Recensione Senran Kagura 2: Deep Crimson

Le indisciplinate scolarette della serie Tamsoft tornano in questo secondo episodio esclusivo per Nintendo 3DS: doppi sensi a profusione e una notevole carica sexy per un gioco dal sapore particolarmente piccante.

Recensione Senran Kagura 2: Deep Crimson
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  • 3DS
  • Il fenomeno che noi tutti conosciamo come "fan service" canalizza, non solo attraverso il medium videoludico, tutto ciò che il puritano occhio occidentale liquida un po' sbrigativamente come stravaganti perversioni tipicamente nipponiche. È innegabile come, nella terra del Sol Levante, il rapporto con l'erotismo, sin dai seicenteschi shunga, sia vissuto in modo più fantasioso e risponda a canoni diversi rispetto a quelli cui siamo abituati. Per quello che ci compete, ciò si traduce solitamente in un tripudio di morbidissime ed esagerate rotondità; corpi freschi e sodi nel fiore dell'adolescenza, esposti in modo ingenuo ed ammiccante, attraverso un sottile gioco di vedo/non vedo condito da pudici gemiti ed acrobatiche posizioni, che solleticano più di qualche senso dell'interessato videogiocatore. Fortuna che l'afa estiva se n'è andata, perché le sexy shinobi della scuderia Tamsoft e Marvelous Entertainment, con la loro ultima avventura, hanno surriscaldato i due schermi della piccola console Nintendo. Più che con le loro gesta, dovremmo dire con i loro corpi ipnotici e sballonzolanti, visto che i vestitini stretti e succinti celano, in realtà, solo un hack'n'slash poco profondo e alla lunga ripetitivo. Un vero peccato, perché il brand Senran Kagura avrebbe (lasciando il moralismo ad altri) tutte le carte in regola per poter esser meglio valorizzato dal team di sviluppo. Questo, al contrario, vuole solamente farci intendere che la felicità si nasconda tra i seni enormi e sempre in movimento delle giovani protagoniste. Non che questo ci dispiaccia, sia chiaro, ma sarebbe bello ci fosse qualcosa in più nella portata principale, oltre al semplice contorno di nuda beltà.

    Lanterne rosse

    Storditi da curve mozzafiato ed invitanti pose da lolita, confessiamo d'aver fatto davvero molta fatica a seguire lo svolgersi degli eventi legati alle due peculiari scuole Shinobi Hanzo e Hebijo. Ciò nonostante, con una ferrea forza di volontà (che non sapevamo d'avere) ci siamo soffermati sui pochi punti salienti del plot narrativo, che quasi si perdono nell'insostenibile leggerezza che connota i frivoli discorsi delle ragazze, alle prese con bislacche ossessioni e strampalati problemi tipici del più soporifero teen drama. La narrazione di Deep Crimson prende le mosse praticamente da dove l'avevamo lasciata in Senran Kagura: Burst. L'Accademia Hebijo, da sempre acerrima rivale della Hanzo, anche in questo caso riveste il ruolo di "cattiva" di turno. Almeno all'inizio. Ora, infatti, c'è una minaccia ben più grande che attende al varco le sexy rappresentanti delle due Accademie le quali, seppur con qualche screzio e rimanendo comunque rivali, dovranno per forza trovare l'intesa e far squadra per salvare il mondo dall'orda di demoni impazziti evocata da Dougen, l'ennesimo pazzo scriteriato. Come al solito, nel bel mezzo di questa spaventosa emergenza ultraterrena, le ragazze trovano comunque il tempo per una gita a Tokyo e per un bagno ristoratore alle terme, perdendosi in ameni discorsi che saltano di palo in frasca senza grande coesione. Nessuna novità sul fronte narrativo, insomma. L'avventura principale consta di oltre sessanta "missioni", le quali si risolvono in veloci combattimenti da una manciata di minuti ciascuno. Gli scontri, poi, vengono legati fra loro da brevissime scenette presentate alla maniera tipica delle visual novel, su cui viene fatta poggiare la relativamente inconsistente trama di cui facevamo cenno poc'anzi.

    It's a boobs party!

    Tra una scenetta e l'altra, il giocatore incontra un gameplay dallo smalto opaco e alla lunga poco entusiasmante, teso ad un button mashing sfrenato e dalle pretese elementari. Anche la formula di gioco, insomma, rimane immutata rispetto a quella del predecessore. Senran Kagura 2: Deep Crimson mantiene lo stile che ha sempre caratterizzato la saga, ovvero quello di un beat'em up a scorrimento, semplice, frenetico e davvero poco tecnico. Il gameplay ha costantemente paura di farsi troppo profondo, accontentandosi di vivacchiare di un superficiale tecnicismo senza alcuna particolarità. La vera novità, in questo caso, è che all'interno delle piccole arene possono scendere sino a due kunoichi, in stile tag team, switchabili a piacere tramite la pressione di un semplice tasto. Un po' come accade, per intenderci, in Hyperdimension Neptunia U: Action Unleashed, altra opera firmata da Marvelous. La ragazza controllata dall'IA, comunque, non si dimostra di grande aiuto, visto che non adatta la propria routine comportamentale in base alle azioni eseguite dal giocatore, combattendo solitamente per i fatti suoi.

    Il leit motiv è sempre lo stesso: un attacco leggero ed uno pesante permettono di concatenare una serie infinita di combo, juggling aeree e simili, così da innalzare la votazione finale e la canonica barra deputata agli attacchi speciali, che consente anche l'ulteriore trasformazione (come se ce ne fosse bisogno) in shinobi super sexy della combattente di turno. Non serve grande strategia, insomma. Basta la velocità d'esecuzione e la capacità di direzionare i colpi verso il nugolo di avversari che ci piomberanno addosso in attesa della loro prematura dipartita. Come al solito, l'apice dell'intera produzione viene comunque raggiunto dal costume breaker. I freschi e sodi corpi delle ragazze, già poco fasciati, se sottoposti alla pressione dei colpi nemici si lasciano prepotentemente scoprire in un'esplosione erosoft di stretti vestitini strappati e ben di dio esposto nei punti giusti. Ad aumentare, seppur di poco, la longevità del titolo, ci pensano due contenuti ulteriori - oltre al multiplayer cooperativo - che prevedono una serie di missioni speciali ed una scalata ad una torre di circa un centinaio di stage denominata Yoma's Nest. La formula di gioco, comunque, si fonda pur sempre su una valanga di nemici sempre più potenti, da mazzolare con sensuale violenza il più velocemente possibile.

    Erotiche frivolezze

    L'ultima fatica di Tamsoft e Marvelous Entertainment non poteva non contenere un'ampia sezione dedicata a solleticare l'anima voyeuristica che si nasconde in ognuno di noi. C'è di tutto. La dressing room, pur non essendo una tappa fondamentale del gioco, contiene tutti i vestiti e gli accessori sbloccati durante l'avventura. Le ragazze possono essere girate e rigirate nelle pose più sensuali (via, solo per rimirare l'intimo che spunta da gonnellini impalpabili) con le orecchie da gattina o con qualsiasi altra fantasiosa trovata vi venisse in mente di provare, col 3D chiaramente sempre al massimo e lo sguardo languido perso su poppe che sfidano le leggi della fisica.

    A dirla tutta, il comparto stilistico mostra il meglio di sé proprio nella cura e nella perizia con cui è stato reso l'aspetto generale delle procaci donzelle e dei loro balconcini. I modelli poligonali si presentano puliti ed abbastanza definiti. Latita, al contrario, la qualità dei nemici e delle mini arene. Il setting, poi, pur variando nel background, non trasmette nulla di positivo o indimenticabile. Le arene sono spoglie e, alla fin fine, uguali tra loro. L'azione frenetica, pur con il buon 3D attivato, non risente di rallentamenti.

    Senran Kagura 2: Deep Crimson Senran Kagura 2: Deep CrimsonVersione Analizzata Nintendo 3DSChe Senran Kagura 2: Deep Crimson fosse l'ennesimo pacchetto fan service oriented del duo Tamsoft/Marvelous lo si era capito. Chi ha già avuto modo di apprezzare le esplosive, giovani, rotondità, delle shinobi più sexy in circolazione sa già cosa aspettarsi. Chi invece ha letto la recensione incuriosito da tutti quei metri di pelle soda in bella vista senza aver mai sentito parlare della serie, ora è un po' più preparato a ciò che il titolo può offrire. Confusi da seni ipnotici, pizzi, merletti, pose sensuali ed erotiche svestizioni giunte sempre al momento giusto, siamo riusciti a riacquistare la lucidità necessaria per rilevare qualche correzione tecnica, un paio di novità di facciata e la solita, ripetitiva, formula di gioco che ha una tremenda paura di "approfondirsi". Ad ogni modo, abbiamo optato per la sufficienza (seppur risicata, sia chiaro) in quanto, al netto dei difetti presenti, il titolo può comunque trovare un proprio spazio fra gli action leggeri e divertire non solo gli estimatori del genere, ma anche qualche incuriosito neofita.

    6

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