Shadow Warrior 3 Recensione: il ritorno di Lo Wang delude le aspettative

L'irriverente Lo Wang è tornato ad affettare demoni in Shadow Warrior 3, terzo episodio della serie shooter pubblicata da Devolver Digital.

Shadow Warrior 3 Recensione: il ritorno di Lo Wang delude le aspettative
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Gli esponenti del genere FPS appartenenti alla vecchia scuola si contano ormai sulle dita di una mano, soprattutto quelli che stanno permettendo ad IP storiche come DOOM (a proposito, ecco la nostra recensione di DOOM Eternal) e Wolfenstein di essere giocate e conosciute dal pubblico a decine di anni dal loro debutto. Tra questi vi è ovviamente anche Shadow Warrior, titolo 3D Realms rimasto nella memoria di molti videogiocatori degli anni '90 a causa delle numerose similitudini con quel Duke Nukem 3D (sviluppato dallo stesso team) con cui condivideva un protagonista irriverente e fiumi di sangue e violenza.

    A distanza di tempo dall'episodio originale, Flying Wild Hog ha deciso di ridare vita alla serie con il reboot del 2013, il cui successo ha spinto la software house a creare un secondo episodio (la recensione di Shadow Warrior 2 è a portata di clic) votato interamente alla cooperativa online, per poi tornare sulla strada del single player con Shadow Warrior 3. Ed è proprio della terza iterazione della saga con protagonista Lo Wang che vi parleremo oggi, poiché abbiamo avuto l'opportunità di giocarlo in anticipo rispetto alla data di pubblicazione ufficiale, fissata al prossimo 1 marzo 2022. Sarà riuscito il team di sviluppo a proporre un titolo all'altezza di altri grandi ritorni? Scopriamolo insieme.

    Un Lo Wang fuori forma

    Con la solita ironia, Lo Wang introduce subito il giocatore nel bel mezzo della storia con un filmato in CG in bassa risoluzione e con l'audio leggermente fuori sync. Tanto basta a farci comprendere nel giro di una manciata di secondi due fattori che caratterizzano questo titolo: da un lato Shadow Warrior 3 continua a divertire grazie all'esuberanza del suo protagonista, dall'altro il gioco soffre di qualche problema tecnico di troppo che approfondiremo più avanti nella recensione.

    La situazione che andremo ad affrontare non è delle più semplici: l'ultima missione del nostro ninja dalla parlantina inarrestabile non è finita come previsto e un enorme drago sta distruggendo il mondo intero. Con l'aiuto di Orochi Zilla, che ritorna in veste di alleato e non di villain, dovremo partire per un'avventura con l'obiettivo di sconfiggere l'enorme creatura prima che sia troppo tardi.

    La premessa è semplice ed immediata e non occorre aver giocato i precedenti capitoli per entrare nel mood, sebbene vi siano chiari riferimenti e collegamenti alle situazioni vissute in passato dal protagonista, il quale in un modo o nell'altro ci accompagnerà per l'intera campagna con una serie di battutacce e canzoni storpiate, anche nel bel mezzo di un feroce scontro.

    Se la trama è piuttosto banale e non serve che a darci un pretesto per massacrare orde di demoni, l'ironia del personaggio principale è forse una dei punti di forza del gioco: il team di sviluppo ha fatto in modo che Lo Wang non chiuda mai bocca e possa sempre avere un interlocutore con cui battibeccare, così da evitare momenti morti. Si tratta questa di un'ottima trovata, soprattutto in vista dei grossi problemi che affliggono il gioco dal punto di vista del gameplay. Shadow Warrior 3 è un prodotto che, purtroppo, si distanzia dai suoi predecessori e propone un'avventura estremamente lineare e ripetitiva la cui conclusione può essere raggiunta in poco più di sei ore.

    Le basi del combat system continuano ad essere solide e, pur abbandonando la componente ruolistica del secondo capitolo, propongono ancora una volta l'alternarsi dell'uso di una katana ad una piccola collezione di armi da fuoco da intervallare ad agili schivate e a doppi salti che rendono l'azione sempre frenetica. L'arsenale di Lo Wang non è incredibilmente variegato, ma ognuna delle armi è molto divertente da usare e lo stesso stile di combattimento sprona il giocatore ad alternare continuamente lo strumento di morte da impugnare.

    Ovviamente la katana del protagonista torna ad avere un ruolo fondamentale, poiché permette di affettare i nemici più semplici con relativa semplicità e, nelle fasi più avanzate, consente anche di eseguire attacchi caricati e fendenti elementali in grado di congelare, infuocare o elettrizzare chi viene colpito. Purtroppo, l'uso dell'arma corpo a corpo non è particolarmente esaltante per via di una certa piattezza nel suo utilizzo, dato che vi sembrerà di menare fendenti all'aria mentre gli arti dei nemici volano via, come se non vi fosse una reale interazione tra le due parti. La spada di Lo Wang è di fondamentale importanza anche per via della volontà degli sviluppatori di scimmiottare DOOM Eternal: tutte le novità in termini di gameplay, infatti, non sono altro che meccaniche già viste nei reboot di casa id Software.

    Oltre alla necessità di recuperare munizioni eliminando i nemici con la katana (le armi da fuoco generano invece salute), Shadow Warrior 3 include anche le glory kill: in questo caso il nemico non va indebolito, ma basta caricare un'apposita barra per poi avvicinarsi a lui facendolo fuori con una brutale animazione e impossessarsi di un pezzo del suo corpo da usare come arma.

    Ed è qui che iniziano ad essere evidenti i problemi di questa meccanica, poiché alla scarsa realizzazione di queste finisher sono abbinati alcuni gadget scomodi da usare, come il martello ricavato dal braccio dei demoni giganti che si incontrano sin dalle prime battute. Sia chiaro, non tutte le ‘fatality' sono realizzate male, ma è evidente che non vi sia un'omogeneità tanto nella cura con cui sono state realizzate quanto nell'utilità ai fini del gameplay delle cosiddette Gore Weapons. Gli stessi demoni che ci vengono continuamente inviati contro non sono tutti realizzati con la stessa cura e alcuni di essi vantano un'estetica discutibile e moveset talvolta fastidiosi, come ad esempio l'enorme demone-trivella che continua a spostarsi sotto il suolo per poi saltare fuori giusto il tempo di farsi colpire un paio di volte.

    Per quanto riguarda le boss fight, invece, la campagna ne offre solo due e solo una ci è sembrata perfettamente in linea con lo spirito della serie. Purtroppo non ci riferiamo allo scontro col boss finale, particolarmente anonimo e privo di qualsiasi elemento distintivo sia sul lato artistico che su quello del gameplay. Qualcuno ricorderà anche le promesse fatte in relazione alle arene interattive, che di fatto si traducono in una manciata di combattimenti in cui è possibile sparare un enorme pulsante giallo per attivare trappole molto simili tra loro e nulla più. Al netto dei difetti elencati, il combattimento risulta ugualmente divertente per via della sua dinamicità. Ciò che invece è inspiegabile è la totale assenza di cura nelle fasi platform e, più in generale, negli intermezzi tra un massacro di demoni e l'altro.

    Dall'inizio alla fine, infatti, vi ritroverete a ripetere sempre le stesse tre azioni: corsa sui rampicanti (tutti uguali e presenti in ogni singolo luogo della mappa, anche dove sembrano avere poco senso), distruzione di radici gialle con un colpo d'arma da fuoco e uso del rampino su enormi anelli verdi che seguono lo stesso discorso dei rampicanti. Insomma, queste fasi di gioco sono ripetitive fino alla nausea e in alcuni casi presentano gravi difetti di design che richiedono una precisione maniacale per evitare la morte.

    Non aspettatevi inoltre easter egg o segreti (nessuna giovane donzella che si rilassa facendo il bagno), poiché il percorso da seguire è sempre molto lineare, ad eccezione di un paio di strade secondarie molto semplici da individuare che portano alla raccolta di qualche punto abilità extra per potenziare le armi e il protagonista.

    Alti e bassi del comparto tecnico

    Un po' come l'intera produzione, anche il comparto tecnico di Shadow Warrior 3 è altalenante. Oltre alle già citate cutscene che spezzano spesso e volentieri il ritmo e vengono anticipate da fastidiosi scatti, il titolo è afflitto anche da una serie di bug relativi all'interazione coi nemici e all'utilizzo della spada con i colpi caricati, senza contare alcune imperdonabili disattenzioni a livello di design in un paio di sequenze platform che ci hanno tenuti impegnati per più di mezz'ora. Per quello che riguarda il comparto grafico, il gioco è stato realizzato con l'Unreal Engine 4 e non vanta un livello di dettaglio tale da far gridare al miracolo, soprattutto su nemici e ambientazioni, spesso modellati e animati in maniera superficiale.

    Ad eccezione di un paio di creature (una palesemente ispirata al Mancubus di Doom), il bestiario di Shadow Warrior 3 è deludente e poco variegato, proponendo pochi nemici per tutto l'arco dell'avventura. In maniera completamente opposta, ci ha stupito la cura con cui sono stati realizzati il modello del protagonista e le sue armi, tutte bellissime da vedere e curate nei particolari: basti vedere i più piccoli dettagli sull'elsa della katana o la volata degli uzi che va diventando incandescente dopo una sventagliata di colpi.

    La versione del gioco testata da noi è stata quella PC, sulla quale abbiamo potuto abilitare il DLSS per avere un miglioramento del dettaglio grafico senza sacrificare troppo le prestazioni. Tendenzialmente l'esperienza di gioco è filata liscia, ma in alcuni casi abbiamo riscontrato qualche calo di framerate più o meno importante anche disattivando la funzionalità Nvidia e abbassando sensibilmente la risoluzione. Dobbiamo infine segnalare che il gioco è interamente in inglese e non vi è supporto ai sottotitoli in lingua italiana.

    Shadow Warrior 3 Shadow Warrior 3Versione Analizzata PCShadow Warrior 3 non è esattamente il gioco che ci aspettavamo e, a conti fatti, riteniamo che sia un grosso passo indietro rispetto ai suoi due predecessori. L’ultima avventura di Lo Wang è afflitta da una linearità senza pari, un’ingombrante presenza di fasi platform identiche tra loro e una discreta quantità di problemi tecnici che incidono inevitabilmente sull’esperienza di gioco. A sostenere Shadow Warrior 3 sono esclusivamente il carisma del protagonista e il sistema di combattimento frenetico e divertente, sebbene il suo impiego venga limitato da una scarsa longevità e dalla totale assenza di extra che incoraggino gli utenti a tornare nel gioco (come il New Game Plus o una banale modalità a orde).

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: Intel i7-10700
    • RAM: 16 GB
    • GPU: Nvidia GeForce RTX 2080
    6.5

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