Recensione Shadowrun Returns

Shadowrun Returns segna il ritorno sui nostri schermi del franchise Shadowrun con un reboot che non tradisce le origini della serie.

Recensione Shadowrun Returns
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  • Difficilmente le campagne presenti su Kickstarter relative ad un titolo importante finiscono allo stesso modo, e gli ultimi anni ci hanno insegnato che la più nota piattaforma di crowdfunding, per alcuni rivoluzionaria per altri una bolla pronta ad esplodere, può garantire ampia visibilità e somme ben superiori a quelle richieste, così come fallimenti che nella maggior parte dei casi hanno portato alla cancellazione anzitempo della raccolta fondi.
    Shadowrun Returns rientra facilmente nel primo caso, con un budget richiesto da parte del team Harebrained Schemes fissato a quattrocentomila Dollari ed una chiusura della campagna che ha lambito l'impressionante cifra di due milioni, trasformando il progetto in uno dei più chiacchierati dello scorso anno.
    Circa quattordici mesi sono passati e Shadowrun Returns è stato recentemente pubblicato su Steam, al termine di una fase di preorder che ha generato molta attenzione.
    Dopo il passo falso di Shadowrun per Xbox 360, il noto gioco di ruolo cartaceo troverà finalmente una sua degna incarnazione moderna all'interno del mercato videoludico?

    Fedeltà al passato

    Sin dal titolo si può facilmente intuire che Shadowrun Returns è stato sviluppato in perfetta armonia con il gioco di ruolo pubblicato alla fine degli anni '80 e traspare subito l'impegno profuso dal team nel ricreare le giuste atmosfere, a partire da elementi a prima vista banali come gli artwork presenti nelle schermate di caricamento.
    Malgrado la pubblicazione nel periodo d'oro del Cyberpunk, Shadowrun ha preferito unire elementi differenti per dare una propria personale impronta alla fantascienza e al futuro, visti dagli occhi dei visionari più di venti anni fa.
    L'unione fra tecnologia e magia è storicamente il marchio di fabbrica del brand e anche in Shadowrun Returns i due elementi tornano in modo strettamente legato già nella fase di creazione del personaggio, sezione che a tutti gli effetti funge da antipasto al gameplay vero e proprio.
    L'elemento che balza subito all'occhio è la scelta della razza, con la possibilità di selezionare i classici umani ma anche di spaziare, optando per un elfo, un orco, un nano o addirittura un troll, presenti sempre e comunque in entrambi i sessi.
    Si tratta di una scelta di primaria importanza, in quanto le razze in Shadowrun sono decisamente differenti fra loro e prendono in prestito alcune caratteristiche dagli stilemi classici del fantasy, con l'opportunità quindi di scegliere anche una specializzazione. Dal samurai di strada, assimilabile al classico Solitario presente in tutta la letteratura Cyberpunk più nota, ci si può spingere verso classi più specifiche, come lo Sciamano, assolutamente a proprio agio con la magia, o il duo Decker e Rigger, rispettivamente l'hacker in grado di interfacciarsi alla rete, o quello che a tutti gli effetti può essere considerato un ingegnere, sempre pronto a sfruttare droni e robot in battaglia a proprio vantaggio.
    È infine possibile spendere un budget iniziale di punti Karma, la vera e propria esperienza nel mondo di Shadowrun, per personalizzare ancora il proprio eroe, potenziando le abilità garantite dalla propria classe e specializzazione, e ottenendo quindi un personaggio discretamente unico, grazie ad un albero delle abilità ricco e molto ben realizzato dal punto di vista visivo. L'ultimo step è infine la selezione della propria etiquette, una sorta di background di vita che permetterà di sbloccare battute specifiche nei dialoghi di gioco, aggiungendo quindi tutto quel campionario di frasi e affermazioni che hanno a che fare con ciò che il nostro personaggio ha conosciuto in passato, per esperienza personale e perché è cresciuto in un determinato contesto.

    Creato un personaggio si potrà finalmente scendere nei bassifondi, immergendosi nelle atmosfere che hanno reso celebre Shadowrun in passato. Per far ciò si potrà selezionare una campagna da una lista che inizialmente prevede solo un contenuto; Shadowrun Returns è infatti strutturato come un vero e proprio gioco di ruolo classico, nel quale affrontare avventure differenti che verranno pubblicate direttamente su Steam, grazie all'integrazione con il sistema Workshop della piattaforma di Valve. Da questo punto di vista Shadowrun Returns appare quindi come un framework più che un gioco vero e proprio, il cui potenziale dipenderà moltissimo dalla comunità che si andrà a creare e che lavorerà per offrire nuove avventure all'utenza. Tale sensazione è confermata anche da The Dead Man's Switch, avventura dalla durata tutto sommato ridotta e che, storia a parte, non riesce a convincere del tutto. Dopo un breve caricamento ci si ritroverà catapultati nel proprio covo, senza soldi e con l'assoluta necessità di trovare un lavoro per far fronte ai debiti e al proprio sostentamento. Dopo pochi istanti, spesi ad esaminare la sudicia stanza del monolocale, suonerà il videotelefono: Sam Watts comparirà sullo schermo, salutando il protagonista come un vecchio amico ma senza troppo entusiasmo. La vera missione inizierà una volta compreso il titolo della campagna: il Dead Man's Switch è un meccanismo collegato al cuore di Sam; l'amico è effettivamente morto e il suo decesso ha lanciato un software che si è interfacciato con la rete di telecomunicazioni, contattando il protagonista e offrendo una grossa somma di denaro per indagare sul killer che gli ha tolto la vita. L'avventura si dipanerà quindi all'interno dei quartieri di una Seattle quasi irriconoscibile, nella quale la pioggia e la malavita saranno due fattori sempre presenti.

    Tra indizi e pallottole

    L'anima di Shadowrun Returns è duplice, in quanto si alterneranno momenti più calmi, nei quale esplorare, indagare e parlare con i personaggi presenti nelle ambientazioni, e sezioni di vero e proprio combattimento. Nella campagna disponibile, però, le indagini sono decisamente guidate e gli oggetti interattivi ridotti in numero, quindi la storia si svilupperà in in maniera lineare e senza possibilità di variare in maniera sensibile gli avvenimenti grazie alle proprie scelte. Scelte che a tutti gli effetti si riducono ai soli dialoghi, visualizzati con uno stile che riporta alla mente un vero e proprio romanzo. La mancanza di una voce narrate viene quindi compensata proprio dal modo in cui i dialoghi si sviluppano, alternando parti descrittive (che spiegano atteggiamento e movenze del personaggio) e battute vere e proprie, scritte ottimamente ma localizzate solo in inglese, fattore che potrà frenare chi non è in grado di comprendere appieno la lingua, soprattutto in presenza di slang. I combattimenti prevedono invece una struttura a turni assolutamente classica, con la possibilità di spendere i propri punti azione per potersi muovere, fare fuoco e utilizzare oggetti o magie. Gli scenari vengono quindi suddivisi in caselle quadrate, e rispetto ai sistemi più classici vengono introdotte le Protezioni, in grado di alterare la possibilità di colpire i combattenti ed implementare un sistema "ad icone" che risulta però davvero troppo simile a quello del recente XCOM di Firaxis. L'alternanza tra scontri ed avventura vera e propria è ben bilanciata anche se non convince proprio la linearità, con ambientazioni molto grandi che sembrano non contenere assolutamente nulla di interessante, almeno fino a quando non si sbloccheranno determinate location. Assolutamente bocciato è invece il sistema di salvataggio, basato su checkpoint nascosti che non danno alcun feedback al giocatore, lasciando sempre il dubbio su quando ne è stato superato uno. Oltretutto la decisione di non permettere i salvataggi manuali mal si sposa con la tipica utenza degli appassionati del genere, che normalmente richiedono la massima configurabilità e il controllo completo sulle proprie azioni.Dal punto di vista visivo Shadowrun Returns offre uno stile in linea con il passato che si ispira profondamente anche a molte delle produzioni indie e mainstream di maggiore richiamo degli ultimi anni. Soprattutto la parte 2D, rappresentata dagli scenari e da tutti gli elementi di contorno, ha un impatto che per inquadratura ed utilizzo dei colori accesi ricorda Bastion ma che ovviamente prende le distanze dal titolo di Supergiant Games per ambientazione e mood. Gli unici elementi 3D sono quindi i personaggi, rappresentati con un buon dettaglio malgrado lo sfruttamento di una mole poligonale mediamente bassa, a tutto vantaggio della possibilità di far girare il titolo anche su PC datati, grazie ad un motore molto scalabile.


    Shadowrun Returns Shadowrun ReturnsVersione Analizzata PCShadowrun Returns si dimostra un GdR strategico che non scende a compromessi per entrare nelle grazie dei non appassionati, dando molto da scoprire ai fan dell'originale cartaceo sia per l'aderenza a quell'immaginario, a metà tra la fantascienza e il fantasy, sia per alcune novità, comunque fedeli alle origini. Si percepisce come il team abbia studiato il materiale originale prima di buttarsi a capofitto nello sviluppo del progetto, ritrovandosi però fra le mani una versione digitale di ciò che il gioco di ruolo cartaceo rappresentava in passato: un involucro da utilizzare per creare le proprie avventure. La campagna inclusa non può infatti sorreggere l'intera produzione, soprattutto a fronte di una struttura troppo lineare e di una durata ridotta, adeguata al prezzo d'acquisto ma tutt'altro che memorabile. Il vero valore di Shadowrun Returns emergerà solo con il tempo, se la comunità di appassionati inizierà a sperimentare con l'editor di creazione delle campagne, spingendolo ai limiti e dando sfogo all'inventiva e all'abilità dei game master più navigati. Ecco quindi che solo i vecchi appassionati e i nostalgici dei giochi di ruolo classici potranno apprezzare l'attuale versione di Shadowrun Returns, considerandola alla stregua di un manuale cartaceo dal quale far scaturire nuove idee, dopo aver esaurito i poco appaganti contenuti inclusi nel download.

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