Recensione Secret Files: Tunguska

La soluzione del mistero di Tunguska direttamente sul vostro Wii.

Recensione Secret Files: Tunguska
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Disponibile per
  • DS
  • Wii
  • Pc
  • Da un po’ di tempo a questa parte, il cosiddetto genere del “punta e clicca” ha perso gran parte della propria popolarità. Vuoi perché le potenzialità delleconsole sono via via aumentate, e hanno dato la possibilità agli sviluppatori di creare prodotti dalle meccaniche di gioco più complesse; vuoi perché c’è stata una graduale mancanza di idee, che ha portato sostanzialmente gli esponenti di questo genere ad assomigliarsi tutti; vuoi perché un’avventura grafica ha, oggi, una connotazione quasi “retrò”. Che una o più di queste possibilità, o addirittura nessuna, corrisponda al vero, non cambia quella che è la realtà dei fatti: capolavori come Monkey Island non se ne vedono da anni. Per di più nessuna delle grandi case sembra porre molta fiducia nel genere, infatti le avventure grafiche sono diventate una scialuppa di salvataggio per i team in cerca di un riscatto, o un banco di prova per sviluppatori esordienti in cerca del proprio Eldorado, probabilmente per i bassi costi richiesti dalla produzione.
    Secret Files: Tunguska è un gioco che porta sul groppone già un anno e mezzo di militanza, essendo uscito per PC durante il 2006. Si tratta dunque di una semplice conversione, riadattata agli intuitivi comandi offerti dal Wii. In effetti quella Nintendo è la prima console in grado di emulare alla perfezione la comodità rappresentata, per alcuni generi di gioco, dalla precisione e facilità di puntamento del mouse. Si è visto per i giochi in prima persona, di cui Metroid Prime è il più alto esempio. E naturalmente anche le avventure grafiche guadagnano in intuitività rispetto ai classici pad.
    Secret Files offre un gameplay non troppo originale, coerente con tante altre produzioni simili: l’esplorazione avviene all’interno di scenari popolati da elementi tridimensionali che si stagliano su fondali, generalmente molto curati, bidimensionali. La raccolta e l’analisi di tanti oggetti è il fulcro del gioco, insieme alla risoluzione di enigmi logici piuttosto semplici. Il cavallo di battaglia della produzione è sicuramente l’impianto narrativo affascinante, che punta sulla mai superata fantascienza aliena.

    Correva l'anno 1908..

    L’intera vicenda narrata vuole dare una fantasiosa interpretazione al misterioso evento avvenuto il 30 giugno 1908 in una quasi disabitata regione della Siberia, chiamata appunto Tunguska. In quella data circa 60 milioni di alberi della taiga su una superficie di oltre 2000 chilometri quadrati furono letteralmente spazzati via da una spaventosa esplosione. Si narra che dalla deflagrazione derivò un’onda d’urto capace di far quasi deragliare un treno che percorreva l’interminabile Transiberiana a circa 600 km di distanza dal punto in cui sembra essere avvenuta l’esplosione. La scienza concorda che probabilmente sia tutto dovuto ad un meteorite sfuggito allo scudo naturale dell’atmosfera, penetrato fino a poche decine di metri di altezza dal suolo ed esploso. Il misterioso evento ha però scatenato la fantasia di molti, e sono nate tante interpretazioni che coinvolgono UFO, antimateria, e chi più ne ha più ne metta.
    Alla lunga schiera di romanzi, fumetti, serie TV, e videogiochi ispirati all’evento, si aggiunge quindi Secret Files: Tunguska. Nina, una giovane ragazza figlia del celebre studioso di scienze naturali Vladimir Kalenkov, decide una sera di andare a trovare al lavoro l’indaffaratissimo padre, al museo di Berlino. Una volta arrivata, lo studio dello scienziato è in uno stato a dir poco caotico: più che un ufficio sembra una galleria del vento. Tutto è a soqquadro, e ciò che spicca di più è naturalmente l’assenza del padre di Nina. Il sesto senso le suggerisce che sia successo qualcosa, e non si può che darle ragione. Dal filmato iniziale infatti scopriremo come Vladimir sia stato rapito da esseri misteriosi, dalle fattezze probabilmente extraterrestri. Era a lavoro, naturalmente, sul famoso e misterioso evento di Tunguska, attorno al quale ruota l’intera vicenda.
    Parte da qui la ricerca di Nina, accompagnata da un amico e collega del padre, Max Gruber. Gli indizi li porteranno a fare un vero e proprio giro del mondo, e ad incontrare simpatici e a volte sorprendenti personaggi, il tutto con lo scopo di trovare, finalmente, il padre scomparso.

    Chi l'ha visto?

    Una volta cominciata l’avventura, dopo il breve proemio introduttivo animato, non ci vorrà molto prima di aver preso confidenza con la struttura di gioco, per altro molto semplice.
    E’ rimasta praticamente inviolata la formula generale delle avventure grafiche, per cui non è stata aggiunta alcuna novità che possa rendere più difficoltosa l’ambientazione del giocatore, che di fatto scorre liscia come l’olio. Bastano pochi minuti per padroneggiare al meglio i comandi, resi ancora più intuitivi dalla precisione del Wiimote: un puntatore a schermo sarà la guida del giocatore, che non dovrà far altro che dividersi fra i due pulsanti principali del pad, ovvero A e B: schiacciando A per prendere oggetti, utilizzarne altri, parlare con persone; premendo B per analizzare elementi dello scenario e avere maggiori informazioni su qualunque elemento visualizzato nella schermata di gioco. Per il controllo diretto di Nina è possibile perseguire due vie: riallacciarsi alla versione per PC, spostandosi con un click prolungato del tasto A, oppure sfruttare lo stick analogico del Nunchuck.
    Il fulcro dell’esperienza videoludica è la risoluzione di enigmi, da buona tradizione punta e clicca. Lo scorrimento del gioco avviene in maniera estremamente lineare, fin quando non si incontra un palese ostacolo sulla via che richiede, finalmente, l’accensione di qualche neurone. In ogni scenario sono presenti elementi interagibili, fondamentali per il proseguimento dell’avventura: la raccolta, infatti, di determinati oggetti permetterà al giocatore di combinarli in una data maniera per risolvere intricate situazioni. A volte la soluzione non è poi così banale, ma l’assoluta assenza di qualunque punto morto derivato da errori del giocatore permette una tranquilla analisi delle possibilità, e in extremis si può anche andare a tentoni: nessuna scelta infatti porterà mai ad un vicolo cieco, per cui sarà possibile cancellare dal proprio vocabolario la definizione “game over”. L’importante è raccogliere ogni oggetto e aguzzare un po’ l’ingegno. Fatta eccezione per enigmi risolubili tramite password, la quasi totalità degli ostacoli incontrati durante Tunguska sono del tipo “usare l’oggetto giusto nel posto giusto”. Per scongiurare poi la temuta “caccia al pixel”, ovvero la minuziosa dissamina di ogni millimetro dello scenario alla ricerca del più piccolo oggetto, ogni elemento utile al giocatore è evidenziato da una grande e grossa lente di ingrandimento: basta pigiare il tasto 1, e lo schermo pullulerà di indicatori luminosi: una vera manna dal cielo.
    Non sempre però si rispetta il principio del buon senso, e si ha a volte l’impressione che tutto sia forzato al fine di indirizzare il giocatore verso la soluzione più arzigogolata possibile.

    Comparto tecnico.

    Seppur sotto il profilo tecnico non sia precisamente al passo con i tempi (considerando anche che si tratta di una conversione di un gioco del 2006), il comparto grafico è probabilmente, nel suo complesso, l’aspetto migliore del titolo. Secret Files trasporta il giocatore in diversi angoli del mondo, e questa scelta del plot narrativo ha permesso agli sviluppatori un’ampia varietà nelle ambientazioni. E’ stata posta molta cura nella realizzazione di ogni scenario, fin nei minimi particolari come il candido volo delle farfalle. Anche i modelli tridimensionali dei personaggi sono ben realizzati, ed in più i filmati che inframezzano le sessioni di gioco godono di un taglio cinematografico notevole.
    Discorso diverso, invece, per il comparto audio: nonostante sia presente una buona quantità di effetti sonori ambientali e una discreta colonna sonora anch’essa “cinematografica” (musiche strumentali, fondamentalmente, da sottofondo anonimo), il doppiaggio è un totale disastro che, combinato ad alcune bizzarre scelte del plot, fa spesso scadere la credibilità della vicenda. Nina non appare mai davvero scossa dal rapimento del padre, anzi spesso appare svagata nel comportamento e nei dialoghi (anch’essi rivedibili), per non parlare di enigmi fondamentalmente futili che le rubano tempo prezioso in quella che dovrebbe essere una corsa contro il tempo per la vita del padre.
    Una decina di ore circa dovrebbero essere sufficienti per portare a termine il titolo, anche se molto dipende dalla personale capacità di saper uscire dalle difficoltà in breve tempo.

    Secret Files Tunguska Secret Files TunguskaVersione Analizzata Nintendo WiiSecre Files: Tunguska è un'avventura grafica che non propone alcun elemento nuovo, ma tenta solo di riprodurre una formula supercollaudata nel tempo. L'impianto narrativo appare all'inizio accattivante, basato su uno dei misteri più oscuri del secolo scorso, il cosiddetto "Evento di Tunguska" . Con il proseguimento del gioco l'interesse per la vicenda rischia di scemare, a causa di alcune scelte combinate di gameplay e sceneggiatura un po' discutibili. Resta il buon lavoro svolto sotto il profilo grafico, grazie alla grande cura riposta nella realizzazione dei fondali bidimensionali dei tantissimi scenari. In definitiva però, il prodotto non riesce ad elevarsi troppo dalla massa, a causa di una struttura di gioco sostanzialmente poco incisiva, e un comparto audio quanto meno rivedibile.

    6.5

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