Recensione Shinobido 2: Revenge of Zen

PlayStation Vita ci trasporta nel Giappone feudale

Recensione Shinobido 2: Revenge of Zen
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  • PSVita
  • Acquire è sicuramente una delle software house terze parti che in Giappone ha voluto supportare l'arrivo di PlayStation Vita sul mercato. In attesa di mettere le mani sulla versione completa di Sumioni: Demon Arts in arrivo nel corso del 2012 (qui la nostra anteprima), per il lancio della portatile lo studio ha realizzato Shinobido: Revenge of Zen, seguito diretto di Shinobido: Way of the Ninja, stealth game ambientato nel Giappone feudale uscito nel 2006 per PlayStation 2. Il titolo non era di certo un capolavoro, a causa di alcuni difetti nel sistema di controllo e nella varietà generale nelle missioni di compiere, ma si era comunque fatto apprezzare per un registro artistico curato e ottimamente ispirato all'epoca in cui era ambientato. Sarà riuscito Acquire, grazie alle caratteristiche di Vita, a proporci un sequel di Shinobido migliorato sotto diversi aspetti?

    Guerre civili e Vendette personali

    Revenge of Zen inizia sei mesi dopo gli eventi narrati nel suo predecessore, e ci rifarà tornare nei panni di Zen, un ninja che dopo aver prestato il suo aiuto per sventare il piano di conquista del territorio di Utakata da parte del clan Ankame, si troverà nuovamente invischiato in una guerra civile che mina la stabilità del feudo, in cui tutti e tre Daimyo di Utakata vogliono dominare la regione e schiacciare i loro opponenti. Ma Zen non combatte solo per il volere dei tre signori: il suo animo è scosso dalla vendetta contro chi ha annientato il suo villaggio, ed ha strappato alla vita la sua amata Nagi.
    Dopo un acceso scontro in cui purtroppo i nemici hanno avuto la meglio, Zen si risveglia nel villaggio di Asuka, e comprende che l'unico modo per riuscire a compiere la sua vendetta e prestare le sue abilità di Ninja ai tre signori di Utakata, ed avere così l'opportunità di ripagare l'onta subita.

    Un Ninja tuttofare

    Così come gli altri episodi della serie Revenge of Zen si compone di diverse tipologie di missioni da compiere per uno dei tre clan in guerra. Le nostre azioni influenzeranno gli equilibri in gioco, e proseguendo con la storia, potremo decidere quale fazione appoggiare e decidere così le sorti di Utakata.
    Gli incarichi che ci verranno assegnati spaziano dal dover annientare furtivamente le guardie presenti in un'area di gioco, rubare o trasportare oggetti senza essere scoperti, rapire o scortare persone, e assalire carri senza essere eliminati dai nemici.
    Sebbene il titolo offra sulla carta una discreta quantità di incarichi, le dinamiche di gioco ruotano sempre attorno al dover agire nell'ombra, nascosti agli occhi degli avversari. Così dovremo camminare sui tetti, strisciare lungo i muri, scalare muri attraverso l'uso di un rampino, il tutto per sorprendere le guardie ed eliminarle silenziosamente. Ad aiutarci nel compito ci saranno le nostre armi e spettacolari tecniche Ninja.
    Il sesto senso di Zen ci permette di visualizzare la vicinanza di guardie e soldati, e di capirne il loro status. Ogni occhio sul lato destro dello schermo rappresenta un nemico: toccandolo ci verrà mostrata la sua posizione, e a seconda del colore della pupilla capiremo se è ignaro della nostra presenza, se sospetta qualcosa, oppure se ci ha scoperto. Avvicinandoci ad un nemico di spalle, un lampo sulla nostra Katana ci avvertirà che saremo in grado di eseguire il Chimatsuri Sappo, una mossa letale che infilzerà l'avversario come uno spiedino, senza dargli il tempo di dare l'allarme. O ancora lo Zankoku, attivabile tramite una speciale barra posta in basso sullo schermo che si ricarica con il tempo: attivando questa speciale abilità potremo fermare il tempo, selezionare un nemico toccandolo tramite il touch screen, ed avviare una sequenza di combattimento condita da quick time event. A seconda della situazione sul campo, dovremo dunque muoverci senza destare alcun sospetto: in questo senso, le dinamiche stealth del titolo risultano discretamente curate, e offrono un buon livello di immersione.
    Ma anche i Ninja più furtivi prima o poi devono affrontare a viso aperto i propri rivali. Alcune missioni chiave per proseguire nella storia richiedono infatti di eliminare un generale o, nel caso, anche uno dei tre Damiyo, ed è qui che il titolo cade in fallo. Le dinamiche hack'n slash di Shinobido 2 si possono definire arcaiche, con una intelligenza artificiale dei nemici davvero primitiva, ed un sistema di collisioni e ragdoll davvero approssimativo. Combattere con la nostra Katana risulterà un terno al lotto, con nemici che sono sbalzati in aria con animazioni improbabili, e con l'evenienza (tutt'altro che rara), che anche un singolo colpo, proveniente da chissà dove, possa ucciderci e costringerci a iniziare la missione dall'inizio.
    Zen potrà utilizzare anche strumenti secondari, come mine e Shuriken assegnabili ai tasti del d-pad, ma nessuno di questi si rivela effettivamente indispensabile in battaglia, o in grado di essere una risorsa utile ad esempio per sovvertire una situazione di pericolo. Inutile anche l'uso della superficie tattile posteriore, relegata all'attivazione di una visuale in prima persona, che nonostante la lettura del manuale, e dei tutorial interni del gioco, dobbiamo ancora comprendere come possa essere sfruttata nel gioco in maniera utile.
    Il titolo dispone anche di un complesso sistema alchemico che ci permette di creare da soli oggetti ed elisir, inserendo in alcune giare erbe, funghi ed altri ingredienti raccoglibili durante le missioni. Una componente articolata, forse anche troppo, spiegata in maniera decisamente confusa: anche impegnandosi nello scoprire i vari effetti dei nostri esperimenti, i nostri sforzi vengono vanificati da un gameplay che fa delle uccisioni furtive l'unico elemento efficace ai fini del completamento delle missioni. Applicarsi per capire come creare tonici e bombe esplosive ci è apparso dunque più una perdita di tempo che un utile diversivo.
    Per quanto riguarda la longevità, la storia principale può essere conclusa in una decina di ore, ma sono presenti elementi che garantiscono un'esperienza di gioco più esaustiva: missioni secondarie, diversi obiettivi da sbloccare, e la possibilità di rigiocare modificando gli equilibri delle forze in gioco per gustarsi finali alternativi, garantiranno alcune ore di gioco aggiuntive dopo i titoli di coda.

    Ancorato al passato

    Tecnicamente parlando Shinobido 2 appare come un titolo della generazione passata, non solo nelle dinamiche di gioco, ma anche da un punto di vista grafico. I modelli dei nemici sono limitati di numero: ogni fazione dispone di una sola tipologia di soldato, che incontreremo all'infinito all'interno del gioco. Anche gli ambienti non dispongono di grande varietà: le mappe in cui si svolgono le missioni sono davvero poche, il che non contribuisce di certo a mitigare il senso di ripetitività, dato da obiettivi che troppo spesso si ripetono nell'elenco delle missioni a nostra disposizione. Anche le animazioni risultano troppo macchinose, le stesse presenti in Shinobido Way of the Ninja, nonostante l'espressività dei volti dei personaggi principali durante le cutscene sia sufficiente ad offrire il giusto coinvolgimento emozionale durante i dialoghi.
    Ma dal predecessore, Revenge of Zen eredita anche l'ottimo registro artistico che ripropone in maniera egregia le ambientazioni del Giappone Medievale. Spicca soprattutto una colona sonora composta da brani che riescono ad immergere il giocatore in atmosfere orientali e misteriose, e a modificare prontamente il ritmo a seconda delle situazioni di gioco, con musiche tenui durante le fasi stealth, e ritmi più accesi nelle fasi action.

    Shinobido 2: Revenge of Zen Shinobido 2: Revenge of ZenVersione Analizzata PlayStation VitaShinobido 2 risulta in definitiva un buon stealth game, ma è innegabile come Acquire non si sia impegnata a fondo per evolvere le situazioni di gioco, e limare i difetti visti nell’episodio per PS2. Non appena si esce fuori dalle dinamiche classiche del genere d'appartenenza, il titolo brancola nel buio, proponendo una I.A. nemica elementare, un comparto tecnico grezzo e poco curato, e componenti accessorie poco pratiche e per nulle integrate nel contesto di gioco. In definitiva un titolo interessante solo per gli appassionati del genere, che, nonostante l'assenza di novità oggettive, potranno apprezzare il contesto e le atmosfere orientali dell’antico Giappone, egregiamente riproposte da Acquire.

    6.5

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