Recensione Sim City DS

Tutti sindaci con SimCity DS!

Recensione Sim City DS
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  • DS
  • SIMqualcosa

    “Sim”, abbreviazione nella lingua inglese di simulation o simulator.
    La parola, che col tempo ha acquistato dignità di sostantivo, è usata per lo più come prefisso nel titolo di numerosi videogiochi gestionali creati da Maxis. L'estrosa softco statunitense lanciò sul finire degli anni Ottanta un prodotto destinato a entrare nella storia, non solo per l'influenza esercitata nel panorama videoludico, ma soprattutto per aver dato origine ad un franchise tanto redditizio quanto inflazionato, capace di collezionare primati da Guinness e clamorosi insuccessi. Dopo i fasti di SimCity, infatti, numerosi sono stati i titoli che hanno cercato di offrire una simulazione più o meno realistica di qualcosa, con risultati non sempre convincenti: oltre ai sequel del capostipite SimCity, si annoverano anche titoli improbabili come SimLife, nel quale si doveva creare e far sopravvivere bizzarre specie animali in un ecosistema, o SimHealth, un gestionale a dir poco atipico in cui amministrare il sistema sanitario statunitense (e che, fosse stato ispirato alla Sanità nostrana, sarebbe stato di sicuro meno noioso, dato l'elevato numero di variabili da tenere in considerazione...).
    A seguito dell'acquisizione di Maxis da parte di Electronic Arts, il franchise non ha più visto così tanti esponenti; pochi sono stati i “Simqualcosa” pubblicati dopo il 1997, mentre solo due anni dopo avrebbero visto la luce il giocatissimo the Sims e, di lì a poco, le sue innumerevoli espansioni. SimCity però, a conferma dell'appeal che il titolo era ancora capace di esercitare sul pubblico, è stato oggetti di ulteriori edizioni che, da quando l'opulenta EA ha in esclusiva il brand, sono state pubblicate anche per diverse console, tra le quali da ultima la portatile Nintendo.

    SC3K 4 DS

    SimCity DS è un porting, opportunamente riadattato, di SimCity 3000. Il passaggio dal PC alla console è stato poco traumatico grazie alle caratteristiche dell'hardware Nintendo, che lo fanno somigliare molto a un tablet PC; la versione portatile però sfrutta degnamente le altre peculiarità del DS, il microfono e la comunicazione wireless, come meglio si vedrà in seguito.
    Scopo del gioco - per chi negli ultimi 18 anni fosse stato in una setta guidata da Sid Meier - è costruire una città, farla crescere, prosperare e ricostruirla in caso di eventi disastrosi. Il punto di forza del titolo - è bene precisarlo subito - risiede proprio nell'elevato numero di variabili da tenere in considerazione durante la propria carriera da sindaco; alcune di queste sono realistiche (come il gettito tributario), altre molto fantasiose (come le invasioni aliene), e rendono l'esperienza assai variegata poiché costringono il giocatore a dedicarsi non solo all'amministrazione di routine, ma anche a quella straordinaria agendo tempestivamente in caso di disastri. Il tutto va a beneficio della longevità, ma al contempo rende non facile l'approccio al titolo, dove occorre pianificare accuratamente il proprio operato in veste di primo cittadino senza perdere di vista l'obiettivo principale: far quadrare il bilancio!

    Fare i sindaci senza campagne elettorali nè burocrazia

    La giocabilità di un gestionale risente fortemente della semplicità e della completezza dell'interfaccia, in modo che si possa avere sempre tutto sotto controllo; in questo SimCity, già dalla sua prima versione, ha fatto scuola. Ciononostante all'inizio è inevitabile, rimanere disorientati davanti all'elevato numero di pulsanti e icone presenti su schermo, specie se non si è mai giocato alcun capitolo della serie; per questo è consigliabile, prima di iniziare una partita, seguire il dettagliatissimo tutorial nel quale, con l'aiuto di un'occhialuta assistente, si verrà istruiti in quindici passaggi sulle funzioni e sui comandi del gioco, oltre che sui bisogni primari della popolazione. Si riceveranno anche preziosi consigli su come minimizzare i costi per la fornitura dei servizi essenziali.
    Senza addentrarci molto nelle meccaniche del titolo, troppo complesse per essere integralmente esaminate in questa sede, si possono così riassumere i passaggi fondamentali per costruire una città con prospettive di crescita: dotarsi di una centrale elettrica, assegnare i primi lotti per la costruzione di case, attività commerciali e fabbriche, installare le linee elettriche, asfaltare strade, costruire acquedotti e tubature, aprire una discarica, provvedere alla sicurezza pubblica, alla sanità, all'istruzione e all'ambiente. Ovviamente bisogna tenere in considerazione numerosi aspetti quando si edifica una città: ad esempio il posizionamento delle zone residenziali, commerciali e industriali, consapevoli del fatto che le case vicine ad una fabbrica o ad una discarica perdono di valore; ancora, lo stato di usura delle infrastrutture, come le centrali e gli acquedotti che, dopo un certo numero di anni, perdono efficienza e possono esplodere se non sostituite. L'aspetto più interessante, che mette alla prova il giocatore e le sue doti strategiche, è la valutazione dei costi opportunità, cioè il valore dei benefici che si ottengono scegliendo di effettuare un intervento piuttosto che un altro; un esempio banale può chiarire il concetto: una centrale a carbone costa meno di una nucleare, ma produce una minore quantità di energia, quindi la seconda, in proporzione, può servire zone più vaste ad un costo inferiore. Questo è solo uno dei numerosi elementi da valutare, che aumentano la difficoltà complessiva del titolo, senza che questo però risulti frustrante, sia per la presenza di tre livelli di difficoltà, sia perché c'è sempre un assistente ad avvisarci dei problemi e consigliarci il modo migliore per risolverli; inutile rimarcare la soddisfazione nel vedere, dopo i primi investimenti e magari i primi tentativi falliti, la propria città crescere e popolarsi di onesti abitanti, “felici” di rimpinguare l'erario comunale. Man mano che la popolazione aumenta si riceveranno edifici premio, primo fra tutti l'ufficio postale necessario per scambiare messaggi predefiniti con un altro “sindaco” in possesso di una cartuccia del gioco e sbloccare così ulteriori premi; questi edifici sono riproduzioni di celebri monumenti mondiali, come la Tour Eiffel, il Big Ben o la Statua della Libertà. Un altro modo per ottenere gli edifici famosi è completare le missioni “Salva la città”, ossia riuscire a salvare i cittadini da incendi, mostri e calamità. Nella modalità “Museo”, inoltre, è possibile ammirare gli edifici collezionati e ottenere notizie sugli stessi. Simpatico infine che, la prima volta che si costruisce una città, ci viene assegnato un assistente, diverso a seconda del modo in cui si risponde a domande sulla propria personalità, e si deve poi apporre la propria firma in calce a un fantomatico mandato che conferisce l'incarico di sindaco.

    Controlli & Tecnica

    E' nei comandi che il titolo presenta i maggiori difetti, specie per ciò che riguarda la gestione delle schermate. Sullo schermo superiore è sempre presente la propria città in prospettiva isometrica, mentre su quello tattile compare la schermata principale con la mappa dalla quale si accede alla pagina progetto; la prima difficoltà è proprio quella di muoversi in città, sia perché ci si può spostare solo nelle quattro direzioni principali, ma soprattutto perché non risulta immediato spostarsi col pennino e guardare la città scorrere sullo schermo superiore, col rischio di perdersi spesso. Inoltre si rileva talvolta una certa imprecisione nel posizionare quelle infrastrutture, come strade e cavi elettrici, che nella griglia della pagina progetto occupano un solo quadratino, a causa delle modeste dimensioni dello schermo e dello scarso zoom; questo porta spesso a sbagliare il posizionamento obbligando ad annullare l'ultima azione.
    Interessante, invece, la novità più rilevante tra quelle introdotte in questa versione per DS, cioè il modo in cui vanno affrontate le calamità. In caso di incendio, per esempio, occorre soffiare nel microfono per spegnerlo; nulla che differenzi troppo il titolo rispetto all'originale per PC, ma comunque una testimonianza della voglia degli sviluppatori di sfruttare appieno l'hardware Nintendo.
    Graficamente il titolo è praticamente identico a SimCity 3000; si notano addirittura le stesse (esigue) animazioni degli edifici in costruzione, molto approssimative come quelle dei disastri che invece sono state inserite ex novo. Gli edifici sono prerenderizzati in 3d e, nonostante la presenza di un solo livello di zoom, si notano parecchi dettagli; lo stesso non può dirsi per alberi, acqua e tutto ciò che compone il verde cittadino.
    Pessime le musiche, poco numerose e soprattutto poco ispirate, tanto da risultare fastidiose; non realistici e ripetitivi, infine, gli effetti sonori.

    Sim City DS Sim City DSVersione Analizzata Nintendo DSSimCity DS è una buona conversione di SimCity 3000 apparso per PC nel 1999; anche se per questo graficamente un po' datato, il titolo è nel complesso un gestionale divertente e completo, dove occorre controllare molte variabili che rendono l'esperienza appagante e stimolante per il giocatore, obbligato a procedere per tentativi fino a trovare la propria via per la città perfetta. La pecca più grave risiede proprio nel sistema di controllo, che si avvale in modo poco intuitivo del touch screen. I pochi elementi innovativi rispetto all'originale sfruttano superficialmente le altre caratteristiche del DS e non inducono di certo all'acquisto quelli che hanno consumato il tappetino del mouse giocando la versione per PC. Per tutti gli altri invece, sempre che sopportino il genere, una buona occasione per scoprire un classico.

    6.5

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