Recensione Space Invaders Extreme

Space Invaders compie trent’anni. Esiste modo migliore per festeggiare?

Recensione Space Invaders Extreme
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  • Sono già passati trent’anni?

    Videogiocatori d’un tempo, rassegnatevi: siete invecchiati. Nemmeno ve ne siete accorti ma sono già passati trent’anni da quando cercavate, invano, di attirare l’attenzione delle ragazze urlando ai quattro venti il vostro ultimo record ottenuto in Space Invaders. Sono accadute moltissime cose da allora: Super Mario Bros., diverse console lanciate sul mercato, l’affermazione di nuovi fenomeni come quello dei MMO e sì, anche l’arrivo dei primi capelli bianchi. Del resto nemmeno ve ne rendete conto, ma iniziate a parlare un po’ come fanno gli anziani: una volta c’era solo il joystick, il cabinato e l’home computer. Iniziate anche a odiare le cose nuove, come ad esempio il servizio Live. Ai vostri tempi, quando c’erano le mezze stagioni e Sean Connery non era ancora così bello, se il vostro avversario vi batteva, potevate almeno tirargli una sonora sberla e mandarlo nel solito luogo, ben noto, quello lontanissimo da casa vostra e dalla vostra console.
    In tutto questo continuo cambiare, innovare, progredire, in questo immenso panta rei che ha relegato il vostro adorato Commodore 64 in cantina, non si è comunque persa l’abitudine del remake, del vecchio capolavoro riscoperto, rispolverato e riproposto. L’hanno fatto milioni di volte con Arkanoid e almeno altrettante con Space Invaders e i risultati, salvo qualche rarissima eccezione, vi hanno sempre deluso. Questo però è un anno importante: il titolo Taito compie infatti trent’anni. E come festeggiare il compleanno se non con l’ennesima riproposizione del videogioco più famoso di tutti? Voi, videogiocatori d’altri tempi, ormai avete creato una corazza psicologica, e per non soffrire troppo guardate già con sospetto e scetticismo a Space Invaders Extreme. Certo, troppe delusioni portano a questo, ma, almeno stavolta, fareste bene a tranquillizzarvi e a osservare con occhio diverso la produzione Square-Enix.

    Gli alieni esistono e si muovono a zig-zag.

    I pochi che non conoscono Space Invaders devono pensarlo come uno sparatutto di impronta arcade a schermata fissa. Nella parte inferiore del display, la vostra astronave che può esclusivamente muoversi orizzontalmente e sparare. Dall’altra, invece, gli invasori, gli alieni che tra un colpo di laser e l’altro si avvicineranno al vostro velivolo lentamente ma inesorabilmente, spostandosi in formazione. La strana danza eseguita dagli extraterrestri, destra-giù-sinistra-giù-destra, scandisce insomma il tempo massimo entro il quale possiamo eliminare tutti gli avversari, stando anche attenti all’apparizione di particolari astronavi che se colpite forniscono una manciata di punti extra. Tempismo, mira e sangue freddo: queste le abilità richieste per diventare un campione di Space Invaders.
    Space Invaders Extreme non dimentica le sue origini e ripropone identicamente questo semplice schema. Eppure anche gli altri disastrosi remake non hanno variato più di tanto la formula. Cosa rende allora così particolare questo Space Invaders? Cosa riesce a rendere un gioco vecchio di trent’anni fedele alla sua tradizione eppure ugualmente attuale e moderno? La risposta, in parte, è sicuramente da cercarsi nella bontà del gameplay originale, capace nella sua semplicità di sopravvivere al tempo e alle numerosissime innovazioni tecnologiche. Tuttavia è altrettanto indubbio che gli sviluppatori abbiano saputo introdurre i giusti elementi che, non snaturando in alcun modo Space Invaders, lo hanno in qualche modo "potenziato" e reso più profondo. Bastano pochi minuti della modalità Arcade per individuarli tutti.
    Innanzi tutto il ritmo di gioco è aumentato notevolmente. I livelli si susseguono senza interruzione e i plotoni di alieni, una volta eliminati, vengono sostituiti in pochi attimi. Il risultato è un game flow sempre incalzante ma mai caotico, scandito da un veloce susseguirsi di stage.
    Altro elemento importante è la varietà dei nemici che incontreremo. Si va dai classici alieni, capaci solo di sparare qualche colpo, a veri e propri kamikaze che abbandonando il resto del plotone e si lanceranno in un attacco semi-suicida, passando per quelli dotati di scudo, ed incontrando persino astronavi nemiche di diverse dimensioni (enormi o piccolissime). Il videogiocatore, insomma, non incontrerà mai due schemi uguali nel corso della modalità Arcade. Ulteriore carne sul fuoco la mettono gli scontri con i boss, che spiccano per inventiva. Ora sviluppandosi su uno schermo, ora sull’altro, i boss fight sono caratterizzati da un ottimo equilibrio: mai troppo difficili, mai troppo lunghi o ridondanti, divertono e rappresentano il degno sbarramento tra un livello e l’altro.

    Musica e colori. Pronti per un’invasione psichedelica?

    Altri due, tuttavia, sono gli elementi che rendono irresistibile la produzione Square-Enix.
    Il primo è la possibilità di concatenare combo eliminando solo gli alieni dello stesso colore. Distruggendone quattro verdi, per esempio, non solo otterremo un bonus di punti, ma verremo anche premiati con un power-up per il vostro laser. Tuttavia è solo creando catene doppie, ovvero abbattendo quattro ufo dello stesso colore e successivamente altri quattro di un altro, che permetterete la comparsa di una navicella particolare che attraverserà lo schermo orizzontalmente. Colpendola verrete introdotti in una sorta di roulette dove potrete ottenere un incremento del vostro punteggio e vite extra, oppure sarete trasportati in un livello bonus. Soddisfacendo una particola richiesta, come quella di distruggere un certo numero di ufo nel giro di pochi secondi, entrerete in modalità “Fever”, che per un tempo limitato vi garantirà più punti per ogni nemico distrutto e una potenza di fuoco maggiore. Questa semplice introduzione si rivela azzeccatissima per la natura arcade del titolo. Completare nel minor tempo possibile il livello, infatti, si traduce in uno score maggiore e quindi creare combo su combo, per ottenere “Fever Time” o power-up per la vostra arma, sarà il vostro paradigma assoluto. Partita dopo partita, inoltre, imparerete a memoria i vari schemi nemici che vi fronteggeranno: sfrutterete così strategicamente la vostra conoscenza, magari scegliendo di utilizzare quel particolare tipo di laser efficace contro una specie di ufo.
    Insomma, questo sistema di combo non si rivela efficace solo da un punto di vista puramente arcade, ma dona maggiore profondità a Space Invaders, permettendovi anche di creare tattiche d’attacco ben ragionate.
    L’altro elemento che rende il titolo psichedelico è la perfetta sintonia che si crea tra gameplay, audio e video.
    La vostra astronave e gli ufo che appariranno nello schermo inferiore (mentre su quello superiore potrete visionare il punteggio) sono caratterizzati da uno stile 8-bit che richiama direttamente gli sprite del gioco originale. Dotate di colori sgargianti, le loro sagome spiccheranno su uno sfondo composto immagini psichedeliche che, facendo uso ora di scritte luminose, ora di lettere che impazzano da una parte dello schermo all’altra, amplificano la frenesia del gameplay e creano un ambiente futuristico, affascinante e visivamente bello da osservare.
    Ma questi colori, questi movimenti, così come la danza degli ufo e la vostra stessa battaglia contro di essi, rimarrebbero anonimi e privi di vero mordente se a confezionare il tutto non ci pensasse una colonna sonora non solo qualitativamente sopra le righe, ma capace di influenzare le sessioni di gioco. Su basi per lo più tecno e dal ritmo ben scandito, ogni azione non farà altro che amplificare le musiche di sottofondo. Una scarica di laser si traduce in un ulteriore beat, mentre l’esplosione di una bomba causa un colpo di piatti.
    Il risultato di tutti questi elementi è un gioco di fuoco, suoni e colori, capace di trasportarvi e intrattenervi per ore in compagnia del DS.

    La guerra dei mondi.

    Le modalità di gioco presenti, del resto, vi aiutano a cadere nel tunnel dell’assuefazione.
    Accanto alla modalità Arcade, che livello dopo livello, boss dopo boss, vi porterà agli inevitabili crediti finali, troviamo quelle denominate Stage, Classifica e Multigiocatore.
    Se con la prima di queste potrete affrontare i singoli stage incontrati nella modalità principale, tramite la Classifica, inizierete la partita dal primo livello con il solo intento di fare più punti possibili. I vostri score, infatti, una volta giunti al game over, saranno inviati e inseriti nella classifica globale sfruttando la Nintendo Wi-Fi Connection. Tuttavia, fortunatamente, l’utilizzo dell’on-line non si limita a questo unico aspetto. Il multiplayer, infatti, va ben oltre alle partite in locale sfruttando il game-sharing: volendo potrete sfidare un altro utente proprio tramite la Wi-Fi Connection. Le partite a più giocatori, tuttavia, prevedono una sola modalità: affrontando un determinato numero di schemi, vince chi sopravvive più a lungo o chi totalizza lo score maggiore. In tutta la sua semplicità, gli amanti dei giochi arcade potrebbero sbizzarrirsi per ore nel tentativo di dimostrare chi è il più forte giocatore di Space Invaders del mondo.
    Insomma, pur non eccellendo in varietà, le modalità di gioco di Space Invaders Extreme garantiscono un’ottima longevità, ed il prodotto diventa così un titolo interessante anche per chi è meno incline alle partite disimpegnate.

    Space Invaders Extreme Space Invaders ExtremeVersione Analizzata Nintendo DSSpace Invaders torna e lo fa in grande stile. Forte di un gameplay collaudato e ampiamente rodato, gli sviluppatori hanno ben capito cosa dovevano mantenere e cosa, invece, aveva bisogno di una svecchiata. Il sistema di combo, il multiplayer, il buon numero di modalità e un perfetto sodalizio tra gameplay, suoni e grafica, rendono questo titolo uno dei migliori remake mai creati del classico Taito. Consigliato a tutti, tanto più a chi ama i giochi arcade, potrebbe risultare poco gradito solo a chi proprio non ha mai digerito Space Invaders o a chi non trova nel miglioramento del proprio score un motivo valido per continuare a giocare. Finalmente, insomma, possiamo proprio dirlo: bentornati alieni invasori.

    8

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