Recensione Silent Scope per Dreamcast

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Recensione Silent Scope per Dreamcast
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Indubbiamente, nell'elitario ambito della maestosa evoluzione tecnoludica, le conversioni dirette da coins-op hanno trionfalmente rivestito un ruolo di primaria importanza; l'elemento costitutivo principe di tali produzioni era l'assoluta fedeltà, in termini di qualità meramente visiva, alla corrispettiva controparte a gettoni. Ovviamente, l'inesorabile incedere del tempo ha comportato una serie di estrose conseguenze che, nella fattispecie da noi esaminata, si materializza in un decisivo innalzamento del tasso tecnico auspicato dai potenziali acquirenti, i quali richiedono a gran voce delle doverose innovazioni soprattutto nella base strutturale, al fine di ossigenare saggiamente la longevità complessiva dei prodotti. Alla luce di una tal premessa, Silent Scope può essere ragionevolmente considerato al passo coi tempi?

Tecnica

Dalla imprescindibile ponderazione della realizzazione cosmetica globale, si è potuto facilmente desumere l'impressionante indistinguibilità dall'acclamato arcade che tuttora furoreggia nelle sale giochi dislocate nel globo terraqueo; nonostante la potenza computazionale della board Konami, su cui fu originariamente sviluppato, risultava sensibilmente inferiore ai canoni qualitativi palesati dal Dreamcast, l'accurato engine distribuiva generosamente on screen un cospicuo quantitativo di poligoni, mediamente definiti ed animati, che naturalmente vengono riproposti in questa edizione casalinga. Ovviamente, è lecito obbiettare sulle deprecabili soluzioni che un tale mutuamento estetico abbia provocato: difatti, assodata la natura precalcolata della grafica, si poteva confidare, per esempio, in una più raffinata gestione della mappatura texturale che, per quanto apprezzabile e funzionale, si rivela in svariati frangenti alquanto approssimativa od in un maggiormente appropriato utilizzo dei filtri e degli effetti speciali. Codeste manchevolezze, comunque, non intaccano la superlativa spettacolarità di alcuni scenari (su tutti: il diabolico infiltramento notturno attraverso la foresta...), sapientemente sottolineata da una spasmodica celerità e fluidità dell'azione. L'evocativa orchestralità di alcune composizioni musicali si sposa in modo sublime con la tangibile tensione che si manifesta dall'avventura, mentre gli effetti sonori, al pari del parlato (inglese), risultano tendenzialmente sopra la media, senza tuttavia emergere per pulizia e qualità della sintesi.

Struttura

Silent Scope rappresenta sostanzialmente una voluminosa variazione sul tema degli usuali "gun games": volontariamente avulso dalle congestionate direttive imposte dai consueti FPS, nei quali si gode di una totale libertà di movimento, il prodotto Konami si riallaccia chiaramente con quanto proposto dagli strafamosi Virtua Cop & H.o.t.d. made in Sega, garantendo, tuttavia, delle interessanti divagazioni strutturali. Nelle prestigiose vesti di un formidabile tiratore scelto, dovrete furtivamente sgominare uno spietato gruppo terroristico, agendo (almeno inizialmente) da postazioni verosimilmente celate all'interno di infrastrutture-apparecchiature difficilmente individuabili o raggiungibili (palazzi, elicotteri); il fattore comune delle vostre missioni sarà la massima precisione e risoluzione nel colpire i bersagli (numerosi e frequentemente in movimento), in caso contrario gli infami fuorilegge non faticheranno a visualizzarvi e tentare allegramente di spedirvi all'altro mondo... Presupponendo l'intrinseca difficoltà nel centrare obbiettivi situati a centinaia di metri di distanza (o immersi nelle più cupe delle oscurità), ci si può avvalere dell'ausilio di un efficacissimo zoom (attivabile mediante il tasto L), che offre l'opportunità di inquadrare interamente il target predestinato, mutandone irrimediabilmente il fato, magari con un bel confetto in fronte. A questo riguardo, è bene menzionare l'assoluta frazionalità dell'esoscheletro poligonale, che rende plausibili svariati effetti, a seconda della parte anatomica offesa. La convincente consistenza della struttura si riversa interamente sulla godibiltà del gameplay, adrenalinicamente avvincente ed equilibratamente variegato (alternanza, quindi, fra le summenzionate missioni da "fermo" ad altre tragicamente più movimentate..) Purtroppo, le nefaste note dolenti giungono non tanto dall'inspiegabile incompatibilità con le odierne light gun (il pad si comporta in modo egregio), ma dalle inconcepibili deficienze concernenti la longevità globale del titolo. E' assai arduo soprassedere sulla scarsa diversificazione delle ambientazioni (SOLO 6), che va smisuratamente ad inficiare la durata dello story mode (fulcro del gioco) e l'intuibile presenza di limitati scenari alternativi ( i cosiddetti bivi, selezionabili consequenzialmente alla conclusione di un livello) si va ingloriosamente a configurare come una sorta di mero palliativo. Il divertimento profuso dal time attack (con 3 coeff.di difficoltà) e dalle simpatiche sezioni deputate al training (sia out che indoor), scema vistosamente e velocemente, lasciando il povero giocatore in preda ad un profondo sconforto. In definitiva, Silent Scope dimostra un grado di coinvolgimento difficilmente riscontrabile in trasposizioni analoghe, ma, paradossalmente, la grandiosa sensualità del gameplay induce a non tralasciare le incomprensibili lacune nel settore "longevità", che compromettono incontrovertibilmente l'appetibilità dell'ultima "fatica" targata Konami.

Silent Scope Silent ScopeVersione Analizzata DreamcastIn definitiva, Silent Scope dimostra un grado di coinvolgimento difficilmente riscontrabile in trasposizioni analoghe, ma, paradossalmente, la grandiosa sensualità del gameplay induce a non tralasciare le incomprensibili lacune nel settore "longevità", che compromettono incontrovertibilmente l'appetibilità dell'ultima "fatica" targata Konami.

7

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