macro-aree, a loro volta suddivise in più scenari. Il problema alla base del level design dell'opera di Bandai Namco sta però nell'eccessiva ripetitività delle scenografie digitali. Ogni mappa, eccezion fatta per lo sfoggio di colori e paesaggi abbastanza diversi, è praticamente identica alle altre da un punto di vista squisitamente strutturale. L'eccessiva reiterazione di corridoi alternati ad aree più ampie (che si trasformano subito in rocambolesche arene in cui sgominare orde di Estranei) rende l'avanzamento a tratti un po' troppo noioso, soprattutto nelle fasi finali dell'avventura. Nei capitoli conclusivi, messo da parte il senso di scoperta delle numerose ambientazioni di Scarlet Nexus, la trama ci obbligherà a tornare in scenari già ampiamente esplorati, prestando il fianco a una ripetitività che diventa via via asfissiante poco prima dell'epilogo.
Parlando sempre di ambientazioni, c'è da dire in chiusura che sul fronte meramente grafico il team non è riuscito a porre negli scenari la stessa cura riversata nelle animazioni. I paesaggi di New Himuka alternano panorami in cui il colpo d'occhio è sorprendentemente piacevole ad altri ben più anonimi, e afflitti da texture ambientali tutt'altro che sopraffine. Un peccato, soprattutto se confrontiamo simili fragilità con la pregevole direzione artistica dell'opera e con alcuni elementi visivi degni di nota.
Sulle macchine da gioco di nuova generazione, ad esempio, spicca un comparto di illuminazione niente male: negli scenari più oscuri il contrasto delle luci sulle varie superfici dà vita ad un colpo d'occhio sopra la media per le produzioni di genere, arricchito da una modellazione poligonale dei personaggi che farà godere non poco gli appassionati di cel shading. Pur mantenendo ben chiara la sua anima da videogame, il risultato complessivo ottenuto anche grazie al pregevole character design e alle ottime animazioni è quello di un poderoso cartoon digitale: un vero e proprio gioiellino per gli occhi di un pubblico abituato alla visione di anime.
Scarlet NexusVersione Analizzata PlayStation 5Scarlet Nexus è una creatura complessa, lo specchio riflesso di un immaginario stratificato e misterioso che sotto una coltre di arcani nasconde un piccolo diamante grezzo. Non tutto è perfetto: il sistema di quest secondarie, ad esempio, avrebbe richiesto una maggiore varietà e il level design presta il fianco ad un’eccessiva ripetitività strutturale. Eppure, al netto di alcuni difetti tipici di molti congeneri, la nuova opera di Bandai Namco Studios alza l’asticella delle produzioni interne dell’azienda nipponica, confezionando un action RPG appagante e profondo. A colpire è la stretta connessione tra avanzamento narrativo e progressione ludica, che sfruttano il concetto di rete neurale per approfondire il legame tra giocatore e membri del party. Complice una direzione artistica azzeccata, che avrebbe meritato una regia più convincente, la longeva epopea di Yuito Sumeragi e Kasane Randall è pronta ad avvolgervi in due distinte campagne tutte da scoprire. Se siete amanti di giochi di ruolo e d’azione a sfondo nipponico, con richiami estetici e concettuali al panorama anime, il nostro consiglio è di lasciarvi avvolgere dal mistero delle stringhe rosse.
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