Sherlock Holmes The Awakened Recensione: il detective nel mito di Cthulhu

Lo scontro tra il puro raziocinio e il terrore dell'inafferrabile si combatte in una detective story che però fatica a coinvolgere pienamente i giocatori.

Sherlock Holmes The Awakened Recensione: il detective nel mito di Cthulhu
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • I ragazzi di Frogwares avevano ben altri progetti in cantiere dopo aver rivitalizzato il ciclo del loro giovane Sherlock Holmes con il primo capitolo di una nuova saga (qui la recensione di Sherlock Holmes Chapter One) ma purtroppo l'arrivo della guerra li ha costretti ad accantonare i lavori su un open world ambizioso. Hanno quindi deciso di riversare i loro sforzi in un'opera dalla portata più contenuta ma comunque caratterizzata da un certo fascino: Sherlock Holmes The Awakened è il remake dell'omonimo gioco Frogwares pubblicato nel lontano 2007, rivisto sul piano grafico e ludico per offrire al pubblico il suo improbabile e interessante miscuglio tra Arthur Conan Doyle e Howard Philips Lovecraft.

    Prima di proseguire, vale la pena sottolineare un importante dettaglio: è chiaro che il gioco - finanziato tramite una campagna Kickstarter - sia stato realizzato in un contesto tutt'altro che ideale per i creativi, che hanno dovuto far fronte ai bombardamenti, alle continue interruzioni dell'elettricità e a tutte le problematiche derivanti dal conflitto in corso. In sostanza, a prescindere dal voto finale, vi invitiamo a concedere al team tutte le attenuanti del caso, e ad approcciare l'avventura tenendo a mente le difficili circostanze che hanno indubbiamente segnato la gestazione del titolo.

    Il dio sommerso

    L'inquilino del 221b di Baker Street è un astro nascente tra gli investigatori inglesi, capace di coniugare alla perfezione la sua lucidità mentale con un'ossessione ai limiti del patologico che gli impedisce di tralasciare una qualsiasi pista, indipendentemente dalla sua effettiva rilevanza. Tornato nella sua Londra dopo un lavoro sull'isola di Cordona che lo ha provato sia nel fisico che nei sentimenti, Sherlock Holmes vive una routine fatta di tristi assoli di violino e ricerche spasmodiche di nuovi casi da risolvere.

    A fargli compagnia c'è l'unico uomo al mondo capace di sopportare il suo eccentrico snobismo: John Watson è un medico stanco della propria professione, ancora scottato dalle orribili esperienze vissute in guerra e ormai deciso a voltare pagina gettandosi nel mondo della scrittura come romanziere. Le giornate dei due sono scandite da idee geniali e battibecchi infantili, e proprio uno di questi ultimi comincia a generarsi quando il detective si accorge della mancanza del quotidiano The Strand dalla sua scrivania. L'ex medico ha decine di spiegazioni semplici e plausibili per questo evento comune, ma Holmes ha già cominciato a fantasticare su un'assurda cospirazione ai suoi danni, probabilmente a causa della frustrazione che lo attanaglia per un caso di furto ancora irrisolto. Deciso ad andare fino in fondo alla faccenda, l'investigatore affila le sinapsi e si getta in un'assurda caccia all'uomo che (ovviamente) si concluderà con una scoperta molto ordinaria, la quale però apre la strada verso un recente caso di sparizione, che a sua volta getta luce su una serie di rapimenti decisamente più preoccupanti. Seguendo un filo logico che si attorciglia fino a lambire l'inconcepibile, Holmes e Watson vengono catapultati nelle losche trame di una setta occulta, seguendo le tracce che dalla nebbia londinese li portano prima sulle Alpi svizzere, e poi nelle paludi di New Orleans.

    Certo di una massima che lo ha sempre aiutato a risolvere numerose indagini, "eliminato l'impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile sia, deve essere la verità", il detective dovrà fare i conti con una realtà che l'intelletto umano semplicemente non può concepire.

    L'intreccio proposto dalle penne di Frogwares è un'intrigante sequenza di crimini sempre più complicati, come una valanga che aumenta di intensità lungo un percorso in discesa, che si dipana attraverso le intuizioni geniali ma plausibili di un protagonista costretto a scrutare nell'abisso: lo Sherlock che prende vita in The Awakened è una versione del personaggio che siamo ormai abituati a vedere in tante altre opere dedicate all'investigatore più famoso del mondo, tanto arguto sulla scena del crimine quanto intollerabile nelle conversazioni, un maestro della deduzione fin troppo vicino ai lidi della sociopatia.

    Al suo fianco troviamo un Watson accomodante ma non asservito, il quale si rivelerà più volte un'ancora di salvezza per la psiche tormentata di un Holmes atterrito dall'ignoto, sulla base di un rapporto di amicizia che si approfondisce grazie a un trauma condiviso. La trama ordita dagli sviluppatori si sviluppa in otto capitoli (ed altrettante ore di gioco) che rasentano ripetutamente l'inafferrabile follia della divinità sommersa di Cthulhu, ma non la abbracciano mai in pieno rimanendo ben saldi sulla riva di una storia plausibile, anche se a tratti inquietante.

    Nell'originale miscuglio tra il maestro del terrore e Arthur Conan Doyle troviamo insomma una porzione ben più abbondante di quest'ultimo, mentre l'orrore cosmico è soltanto sussurrato e si palesa in un limitato numero di sequenze ambientate in una dimensione parallela che lascia trasparire l'incredibile insignificanza della specie umana rispetto agli immensi piani astrali.

    Indagini molto pericolose

    La narrazione procede con un ritmo sostenuto che deve rimediare all'ovvio rallentamento di un impasto ludico votato alla riflessione.

    Detto questo, sebbene non arrivi mai ad annoiare grazie all'assenza di inutili riempitivi, la scrittura priva di originalità - unita a un doppiaggio non sempre impeccabile per interpretazione, soprattutto per quanto concerne i personaggi secondari - potrebbe deludere chi si aspettava una trama molto diversa rispetto ad un'ordinaria detective story, affossata inoltre da un finale un po' fiacco. Il nostro Sherlock Holmes segue la sottile scia di indizi che conduce alla verità all'interno di un esiguo numero di scenari aperti liberamente esplorabili (ma di dimensioni ridotte): le meccaniche sono molto simili a quelle viste nell'ultima avventura targata Frogwares, e comprendono una pletora di possibilità tra le quali troviamo l'osservazione visiva dei sospettati per stabilirne un profilo psicologico, la ricerca di tracce identificabili soltanto utilizzando la Concentrazione, le domande poste ai passanti al fine di ottenere un'indicazione più precisa riguardo un luogo o una persona. Ognuna di queste attività permette a Sherlock di ottenere preziosi indizi, i quali saranno indispensabili per effettuare i dovuti collegamenti alle prove rinvenute sulle svariate scene del crimine, che permettono di ricostruire la sequenza di eventi che ha portato al delitto indirizzando il protagonista verso la prossima tappa di un viaggio sempre più pericoloso.

    La ricetta ludica chiama a prestare attenzione agli eventi e agli indizi ottenuti, e si lascia apprezzare per la scarsità di indicatori che "guidino" le indagini (si selezionano all'inizio del viaggio alla stregua di modificatori), invogliando l'utenza ad aguzzare l'ingegno per impostare le giuste associazioni e proseguire nell'avventura: sia ben chiaro, il livello di difficoltà non è affatto insormontabile e spesso la soluzione a un enigma è più che ovvia, ma l'intuizione "personale" non è una delle meccaniche di gioco ed è per questo che bisogna arrivare all'obbiettivo seguendo pedissequamente le regole del gameplay (trovare tutti gli indizi, discutere dell'indagine con determinate persone, ricostruire l'intera sequenza temporale del crimine), senza la possibilità di "saltare" alcuni passaggi che potrebbero apparire scontati.

    Da questo punto di vista appaiono meno intuitive le prime ore, durante le quali bisogna prendere confidenza con tutte le abilità a disposizione di Holmes, soprattutto perché la raccolta di indizi non è univoca e diretta, ma le prove sono "sparse" tra oggetti da ritrovare, testimonianze da carpire ai sospettati ed epifanie costruite nel celeberrimo Palazzo Mentale, visualizzabile come una sorta di mappa concettuale attraverso cui il detective effettua i suoi collegamenti.

    Poche "missioni opzionali" inframezzano la storia consentendo a Sherlock di risolvere altri piccoli crimini utilizzando le stesse meccaniche deduttive (e di gioco), ma anche in questi casi la scrittura non propone nulla di davvero emozionante o particolarmente originale, sebbene siano simpatici i sottili riferimenti ai personaggi dell'universo creativo di Arthur Conan Doyle e di H.P. Lovecraft sparsi tra gli incarichi e le aree esplorabili.

    Il Palazzo Mentale vacilla

    L'avventura tra i folli abissi della conoscenza porterà il detective a visitare raccapriccianti scene del crimine e visioni che mettono a dura prova la sanità mentale di un uomo - sulla falsariga dell'ultima esplorazione del tema a firma Frogwares, che potete sempre recuperare con la nostra recensione di The Sinking City - ma soprattutto ambienti comuni portati sullo schermo da una direzione artistica non molto ispirata, che deve evidentemente scendere a compromessi con un budget certamente non esorbitante.

    Se i grandi palazzi di Londra sono ingrigiti dalla solita foschia inglese, il sole americano di New Orleans dona un tocco di calore ai capitoli centrali della storia, mentre la visita al manicomio svizzero lascia riaffiorare alla memoria le classiche ambientazioni di nosocomi disturbanti. Altre limitazioni del titolo si manifestano in una resa visiva modesta, dai modelli poligonali rivedibili a un comparto animazioni che non entusiasma per varietà e accuratezza. L'intera esperienza che Frogwares distribuì nel 2007 è stata ricostruita utilizzando l'Unreal Engine e, al netto delle asperità e del perdonabile riciclo di assets, risulta ovviamente più piacevole rispetto a quella delle origini, creando anche una palese omogeneità visiva con Chapter One.The Awakened chiaramente vuole offrire un'esperienza trainata più dal suo valore narrativo che da quello tecnico e in tal senso ci sentiamo di sorvolare su qualche sporadico glitch o crash. Il titolo racconta una storia che poteva coinvolgere con maggior convinzione: quando si allontana dalle buone atmosfere d'inquietudine della trama, l'opera è infatti incline a un malcelato patetismo che inficia sulla plausibilità dei suoi protagonisti, creando un forte contrasto con quel nucleo di terrore cosmico che cerca di veicolare.

    A causa dei toni a volte sopra le righe, i dialoghi sono a fasi alterne drammatici o involontariamente comici, così come i personaggi un po' stereotipati che convincono ma senza sorprendere per inventiva, mentre la regia tenta di spezzare l'immobilità delle numerose conversazioni attraverso inquadrature laterali o sbilenche mirate ad enfatizzare gli scambi di battute, raggiungendo a volte degli "eccessi" che non riescono ad affascinare fino in fondo.

    Sherlock Holmes The Awakened Sherlock Holmes The AwakenedVersione Analizzata PlayStation 5La divinità cosmica immaginata da H.P. Lovecraft rimane immersa nel suo eterno sonno, perché nell'interessante miscuglio videoludico architettato da Frogwares è soprattutto l'influenza di Arthur Conan Doyle a trainare una narrazione fatta di indagini e delitti comuni, mentre gli orrori dei piani astrali rimangono sottotraccia e si lasciano soltanto sfiorare in brevi sequenze. La trama dell'opera - che ricordiamo essere stata confezionata in un contesto molto difficile per i suoi creatori - mantiene un buon ritmo che porta a soprassedere sull'eccessivo patetismo di alcuni scambi di battute e, sebbene non proponga nulla di originale all'interno del vastissimo panorama dedicato a Sherlock Holmes, intrattiene per le circa sette ore necessarie a completare l'avventura.

    6.7

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