Soul Hackers 2 Recensione: un JRPG dal gameplay profondo

Abbiamo recensito Soul Hackers 2, che ha saputo stupirci grazie ad alcune novità degne di nota, al netto di qualche incertezza di natura grafica.

Soul Hackers 2
Recensione: PC
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Da sempre impegnata nello sviluppo di giochi di ruolo à la giapponese, nel corso dei decenni la compagnia nipponica ATLUS ha confezionato una carrellata di titoli di ottima fattura, i cui massimi esponenti vanno attualmente identificati in Persona 5 e nella sua ancor più strabiliante riedizione Royal (per tutti i dettagli correte a rileggere la nostra recensione di Persona 5 Royal). Tuttavia, se da una parte le mirabolanti avventure dei Phantom Thieves of Hearts protagonisti di hanno raccolto innumerevoli consensi in tutto globo, incrementando a dismisura la popolarità di Persona (e più in generale dell'intero franchise Megami Tensei), dall'altra il quinto episodio della serie è divenuto una sorta di ostacolo con cui tutte le nuove produzioni di casa ATLUS devono necessariamente confrontarsi.

    In attesa che il colosso tiri fuori dal proprio cilindro magico anche il fantomatico Persona 6, abbiamo recentemente posto sul banco di prova il tanto atteso Soul Hackers 2, che ricordiamo atterrerà su PC e console il prossimo 26 agosto. Dopo aver esplorato in lungo e il largo il nuovo episodio del filone Devil Summoner, è tempo di scoprire se ATLUS sia riuscita o meno a confezionare un'esperienza all'altezza delle aspettative.

    Una catastrofe preannunciata

    Lo diciamo in partenza, per evitare il benché minimo equivoco. Pur essendo il sequel di quel Devil Summoner: Soul Hackers che nel 1997 fece la gioia dei possessori di SEGA Saturn e attualmente reperibile su Nintendo 3DS (qui trovate la recensione di Shin Megami Tensei - Devil Summoner: Soul Hackers), il nuovo titolo propostoci dallo sviluppatore non richiede particolari conoscenze pregresse circa la saga. Del resto, la scelta di intitolarlo soltanto come "Soul Hackers 2", senza alcun riferimento alla serie principale o al filone spin-off cui appartiene, la dice lunga circa le intenzioni di ATLUS di espandere il target a un pubblico più vasto.

    Come anticipato nel nostro recente provato di Soul Hackers 2, il mondo è prossimo alla rovina. Nonostante gli sforzi della Yatagarasu, un gruppo sovranazionale con sede in Giappone che per anni si è prodigato dietro le quinte per proteggere l'umanità dalle minacce sovrannaturali, i membri della cosiddetta Cerchia Demoniaca si accingono a evocare sulla Terra un essere che compare a cicli prefissati, lasciandosi dietro morte e distruzione.


    Secondo alcune religioni, che tra l'altro documentano alcuni precedenti incontri con l'Essere Supremo, la sua venuta si conclude ogni volta con la fine del mondo. Essendo il culmine di tutte le tecnologie sviluppate dall'uomo, una nuova forma di vita nata nella rete della Terra ha però utilizzato il proprio potere computazionale per elaborare previsioni estremamente precise ed evitare con ogni mezzo possibile il catastrofico evento alle porte.

    Al fine di scongiurare l'imminente disastro, Aion, che di solito si limita a osservare la società umana senza mai intervenire, ha infatti donato una forma materiale alle sue agenti, Ringo e Figue, affinché possano addentrarsi per le strade di una metropoli dalle tinte cyberpunk e proteggere degli individui necessari alla sopravvivenza della vita sulla Terra. Dal momento che la fine sarà innescata proprio dalla loro prematura dipartita, le agenti create dall'osservatore neutrale si dividono per rintracciare in fretta furia i rispettivi obiettivi, che tuttavia sono già stati eliminati a sangue freddo dalla Cerchia Demoniaca. Dimostrando una certa caparbietà e incurante dei rischi, la spericolata Ringo ricorre tuttavia alla tecnologia proibita chiamata "hackeraggio dell'anima" per entrare in risonanza con l'anima del deceduto Arrow - un giovane Evocatore di Demoni per qualche motivo indispensabile per evitare l'arrivo dell'Essere Supremo - e riportarlo miracolosamente in vita.

    Reclutati altri due comprimari in circostanze altrettanto eccentriche, che preferiamo non raccontarvi per non precludervi il piacere della scoperta, la protagonista Ringo diverrà a sua volta un'Evocatrice di Demoni per impedire al misterioso Maschera di Ferro, leader della Cerchia Demoniaca, di allungare le mani sui cinque doni divini che, una volta riuniti, spalancherebbero le porte al terrificante cataclisma pronosticato da Aion.

    Benché Soul Hackers 2 affronti i soliti temi triti e ritriti che il brand di MegaTen si trascina dietro sin dagli albori, l'intreccio dai toni drammatici e maturi ha saputo coinvolgerci ben oltre le nostre previsioni, anche grazie a una scrittura di altissimo livello e al coinvolgimento di un cast magistralmente caratterizzato.

    Squisitamente cupo e brutale, lo spin-off racconta un'epopea traboccante di dolorosi colpi di scena e sequenze di violenza che per tutta la durata della campagna si assicurano di tenere sempre alta la curiosità del giocatore, arrivando a toccarne le corde emotive. Con una longevità di 40 ore circa, a seconda del tempo dedicato ai meno stimolanti contenuti opzionali, Soul Hackers 2 è insomma un titolo capace di tenere incollati davanti allo schermo per intere giornate con un vorticoso crescendo di emozioni.

    Squadra che vince non si cambia

    Mentre la stragrande maggioranza delle saghe ruolistiche nipponiche ha progressivamente abbandonato i turni in favore dell'azione in tempo reale, ottenendo dei risultati non sempre soddisfacenti, ATLUS continua invece a osservare le proprie tradizioni e Soul Hackers 2 non fa eccezione alla regola. Rigorosamente a turni, il sistema di combattimento del prodotto è mutuato dai più recenti episodi di Persona e Shin Megami Tensei, seppur con qualche interessante innesto.

    Il rodato "Press Turn" system suddivide in cicli ben distinti le fasi di azione degli alleati e dei loro avversari: diversamente da quanto accade in genere nei JRPG, durante il proprio turno il giocatore è infatti chiamato a impartire ordini a tutti e quattro i combattenti in campo, il che costringe i nemici a rispondere solo dopo aver subito l'offensiva dell'intero party. È una peculiarità di MegaTen che da sempre valorizza l'adozione di strategie articolate, nonché finalizzate a sfruttare i punti deboli della controparte. I Demoni affrontati strada facendo da Ringo e soci presentano anche stavolta delle resistenze e debolezze elementali che determinano l'efficacia degli assalti: suddivise in svariate categorie, centinaia di creature ispirate a miti e leggende possono avvalersi delle proprietà del fuoco o del fulmine, assorbire gli incantesimi di ghiaccio o risultare del tutto immuni agli attacchi fisici. Studiare e servirsi a proprio vantaggio delle caratteristiche dei singoli è quindi la chiave per massimizzare i danni inflitti, risparmiare preziosi Punti Magia e conseguire la vittoria, anche perché le difese dei nostri Evocatori di Demoni funzionano allo stesso modo. Stipulando contratti con esseri sempre più potenti e talvolta grotteschi, Arrow e gli altri hanno la facoltà di "equipaggiare" letteralmente i Demoni reclutati, acquisendone temporaneamente le abilità, le resistenze e persino i punti deboli.

    Tenendo presente che un Evocatore può vincolarsi a una sola creatura per volta, durante la formazione delle coppie è dunque imperativo assicurarsi che i quattro componenti della banda abbiano sempre accesso ad almeno un'abilità di ciascuna categoria, in modo tale da poter sfruttare qualsiasi debolezza. A questo proposito, occorre precisare che i Demoni colpiti sul punto debole non perdono un turno come accade ad esempio nei più recenti Persona o in Shin Megami Tensei V, ma al contrario il team di eroi vede accrescere di uno o più unità un valore numerico che a fine turno si traduce in uno speciale attacco extra.

    Chiamata Sabbath e resa in italiano con "Tregenda", questa meccanica prevede infatti che un Demone della squadra si materializzi sul campo di battaglia ad ogni debolezza usata a proprio vantaggio, per poi lanciarsi in uno spettacolare attacco di gruppo nella fase che precede il turno dei nemici. A ragion veduta, non è affatto esagerato asserire che i turni di Ringo e compagni servano perlopiù a incrementare il più possibile la combo della Tregenda e schiacciare la fazione avversaria con una micidiale mossa all'unisono.

    Tenendo presente che questa colpisce ogni singolo Demone in campo, inclusi quelli non presi di mira da Arrow e compagnia cantante, la suddetta meccanica è senza ombra di dubbio la novità più sfiziosa di Soul Hackers 2, nonché lo strumento ideale per chiudere uno scontro in un solo turno e demolire agevolmente gli oppositori più coriacei.

    Difficoltà adattabile e procedimenti automatici

    I titoli di casa ATLUS sono sempre stati caratterizzati da un livello di difficoltà sopra la media, tuttavia negli ultimi tempi lo sviluppatore giapponese si è prodigato per fornire anche ai neofiti gli strumenti necessari per godersi l'esperienza senza troppi problemi. Nel caso specifico di Soul Hackers 2, va detto che il prodotto include infatti un selettore di difficoltà che semplifica le battaglie e viceversa. Se la modalità Normale è consigliata agli appassionati del genere, i giocatori al loro primo rodeo potrebbero trovare un valido alleato nella modalità Facile, anche perché manterrebbero l'accesso a tutti i contenuti del pacchetto.

    Chiunque sia infine alla ricerca di sfide proibitive potrà invece ripiegare sul DLC gratuito che, subito dopo il lancio del prodotto, garantirà l'accesso all'opzione "Very Hard", che come suggerito dal nome complicherà non poco l'esistenza degli Evocatori. Come se non bastasse, durante le battaglie è possibile ricorrere alla voce "Assistenza" per scegliere in maniera automatica l'abilità con cui attaccare e assicurarsi di prendere di mira le debolezze nemiche, ammesso che queste siano note.

    La modalità "Attacco Automatico", invece, incrementa a dismisura la velocità del party, spingendo Ringo e i suoi a ricorrere soltanto agli assalti standard. Una soluzione utilissima per vincere in fretta e furia le battaglie più semplici o magari per alleggerire eventuali sessioni di grinding, che a ritmo normale tenderebbero a diventare un tantino noiose.

    Personalizzazione, fusioni e contenuti secondari

    A proposito di novità, se il continuo ricambio di accessori e "Magicristalli" rafforza i parametri dei nostri beniamini e dona vari tipi di bonus, incrementando tra le altre cose l'efficacia degli attacchi elementali o riducendo il consumo di PM, va specificato che in Soul Hackers 2 non è possibile cambiare le armi in dotazione. Chiamati COMP, la spada di Ringo, il mitra di Saizo, la pistola di Arrow e i due sai acuminati di Milady, saranno i medesimi per tutta la durata dell'avventura, ragion per cui sarete liberi di potenziarli continuamente.

    Raccogliendo il denaro e i materiali lasciati cadere dai Demoni sconfitti, la talentuosa quanto avida proprietaria del negozio COMP Smith vi consentirà di sbloccare sempre nuove migliorie, che di volta in volta aumenteranno i parametri, l'affinità coi Magicristalli inseriti al loro interno, le probabilità di mandare a segno un colpo critico, e così via. Soul Hackers 2 prevede uno spropositato quantitativo di power-up per ogni singolo strumento di morte, il che garantisce un profondo e soddisfacente livello di personalizzazione.

    Tra gli oltre cinquanta miglioramenti apportabili al COMP di Ringo, ve ne sono alcuni in particolare che consentono l'accesso alle "Abilità del Comandante", ossia delle tecniche che durante le battaglie offrono delle una vasta gamma di effetti vantaggiosi.

    Attivabili dopo un determinato numero di turni, queste permettono ad esempio di cambiare il Demone equipaggiato da un alleato, ripristinare leggermente i PV della banda, dimezzare per qualche tempo il consumo di PM o magari restringere l'obiettivo della Tregenda a un solo nemico, affinché lo sventurato bersaglio selezionato dal giocatore subisca molti più danni del normale. Considerando che negli episodi della serie Persona possono cambiare il partner demoniaco soltanto gli eroi principali e non i loro vari compagni di squadra, la novità escogitata da ATLUS rientra dunque di diritto tra gli interventi più apprezzati di Soul Hackers 2. Sebbene il titolo sia sprovvisto di un sistema di Social Link sul modello di Persona 5, lo spin-off non è comunque privo di brevi eventi sociali che approfondiscono la comprensione reciproca tra gli alleati e incrementano l'affiatamento con Ringo. Benché la trama possa essere completata senza prestare particolare attenzione a questo singolare valore, la meccanica dell'affiatamento contribuisce alla personalizzazione del party, giacché dà accesso a uno speciale luogo in cui Arrow e gli altri componenti del gruppo possono apprendere le "Abilità Evocatore". Ricreazione simbolica della mente di Ringo e dei costrutti mentali formatisi tra lei e i suoi amici, il "Matrix dell'Anima" è un labirinto sotterraneo che, se esplorato, consente di visionare i ricordi più importanti degli alleati e rafforzare il legame.

    All'interno dei dungeon, inoltre, vi sono dei muri che bloccano la psiche di Milady e soci, che una volta oltrepassati offrono all'utente l'opportunità di apprendere un talento tra quelli disponibili. Poiché il rinnovo dell'equipaggiamento e la fusione dei Demoni accessibile nel pittoresco Cirque du Goumaden (una funzione di ritorno che prevede di mescolare i propri partner per ottenerne di nuovi e tramandare loro le abilità più rovinose appartenute ai materiali utilizzati per l'unione) comportano un ingente dispendio di denaro, ATLUS ha preparato una carrellata di missioni secondarie che, se completate, premiano gli sforzi del giocatore con sommette interessanti.

    Trattandosi comunque di fetch quest per giunta slegate dalla vicenda principale, le richieste degli NPC ci sono parse piuttosto noiose, tant'è che durante la nostra prova abbiamo racimolato la pecunia necessaria ai vari investimenti setacciando in lungo e in largo il Soul Matrix.

    A questo proposito, una novità chiamata "Ricognizione Demoniaca" vede Ringo mandare in avanscoperta i Demoni del team ogni volta che il gruppo entra in un labirinto, così da far trovare loro ingenti somme di denaro, materiali rari e gli oggetti richiesti per completare le missioni secondarie. Non solo per raccogliere il bottino rinvenuto dai Demoni è sufficiente girovagare per il labirinto e interagire con le nostre creature, ma di tanto in tanto queste tendono pure a presentarci nuovi partner da assoggettare! In sostanza, dedicandosi al completamento del Matrix è quasi impossibile rimanere a corto di fondi.

    Il peso delle origini cross-gen

    Se ci dichiariamo assolutamente soddisfatti della narrazione e del gameplay di Soul Hackers 2, lo stesso non si può dire per le sue performance tecniche e per la direzione artistica. Sviluppato col motore grafico Unity, lo spin-off appare un tantino datato persino per gli standard della scorsa generazione, coi suoi modelli poligonali che prestano spesso il fianco a spigoli e texture di bassa definizione (risultano particolarmente evidenti durante i primi piani).

    Nel complesso, le fattezze dei personaggi non rendono giustizia ai meravigliosi artwork realizzati dal fenomenale Shirow Miwa, che in passato aveva già curato il character design del titoli appartenenti al franchise di 7th Dragon (siete a un click di distanza dalla recensione di 7th Dragon III Code:VFD per Nintendo 3DS).

    Nutriamo qualche riserva anche sulla resa delle ambientazioni e in particolare sui dungeon, che rispetto agli splendidi Palazzi di Persona 5 paiono davvero poco ispirati: semplici e troppo simili tra loro, questi non sono altro che blandi corridoi interminabili, dove le texture vengono riutilizzate di continuo. Abbiamo condotto i nostri test su PlayStation 5, dove Soul Hackers 2 presenta due opzioni grafiche, le quali prediligono rispettivamente la risoluzione nativa in 4K e i 60 frame per secondo.

    Sono però i tempi di caricamento ad averci lasciato un certo malcontento, giacché l'azione s'interrompe per alcuni istanti ogni volta che Ringo si sposta da una zona all'altra o comunque raggiunge un diverso piano della struttura esplorata. Nulla da eccepire, invece, sull'accompagnamento musicale realizzato dallo studio di produzione MONACA, che ancora una volta ci ha regalato una colonna sonora vivace, e sulla localizzazione dei testi in italiano, a nostro avviso scorrevole e precisa.

    Soul Hackers 2 Soul Hackers 2Versione Analizzata PlayStation 5ATLUS è riuscita a sorprenderci un’altra volta. Attingendo a un sistema ibrido tra Shin Megami Tensei e Persona, lo studio ha confezionato un’esperienza ruolistica articolata e galvanizzante, che nulla ha da invidiare ai migliori JRPG degli ultimi anni. Se la Tregenda si è rivelata un’eccellente alternativa agli ormai classici All-Out-Attack, impreziosendo e rinnovando un sistema di combattimento già articolato e profondo come il “Press Turn” System, la Ricognizione Demoniaca ha invece saputo snellire notevolmente la componente esplorativa, nonché la raccolta di fondi, materiali e il reclutamento di nuovi Demoni. Per il rovescio della medaglia, la natura cross-gen e una direzione artistica disorganica hanno impedito al prodotto di puntare all’eccellenza, dimostrando ancora una volta quanto ATLUS debba migliorare sul fronte grafico e prestazionale. In definitiva Soul Hackers 2 potrà non essere il nuovo Persona 5, ma va più che bene così.

    8.5

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