Recensione Splinter Cell: Chaos Theory

Ritorna l'agente segreto Sam Fisher. L'ombra è la sua dimora

Recensione Splinter Cell: Chaos Theory
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  • PS2
  • DS
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  • Xbox
  • NGC
  • Pc
  • Back in action

    Uno dei brand più acclamati degli ultimi anni, convertito persino per cellulari, è tornato per spazzare via la concorrenza ed imporsi nuovamente come leader nel campo degli stealth game e fare da apripista per le future generazioni di titoli incentrati sullo spionaggio.
    Ancora una volta, dunque, non poteva mancare il one man show, avente l’ormai mitico Sam Fisher come protagonista. E’ lui che, come nelle storie precedenti, “canta e porta la croce”, ma stavolta più d’uno resterà sorpreso dallo scoprire che, in fin dei conti, Sam Fisher non è poi così asociale...

    Migliorarsi ancora

    Può un titolo che raggiunge le vette delle classifiche di vendita ed è osannato da pubblico e critica, riuscire con ogni nuova storia, magistralmente ideata dal famoso Tom Clancy, a coinvolgere e stupire sempre più, nonostante l’ormai collaudato e, probabilmente, vetusto gameplay? E può un collaudato gameplay essere migliorato e addirittura ampliato, offrendo nuove situazioni, nonché nuove modalità di gioco? Beh, il dubbio è presto sciolto: Chaos Theory riesce in tutto ciò, conferendo ormai un qualcosa di leggendario alla saga di Tom Clancy, grazie al perfetto connubio tra la formula collaudata di cui sopra e nuove modalità multiplayer che strizzano l’occhio sia all’offline che all’online gaming. Ciononostante la modalità “one man show”, di cui sopra, è ancora il cuore pulsante di un’avventura dai mille risvolti, accattivante e avvincente, in perfetto stile Clancy. Tanto per cambiare, dunque, il nostro agente Fisher sarà impegnato nello scovare un traffico segreto che è alla base di una crisi in Corea, con giochi di potere che si estendono fino in America Latina. Ovviamente Sam sarà solo nell’arco di 10 livelli costellati da missioni primarie e obiettivi secondari che faranno convergere la storia verso la soluzione di un intricato puzzle politico. La base di partenza di un gioco complesso e articolato come questo è sicuramente un buon tutorial, che strizza l’occhio ai neofiti ed esplica le nuove azioni a disposizione del nostro agente segreto. Una prima osservazione va fatta sull’equipaggiamento di Sam, spesso considerato sproporzionato rispetto alla natura delle missioni da lui intraprese. Stavolta, infatti, a differenza di ciò che accadeva in Pandora tomorrow, la scelta delle armi e munizioni è lasciata intermente all’utente, offrendo principalmente tre diverse categorie dalle quali selezionare il tipo di equipaggiamento che più si addice allo stile di gioco e alla missione che si va ad affrontare. Ovviamente le 3 scelte comprendono una versione più “leggera”, orientata cioè all’azione silenziosa e perciò arricchita di oggetti che favoriscono lo spionaggio vero e proprio, quali telecamere ad infrarossi da sparare sui muri per controllare alcune aree o proiettili silenziosi che dispensano scariche elettriche, una “Rambo-style”, ricca quindi di munizioni per le armi da fuoco (ogni commento è superfluo), ed una via di mezzo raccomandata dal capitano, probabilmente la più adeguata per il giocatore comune.
    Un altro aspetto interessante è l’introduzione di un arnese da cucina come il coltello molto utile in diverse circostanze (no, non per tagliare il salame), grazie all’uso che Sam ne fa per tagliare tende o per accedere attraverso barriere “friabili”, nonché caratterizzare le proprie azioni di soppiatto con una presa alla gola non più puramente “tecnica”, ma molto più cinica e “riposante”, proprio grazie all’ausilio dell’utensile sopraccitato. Che la vecchiaia inizi a farsi sentire anche per il nostro eroe?

    Provaci ancora, Sam!

    E’ frustrante e avvincente allo stesso tempo affrontare una missione nei panni di Sam Fisher. Un connubio mistico è quello che spinge ogni videogiocatore ad essere attratto da quel disco per provarci ancora una volta e ancora di più a sfidare il “videoromanzo” di Tom Clancy, dimostrando così a se stessi di potercela fare. Importante, dunque, per alcuni vitale, la possibilità di immortalare la propria posizione all’interno di uno stage per poter ripristinarla in seguito in caso di fine prematura del gioco. Quante volte avrete imprecato a causa del fatto di dover ricominciare tutto daccapo! Bene, Ubisoft è di nuovo con voi e continua ad offrirvi questa splendida opportunità che, a nostro avviso, favorisce, e non poco, l’avvicinamento verso questo genere di titoli da parte anche del famigerato “casual gamer”. Fatta questa puntualizzazione per quelli che non lo sapessero, passiamo ad analizzare nel dettaglio l’azione vera e propria. Va detto innanzitutto che l’AI dei personaggi è migliorata sensibilmente. In Chaos Theory, infatti, le sentinelle non inizieranno a sparare all’impazzata e a correre verso Sam al primo rumore, bensì verranno semplicemente messi sul chi va là e portati ad investigare al fine di avere conferma delle loro sensazioni (tutto ciò, ovviamente, a patto che il nostro alter ego nel gioco non si esponga eccessivamente). A tal proposito si aprono dunque diversi scenari che favoriscono quindi la scelta del giusto approccio. Mettere semplicemente in allerta una guardia non significa provocare un allarme ed avere in men che non si dica tutto l’esercito addosso, ma semplicemente destare sospetti e portarla a compiere giri di perlustrazione, utili al nostro Sam per osservare nell’ombra i suoi movimenti e poter agire con il giusto timing. Spegnere una luce, ad esempio, in un luogo presidiato, porterà le guardie ad insospettirsi e a domandarsi cosa o chi può essere stato, spostandosi così dalle loro postazioni.
    Sta a voi, dunque, decidere come agire e, come sempre ma ancor di più, questo terzo capitolo della saga lascia aperte diverse porte per arrivare a compimento di ogni missione. A tal proposito è d'aiuto l'utilizzo alternativo che può essere fatto della pistola, al fine di disattivare gran parte dei congegni di allarme o sorveglianza.
    In aggiunta a quanto detto, va segnalata la presenza di ben 4 opzioni per aprire una porta: si va dalla leggera pressione, all’entrata con calcio in stile poliziotto, passando per la possibilità di spiare attraverso la serratura con un cavo ottico e la classica apertura dell’uomo comune.

    Vai avanti tu che mi vien da ridere...

    Spie computerizzate più umane, azione più ragionata e meno costretta: ci manca solo che Sam Fisher si innamori ed allora penseremo che Splinter Cell è davvero cambiato. Beh, su Fisher non possiamo sbilanciarci ancora, ma se il fatto di poter affrontare delle missioni insieme ad un altro agente vi porta a pensare che il titolo targato Ubisoft è davvero giunto ad una svolta epocale, ve ne diamo atto. Oltre alla storia principale, infatti, sarà possibile affrontare quattro livelli appositamente disegnati per il gioco di squadra, grazie al quale 2 spie potranno cimentarsi in spettacolari azioni combinate che vanno oltre la semplice strategia, offrendo ai giocatori delle vere e proprie “mosse a due”. Il lasciapassare per poter cimentarsi in queste esibizioni, manco a dirlo, è il tutorial studiato appositamente per introdurre il nuovo set di azioni messe a disposizione delle spie cooperanti.
    Grazie all’uso di un apposito tasto all’occorrenza, infatti, le due spie potranno spingersi lungo una parete improvvisando una sorta di catapulta umana, fare da scala per permettere al compagno di raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili o aggredire i nemici con una micidiale combinazione d’attacco. I livelli, sebbene pochi, sono altrettanto ben strutturati e invogliano i giocatori a cimentarsi anche con questa nuova esperienza di gioco.

    Ti vedo e ti sento

    Sempre meglio. Può essere così sintetizzato lo sforzo dei programmatori nel rendere questa terza avventura sorprendentemente migliore dell’ultima dal punto di vista e sonoro e grafico. Partendo dalla cura per gli effetti sonori, perno di un gioco del genere basato sul rumore e sul silenzio, non possiamo non risultare piacevolmente sorpresi di come si riesca a riprodurre perfettamente un ambiente, non lasciando “in silenzio” davvero nulla. L’indicatore in basso a destra ci dà un’esatta dimensione del rumore d’ambiente e di quello provocato dai nostri passi e dai nostri movimenti. Nella modalità singola è possibile persino fischiare per superare tale soglia e mettere in allerta una sentinella. I rumori degli elementi sono perfettamente riprodotti e il doppiaggio dei personaggi in italiano è ancora superbo. L’unico appunto da fare ad un gioco così realistico riguarda il fatto che Sam comunica tranquillamente via radio pur rimanendo impercettibile all’udito dei nemici. Che usi un’apparecchiatura talmente all’avanguardia da amplificare il suo tono di voce in fase di trasmissione? Misteri della tecnologia.
    Tornando all’analisi tecnica del gioco, non possiamo che inchinarci davanti ad una superba realizzazione grafica, nella quale non abbiamo riscontrato per niente sbavature, rimanendo semplicemente stupefatti dalla definizione in ogni tipo di ambiente, in particolare nelle situazioni di buio, peraltro affrontabili, come sempre, anche con i visori notturni di cui è dotato Sam. Le animazioni stavolta sono ancor più curate e donano un taglio cinematografico al gioco davvero accattivante. Sembra davvero di essere catapultati all’interno di un film, grazie anche alla colonna sonora che accompagna le fasi concitate di gioco. In più di un’occasione si resterà sbalorditi davanti alla straordinaria definizione delle texture e agli effetti di luce, a partire dal primo, bellissimo, livello, per poi continuare nel corso dell’avventura.

    Live!

    Come se tutte le implementazioni apportate non bastassero, Chaos Theory sposa in pieno la tendenza dei giochi di ultima generazione di fornire una vasta e dettagliata modalità online. Per alcuni potrebbe essere la caratteristica cruciale per l’acquisto di un titolo che, sebbene eccezionale e innovativo, ripropone un format ampiamente snocciolato nell’arco degli ultimi anni. Ora sono ben 11 le mappe messe a disposizione dell’utente di Xbox Live! per sbizzarrirsi contro un avversario umano all’altro capo del mondo e 3 le differenti modalità di gioco che comprendono essenzialmente sfide incrociate che esulano dalla filosofia della modalità singola. Si va infatti dal classico Spie contro Mercenari, basato su una sorta di story mode, fino alla modalità di ricerca pura all’interno della mappa a all’acclamato deatmatch., il tutto condito da conversazioni, stavolta sì, via communicator.

    Splinter Cell: Chaos Theory Splinter Cell: Chaos TheoryVersione Analizzata XboxChaos Theory è senza dubbio una nuova pietra miliare nella storia dei videogiochi. La versione Xbox, in particolare, è uno di quei biglietti da visita da presentare per promuovere la scelta di acquistare lo scatolone nero in luogo di un’altra piattaforma. Gli sviluppatori di Montreal sono riusciti a migliorare ancora una saga di successo, introducendo persino nuove modalità, oltre a sfruttare un canovaccio collaudato come è ogni storia targata Tom Clancy. Le modalità live e la possibilità di scaricare contenuti aggiuntivi online rendono inoltre il gioco longevo oltre ogni aspettativa, al punto che, probabilmente, qualche giorno di questi uscirete di casa con un visore ottico e la barba incolta, iniziando addirittura a parlare come Luca Ward.

    8.5

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