Shape of the World Recensione: la pace dei sensi su Nintendo Switch

Hollow Tree Games propone un punto di vista inedito sulla questione Walking Simulator, con l'ineguagliabile quiete di Shape of the World...

Shape of the World Recensione: la pace dei sensi su Nintendo Switch
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Esplorare, approcciare, scoprire, osservare, rilassarsi, stupirsi, scatenare infinite discussioni attorno al famigerato "scopo del gioco": tutte prerogative di un genere che negli anni ha cercato in tutti i modi di non lasciarsi affibbiare la scomoda denominazione di "walking simulator".
    Il lavoro di esordio di Hollow Tree Games appartiene in qualche modo alla categoria, e con l'ingombrante fardello di un titolo estremamente suggestivo come "la forma del mondo", si prefigge il difficile scopo di creare una variazione sul tema, azzerando la componente narrativa e puntando tutto su un intricato fascio di stimoli sensoriali, in un viaggio che potrebbe non portare a nessuna conclusione, ma che potrebbe anche non averne bisogno.

    Verso il triangolino che ci esalta

    Nessun preambolo, nessuna introduzione, siamo già catapultati nel mondo di Shape of the World, un mondo alieno, ma in qualche modo incredibilmente familiare, minimalista ma parecchio affollato. In una ininterrotta camminata attraverso fitte foreste dalle tinte sgargianti, sotto cascate di liquidi impalpabili, ogni volta attratti da un trilatero bianco impresso nella retina, ci facciamo strada fra i getti torrenziali di implacabili piogge tropicali, fra i tiepidi vapori di sognanti paesaggi vulcanici.

    Avviene tutto in un clima di calma assoluta, una pace che neanche una tessera valida per lezioni di yoga a vita è in grado di instillare, un clima così rilassato che neanche i cambi repentini di ambientazione riescono a buttare alle ortiche, così dolcemente cullati dalla musica che mai s'interrompe, dalle transizioni cromatiche degne di quelle costosissime lampade "hue" da soggiorno. Un'esperienza che ruota tutta intorno alla pace dei sensi, insomma, uno dei pochi casi in cui un videogioco riesce letteralmente a cambiare l'umore di chi vi interagisce, una silenziosa bomba di serotonina. È un esplorazione zen, quella proposta dal piccolo team indipendente, in cui non esistono strade sbagliate nè vicoli ciechi, in cui tutto si costruisce proceduralmente a pochi metri dal nostro incredulo faccione; tutto cambia anche quando torniamo sui nostri passi, i massi si sollevano, i rami si snodano in cieli purpurei popolati da aggraziati cetacei fluttuanti, gli specchi d'acqua ci accolgono dal fondo di caverne bioluminescenti. L'interazione è ridotta all'osso: il grilletto destro ci permette di entrare in sintonia con la vegetazione, la fauna e le rocce, talvolta materializzando scalinate eteree sulle quali fluttueremo a grande velocità su paesaggi che continuano a germogliare e ad esplodere di vita, senza sosta; col grilletto sinistro, invece, è possibile lanciare i semi raccolti per le aree di gioco (oltre una ventina, collezionabili, per chi vuole a tutti i costi "finire" il gioco), per veder crescere le piante corrispondenti, da utilizzare come trampolino per muoversi più velocemente verso l'area successiva.
    Shape of the World è un titolo che, per la sua stessa natura, non necessita di una narrazione, sia essa spiattellata al giocatore o affidata in toto alla sua personalissima interpretazione, e non è necessariamente un male, perchè così facendo non si rischia di cadere nella banalità di un perentorio pistolotto new age. Non verrete a capo dell'annosa questione sul senso della vita, insomma, non verrete travolti da una soffocante dissertazione sulla questione ambientale nè vessati dall'ormai noiosa tiritera del "qui e ora", ma proverete sulle vostre sinapsi gli effetti di un'innocente scoperta psichedelica, conoscerete i voi stessi più pacati e rilassati, e probabilmente smetterete di preoccuparvi della brevità del viaggio, dello scopo del gioco, forse anche dello scopo di tutto.

    Il grosso del merito va alla colonna sonora "responsiva" che, senza interruzioni o cambi bruschi, accompagna in un flusso continuo le aggraziate interazioni e i vivaci colori di un Unreal Engine 4 inedito, fatto di tratti morbidi e forme quasi mai spigolose; capita -molto di rado- di ritrovarsi incastrati con la visuale in soggettiva in qualche roccia, ma basta voltarsi e procedere in una direzione casuale, lasciarsi tutto alle spalle, e lasciare che venga inghiottito dal turbine procedurale che muove l'intero mondo di SOTW.
    Una bella scoperta, insomma, soprattutto se si va a scavare un po' nel background dello sviluppo, per accorgersi che la mente dietro una delle esperienze videoludiche più rilassanti della storia è Stuart "Stu" Maxwell, lo stesso che ha "disegnato" le esplosioni e gli effetti speciali di Gears of War 4 e Warhammer 40,000 Space Marine.

    Shape of the World Shape of the WorldVersione Analizzata Nintendo SwitchShape of the World è davvero strano, così strano che potrebbe non essere un videogioco. È forse la cosa più vicina a quell’amico un po’ “fulminato” che ti convince ad iscriverti a yoga, lo stesso al quale poi non confessi di averne tratto un qualche tipo di giovamento, perchè non è nel tuo personaggio; è il video “suoni binaurali per il rilassamento estremo - funziona davvero!” che ti spari di nascosto nelle cuffie dopo averle provate tutte; è l’incarnazione videoludica di tutto ciò che è in grado di cambiarti l’umore, se approcciato con la giusta sensibilità. Un’esperienza vivamente consigliata, purchè non cerchiate necessariamente una conclusione illuminante, una narrazione di stampo classico, un gameplay frenetico.

    7

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