Recensione Shin Megami Tensei: Devil Survivor

Da Atlus l'ennesimo RPG demoniaco a tinte post-moderne, da giocare tutto su DS!

Recensione Shin Megami Tensei: Devil Survivor
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  • DS
  • Quando fu annunciato l'ennesimo spin-off appartenente all'universo di Shin Megami Tensei, l'audience internazionale si divise in due fazioni distinte: i primi erano entusiasti della volontà di Atlus di sperimentare nuove soluzioni narrative. I secondi, delusi dalla mancata occasione di vedere un titolo appartenente alla serie su console di nuova generazione. Altri ancora speravano nell'ennesimo episodio del rilanciatissimo brand Persona, giunto ormai alla quarta incarnazione e prossimo ad approdare anche su console portatili grazie al remake del terzo episodio su PSP. Tuttavia, l'annuncio pubblicato sulle pagine di Famitsu vedeva un gruppo di teenagers al vertice di un contesto fanta-apocalittico post-moderno. Questa gang era in grado di evocare, mediante dei piccoli computer, creature appartenenti al pantheon demoniaco della saga ATLUS.
    Il titolo, Shin Megami Tensei Devil Survivor si presenta come una sorta di intreccio fra il gameplay tipico della serie, efferato e poco propenso a perdonare eventuali errori del giocatore, e un tattico di nuova generazione, con divisione del campo di battaglia a scacchiera. Dalla sua, un mood decisamente moderno e graffiante, molto vicino a quello di Persona: un'atmosfera tesa e ulteriormente appesantita da un countdown inevitabile che porterà i protagonisti ad affrontare il loro destino e la fine non solo di Tokyo ma del mondo intero.

    Just Feeling Despair

    Una volta dato un nome, un cognome e un nickname al protagonista, il titolo introduce il giocatore nel mondo di Devil Survivor, un ambiente del tutto somigliante alla realtà contemporanea giapponese. Assistendo ad una lunghissima successione di cutscene narrative ecco che il titolo, con una saggia commistione di azione e mistero, getta le basi delle sfide che il giocatore dovrà affrontare da qui in avanti: barricati dentro il perimetro di un agglomerato di quartieri di Tokyo, i tre protagonisti - così come tutta la popolazione civile - dovranno fronteggiare la comparsa di una serie di creature mostruose. Ciò sarà possibile mediante l'uso di speciali gadget elettronici, che fanno parte della dotazione dei tre personaggi principali. I COMPs - questo è il nome dei piccoli pc portatili del tutto somiglianti ad un Nintendo DS - hanno la capacità di creare un contratto che lega ulteriori creature demoniache ai tre protagonisti, garantendogli una forza sovrumana e una serie di capacità fuori dal comune. Superata l'incredulità iniziale, inoltre, il trio sarà coinvolto in casi disparati e grotteschi: si va dalle strane catene di messaggi premonitori, a sette religiose che aspettano la venuta di un Dio pronto a salvare la popolazione giapponese, a molte altre piccole sottotrame legate ai vari co-protagonisti. Un enorme caleidoscopio che appare progressivamente al giocatore durante l'esperienza di gioco. Devil Survivor è a tutti gli effetti un titolo della serie Shin Megami Tensei e ne riprende le tematiche e le atmosfere post-apocalittiche senza però appesantire troppo le situazioni vissute dai protagonisti, grazie ad una serie di stratagemmi narrativi legati alla natura intrinseca del roster di personaggi principali. Diviso in sette giorni, il titolo non sorvola su alcun personaggio: ciascuno brilla per una caratterizzazione efficace, modellata attraverso una serie di eventi significativi che lo riguardano. Il giocatore si trova spesso di fronte una serie di quesiti che influenzeranno l'esito della vicenda. Il titolo Atlus presenta molteplici finali e sbocchi narrativi e, nonostante le atmosfere siano influenzate dalla giovane età dei componenti del cast, non rinuncia a toccare varie tematiche in modo convincente e, spesso, con risvolti tragici. Perché, sì, Devil Survivor è, come dice il titolo stesso, una storia di sopravvivenza nella quale non tutti i componenti del cast potranno uscire indenni. Spinto dalla simpatia provata per i vari personaggi, il giocatore può seguire la linea narrativa di alcuni di questi finendo, inevitabilmente per ignorarne altre. Questo aspetto, chiaramente, non può che migliorare il replay value del titolo, arricchito ulteriormente da un'interessante modalità New Game + .

    Touch screen, questo sconosciuto!

    Nonostante il gioco sia stato sviluppato per Nintendo DS, Shin Megami Tensei Devil Survivor non implementa in alcun modo l'uso del touch screen della piccola console Nintendo. Questa scelta di design lascia supporre che il titolo sia stato sviluppato e pensato nativamente per altri sistemi di gioco e quindi dirottato poi su console Nintendo per convenienza economica: la nascita di un nuovo IP e il suo lancio sul mercato può essere anche visto come un azzardo, quando si parla di software house come Atlus. Il mancato interesse verso le caratteristiche peculiari della console da parte di alcune software house non è di certo una novità per l'utenza NDS. E' lecito aspettarsi una maggiore conoscenza, da parte degli sviluppatori impegnati nell'ambito portatile Nintendo, delle grandi potenzialità che il touch screen può avere anche solo nella semplice gestione dei menu interattivi di cui alcuni giochi sono costellati, resa più fluida e coinvolgente tramite lo stylus.

    Delete all the world

    Il gameplay del titolo Atlus strizza l'occhio ai videogiochi tattici di ultima generazione. Le fasi di combattimento prevedono l'esplorazione, in ambienti completamente bidimensionali - ma a visuale isometrica - di una sequela di locazioni, corrispondenti ai vari quartieri del perimetro di Tokyo interessato dall'invasione demoniaca, attraverso il canonico sistema di suddivisione del territorio in caselle. Proprio come un videogioco tattico, i personaggi possono muoversi a turno seguendo l'ordine imposto dalle caratteristiche fisiche di ognuno di questi. Una volta avvicinati ad un nemico o ad un componente del party possono scegliere se eseguire un'azione: curativa o di supporto, nel caso del commilitone, offensiva, nel caso di un nemico. In quest'ultimo caso l'azione si sposta in prima persona, proprio come in un Dragon Quest, e una volta visualizzati gli sprite dei nemici su schermo è possibile sfidarli in un classico combattimento a turni di stampo jrpg. Essendo il titolo parte integrante dell'universo Megaten è lecito aspettarsi una ferrea suddivisione razziale dei nemici e una lunghissima - e consequenziale - lista di caratteristiche uniche di ogni personaggio impegnato nel combattimento. Oltre alle canoniche debolezze elementali, i nemici e i personaggi stessi possono essere dotati di abilità passive (sempre attive), organizzabili attraverso dei semplici menu a comparsa, nonhcé di un'ulteriore abilità razziale che si attiva all'inizio di ogni combattimento. Tutte queste caratteristiche fondamentali sono apprendibili attraverso un procedimento intitolato “Skill Crack”. All'inizio di ogni scontro è possibile scegliere una serie di abilità “crackabili” dai vari nemici (non dimentichiamoci che i demoni sono richiamati da apparecchiature elettroniche in formato di "eseguibili sovrannaturali"!) e nel caso si riesca ad avere successo nei vari scontri queste verranno apprese e immagazzinate nella memoria dei nostri personaggi, rendendo possibile cambiarle ogni volta fosse necessario, attraverso il menu di gioco, richiamabile solo nella city map esplorativa. La possibilità di portare solo tre abilità per personaggio rende il tutto maggiormente complesso, e nelle fasi avanzate è innegabile domandarsi come sia possibile venire a capo degli spietatissimi scontri senza aver padroneggiato tutte le opzioni che il titolo presenta. Anche il numero di turni impiegato per affrontare un avversario, così come il tipo di abilità utilizzato nello scontro, influisce sulla quantità d'esperienza acquisita negli scontri, regalando al giocatore non solo quantitativi di experience points aggiuntivi, ma anche MACCA bonus. Per chi è nuovo dell'universo MEGATEN, la Macca è la valuta demoniaca già conosciuta in Digital Devil Saga 1 e 2 (per Sony PS2). La Macca è utilizzabile all'interno di un'applicazione dei COMP dei protagonisti chiamata “Asta”. Qui, partecipando attivamente alla compravendita di demoni dalle disparate forme e caratteristiche, si è ripagati con una serie di punti auction che danno accesso ad ulteriori classi demoniache, permettendo così di reclutare, man mano che aumentano i demoni nelle file del trio protagonista, innumerevoli razze di creature mostruose. Altro tipico tassello della serie è rappresentato dall'abilità di fusione dei demoni, fiore all'occhiello della produzione MEGATEN e immancabile caratteristica dell'universo di cui Devil Survivor fa chiaramente parte. Fondendo i demoni delle proprie fila è possibile fornire bonus a caratteristiche e abilità altrimenti impossibili da imparare autonomamente.
    Oltre questo intricato sistema di combattimento e di crescita, tutte le sequenze narrative sono gestite attraverso spartane schermate di testo e artwork rappresentanti i personaggi impegnati nelle conversazioni. L'esplorazione della grande Tokyo è solo un pretesto narrativo: a conti fatti non è possibile fare nemmeno un passo nell'affascinante città nipponica senza dover fare capo ad un menu ed una serie di sfondi bidimensionali fissi accompagnati da schermate di testo. E a tal proposito: la quantità di testo in Devil Survivor è davvero tanta, ed è impossibile non rendere plauso ai traduttori americani per aver localizzato in modo davvero ottimale questo ennesimo capitolo della serie, dal retrogusto un po' otaku, un po' anime style . La curva d'apprendimento è ripida e spesso si incappa nella sgradevole situazione di level grinding obbligato per poter superare scontri altrimenti improponibili. Ferrea è poi la gestione delle debolezze, del rapporto elementale dei vari nemici e dell'uso delle skill passive quanto delle skill razziali, richieste in modo esplicito dal gioco nel caso di alcune missioni specifiche. Tutto spinge il giocatore a rimboccarsi le maniche e ad addentrarsi nell'intricato mondo di menu e schermate testuali, cosicchè esso possa seguire con maggiore motivazione le vicende dei tre protagonisti e l'esito finale del settimo, inevitabile, giorno. L'apocalisse non è mai stata così ostica da affrontare.

    To do it all over Again

    Devil Survivor non è un prodotto ad alto budget, e si vede. Da una parte abbiamo un'ottima direzione artistica, un character design dal tratto tagliente e in linea con il mood “cool” del titolo, e una sequela di menù disegnati in modo egregio e dotati di un'accattivante tinta rossa (se in Persona 3 il cyan dominava e in Persona 4 l'arancione era d'obbligo, Devil Survivor punta tutto sul rosso vivo, con varie gradazioni dal tono decisamente “sanguinolento”). L'altra faccia della medaglia vede, però, un numero davvero esiguo di artwork dedicati ai personaggi, una risoluzione degli sprite dedicati ai ragazzi e alle creature demoniache per i combattimenti davvero mediocre, e tante altre scelte di design che potrebbero l'asciare l'amaro in bocca. Gli stessi sprite dei demoni, durante i combattimenti a turni, sono immobili e non accennano alla benché minima animazione durante gli attacchi o le sessioni di gioco, rendendo gli scontri stessi molto statici e idealizzati nel più dei casi. Davvero un peccato considerando l'ottima introduzione cantata - main theme intitolato “Reset”, di Aya Ishihara - che caratterizza fin da subito il titolo e sembra volerlo elevare ad un'esperienza non solo interessante dal punto di vista narrativo, ma anche molto accattivante da quello grafico-stilistico. Plauso per l'ottima colonna sonora, realizzata da un off-sider della serie: Takami Asano, chitarrista e cantante della band giapponese “Godiego”, decisamente caratteristica, dalle tinte oscure ma piene di grinta.

    Shin Megami Tensei: Devil Survivor Shin Megami Tensei: Devil SurvivorVersione Analizzata Nintendo DSInutile negarlo, Shin Megami Tensei Devil Survivor ci piace, e anche molto! Se si è in grado di chiudere un occhio sulle innegabili lacune tecniche del comparto grafico e su alcune scelte di game design, forse un po' troppo limitanti per i neofiti del genere, la nuova creazione Atlus soddisfa senza alcun dubbio il palato dei giocatori di ruolo, sempre più avidi di titoli appartenenti alla serie dopo il boom occidentale di questa inaugurato con Lucifer's Call (Shin Megami Tensei 3 Nocturne Maniacs) qualche anno fa. Devil Survivor è un titolo che sentiamo di consigliare caldamente non solo ai fan della saga, ma anche a chi non ha mai provato ad avvicinarsi al brand, come ottimo campo di prova per saggiare l'intransigenza delle meccaniche di gioco, e le atmosfere apocalittiche alle quali ci ha ormai abituato.

    8.5

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