SpellForce 3 Reforced Recensione: a metà tra strategia e gioco di ruolo

Il team Grimlore Games ripropone SpellForce 3 in una versione "Reforced" su console di ultima generazione. Come se la cava questa riedizione?

SpellForce 3 Reforced Recensione: a metà tra strategia e gioco di ruolo
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Spellforce 3 Reforced è il terzo capitolo di una saga nata all'inizio degli anni 2000. Nonostante le sue iterazioni abbiano vissuto nel "sottobosco" videoludico dei giocatori PC per tutto questo tempo, sono sempre state apprezzate da una nicchia di appassionati grazie alla loro natura ibrida, che ha attirato i cultori di due differenti generi videoludici: i fan dei giochi di ruolo e degli strategici in tempo reale.

    Il "tre" nel nome però non deve spaventare i neofiti, perché la scelta di rimasterizzare l'ultimo arrivato è calcolata: Spellforce 3 è il prequel dei primi due e fa da apripista al mondo creato dai ragazzi di Grimlore Games. Questa remastered, infatti, ha l'obiettivo di avvicinare nuovi utenti nella speranza forse di riproporre il primo e il secondo in veste aggiornata e presentare magari una futura e ulteriore incarnazione dell'IP. A prescindere da questo, se siete estimatori dei generi da noi menzionati e dei racconti fantasy, vi conviene proseguire la lettura.

    Il ritorno del Re[mastered]

    Quello che salta fin da subito all'occhio durante le prime ore di gioco è che, per quanto riguarda la trama, le premesse non sono del tutto originali, con la classica storia già sentita della ribellione dei maghi in un mondo dove le arti incantatorie sono mal viste. Spellforce, infatti, prende a pieni mani da universi ben rodati, sfruttati e conosciuti, come ad esempio quello de "Il Signore degli Anelli" di Tolkien. Al fronte di ciò, l'impalcatura narrativa da "high fantasy" funziona bene e le vicende riusciranno a tenervi incollati allo schermo durante le 30/40 ore necessarie per portare a termine l'avventura principale.

    All'inizio dell'opera, per tutta la durata del tutorial, ci ritroveremo a controllare il generale Sentenza Noria, uomo d'arme che ha l'arduo compito di rintracciare e uccidere Isamo Tahar, un potente mago che ha iniziato una ribellione contro la corona. Arrivato con i suoi fedeli compagni al covo segreto di Isamo, Noria scopre che il figlio dell'incantatore ha cercato di tradire il genitore e per questo sta per essere giustiziato. Il prode soldato riesce a salvare il ribelle, che sarà il nostro personaggio durante tutto il corso della campagna.

    Teletrasportati in un apposito menù di creazione, dovremo scegliere una classe di appartenenza per Tahar Junior e personalizzare il suo aspetto, seppur in maniera piuttosto limitata. Dopo un time skip di otto anni il figlio di Isamo sarà diventato un soldato della corona e avrà il compito di indagare su un'epidemia mortale che si sta diffondendo in tutto il mondo, un miasma misterioso e spietato che non sembra avere un'origine certa: l'Ardisangue. Da queste poche premesse si diramano tutte le vicende del racconto che, al netto di una serie di situazioni che sanno di già visto, riesce comunque a risultare godibile grazie a una lore solida e una cosmologia monumentale e curata.

    Ibrido ma semplificato

    Il combat system di Spellforce 3 si divide nel ramo RPG e in quello RTS. Sebbene la visuale isometrica possa ricordare opere come Diablo o Divinity: Original Sin, la ricetta ludica del gioco si allontana da quelle di entrambi per una mancanza di profondità del gameplay (qui la nostra recensione di Divinity: Original Sin 2). Se è vero che le meccaniche contengono tutti gli elementi che hanno reso grande questo genere, è palese che la componente ruolistica sia stata semplificata a causa della presenza di quella strategica.

    Partiamo da quel che è un sistema abbastanza standard e ben rodato da role-playing game: all'inizio dovremo scegliere tre alberi dei talenti per creare la nostra build e assegnare dei punti abilità alle statistiche individuali del personaggio (come forza, destrezza, intelligenza). Ogni eroe sotto il nostro controllo potrà utilizzare tre abilità attive, un oggetto speciale e sarà armato con equipaggiamento esclusivo e più o meno raro per la sua classe. I nemici che ci si pareranno di fronte avranno alcune debolezze elementali, ma nella maggior parte dei casi la forza bruta sarà sufficiente per trionfare negli scontri e lo "spam" delle mosse basterà per spazzare via ogni difficoltà. Al fronte di questo cattivo bilanciamento, siamo rimasti estasiati dal world building: Eo è fantastico, ricco di vita, colossale e immenso. L'esplorazione del giocatore sarà ripagata con segreti, quest ed enigmi, che arricchiranno l'esperienza offerta dall'opera di Grimlore Games. Segnaliamo anche la presenza di scelte multiple all'interno dei dialoghi, capaci di modificare, ma spesso in maniera esigua, alcune conseguenze dell'avventura.

    Se da una parte il sistema di combattimento soffre di evidenti problemi, a bilanciare queste mancanze ludiche dovrebbe intervenire il retrogusto strategico ma in realtà le debolezze non mancano nemmeno in quest'ambito. Inizieremo quasi sempre da un centro centro cittadino dove si potranno addestrare delle truppe base e verranno forniti dei lavoratori con cui avviare la costruzione di edifici per la raccolta delle risorse fondamentali come cibo, legna e ferro (più altri materiali speciali che cambieranno in base alla zona).

    Ogni territorio all'interno dei nostri confini dispone di una quantità diversa e limitata di beni primari che dovremo sfruttare per espandere il nostro dominio bellico. Non aspettatevi un livello di stratificazione degna dei pilastri del genere, perché purtroppo Spellforce fa il minimo sindacale per rendere godibile questo aspetto. I puristi del genere potrebbero addirittura annoiarsi, poiché capaci di arrivare all'obiettivo finale senza alcun sforzo o grandi ragionamenti (a difficoltà standard, s'intende).

    Oltre a una gestione delle risorse anche troppo agevole, la possibilità di utilizzare il nostro party ci è sembrata una scelta sbilanciata. D'altra parte, la sola presenza dei compagni unita al supporto di poche truppe è sufficiente per soverchiare i primi accampamenti che vi troverete di fronte e conquistare una gran quantità di oggetti utili. Da qui il metodo di avanzamento è stato più o meno lo stesso: accumulare nuovi beni dai territori per poi convertirli in eserciti capaci di vincere qualsiasi assedio. Come ogni strategico degno di portare questo nome, le truppe producibili variano a seconda della razza utilizzata (umani, elfi e orchi) e chiaramente vantano caratteristiche differenti. Ogni specie avrà delle debolezze e dei punti di forza ma a difficoltà normale potrete far a meno di ordire piani complessi, poiché la superiorità numerica sarà sempre l'ago della bilancia.

    Insomma, dimenticatevi dello spessore di titoli come Total War (a proposito, avete letto la nostra recensione di Total War Warhammer III?) e se state cercando qualcosa del genere vi consigliamo di guardare altrove. Il mix proposto dai ragazzi di Grimlore Games è riuscito solo in parte; se da un lato i due generi riescono a prendere il meglio dai pilastri a cui si ispirano, non lo fanno mai in maniera approfondita a causa di una limitazione imposta dalla natura ibrida della produzione.

    Scenari mozzafiato e altre modalità

    Da un punto di vista prettamente ludico la produzione vive di alti e bassi ma le cose cambiano quando guardiamo alla direzione artistica. Colossali e dettagliate, le ambientazioni come Mulandir - praticamente l'hub principale - o Luceterna, che ci ha lasciato estasiati di fronte allo schermo, sono da applausi. Anche la scrittura generale ci è parsa ben fatta, con dei personaggi principali e secondari sicuramente carismatici e di spessore. Inoltre l'offerta contenutistica è stata arricchita con diverse altre modalità al di fuori della campagna, che peraltro può essere vissuta online in compagnia di un amico.

    Pensiamo alle schermaglie, le incursioni o i viaggi, che vi consentiranno di giocare attraverso scenari personalizzati in multiplayer. La nostra prova è avvenuta su PlayStation 5 dove il framerate è rimasto granitico anche nelle situazioni più concitate, piene di nemici ed effetti particellari. Talvolta abbiamo incontrato qualche fastidioso bug visivo o siamo incappati in problemi di gestione della telecamera e, francamente, la mappatura dei comandi ci è sembrata un po' scomoda. In ogni caso, per un gioco così pieno di funzionalità consideriamo quasi un "miracolo" la buona riuscita del passaggio da mouse e tastiera a DualSense.

    SpellForce 3 Reforced SpellForce 3 ReforcedVersione Analizzata PlayStation 5Spellforce è un gioco pieno di alti e bassi, soprattutto in ambito ludico, e potrebbe scontentare i puristi dei generi a cui fa riferimento. Detto questo, si tratta di una produzione caratterizzata da scenari unici e da un gameplay peculiare, che potrebbe riuscire ad accontentare chi è in cerca di un'avventura fantasy in grado di offrire una trama interessante.

    7

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