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Reduce da una campagna Kickstarter avviata nel 2016, arriva - anche su console - il titolo d'esordio del team francese Redlock Studio. Shattered: Tale of the Forgotten King è un soulslike abbastanza canonico che però annovera tra i suoi elementi anche una buona dose di platforming, spesso con un passaggio della visuale dal 3D al 2.5D. Ispirata nella costruzione del mondo di gioco e con un'affascinante direzione artistica, la proposta di Redlock ci è sembrata tuttavia manchevole sotto il profilo strettamente ludico, colpa di una realizzazione non sempre del tutto soddisfacente. Ecco il nostro verdetto.
Nelle lande desolate di Hypnos, un mondo dall'aspetto etereo che pare essere sospeso tra due dimensioni, il sovrano reggente viene misteriosamente deposto. Un incipit tutt'altro che didascalico - in pieno accordo con la tradizione Souls - ci mette subito nei panni di Wanderer, un silenzioso guerriero che dovrà tentare di ricostituire l'ordine del regno trovando i diretti responsabili.
Criptica e nebulosa, la narrazione di Shattered ci porta così ai confini di un viaggio di redenzione personale, abbracciando uno scenario retro-futuristico dalle tinte burtoniane. Brevi dialoghi con gli NPC e descrizioni incise presso alcuni totem rivelano man mano la lore del gioco, che nel suo insieme costituisce un retroterra narrativo peculiare, ispirato e dall'ottima scrittura.
Dopo un tutorial piuttosto accomodante si giunge nel Cuore del Limbo, una sorta di hub centrale che, si potrebbe dire, riprende la struttura a raggiera di Demon's Souls (a proposito, qui trovate la nostra recensione di Demon's Souls Remake). Da qui potrete dirigervi verso le altre porzioni di mondo, ma per farlo sarà necessario ottenere le chiavi dei vari portali setacciando i livelli in lungo e in largo. Da questo punto di vista la produzione firmata Redlock adopera un level design dalla struttura ben articolata che, alle volte però, cede il passo ad un eccesso di complessità, tanto che risulta controintuitivo perlustrare alcuni ambienti.
Muoversi nel mondo di Hypnos è comunque un'esperienza appagante, in grado di evocare il piacere della scoperta grazie ad una buona disposizione sia dei nemici sia delle ricompense. Rappresenta un rovescio della medaglia tuttavia la ridondanza di alcune meccaniche, in particolare la pressante ricerca delle chiavi. Non solo, infatti, ne serviranno per accedere ai vari portali dal Cuore del Limbo, ma sarà altrettanto fondamentale impadronirsi di chiavi specifiche per procedere nelle sezioni dei livelli, cosa che a lungo andare getta sull'esperienza una certa dose di ripetitività. A suo parziale risarcimento dobbiamo comunque ammettere che il viaggio nel mondo costruito dallo studio francese è scandito da una costante fascinazione per i suoi luoghi rarefatti, che la grafica contribuisce a sublimare in un'atmosfera metafisica, a metà tra il sogno e l'eco di un mondo sprofondato nel caos.
L'impostazione Soulslike appare evidente fin dall'inizio: il mondo di gioco è ostile e imperscrutabile, puntellato qua e là da statuari "muri del Limbo" che svolgono le veci degli ormai iconici falò propri dei titoli FromSoftware. Il nostro personaggio, d'altro canto, potrà impiegare le essenze, ossia i punti esperienza ottenuti sconfiggendo i nemici, per aumentare le proprie statistiche (anche se parlare di build sarebbe oltremodo audace), potenziare la spada che avrà in dotazione e comprare oggetti di vario genere.
Come le anime, questi punti esperienza vengono lasciati a terra ad ogni game over, ma per riottenerli non basterà recarsi sul luogo della morte, bensì sconfiggere il nemico che l'ha causata. Quest'aggiunta, per quanto semplice possa sembrare, contribuisce ad elevare la difficoltà dell'intera esperienza, che oscilla tra fasi piuttosto accomodanti ad altre in cui le asperità si fanno invece concrete e ineludibili.
Nella sua curva di progressione abbastanza altalenante, Shattered coniuga il canone Soulslike a quello di un platform.
Questo passaggio viene alle volte enfatizzato dal ricorso ad un'inquadratura a scorrimento orizzontale, il cui apporto ci è sembrato significativo e congeniale, anche se bisogna ammettere che non sempre risulta la scelta più azzeccata. In ogni caso, la natura duale del gameplay impone di agire con tempismo e calibrare bene i propri balzi sfruttando abilità quali il doppio salto e il dash, senza per questo trascurare l'insidia dei nemici pronti a colpirci anche a mezz'aria. Un ritmo di gioco sostenuto alterna quindi situazioni abbastanza variegate, tratteggiando un percorso di sfida e di scoperta con livelli eterogenei e ben strutturati. Peccato che la realizzazione tecnica vada non di rado a inficiare la scorrevolezza dell'esplorazione, che risulta interdetta da improbabili compenetrazioni con le architetture del mondo di gioco, oltre che dai comandi purtroppo poco responsivi. Benché sapientemente ideata dal punto di vista del design, insomma, la struttura ludica di Shattered sembra frantumarsi laddove alcune leggerezze tecniche ne adombrano la bontà dell'esperienza.
È purtroppo l'aspetto più importante della produzione - viste le sue aspirazioni - a essere anche il meno riuscito. Il sistema di combattimento di Shattered: Tale of the Forgotten King riprende gli elementi tipici dei Souls, come la presenza della stamina e del parry, ma risulta abbastanza farraginoso per più di un motivo. Tanto per cominciare le hitbox sono poco precise e i pattern offensivi dei nemici di difficile lettura, cosa che fa degli scontri un coacervo di movimenti alle volte troppo confusi. Ne risulta un combat system che privilegia l'approccio a testa bassa - in netta contraddizione con i presupposti di un Soulslike - visto che eseguire una parata perfetta richiederà uno sforzo ben maggiore del mantenere i nervi saldi.
Complice un comparto audio poco "presente", il feedback dei colpi non riesce poi a trasmettere a pieno la sensazione galvanizzante che altrimenti si proverebbe a scagliare un fendente ben caricato contro il proprio avversario. A questo si aggiunge una varietà piuttosto ridotta per quanto riguarda i nemici e le armi a disposizione. Seppur non eccelse, sono almeno più soddisfacenti le boss fight: ispirate dal punto di vista artistico e con un livello di sfida tutto sommato adeguato per chi ama questo genere.
Non poche incertezze - sia di natura ludica, sia tecnica - affliggono il sistema di combattimento di Shattered, ridimensionando quindi l'ambizione dello studio francese nel consegnare un prodotto dallo stampo hardcore. Parlarne come di un'esperienza del tutto priva di mordente sarebbe comunque ingiusto, considerando che nel suo insieme ibrido la proposta di Redlock Studio riesce a incuriosire e a catturare l'attenzione in maniera piuttosto singolare. Ma a questo non si può certo sottrarre lo scoramento derivato da un combat system al quale sarebbero servite basi indubbiamente più solide.
Shattered - Tale of the Forgotten KingVersione Analizzata PlayStation 4Benché ispirato sul piano artistico, il titolo d'esordio di Redlock Studio soffre una realizzazione tecnica ancora acerba, che va a inficiare in particolar modo il sistema di combattimento. Soulslike dalle più che apprezzabili contaminazioni platform, Shattered: Tale of the Forgotten King non può che rappresentare dunque un'occasione di miglioramento per il team francese, al quale va tuttavia riconosciuto il merito di aver creato un mondo suggestivo con una storia molto ben scritta.
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