Recensione Scontro tra Titani: Il Videogioco

L'ira degli Dei arriva su Xbox 360!

Recensione Scontro tra Titani: Il Videogioco
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Introduzione

    Nella storia videoludica, tanti e tali sono i guerrieri armati di spada o scudo che è quasi difficile tenere il conto. Si va dai valorosi combattenti del vetusto (ed indimenticato) Golden Axe, ai cavalieri del mitico Knights of the Round di Capcom, passando per Rygar della Tecmo, sino al recente (e ben noto ai più) guerriero greco Kratos, protagonista indiscusso della saga di God of War.
    Ma nel caso di Perseo, la questione è un po’ diversa: Scontro Tra Titani è infatti il videogioco ufficiale del film omonimo uscito nelle sale cinematografiche nostrane durante lo scorso mese di aprile (anche in 3-D), a sua volta remake di una pellicola uscita oltre vent’anni fa (nota a noi con il nome di ‘Scontro di Titani’). Namco Bandai ed il team di programmatori Game Republic, per cavalcare il (modesto) successo del film del regista Louis Leterrier, hanno deciso in fretta e furia di trasportare le atmosfere fantasy del lungometraggio nel consueto videogioco d’azione tratto da una licenza famosa. Che gli dei dell’Olimpo li puniscano per questo?

    “Gli dei traggono forza dalla debolezza degli uomini.”

    La trama del gioco prende il via esattamente da dove comincia il film omonimo: Perseo, figlio illegittimo di Zeus adottato da una famiglia di umili pescatori, deve combattere il padre degli dei in persona, dopo che suo fratello Ade (il vendicativo dio dell'oltretomba, geloso del trono dell’Olimpo) fa liberare una delle creature più temibili della mitologia nordica: il Kraken. L'unico modo per evitare una catastrofe è sacrificare Andromeda, compito che spetterà direttamente al nostro eroe semi-dio Perseo.
    Questo, in poche parole, è il pretesto per dare il via ad un action adventure tridimensionale di stampo classico in cui, nei panni del guerriero di turno, saremo chiamati a falciare decine e decine di demoni e spaventose creature più o meno coriacee. I programmatori del team Game Republic, già aventi a che fare in passato con prodotti non troppo dissimili (basti pensare a Genji e Folklore), hanno attinto a piene mani dall’immaginario fantasy del film omonimo: catene montuose, fetide paludi ed assolati deserti, saranno le poco ridenti locazioni che dovremo attraversare, al fine di sconfiggere i nemici mitologici che si frapporranno tra noi ed il nostro obiettivo principale (tra cui troveremo la temibile Medusa ed il gigantesco mostro marino Kraken). Dicevamo, pocanzi, che Scontro tra Titani si rifà a quella lunga schiera di action game a sfondo ‘storico’, ispirati ovviamente al caposaldo del genere, vale a dire God of War. Difatti, tanti e tali sono i riferimenti alla serie dei Santa Monica Studio che talvolta vi sembrerà di star giocando ad una versione ‘lo-fi’ del titolo per console Playstation 3.
    Poco sorprendentemente, il titolo Namco Bandai si avvicina solo timidamente alla qualità e all’impatto emozionale delle avventure del guerriero Kratos, complice anche un comparto ludico incapace di appassionare sulla breve e lunga distanza: il carnet di mosse date in dotazione al protagonista Perseo, difatti, risulterà da subito alquanto scarno se paragonato al marasma di colpi e mosse speciali del Dio della Guerra (non vi sarà possibilità di effettuale alcun tipo di combo!). Anche il numero di armi a disposizione (si va dalla canonica spada, passando per poche varianti ‘heavy’ quali asce e martelli) non brilla per numero e varietà. Ma non solo: un timido accenno di ‘free roaming’ (assolutamente fittizio, visto che il level design del gioco risulterà essere comunque di una linearità disarmante, mentre l’interazione ambientale è pressoché nulla) renderà il tutto ancora più annacquato ed imperfetto, immergendo solo parzialmente nelle atmosfere epico/fantasy della pellicola originale. E ciò è un difetto più di qualunque altro.

    “Ho guardato dall'oltretomba... è tempo per i mortali di pagare.”

    Qualche modalità di gioco alternativa ci darà la possibilità di vivere l’avventura principale in cooperativa con un amico, oltre alla presenza di una seconda modalità nella quale boss e situazioni saranno ben diverse da quelle narrate nel film (alcuni dei livelli presenti in questa sezione sono realizzati molto meglio degli schemi offerti della storia principale).
    A parte questo, però, saranno ben pochi i bonus che ci attenderanno una volta superati i titoli di coda della classica modalità in solitaria, dato che per il resto, purtroppo, è il trionfo della mediocrità: l’aspetto tecnico di Scontro fra Titani: Il Videogioco è decisamente anonimo, con scenografie scarsamente dettagliate e prive di qualsivoglia elemento interattivo (nonostante attingano a piene mani dagli scenari del film). Anche i modelli poligonali di Perseo e soci, nonostante un discreto lavoro di modellazione poligonale, sono attanagliati da un character design anonimo e privo di un particolare guizzo creativo (il quale si trascinerà noiosamente dall’inizio alla fine dell’avventura principale), per non parlare del livello delle textures, il quale sembra non reggere il peso dell’attuale generazione di console.
    Si salva in corner la colonna sonora, con musiche epiche e d'atmosfera atte a sottolineare al meglio ciò che accadrà sullo schermo. Tuttavia, alla fine della fiera, si tratterà di un ‘ambaradan’ di elementi il più delle volte incolore, incapaci di stupire e sorprendere il giocatore. Ragion per cui, questa trasposizione videoludica di Scontro Tra Titani si rivela essere lontana anni luce dall’essere un prodotto interessante, anche dal punto di vista strettamente audiovisivo. E ciò è un vero peccato, considerata la bontà della licenza da cui trae ispirazione.

    Scontro tra Titani: Il Videogioco Scontro tra Titani: Il VideogiocoVersione Analizzata Xbox 360Concludendo, Scontro tra Titani: Il Videogioco risulta essere l’ennesimo pasticcio epico/fantasy d’azione, incapace in tutto e per tutto ad accostarsi anche solo minimamente ai capisaldi blasonati del genere (la trilogia di God of War su tutti). Noioso, realizzato con poca convinzione ed incapace di divertire sulla lunga distanza anche a causa di un comparto grafico solo discreto. Spiace inoltre constatare come un team talentuoso come quello dei Game Republic (autori del primo e sottovalutato Genji sulla vecchia console PlayStation 2, oltre che di Folklore e del prossimo Majin) si sia ridotto a realizzare titoli concepiti con così poca forza di volontà, per un risultato finale che fatica a raggiunge anche solo una risicata sufficienza. "Un giorno qualcuno dovrà ribellarsi, un giorno qualcuno dovrà dire basta” recita il protagonista della pellicola da cui questo titolo trae ispirazione. “Basta, anche ai soliti tie-in senz’arte ne parte”, vorremo aggiungere noi.

    5

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