Recensione Secret Agent Clank

Anche Clank si ritaglia il suo spazio sul portatile Sony

Recensione Secret Agent Clank
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  • La parodia di una spy story in chiave-inglese

    L’altezza non Conta, primo episodio portatile dedicato alla coppia Ratchet & Clank, si rivelò un buon action game, dotato di tutte le caratteristiche che resero celebre la serie nata su PlayStation 2: un gameplay bilanciato tra platform e third person shooter, un buon arsenale ed il tipico gioco di squadra tra i due protagonisti. A distanza di un anno High Impact Games ripropone il dinamico duo creato da Insomniac, questa volta invertendone i ruoli: il sarcastico robottino Clank diviene protagonista quasi assoluto, nei panni di un navigato agente segreto. Lo scopo della missione sarà quello di sventare un complotto ai danni di Ratchet, finito in prigione per un furto non commesso. E mentre l’eroe galattico cerca di sopravvivere dietro le sbarre, costantemente sotto attacco da parte dei detenuti, Clank dovrà seguire una serie di indizi che lo porteranno, al termine dell’avventura, al cospetto dell’artefice di tale macchinazione. A seguire le peripezie del novello 007 ci sarà il pavido supereroe Qwark, vecchia conoscenza per gli appassionati della serie, il quale riscriverà la storia appena giocata nei panni di Clank attraverso dei sogni ad occhi aperti dai contenuti a dir poco deliranti (ed esilaranti). Il nostro metallico eroe, inoltre, beneficerà del supporto dei gadgebot, piccoli robot-segugi che aiuteranno il protagonista in determinate fasi del gioco, all’interno di alcune sezioni dedicate.
    Il plot regge bene lungo tutta la durata dell’avventura e lo script si rivela, come da tradizione, ricco di battute e situazioni divertenti. Ma vediamo nel dettaglio ciò che offre il nuovo action Sony; titolo che, a differenza dei precedenti episodi della serie, propone una formula di gioco notevolmente diversificata.

    Varietà ludica

    Secret Agent Clank è strutturato alla stregua dei precedenti capitoli della serie. I livelli di gioco, tutti estremamente lineari, si susseguono tra di loro scanditi da brevi filmati, mentre una mappa, accessibile mediante il menu di pausa, ci permette di rivisitare zone già superate in cerca di oggetti bonus e punti abilità (questi ultimi croce e delizia dell’hardcore gamer fin dal primo episodio della serie).
    Il titolo Sony introduce dal primo livello soluzioni ludiche che strizzano l’occhio alle meccaniche tipiche dello stealth game, incoraggiandoci, nei panni di Clank, ad evitare zone di luce e ad eliminare i nemici di nascosto, azione eseguibile per mezzo di un elementare Quick Time Event. La mancanza di armi e gadget ci obbliga, dunque, a mantenere un basso profilo, salvo poi cambiare inaspettatamente metodologia d’attacco nel momento in cui saremo in grado di acquistare e modificare nuove armi: mezzi di distruzione che, nel giro di pochi livelli, riportano alla luce il gameplay ad alto tasso blastatorio tipico della serie. Ma le sorprese non sono finite, perché in Secret Agent Clank trovano spazio altre situazioni di gioco, ognuna legata ad uno o più livelli circoscritti: si comincia con le arene dedicate a Ratchet, all’interno delle quali dovremo sbarazzarci di ondate di detenuti utilizzando le armi che Clank potrà acquistare spendendo i bolts raccolti. Anche il buon Qwark si ritaglia il suo spazio in sezioni dal gameplay spiccatamente action, mentre ai già citati gadgebot vengono dedicate alcune zone che ricordano da vicino il puzzle/platform Tokobot.
    Chiudono il cerchio tre divertenti livelli basati su meccaniche in stile rythm game, un percorso alla guida di una navicella spaziale (simile a quanto già visto in L’altezza non Conta) ed un trittico di corse su veicoli armati. La carne al fuoco è tanta, ma, come spesso accade in questi casi è lecito chiedersi se la quantità sopperisca, o meno, alla qualità.

    Clank emula Ratchet

    Le sezioni dedicate a Clank, fulcro del gioco, si basano su un gameplay che riprende quanto visto nel precedente episodio portatile. Il nostro robottino potrà saltare e planare mediante il tasto croce, sfruttare un attacco corpo a corpo ed eseguire eliminazioni stealth con il quadrato e sparare con l’arma in dotazione tramite il pulsante cerchio. Il tasto triangolo attiva il menu di selezione rapida, richiamando su schermo la classica raggiera. L’arsenale a disposizione è piuttosto vario: dal papirang, al mortaio da polso, passando per lo scenografico olo-pugno e la rosa groviglio. Inoltre, come ogni buon agente segreto Clank avrà a disposizione alcuni gadget interessanti, tra i quali una penna capace di disattivare laser rilevatori ed un sistema di mimetizzazione che consente di prendere le sembianze di un nemico. Il gameplay funziona, complice le meccaniche di base mutuate dal prototipo e leggermente arricchite dai menzionati elementi stealth. Ciò che non convince è un level design piatto che poco sfrutta le velleità platform della serie e limita le ambientazioni a claustrofobici stanzoni monocromatici ed ambienti poco caratterizzati, aspetto che, oltre a limitare il gameplay e a renderlo ripetitivo, va spesso ad infastidire nel momento in cui si cerca di agire sui tasti dorsali al fine di domare un’inquadratura sempre poco precisa. Questa è, in sintesi, la prima metà del gioco: una rivisitazione della formula di gioco del titolo originale priva, tuttavia, della cura realizzativa che ha contraddistinto i passati episodi, ma, comunque, dal gameplay piuttosto godibile. Probabilmente consci di ciò, gli sviluppatori hanno aggiunto una mole ingente di materiale ludico, livelli che donano una certa sostanza e varietà al titolo, ma che, alla stregua della parte dedicata al piccolo Clank, non possono contare su una realizzazione che possa innalzarsi al di sopra della piena sufficienza.

    Qwark-tastico, ma non troppo

    Entrando in merito alle sezioni dedicate ai comprimari, Secret Agent Clank mette a disposizione un notevole numero di livelli che, se da un lato giovano alla varietà di gioco, dall’altro mettono in luce una programmazione piuttosto approssimativa. Le fasi dedicate a Ratchet e Qwark si traducono in un banale third person shooter, incentrato sul combattimento contro orde di avversari. Se, sotto il profilo scenico, i livelli dedicati a Qwark si rivelano discretamente divertenti in virtù dell’ego spropositato che contraddistingue il personaggio (da ascoltare il testo cantato della Madama Butterqwark), le arene delimitate all’interno del penitenziario nel quale Ratchet affronta decine di detenuti risultano estremamente noiose e monotone. Altrettanto poco curate le sezioni dedicate al combat driving, caratterizzate da un livello di sfida piuttosto blando e prive di un significativo valore ludico, se non a funzione di mero tappabuchi.
    Si salvano da una stentata sufficienza le aree nelle quali prenderemo il controllo dei gadgebot, per quanto, il gameplay, un connubio tra platform e puzzle game, risulti eccessivamente semplificato in relazione alla fonte ispiratrice; il già citato Tokobot. Altrettanto validi e, soprattutto, dal buon impianto scenografico gli stages durante i quali Clank dovrà superare ostacoli e sconfiggere avversari seguendo il ritmo della musica in sottofondo, tramite un interfaccia che richiama i rythm games. In conclusione, Secret Agent Clank offre una giocabilità che si mantiene su livelli discreti, per quanto non offra nulla di originale o innovativo, rivelandosi complessivamente un’esperienza piacevole anche se poco duratura. Resta il fatto che, nonostante la presenza di oggetti nascosti e bonus sbloccabili, difficilmente riuscirà a farsi rigiocare.

    Involuzione del genere

    Il comparto tecnico di Secret Agent Clank si rivela decisamente sotto le aspettative, sicuramente inferiore a quanto visto in L’altezza non Conta. Le ambientazioni offrono textures slavate e poco definite, nonostante raramente offrano scorci di rilevante estensione o, quantomeno, un numero elevato di particolari ed elementi 3D. Nemmeno i modelli tridimensionali risultano soddisfacenti, per quanto, come da tradizione, ben caratterizzati e dalle animazioni valide, anche se a tratti poco fluide. Riescono a risultare di buona fattura e resa visiva gli effetti di luce, soprattutto derivanti da laser e armi da fuoco. L'alto numero di nemici presenti su schermo, infine, va a minare un frame rate che risulta spesso zoppicante.
    Duole, dunque, constatare un aspetto grafico non all’altezza della serie, affossato per metà da una realizzazione apparentemente frettolosa e, d’altro canto, da un level design ed una concept art poco ispirati. Buono come sempre il doppiaggio nostrano: sotto questo punto di vista Sony continua ad essere una garanzia per il popolo italico. Discreto il commento sonoro poco invadente e validi gli effetti audio.

    Secret Agent Clank Secret Agent ClankVersione Analizzata PSPSecret Agent Clank è un titolo pienamente sufficiente. Il gameplay, decisamente vario, riesce nell’intento di catturare l’attenzione del giocatore, sebbene l’offerta di gioco, fin troppo eterogenea nella sua miscela di generi e stilemi, non approfondisca adeguatamente nessuno dei molteplici canoni ludici offerti. Tra sezioni platform, fasi stealth, third person shooting e combat driving, il lavoro di High Impact Games favorisce la quantità alla qualità, raggiungendo risultati più che buoni solo dal punto di vista dello script, ricco di battute azzeccate e situazioni divertenti. Nemmeno la confezione tecnica, pregevole in L’Altezza non Conta, raggiunge livelli al di sopra delle mediocrità; complice un level design ed una progettazione degli ambienti nella maggior parte dei casi davvero poco ispirati. Secret Agent Clank si rivela, dunque, un titolo nella media, derivativo ma discretamente divertente, consigliato solo ai veri appassionati della serie e a coloro che ricercano un onesto action 3D portatile col quale trascorrere gli ultimi caldi estivi.

    6.5

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