Sniper Elite 4 Recensione

Rebellion ci catapulta in Italia con Sniper Elite 4, nuova incarnazione del suo famoso brand a base di cecchinaggio a raggi X e nazisti da sterminare.

Sniper Elite 4
Recensione: PC
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Le prossime settimane saranno particolarmente intense per gli amanti del cecchinaggio virtuale: non solo metteremo le mani su Ghost Recon Wildlands e Sniper: Ghost Warrior 3 (con le loro personali interpretazioni dello sniping: più arcade e accessibile il primo, più improntato sulla tattica e lo stealth il secondo), ma avremo anche modo di confrontarci nuovamente con il "re" - commercialmente parlando - di questo genere videoludico: ovvero Sniper Elite, brand nato nel 2005 e giunto ormai alla sua quarta incarnazione.
    Con Sniper Elite 4 Rebellion ha deciso di proseguire sulle tracce lasciate dall'episodio precedente, valorizzando nuovamente l'ampiezza di mappa e riproponendo l'adrenalinico gameplay che ha reso celebre la serie. Lucidate quindi i fucili e preparatevi a sterminare centinaia di nazisti a colpi di "cecchinate" trascendentali ed esplosioni di organi interni. Prima di premere il grilletto, però, leggete la nostra recensione.

    Disclaimer: Purtroppo, per mancanza di giocatori nella versione PC, ci è stato impossibile testare il comparto multigiocatore cooperativo e competitivo offerto dal titolo. Nei prossimi giorni, non appena Sniper Elite 4 verrà reso disponibile su Steam, vi proporremo uno speciale dedicato.

    Italia: paese del sole, del mare...e delle cecchinate

    La forza di Sniper Elite è sempre stata quella, un po' come nei primi Call of Duty, di saper mescolare efficacemente finzione e autenticità storica, dando vita a esperienze appaganti e dal forte sapore cinematografico. E Sniper Elite 4 non rinuncia ovviamente a questa prerogativa: il gioco ci catapulta, infatti, di nuovo nel bel mezzo di una missione segreta, che si svolge parallelamente agli iconici eventi che hanno caratterizzato il secondo conflitto mondiale. Mentre Eisenhower e gli Alleati si preparano a sbarcare in Sicilia durante la celebre Operazione Husky del 1943, noi, ancora una volta nei panni dell'eccezionale cecchino americano Karl Fairburne, ci troviamo impegnati su un altro fronte dello stivale, nel tentativo di sabotare la produzione di massa di una nuova, letale arma nazista (dopo il super carro armato del terzo capitolo), che protrebbe volgere le sorti della guerra in favore dell'armata del Fuhrer: un missile a lunga gittata in grado di distruggere qualsiasi nave nemica in avvicinamento al suolo italico senza poter essere intercettato. Un incarico di assoluta importanza, dunque, che ci trascinerà in giro per alcuni scenari fittizi dell'Italia Meridionale, tra cui spiccano San Celini (isola dove i nazisti hanno distrutto numerose navi italiane come prima dimostrazione della potenza del missile), Bitanti (villaggio in cui si consuma la strenua lotta tra l'esercito tedesco e la resistenza partigiana) e Lorino (cantiere navale nel quale persino la Mafia ha le mani in pasta).

    Avviata la campagna principale, ci viene innanzitutto dato modo di impostarne la difficoltà: abbiamo a disposizione ben quattro livelli differenti (Cadetto, Marksman, Sniper Elite e Autentico), ognuno contraddistinto da una diversa incidenza della balistica e dell'aggressività dei nemici. C'è però anche una quinta via, grazie alla quale è possibile intervenire singolarmente sui parametri relativi al gunplay e all'intelligenza artificiale: si può migliorare l'abilità e la resistenza dei soldati, rendere più efficace la forza del vento sulla traiettoria dei proiettili (fondamentale per aumentare il "realismo" delle cecchinate) oppure smorzare la capacità d'attutimento del suono fornita dai silenziatori; tutti aspetti insomma che permettono di personalizzare al meglio l'esperienza di gioco.
    Una volta messo piede sul campo di battaglia, come anticipato, ci si accorge subito che i ragazzi di Rebellion hanno optato per una struttura di gioco sostanzialmente identica a quella di Sniper Elite 3: bisogna infatti esplorare nuovamente scenari molto ampi e stilisticamente diversificati, e che prevedono lo svolgimento di incarichi principali e secondari via via sempre più rischiosi e numerosi. Sebbene tuttavia le missioni tentino progressivamente di aggiungere qualche incognita in più all'equazione di base che sostiene la campagna, gli obiettivi, soprattutto quelli collaterali, sono bene o male sempre gli stessi: si va dall'eliminazione di alcuni ufficiali nazisti di alto rango alla distruzione di specifici target sensibili (camion, depositi di munizioni, cannoni e via discorrendo), passando per la necessità di entrare in contatto con personaggi di spicco, al fine di concordare importanti scambi di favori tra le fazioni impegnate in guerra.

    Ad aggiungere sostanza al contesto, dunque, ci penserà la massiccia presenza dell'esercito nazista, impegnato a pattugliare ogni singolo teatro del conflitto con varie tipologie di unità di fanteria, di veicoli terrestri e di mezzi marittimi.
    È per questo motivo che, prima di poter imbracciare il fucile e far saltare qualche testa o qualche blindato, è necessario trovare un buon punto di vantaggio (come un promontorio o una torre d'osservazione), tirare fuori il binocolo e procedere alla marcatura di tutti i nemici in vista, così da avere chiaro il loro posizionamento e, nel caso si effettui una scansione prolungata, anche il loro equipaggiamento.
    A questo punto, la palla passa completamente in mano al giocatore, che può scegliere di agire in furtività, cecchinando gli avversari isolati con proiettili silenziati e sbarazzandosi dei rimanenti eliminandoli alle spalle, oppure, come se fosse posseduto dall'anima del soldato Jackson de Salvate il soldato Ryan, sparare indiscriminatamente a tutto e a tutti, godendosi, come al solito, le spettacolari kill cam a raggi X che hanno reso famoso il franchise.
    Una volta imbracciato il fucile e presa la mira, l'esperienza di tiro offerta da Sniper Elite 4 è pressoché identica a quella saggiata nei capitoli precedenti: si tara il mirino per compensare la caduta del proiettile, si osserva la direzione e la forza del vento, si trattiene il respiro (finché i battiti del cuore non finiscono per destabilizzare la mira) e si preme il grilletto. Il nostro consiglio spassionato, se volete godervi un'esperienza davvero divertente e capace di offrire un solido di grado di sfida, è quello di disattivare una sorta di preview che indica con precisione dove andrà a finire il proiettile una volta effettuate tutte le tarature del caso. Fidatevi: ne vale la pena. Al massimo, se proprio non doveste sentirvi a vostro agio, vi basterà fare una capatina nello splendido poligono di tiro accessibile direttamente dal menù principale, dove potrete affinare le vostre capacità con tutte le armi, cimentandovi in alcune simpatiche sfide a tempo.

    Co-op e Competitivo

    Non essendoci ancora stato possibile saggiare il comparto multigiocatore del titolo, possiamo semplicemente elencarvi le diverse modalità cooperative e competitive presenti. Come il precedente capitolo, è possibile affrontare l'intera campagna in co-op, sia con qualche amico sia aprendo la propria partita a qualche giocatore disponibile in rete. Non manca altresì una modalità Sopravvivenza, dove, in compagnia di tre alleati, occorre difendere una postazione dall'assalto di numerose ondate nemiche all'interno di arene speciali. Per quanto riguarda il competitivo, invece, abbiamo ben sei modalità: Deathmatch e Re dalla Distanza (entrambe con la loro variante a squadre), Attraversamento Vietato e Controllo (una sorta di modalità Conquista). Nell'attesa delle considerazioni complessive sul comparto multigiocatore, vi consigliamo di leggere il nostro primo feedback nell'hands-on del mese scorso, durante il quale abbiamo potuto testare le modalità Controllo e Sopravvivenza.

    Indipendentemente dall'approccio tattico adottato, è sempre bene tenersi pronti all'eventualità di attirare l'attenzione dei soldati nelle vicinanze, i quali, una volta allertati, cercano immediatamente di triangolare la posizione da cui provengono gli spari, effettuano una timida perlustrazione dell'area e, nel caso dovessero individuarci fisicamente, trasformano l'indagine in un vero e proprio assalto frontale, più o meno aggressivo in base impostazioni della difficoltà. Per questo motivo, l'approccio migliore resta quello già sperimentato nel terzo episodio: sparare un paio di colpi e riposizionarsi rapidamente nelle vicinanze (sfruttando magari edifici e cespugli). È qui, però, che viene a galla il più grande difetto congenito della serie: quello appunto relativo all'intelligenza artificiale. Innanzitutto, è bene sottolineare che, essendo le mappe quasi sempre pattugliate da almeno un centinaio di nemici, i Rebellion hanno preferito far sì che, una volta scattato l'allarme, non tutti i nazisti convergessero sulla nostra posizione, optando invece per un avvicinamento progressivo di un massimo di cinque/dieci unità. Una scelta sicuramente sensata, almeno dal punto di vista del bilanciamento dell'esperienza, ma che finisce inevitabilmente per creare quella sorta di effetto "a ondata" che ci permette di cogliere più facilmente di sorpresa i piccoli gruppetti in avvicinamento, da sbaragliare sfruttando le numerose trappole a nostra disposizione (come tnt, granate adesive e i barili esplosivi). Come se non bastasse, i soldati nazisti continuano ad avere una consapevolezza abbastanza limitata di quello che gli accade intorno, reagendo talvolta in maniera poco credibile anche in caso di uccisioni nelle loro immediate vicinanze o in presenza di alcuni ordigni pronti a deflagrare sotto i loro piedi (in altre situazioni, invece, in modo del tutto arbitrario, sono in grado di notarli e persino disinnescarli).
    Avanzando via via nella campagna principale, insomma, traspare la netta volontà del team di stimolare l'utente a giocare al gatto e al topo con il nemico nazista, prediligendo la creatività e la spettacolarità delle eliminazioni alla sfida dettata da un'eventuale approccio stealth, il quale, sebbene possibile, nella maggior parte dei casi finisce per svilire la caotica filosofia che permea la produzione. E ciò si nota soprattutto nell'organizzazione di certe zone specifiche della mappa: piene zeppe di unità di fanteria, osservatori (a cui si può sottrarre la pistola per lanciare un attacco d'artiglieria), radioperatori (capaci di chiamare rinforzi), cecchini (in grado di sorvegliare grandi porzioni dell'area) e finanche mezzi blindati (Panzer III e AB41) a protezione di un obiettivo. Con una simile gamma di possibilità alternative, alle volte risulta davvero difficile non solo completare l'obiettivo stesso, ma addirittura rinunciare al piacere dello scontro e della carneficina immediatamente successiva.

    Al termine di ogni missione, è possibile visualizzare un recap dell'esperienza ottenuta in base alle uccisioni e ai diversi incarichi secondari completati, con dei bonus sostanziosi nel caso avessimo adempiuto alcune delle sfide extra offerte dal titolo. È presente anche un diagramma delle abilità con diversi tier, sbloccabili ogni cinque livelli, che fornisce fino a un massimo di sei bonus (maggior numero di munizioni, riduzione dei danni da esplosione, rallentamento della velocità con cui aumenta il battito cardiaco e molti altri) per migliorare le nostre prestazioni sul campo. Per quanto riguarda l'equipaggiamento, grazie ai crediti guadagnati completando le missioni, sarà possibile sbloccare nuovi fucili, armi secondarie, pistole e trappole, ognuno caratterizzato da apposite statistiche di danno e maneggevolezza e da un'estetica estremamente fedele all'armamentario utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale.
    Venendo alla longevità, la campagna di Sniper Elite 4 vi terrà impegnati, a seconda della difficoltà selezionata, per una durata che può andare dalle 8 alle 10 ore di gioco, le quali potrebbero comunque anche aumentare nel caso decideste di procedere alla raccolta di tutti i collezionabili (lettere e statue) sparsi per le ambientazioni.
    Dal punto di vista tecnico l'ultima fatica dei Rebellion è certamente un prodotto che si lascia ammirare con piacere. Ogni scenario, considerata anche l'eccellente vastità e l'ottima diversificazione artistica, ha un colpo d'occhio molto buono, con una pulizia dell'immagine e un utilizzo dell'illuminazione e dei filtri di post-processing decisamente superiori rispetto a quanto visto nella campagna in Africa. Gli effetti particellari e volumetrici sono discreti, soprattutto durante le esplosioni, peccando solamente un po' nella riproduzione del fumo. Anche il level design si è evoluto a dovere, fornendo al giocatore la possibilità di muoversi su più livelli della mappa, di introdursi all'interno di numerosi edifici e di raggiungere zone sopraelevate che si prestano particolarmente bene al cecchinaggio spietato.
    A proposito di mobilità: le legnose animazioni di Sniper Elite 3 sono state perfezionate e rese più fluide. con corse, salti e arrampicate certamente più credibili e piacevoli da guardare. Non sorprendono invece le cutscene né la modellazione di personaggi principali e secondari: colpa di una mole poligonale abbastanza limitata e di texture che non fanno certo gridare al miracolo. Le prestazioni, al livello massimo del dettaglio, con una configurazione dotata di GPU NVIDIA GTX 1070 e processore Intel i5-3570k, sono state ottimali sia in DirectX 11 sia in DirectX 12, mantenendosi costanti a 60 fps in tutte le situazioni, senza alcun cedimento di sorta.

    Sniper Elite 4 Sniper Elite 4Versione Analizzata PCChi sceglie di giocare a Sniper Elite non lo fa per il suo sottofondo tattico o per la sua interessante balistica: lo fa per mettere a ferro e fuoco i campi di battaglia del secondo conflitto mondiale e, soprattutto, per far esplodere centinaia di crani nazisti. E in questo Sniper Elite 4 non è certamente secondo a nessuno. Sebbene l'intelligenza artificiale continui a mostrare alcune delle defezioni del passato, il cecchinaggio a raggi X e l'utilizzo delle trappole restano sempre appaganti, soprattutto nel momento in cui si rinuncia integralmente a tutti quegli aiuti che appiattiscono la balistica e l'aggressività dei nemici. Anche tecnicamente, almeno su PC, il titolo si difende alla grande: alcuni scenari sono davvero splendidi (come il Viadotto Regilino e il Monastero di Abrunza) e, in generale, l'immagine ci è parsa più pulita rispetto al precedente episodio, grazie ad effetti di post-processing e particellari di discreta fattura. Ci dispiace solo non aver potuto testare il comparto multigiocatore - corredo comunque secondario di questo Sniper Elite - sul quale però torneremo con uno speciale dedicato non appena il titolo verrà reso disponibile per tutti sullo store di Valve.

    Steam

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: Intel i5-3570k
    • RAM: 8 GB
    • GPU: Nvidia GTX 1070
    7.7

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