Signalis Recensione: un claustrofobico survival horror vecchia scuola

Signalis è un survival horror che strizza l'occhio ai grandi capolavori del genere: ci è piaciuto? Ecco le nostre impressioni.

Signalis Recensione: un claustrofobico survival horror vecchia scuola
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • PS5
  • Yuri Stern e Barbara Wittmann sono due illustratori e game designer attualmente residenti in Germania, nella città di Amburgo. Nel 2014 hanno iniziato lo sviluppo di Signalis, un survival horror con le meccaniche e le atmosfere tipiche dei grandi classici del genere come i primissimi Resident Evil. Dopo otto anni di duro lavoro e una benedizione nel 2021 di Guillermo del Toro durante il Tribeca Games Spotlight Digital Showcase, la loro opera vede finalmente la luce.

    Signalis è stato interamente realizzato dal duo di creativi e distribuito con il supporto di Humble Games, publisher che ha curato anche l'uscita di Ghost Song, metroidvania che in tempi recenti abbiamo notevolmente apprezzato, (se ve la siete persa, ecco la nostra recensione di Ghost Song). Il titolo è disponibile su tutte le piattaforme, PlayStation, Xbox, Nintendo Switch, PC e su Xbox Game Pass.

    Svegliati Elster

    Elster è una Replika, un'androide da lavoro che un giorno, all'improvviso, si risveglia all'interno di una navicella spaziale dopo un lungo sonno criogenico. Disperata e abbandonata, decide di mettersi in cammino alla ricerca della sua partner scomparsa, Arianne. Ben presto realizza di non essere così sola come aveva pensato, perché scopre che alcune Replika sono ora diventate ostili, assetate di sangue, pronte ad attaccare a vista qualsiasi cosa si muova davanti a loro.

    La storia di Signalis, non localizzata in italiano, è oscura ed estremamente affascinante, pertanto non vogliamo in alcun modo rivelarvi ulteriori informazioni sul destino di Elster anche perché, a corredo dell'ottimo impianto narrativo arricchito da un'interessante e approfondita lore, troviamo ben quattro finali da sbloccare in base alle scelte che compiremo durante un'indagine la cui durata si attesta tra le dieci e le quindici ore complessive.

    Yuri e Barbara si sono ispirati alle opere di Stanley Kubrick e David Lynch, riuscendo a costruire un universo ben caratterizzato e con una propria identità, da scoprire passo dopo passo attraverso tantissimi documenti da raccogliere nel nostro cammino.

    Fascicoli da studiare con occhio vigile e attento perché diventano fondamentali non solo per approfondire le vicende narrate ma anche in ambito prettamente ludico. Leggerli con attenzione infatti ci aiuterà a superare i tanti enigmi che sono il cardine dell'esperienza survival di Signalis.

    L'importanza di carta e penna

    Signalis è un survival horror nella sua forma più pura e coinvolgente. Lo stesso senso di scoperta che contraddistingue la storia dell'opera, lo ritroviamo anche nell'esplorazione delle stanze che compongono i vari livelli del titolo: claustrofobiche, buie e piene di mostruosità che ci attaccano come possedute da un'entità sconosciuta. Ed è proprio sul mistero, sull'ansia di entrare in una sala che non sappiamo cosa ci riserverà, che l'opera ci ha colpiti nel profondo, grazie alla sua capacità di creare un'atmosfera non tanto spaventosa ma piuttosto angosciante e tormentata.

    Dove andare, cosa fare, quale via percorrere mentre scegliamo con cura gli oggetti da portare con noi (fino a un massimo di sei), sono tutte domande che ci siamo continuamente posti mentre attraversavamo un labirinto senza apparente via d'uscita.
    Il gameplay di Signalis è quasi interamente incentrato sulla risoluzione di rebus complessi, concatenati fra loro. Ad esempio, per ottenere la password di una porta sigillata abbiamo dovuto ricorrere a carta e penna, l'unico modo per risalire a una combinazione riportata su un foglietto stracciato trovato pochi minuti prima in una stanza chiusa da una carta magnetica. Il senso di soddisfazione ci ha inizialmente travolti ma poi, una volta trovato l'oggetto delle nostre ricerche, abbiamo realizzato di aver rivenuto l'ennesimo tassello di un puzzle da completare un rompicapo dopo l'altro.

    Per risolvere questi enigmi siamo aiutati, alcune volte in larga parte altre volte in minima, sia da una pratica mappa che dai documenti stessi: è su questo punto che forse l'assenza di una localizzazione in italiano potrebbe rivelarsi ostica per chi non mastica l'inglese. Il gioco non si basa su di una scrittura complessa alla Disco Elysium (a proposito, la recensione di Disco Elysium è a un click di distanza) ma una buona conoscenza della lingua è comunque fortemente consigliata per leggere e comprendere al meglio i suggerimenti degli sviluppatori.

    Naturalmente, mentre ci catapultiamo da una parte all'altra dei livelli, incontriamo anche le Replika ostili, abbastanza numerose e di vari tipi. Per difendersi dai loro assalti Elster può contare inizialmente solo su una pistola da 10mm, a cui poi seguiranno uno shotgun, un revolver e tanto altro ancora. Lo shooting è abbastanza convincente e presenta una sfumatura strategica da non sottovalutare: quando puntiamo l'arma contro il nemico, il mirino si restringe nel tempo e nel momento in cui raggiunge la sua minima estensione, ecco che possiamo sparare il colpo per massimizzare l'efficacia del tiro e risparmiare così delle preziose munizioni (di non facile reperibilità).

    Di conseguenza, trovare la giusta distanza tra noi e l'avversario richiede un'analisi attenta dell'area ma di esecuzione non sempre agevole, perché spesso le Replika da affrontare sono due o più. Per evitare lo scontro diretto possiamo anche tentare di sgattaiolare alle loro spalle ma senza la possibilità di metterle al tappeto in modo silenzioso. Una particolarità delle spaventose creature del gioco è che, dopo un certo periodo di tempo, si rimettono in piedi per tornare a infestare le vie che in precedenza avevamo ripulito. In sostanza, per liberarcene in via definitiva dovremo incendiarle con alcuni dei rarissimi bengala da trovare in giro per la mappa.

    Sta dunque a noi scegliere quali mostri bruciare, in base alla conformazione degli scenari e ai luoghi in cui sappiamo di dover tornare più volte. Questa trovata si è rivelata abbastanza efficace per mantenere alta la tensione nelle fasi di backtracking, che però non si sono rivelate esenti da difetti.

    Un backtracking migliorabile

    Un survival horror che si ispira ai mostri sacri del passato deve necessariamente avere una sana dose di backtracking per amplificare quella sensazione di essere costantemente prede impotenti alla totale mercé dei predatori. Ora, nella prima parte di avventura, la presenza di una cartina consultabile aiuta e molto l'utente a orientarsi, per cui il dover affrontare nuovamente le Replika di cui sopra è più che sensato e anche divertente.

    Tuttavia, intorno ai due terzi del suo viaggio, la androide protagonista mette piede in una zona più complessa e senza l'ausilio della mappa (almeno temporaneamente). Se a questa assenza aggiungiamo la difficoltà degli enigmi, un carico massimo di oggetti da trasportare che non può essere in alcun modo incrementato, la scarsità di bengala e munizioni e infine gli androidi impazziti che si rialzano, capite bene quanto sia elevata l'eventualità che il divertimento si trasformi in frustrazione. Mentre alcuni scontri possono essere evitati, altri - per via di alcune stanze estremamente strette - sono quasi obbligatori a meno di non voler fuggire e subire danni senza reagire, con un occhio sempre rivolto alle cure a disposizione.

    Sarebbero bastati un paio di accorgimenti aggiuntivi, tra un maggior numero di bengala e qualche oggetto trasportabile in più, per non costringere i giocatori a dirigersi di continuo a depositare strumenti chiave e quant'altro presso i punti di salvataggio e, in generale, per evitare di appesantire una progressione che già poggia su enigmi complessi.

    Dal punto di vista estetico Signalis si difende bene, grazie a una piacevole pixel art dalle tinte fosche, con scene di intermezzo ben confezionate e alcune sessioni in prima persona che incrementano, di molto, il senso di smarrimento di una protagonista confusa, disperata per la scomparsa di Arianne e senza alcun punto di riferimento. Il tutto mentre veniamo dolcemente cullati da un'ottima colonna sonora, che abbraccia le atmosfere orrifiche alla base della produzione.

    Signalis SignalisVersione Analizzata PCSignalis è un survival horror caratterizzato da enigmi ingegnosi e davvero stimolanti: risolverne anche soltanto uno sa regalare grandi soddisfazioni e spinge a proseguire il viaggio dell’impaurita protagonista, basato su di una trama curata e affascinante. Alcune scelte di game design hanno avuto di certo un impatto negativo sulla piacevolezza della seconda parte dell’avventura ma al netto di queste criticità Signalis è un buon survival horror, che i fan del genere - soprattutto se abbonati a Xbox Game Pass - dovrebbero senz’altro provare.

    7.5

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