Recensione Shin Megami Tensei Digital Devil Saga 2

Affilate le zanne, è tempo di tornare a divorare i vostri nemici

Recensione Shin Megami Tensei Digital Devil Saga 2
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  • PS2
  • The other way around

    Paradossalmente, nella nicchia che è il mondo dei giochi di ruolo, resi famosi dopo un’imprevedibile scalata di celebrità videoludica il cui primo gradino è rappresentato senza ombra di dubbio da quel Final Fantasy VII (che ormai una decade fa si trasformava in un best seller contro ogni più rosea aspettativa), si muovono produzioni sconosciute alla massa e poco apprezzate solo perché fondamentalmente diverse dagli stereotipi di un genere che, innegaiblmente, è ormai esausto e si trascina ripetendosi noiosamente all’infinito.
    Ed è per quei giocatori stanchi della solita storiella a base di pompose epopee fantasy o pretenziosi viaggi a bordo di navi volanti che giunge in soccorso una serie che da sempre è garanzia di diversità, di originalità. La saga in questione è Megami Tensei, (Shin Megami Tensei nelle sue incarnazioni per PS2), che questa volta ci presenta il secondo ed ultimo capitolo di Digital Devil Saga.

    It could be worse

    Gli avevano promesso il Nirvana, e invece l’unica cosa a cui è possibile paragonare quello che compare innanzi agli occhi di Serph dopo l’ardua scalata nel Junkyard e le innumerevoli battaglie è l’inferno; un’inferno deserto su cui batte un sole marcio, malato.
    In questo nuovo mondo una terribile epidemia, chiamata sindrome di Cuvier, trasforma lentamente le persone esposte ai raggi solari in pietra. Il protagonista e il suo gruppo di alleati sembra però essere immune a questo fenomeno, forse a causa della loro proveninenza, o forse per via della loro natura demoniaca.
    Così gli Embryon cominciano a riunirsi e ad esplorare questa nuova terra, strigendo nuove alleanze, facendosi nuovi, letali nemici e inasprendo alcuni dei loro conflitti interni.
    Avrete già probabilmente intuito che la trama di Digital Devil Saga 2 è imprescindibile da quella del suo predecessore. I due giochi sono collegati, andrebbero addirittura considerati un unico prodotto. Iniziare a giocare partendo dal secondo capitolo sarebbe un errore paragonabile al leggere un romanzo da metà o ascoltare una canzone dagli ultimi due minuti.
    Puzzle di misteri irrisolti vengono abilmente messi insieme in questo seguito, e nuove ombre vengono gettate su quelle che parevano essere certezze assolute.
    Insomma il livello della sceneggiatura è ancora di altissimo, capace di tenere incollato il giocatore allo schermo e di colpire grazie a dialoghi scritti in modo otttimo e personaggi caratterizzati ineccepibilmente. Punto di forza dell’insieme creativo della trama è ovviamente l’originalità garantita dall’ambientazione e da quei temi che difficilmente è possibile trovare nelle produzioni più commerciali del genere.

    Ache

    Il gameplay di Digital Devil Saga era già pressochè perfetto, ed i programmatori hanno aggiunto ben pochi elementi inediti in questo seguito.
    Il fulcro del gioco è ancora l’esplorazione di dungeon claustrofobici ambientati in inquietanti locazioni solitamente urbane (quindi fogne, edifici, laboratori scientifici e così via). Come ogni RPG che si rispetti il nostro girovagare verrà sovente interrotto da incontri casuali. Dovremo sconfiggere i mostri che ci si pareranno difronte sfruttando al meglio il motore dei combattimenti, denominato “Press Turn” in cui tenendo conto delle debolezze e le resistenze degli avversari è possibile ottenere azioni aggiuntive nel proprio turno. Creare un party in grado di fronteggiare le sfide offerte dal titolo si rivela vitale per sopravvivere in qualunque situazione. Il grado di difficoltà di Digital Devil Saga 2 è infatti piuttosto elevato (più del primo se possibile), ed anche i nemici più comuni attaccheranno i nostri punti deboli senza esitare: combattere impreparati significa dunque dirigersi inevitabilmente al game over. Per prevenire questo, oltre a save point, warp point, zone curative e negozi sparsi per le ambientazioni, interviene un’interfaccia di personalizzazione del party profonda ed efficace. I protagonisti possiedono resistenze e debolezze e possono equipaggiare fino ad otto abilità tra incantesimi, attacchi speciali e skill passive. Inoltre ogni membro del party può combattere sia in forma umana che demoniaca, quindi potremo potenziare le nostre capacità difensive oppure dotarci di un vasto arsenale di incantesimi per ottenere critici in ogni situazione. Le variabili sono innumerevoli, ed occorrerà mutare continuamente la composizione del nostro gruppo per modellarci alle esigenze richieste dai dungeon. Il coinvolgimento del giocatore è assicurato anche dal sistema di acquisizione delle abilità e di aumento di livello. Inizialmente (dovremo ottenere ed equipaggiare la giusta skill per ovviare a questo problema) soltanto i personaggi che prenderanno parte al combattimento guadagneranno punti esperienza. Alla luce di questo e considerata la necessità di cambiare spesso l’ordine dei personaggi in battaglia, è necessario costruire delle strategie di gioco precise e fare imparare ad ogni protagonista i giusti Mantra dall’apposita griglia. Proprio come nel primo capitolo della serie, infatti, acquisiremo pacchetti di abilità -Mantra appunto- comprando cellette in un grafico strutturato a nido d’ape. Dovremo prima però combattere un certo numero di battaglie per padroneggiare i nuovi attacchi, dopodichè potremo passare al pacchetto successivo, sbloccandone inoltre di nuovi.
    La nuova Mantra Grid è decisamente più facile da navigare della precedente, e presenta anche alcune sorprese come celle inizialmente inaccessibili che per rendersi disponibili dovranno essere “circondate” da pacchetti di abilità già assimilati.
    I livelli dei personaggi invece aumenteranno in modo automatico acquisendo punti esperienza. La crescita delle statistiche di Serph però sarà ancora una volta completamente decisa da noi: ad ogni level up otterremo dei punti da distribuire nelle varie caratteristiche.
    Feature inedita è quella dei Karma Rings. Potremo equipaggiare un anello per ogni personaggio che fornirà un modificatore delle caratteristiche (ed in alcuni casi anche delle resistenze elementali bonus) che potremo anche personalizzare ulteriormente grazie all’uso di pietre inseribili in appositi slot.

    Bad Company

    Esseri umani e demoni si alterneranno nel ruolo di nostri avversari man mano che proseguiremo nell’avventura. Ovviamente numerose creature sono ereditate dal gioco precedente, ma ci sono anche moltissime new entry, dotate di caratteristiche ed abilità uniche.
    Il sistema che determina resistenze e debolezze di ogni personaggio o mostro del gioco è rimasto però invariato. I programmatori hanno alzato il livello di sfida inserendo però gruppi di nemici più variegati. Dovremo quindi considerare con ancor più attenzione di quali incantesimi dotarci, oppure se privilegiare gli attacchi fisici o ancora se equipaggiare abilità per divorare i nostri nemici in modo da velocizzare il processo di apprendimento di nuove mosse.
    Il misurino del solar noise, situato in alto a sinistra nello schermo ha ora un ruolo ancor più fondamentale. Di pari passo con le otto fasi solari infatti varierà anche la potenza dei nemici e la probabilità che si verifichino eventi particolari durante i combattimenti. Quando verremo trascinati in un incontro casuale e il sole sarà nel pieno della sua fase di crescita poi, il nostro party entrerà in “berserk”, ed ogni personaggio resterà in forma umana ma conservando alcune caratteristiche del proprio alter ego demoniaco e beneficiando di incredibili bonus alle caratteristiche.
    Si tratta di una novità che sfruttata a dovere assieme alle vecchie Hunt permette di guadagnare preziosi punti esperienza ed abilità addizionali.

    We see what we want to see

    Sotto un certo punto di vista l'aspetto tecnico di Digital Devil Saga potrebbe deludere i giocatori ormai abituati ai prodigi più recenti distribuiti per PS2. Si tratta dopotutto di un gioco che possiede un motore grafico ormai datato, identico a quello del suo predecessore (uscito in giappone nel 2004). Eppure la cura per i dettagli e l’atmosfera unica delle location, unite all’infallibile character design di Kazuma Kaneko e ad una regia ineccepibile riescono a donare un’aura al titolo Atlus capace di mettere completamente in secondo piano la ripetitività di alcuni livelli o la semplicità delle ambientazioni.
    Si tratta di un insieme visivo che nasconde le sue limitazioni dietro una direzione artistica ineccepibile ed un grande carisma.
    I luoghi che visiteremo sono evocativi, vuoti, inquietanti, mentre i personaggi, realizzati in cel shading, sono ben modellati e disegnati. Il modo in cui vengono investiti da ombre e luci e le ottime animazioni li rendono molto espressivi: difficilmente è capitato di vedere volti in grado di riprodurre a questi livelli inquietudine e pazzia solo grazie all’illuminazione e a sapienti inquadrature di sguardi penetranti.
    La colonna sonora è ancora una volta affidata alle abili mani di Shoji Meguro, ormai compositore di punta della serie Shin Megami Tensei, che ci presenta una serie di tracce dai toni rock e oscuri decisamente più movimentate di quelle del primo Digital Devil Saga.
    Le cutscene del gioco sono anche in questo caso interamente doppiate in modo superbo.

    Continue

    Le vicende degli Embryon garantiscono oltre venti ore di colpi di scena che vi terranno col fiato sospeso, senza considerare che un buon numero di subquest e la difficoltà del titolo possono aumentare di molto il monte ore complessivo necessario a portarlo a termine.
    Come previsto, è possibile importare il salvataggio di Digital Devil Saga all'inizio di una nuova partita in modo da accedere a svariati contenuti bonus durante il gioco (tra cui figurano dei Karma Ring segreti ed un personaggio giocabile aggiuntivo). Sebbene non indispensabili, si tratta di aggiunte gradite, che invogliano i giocatori a procurarsi e a giocare al primo capitolo prima di immergersi nel mondo di Digital Devil Saga 2, scelta che non si può che appoggiare vista la bellezza del titolo in questione.

    Shin Megami Tensei Digital Devil Saga 2 Shin Megami Tensei Digital Devil Saga 2Versione Analizzata PlayStation 2Digital Devil Saga 2 é un titolo imperdibile per chiunque sia in cerca di un gioco di ruolo diverso dal solito. L'impianto da Dungeon Crawler è supportato da una storia occulta e intrigante e personaggi fantastici. Il comparto grafico potrebbe non essere eccellente, ma passa letteralmente in secondo piano grazie ad un gameplay profondo e dall'alta capacità di assuefazione. Purtroppo giocare direttamente a questo titolo senza aver portato a termine il suo predecessore potrebbe rivelarsi penalizzante, per questo occorrerebbe procurarsi prima Digital Devil Saga per apprezzarlo al pieno. Uno "sforzo" che premierà i giocatori più pazienti con un'esperienza unica, una delle saghe di RPG migliori che si siano affacciate sul monolite nero sony.

    8

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