Recensione Sleeping Dogs Definitive Edition

Si torna nella Hong Kong di United Front Games

Sleeping Dogs Definitive Edition
Recensione: PlayStation 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • In tempi di crisi creativa, ed in attesa che i suoi team giapponesi facciano uscire dal cilindro gli (action) RPG delle meraviglie, Square-Enix continua a rimpolpare la sua line-up grazie alle riedizioni: “Definitiva” è stata quella di Tomb Raider, ed altrettanto risoluta è la titolazione del “remake HD” di Sleeping Dogs, che arriva due anni dopo l'uscita anche su PlayStation 4 e Xbox One. Peccato che, mentre l'ultima avventura di Lara Croft fosse più fresca dal punto di vista creativo e appartenesse ad un genere non troppo abusato, qui si stia palando di un Free-Roaming. Il titolo sviluppato da United Front Games deve vedersela non solo con GTA V (pure lui pronto a parcheggiarsi sulle console Next-Gen), ma anche con un sacco di altri “sfidanti”: da Watch Dogs ad Infamous: Second Son, le avanguardie dei sandbox game hanno fatto passi da gigante negli ultimi tempi, ed il rischio è quello che l'avventura di Wei Chen non appaia più così brillante come nel 2012.
    Tantopiù che, nonostante le revisioni tecniche, la versione PC del gioco continua ad essere per certi versi superiore. Insomma, più che un sistema per tirare a lucido la produzione, questa Definitive Edition sembra un modo per lasciarla giocare a tutti quegli utenti che al mondo del gaming si sono avvicinati solo di recente, e si trovano con una libreria software brutalizzata dall'assenza di retrocompatibilità. Se fate parte di questa categoria, proseguite pure nella lettura: vi racconteremo un free-roaming solido e con un'ambientazione tuttora fascinosa. Diversamente, potreste voler passare oltre senza timore di perdervi una grande riedizione.

    La bellezza di Hong Kong

    Sleeping Dogs: Definitive Edition è ovviamente fedele in tutto e per tutto al titolo originale, almeno dal punto di vista ludico. Include i corposi DLC pubblicati qualche tempo dopo l'uscita, ma la parte centrale dell'offerta è rappresentata dalla storia di Wei Chen e dalla tentacolare città di Hong Kong, in cui si ambienta l'avventura.
    Ancora oggi, tuttavia, la trama di Sleeping Dogs non riesce quasi mai a spiccare per originalità o efficacia dei colpi di scena. La costruzione narrativa risulta in qualche caso accattivante, soprattutto perchè si fa pochi scrupoli a misurarsi con una realtà cattiva, violenta e brutale, che molto spesso dimentica addirittura il senso dell'onore e non conosce pietà per nessuno. La ricostruzione di un ambiente malavitoso tentacolare e onnivoro è sicuramente uno dei punti di forza del titolo, che tuttavia non riesce ad essere incisivo come i colleghi più blasonati. Qui mancano le esagerazioni di Grand Theft Auto, mancano personaggi ben caratterizzati e memorabili, e la parabola di questo protagonista un po' anonimo si spegne senza lasciare una traccia indelebile.
    Il vero punto di forza della produzione è invece proprio la città: Hong Kong è una metropoli vorace, che cattura lo sguardo ed i sensi grazie ad un'eccellente e meticolosa ricostruzione. Seduce con il suo trionfo di luci e colori afrodisiaci, e conquista grazie al suo sincretismo culturale. Zeppa di neon, di grattacieli titanici e piccoli tempietti buddisti, di vicoli e di mercati, Hong Kong appare davvero vibrante, pulsante di vita, capace di vivere e svilupparsi e occultare il suo marciume etico anche senza l'aiuto o le azioni del protagonista.
    Ancora oggi resta questa, senza ombra di dubbio, la migliore qualità del titolo Square Enix, che invece dal punto di vista ludico è invecchiato davvero precocemente.

    Sleeping Dogs, del resto, si allaccia con una fedeltà impressionante ai canoni del Free Roaming urbano. Sappiamo tutti, quindi, cosa aspettarci: sparatorie, sessioni di guida, side quest che si alternano alla missione principale, ed una buona dotazione di attività collaterali.
    All'epoca dell'uscita originale, il gioco aveva degli elementi di originalità, come il sistema di combattimento corpo a corpo, vicinissimo all'insegnamento di Batman Arkham City. Oggi questo sistema continua a funzionare, ma con qualche riserva: le contromosse non sono del tutto reattive, e soprattutto un set di animazioni non proprio fluidissime rende gli scontri un po' impacciati. Manca la varietà, ad esempio, del recente Shadow of Mordor, manca la sua immediatezza e l'esemplare fluidità degli ultimi titoli che hanno utilizzato una variante del “Free Flow Combat System”.
    Pure in questo campo si sono registrate parecchi miglioramenti, e Sleeping Dogs non può che risultare un po' fuori forma. Nel corso dei primi momenti di gioco è facile restare esaltati dalle esecuzioni ambientali che sembrano uscite direttamente dalla serie Yakuza: una volta storditi, i nemici possono essere condotti vicino agli elementi interattivi dello scenario, per attivare un colpo di grazia poco rispettoso della loro integrità ossea. Zigomi frantumati sui parapetti, pelle abbrustolita sulle centraline elettriche, nasi schiacciati sui tavoli e chi più ne ha più ne metta: il giocatore alla ricerca di qualche k.o. fantasioso non ha altro da fare che esplorare l'ambiente pensando ai modi più cattivi per terminare lo scontro.
    Eppure, gli scontri corpo a corpo perdono presto mordente, anche perchè diventano molto facili e abbastanza meccanici.
    Oltre alle sessioni di combattimento non mancano le sparatorie (tra Bullet Time e coperture dinamiche), e le solite scorribande stradali, che qui si appoggiano su di un driving system molto leggero: la guida a sinistra è l'unico spunto di realismo, in Sleeping Dogs, che poi vi mette al volante di bolidi molleggiati capaci di speronare le altre vetture grazie alla pressione di un tasto.
    Tutto, insomma, sembra pensato per riproporre, in chiave videoludica, il chiasso e la caciara dei film Hard Boiled, aggrappato ad un'idea di divertimento immediata e leggerissima.
    Alla stessa urgenza rispondono gli inseguimenti a piedi. Coreografiche e ritmate, queste sequenze in stile Parkour mescolano scalate in stile Uncharted con Quick Time Event ben dosati, e risultano ben integrate nella progressione e ottimamente sposate con l'ambientazione ed il level design.

    Sulle prime, insomma, discreta densità di eventi e situazioni, compiace e sollazza anche i giocatori più inclini a sentire il peso della generale inconsistenza di molti free roaming. Tuttavia poco a poco le missioni tendono a diventare un po' ripetitive, risultando un mix eterogeneo fra le varie sequenze sopra descritte. Che siano quest principali o -soprattutto- secondarie, sappiamo già a cosa andiamo incontro, per un titolo che non riesce mai a nascondere la sua anzianità concettuale.
    Il problema principale di Sleeping Dogs, oggi, è che si tratta insomma di un sandbox “vecchio stile”, di quelli un po' consumati dall'uso, già superato in termini di varietà e caratterizzazione degli incarichi dai prodotti cross-gen. Il tanto criticato Watch Dogs, ad esempio, propone una progressione molto migliore, ben diretta, e soprattutto mostra un discreto lavoro di design nel corso di diversi incarichi. Qui, invece, siano nei paraggi della pura iterazione: le stesse tipologie di missioni si susseguono una dopo l'altra, infilate in una città che - per quanto bellissima dal punto di vista stilistico - resta generalmente piatta e monodimensionale.

    Definitiva?

    Spostandosi sul fronte tecnico, la Definitive Edition esibisce una discreta revisione del comparto tecnico, complice la potenza hardware delle nuove macchine di Sony e Microsoft. Le texture sono state migliorate e ottimizzate, così come più belli sono gli effetti volumetrici e ambientali (sistema d’illuminazione compreso). La versione Playstation 4 da noi provata mette in evidente mostra un buon uso degli shader, sebbene la vecchia edizione PC sia ancora superiore in tal senso.
    Anche l'interfaccia è stata in parte ridisegnata, e si sottolinea qualche miglioramento per quel che riguarda l'usabilità generale. Rispetto al gioco saggiato nel 2012 sulle console della scorsa generazione, gli ambienti risultano più ricchi e pieni, con un elevato numero di PNG, oggetti e veicoli. E tuttavia bisogna mettere in conto la presenza di un po' di aliasing e di moltissimi modelli che denunciano la loro genesi old-gen, piuttosto grezzi. Volti poco espressivi e animazioni legnose si incontrano spesso e volentieri, per un'edizione che di “definitivo” sembra avere ben poco.

    Su entrambe le nuove piattaforme è confermata la risoluzione nativa a 1080p, ma un frame rate di 30fps. Possibile che due anni dopo l'uscita, e con a disposizione un bel po' di potenza in più, non sia stato possibile spingersi oltre? Fra l'altro, bisogna pure registrato qualche calo quando ci si muove nel traffico ad alta velocità, e parecchi scatti nel corso delle cut-scene: non sappiamo se questo problema verrà smussato grazie ad una patch del day one, come è successo ad esempio con Alien Isolation, ma insomma ci pare che il processo di ottimizzazione sia riuscito solo a metà. Soprattutto perchè non mancano, ad oggi, diversi bug e imperfezioni: collisioni sballate, nemici che spariscono nel nulla, reazioni fisiche esagerate. Speravamo francamente di avere per le mani una riedizione un po' più pulita e rifinita.

    Sleeping Dogs Definitive Edition Sleeping Dogs Definitive EditionVersione Analizzata PlayStation 4Non è facile, per la Definitive Edition di Sleeping Dogs, trovare oggi uno spazio nel mercato. La riedizione del titolo United Front Games arriva su console di nuova generazione trascinandosi dietro il suo concept da free-roaming vecchio stile, con le missioni tutte uguali ed una certa inconsistenza che si palesa dopo qualche ora di gioco. Il sistema di combattimento, all'epoca dell'uscita elemento di grande originalità, è stato superato da congeneri più moderni, mentre la sequenza di quest principali e secondarie si porta avanti un po' stancamente, senza che gli interventi del team, sul fronte narrativo o strutturale, riescano a renderla davvero interessante. Per il resto, anche i miglioramenti tecnici non sono eccezionali: bastano ad aggiornare il look del prodotto, ma non a renderlo veramente competitivo, per via di modelli poligonali poco elaborati, di qualche bug invadente e di un framerate non certo stratosferico. Quello che resta del titolo, due anni dopo la pubblicazione, è insomma la ricostruzione meticolosa e affascinante di Hong Kong, ambientazione poco abusata e conturbante. Fare un giro per le strade della metropoli orientale ha ancora oggi il suo fascino, e da questo punto di vista non possiamo che ripetere il plauso che facemmo al team di sviluppo nel 2012. Anche a livello quantitativo Sleeping Dogs si difende bene: se siete fra quei giocatori che apprezzano il “giocazzeggio” tipico dei sandbox, avrete un bel da fare, considerando pure la presenza di due corposi DLC inclusi nel pacchetto. Sleeping Dogs, insomma, è invecchiato molto in fretta, ma ha ancora qualche sorpresa per i fan del genere che non abbiano mai avuto modo di giocarlo. Se invece l'avete già provato, potete dedicarvi ad altro.

    7.2

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