Recensione Shogun 2

Il ritorno allo Shogunato ci concede uno degli strategici più belli di sempre

Recensione Shogun 2
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  • Pc
  • Dieci lunghi anni di attesa. Un percorso, da parte di Creative Assembly, che ha dato vita a vere e proprie pietre miliari videoludiche, e che ha rivoluzionato, già a partire dal primo capitolo, il mondo degli strategici storici.
    La fortunata saga di Total War giunge al settimo episodio, seguito del titolo che ha dato il via ad una serie di successi, Shogun. Lo scenario lo conosciamo già: il Giappone feudale del sedicesimo secolo, dominato dalle numerose lotte fra i clan per l’accesso allo Shogunato, più alta carica politico-militare.
    Epoca e territorio ridotti, quindi, rispetto all’immenso materiale proposto in Empire e Napoleon: Total War; scelta che ha permesso agli sviluppatori di focalizzare le proprie energie sulla cura maniacale di ogni aspetto di questo attesissimo seguito, portandolo incredibilmente vicino alla perfezione.

    E’ primavera / Everyeye in fiore / tempo di review (Haiku redazionale)

    Nei panni del Daimyo, capo del clan che sceglieremo di guidare, obiettivo del giocatore sarà quello di imporsi come potenza incontrastata sulle isole nipponiche. La campagna single player di Shogun 2 si presenta subito ottimamente congegnata: dall'apposito pannello è possibile scegliere con quale clan iniziare la conquista, la durata della campagna e il grado di sfida rappresentato dall'IA avversaria. Ad ogni clan corrisponde un livello di difficoltà differente e alcune peculiarità che rendono l’esperienza unica ed incline a piccole trasformazioni, differenti approcci al gioco. Come da tradizione, il gioco è suddiviso in due sezioni totalmente differenti: quella strategica a turni, incentrata più sul lato “amministrativo” della conquista, e quella in tempo reale, dedicata alle battaglie.
    La modalità a turni, che ha tutte le carte in regola per essere definita grossolanamente come un gioco a sè stante, pone il giocatore di fronte all’intera mappa del Giappone, suddivisa in province, dalle quali è possibile gestire i rapporti con gli altri clan, nonché commissionare la costruzione e l’ampliamento di strutture o il reclutamento delle unità. Le costruzioni richiedono un adeguato investimento in denaro - accumulabile tassando le popolazioni vinte o saccheggiandone i castelli - nonchè l’acquisizione di determinati tasselli nell’albero delle ricerche. Tale schema è suddiviso in due rami principali, quello del Chi (dedicato alla spiritualità, permette di incrementare lo sviluppo delle strutture) e quello del Bushido (dedicato allo sviluppo militare, ogni tassello permette il reclutamento di nuove e letali unità armate). Inutile dire che saranno molte le scelte cruciali nello sviluppo, e un assetto troppo bilanciato fra Bushido e Chi risulterà il più delle volte svantaggioso.
    Oltre alle normali truppe reclutabili nei centri città, grazie alla costruzione di particolari edifici come la taverna o il mercato, è possibile l’arruolamento dei cosiddetti “agenti”, figure tipiche della tradizione orientale come ninja, metsuke e geisha. Gli agenti risultano utili per azioni vantaggiose prima di preparare l’attacco, come l’assassinio di un generale nemico o l’avvelenamento delle truppe, o per placare il malcontento dei popoli sotto l’influenza del clan - è il caso, ad esempio, del monaco buddhista, la cui presenza ispira e tranquillizza la popolazione scontenta.

    In fase gestionale gioca un ruolo fondamentale anche l’onore del Daimyo, che varia a seconda delle scelte del giocatore, giudicate in base al codice morale dell’epoca; azioni come rompere alleanze o saccheggiare le province conquistate risulteranno nell’immediata perdita di punti onore, mentre aiutare gli alleati in battaglia, occupare pacificamente i territori e, in generale, dimostrare una condotta militare “pulita”, accrescerà tale punteggio.
    Col diminuire dei punti onore sarà sempre più alto il rischio di rivolte popolari, che, se non sedate immediatamente, rappresenteranno un’incontrollabile minaccia, e il più delle volte avranno effetti più disastrosi di un’eventuale invasione da parte dei nemici.
    L’enorme mole di elementi da tenere costantemente in considerazione nella gestione delle province conquistate rende questa grande fetta del gameplay sempre avvincente ed impegnativa; se si aggiunge anche una libertà di azione pressoché illimitata sul fronte della gestione delle alleanze militari e delle rotte commerciali, possiamo giudicare la sezione a turni di Shogun 2 perfettamente in linea con i successi precedenti della saga.

    A questa parte del gameplay, ottimamente gestita grazie all’esperienza accumulata da Creative Assembly nel corso degli scorsi dieci anni, è affiancata l’immancabile sezione in tempo reale, che si innesca ogniqualvolta due eserciti si scontreranno in campo aperto, durante gli assedi ai castelli e persino nelle battaglie navali.
    Il gioco offre anche la possibilità di calcolare automaticamente l’esito delle battaglie di questo tipo, ma sarebbe come abbandonare il teatro a metà dello spettacolo; questa feature risulta utile, più che altro, per risolvere scontri dall’esito facilmente prevedibile.
    Come era lecito aspettarsi, la cura per l’aspetto strategico delle battaglie in tempo reale è tale da far impallidire la maggior parte degli RTS attualmente in circolazione, almeno per quanto riguarda il quantitativo di azioni ponderate richieste per la vittoria. Sull’esito di ogni battaglia influisce, a seconda dei casi, la conformazione geografica del territorio, la stagione e le condizioni climatiche in cui si svolge, oltre che alle scelte riguardo il posizionamento iniziale delle truppe. A tal proposito il gioco offre una serie di schieramenti predefiniti, ispirati alla tradizione militare orientale. In alternativa è possibile posizionare, prima di dar via allo scontro, le truppe a proprio piacimento, tenendo conto, però, della diversa tipologia delle armate e della posizione dei generali all’interno della formazione.
    La figura del generale, lontana dall’abusatissima icona dell’one man army, in grado di fronteggiare da solo interi eserciti, è utilizzata nelle battaglie di Shogun 2 come puro elemento tattico; le truppe che circondano il generale godono, infatti, di un bonus sul morale e combattono con impeto maggiore.
    I generali guadagneranno prestigio e gradi dopo ogni battaglia vinta ed è possibile assegnare ad ognuno di essi determinate mansioni, che spaziano dall’amministrazione delle risorse finanziarie al commissariato militare; ad ogni incarico assegnato, coerentemente, corrisponderà un bonus che permarrà fintanto che il generale è in vita.
    Le migliorie nell’IA a comando delle truppe - unica nota dolente nei precedenti Total War - assieme al già solido gameplay, frutto di una continua evoluzione nella produzione targata Sega, rendono inevitabile l’ascesa di Shogun 2 sul podio dei migliori capitoli della saga, nonché degli strategici storici in senso generico.
    La longevità e la rigiocabilità del titolo sono garantite dalla presenza di 9 diversi clan (10 per i fortunati possessori dell’edizione limitata per collezionisti), dalla possibilità di rivivere in prima persona alcune battaglie storiche del Sengoku Jidai e dall’immancabile supporto per le partite personalizzate.
    Vista tale cura da parte del team di sviluppo per una maestosa modalità di gioco in singolo, era lecito aspettarsi un supporto per il multiplayer all’altezza; le aspettative dei fan della ‘guerra totale’ sono state pienamente accolte e soddisfatte: se in Empire l’enorme mole di unità utilizzabili risultava in una marcata difficoltà nello sviluppo di una modalità multiplayer equilibrata, in Shogun 2 il difetto è mitigato dalla presenza di un numero nettamente minore di unità - cosa che d’altra parte potrebbe rappresentare forse uno dei pochi difetti attribuibili al gioco.
    Nella semplice modalità multiplayer è possibile sfidare il Daimyo avversario in un testa a testa per la conquista del Giappone, o affrontare la campagna in cooperativa; la vera chicca è, però, rappresentata dalla modalità carriera, che prevede una progressione a lungo termine dell’avatar del giocatore. Accumulando punti esperienza dalle guerre vinte, è possibile potenziare il proprio avatar scegliendo fra le 28 diverse abilità da apprendere, che spaziano dall’aumento del grado di intimidazione al miglioramento delle armature. Come ogni avatar che si rispetti, anche il Daimyo chiederà a gran voce un equipaggiamento adeguato alla sua imponente figura; i pezzi delle armature, che, al di là di una questione prettamente estetica, conferiranno ulteriori bonus, potranno essere conquistati completando determinati obiettivi o saranno frutto di drop casuali a fine battaglia.

    Hokusai in pixel

    Se il realismo grafico di Empire e Napoleon ci ha lasciati più volte a bocca aperta di fronte al dettaglio delle truppe e degli ambienti, con Shogun 2 assistiamo ad un ulteriore passo in avanti, affiancato da un’impeccabile realizzazione artistica. Lo zoom sulle truppe in marcia e in combattimento farà cadere più di una mandibola, mentre la caratterizzazione grafica delle stagioni dell’anno è resa alla perfezione; le chine e gli acquerelli dei menu e le tiepide orientaleggianti melodie di sottofondo spezzate dai rumori di guerra creano un clima tale che sarà difficile sottrarsi alla totale immersione.
    L’interfaccia e i comandi svolgono egregiamente il proprio lavoro, come già accadeva nei precedenti Total War, e, nonostante il pathfinding non sia stato ancora reso perfetto, l’esperienza di gioco risulta più che appagante.
    Sebbene per godere al meglio delle meraviglie tecniche di Shogun 2 sia necessaria una macchina all’altezza (molti appassionati del genere hanno già messo mano al portafogli in previsione dell’uscita del gioco), la scalabilità dell’engine lo renderà giocabile in modo discreto anche su computer di fascia media, purchè ci si abitui ad inevitabili rallentamenti in presenza di un numero elevato di unità a schermo.

    Total War: Shogun 2 Total War: Shogun 2Versione Analizzata PCShogun 2 è uno strategico intelligente, impegnativo, ben strutturato e tecnicamente ineccepibile. Lo consigliamo sia agli affezionati della serie Total War, sia a chi è seriamente - precisazione inevitabile, vista la complessità del titolo in questione - intenzionato ad avvicinarsi al mondo degli strategici. Creative Assembly porta a casa l’ennesimo successo, accogliendo le richieste di una folta schiera di appassionati, e prepara il terreno per l’evento epocale che sarà l’uscita, in futuro, di quel Rome II che il pubblico chiede a gran voce. Un’esclusiva PC coi fiocchi, in barba a chi sostiene il declino di tale mercato videoludico.

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