Splinter Cell Pandora Tomorrow recensito su PC

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Splinter Cell Pandora Tomorrow recensito su PC
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  • PS2
  • Gba
  • Xbox
  • NGC
  • Pc
  • Introduzione

    Le avventure di Sam Fisher hanno appassionato una nutrita schiera di fans durante la sua prima campagna contro la minaccia Georgiana, sfida che lo ha visto trionfare grazie a due preziosi alleati: il buio e la discrezione.
    Ubisoft, non paga del successo ottenuto con il primo capitolo della serie, ci propone un nuovo scenario in cui interagire e indagare sulle diaboliche trame terroristiche di ipotetiche organizzazioni malavitose.
    Forti legami con la situazione politica odierna, arricchite dalla fantasia di Tom Clancy per una ricetta di sicuro interesse.

    Sadono, l'indonesia sfida il mondo

    Pandora Tomorrow si apre con una sequenza in computer grafica di discreto livello che ci traghetta piacevolmente nella realtà socio-politica narrata: inizialmente il nostro compito sarà di indagare sulle trame di alcuni ribelli indonesiani colpevoli di un attentato all'ambasciata americana.


    Restando nell'ombra scopriremo cosa si nasconde dietro a quest'atto di forza e man mano ci risulterà più chiaro quali siano i piani di Sadono, il loro leader.
    Come nel primo Splinter Cell, questo seguito si concentra sull'esperienza diretta di un singolo uomo, dalle sviluppate capacità belliche, che con un po' di astuzia e discrezione riesce a sgominare un'imponente complotto ai danni degli interessi americani.
    I nostri contatti saranno, nella maggior parte dei casi, comunicazioni via radio con il “controllo missione”, mentre raramente avremo modo di interagire con agenti sul campo (il nostro Fisher non ama molto la compagnia).
    Nonostante questo, rispetto al predecessore questa componente è certamente più sviluppata e anche i dialoghi mostrano maggiore maturità.

    Gameplay, l'agire nell'ombra paga per la seconda volta

    Lo diciamo subito, onde evitare di dilungarci in filosofiche supposizioni su come un seguito debba differire dal predecessore: Pandora Tomorrow non è sicuramente una rivoluzione, diremmo un affinamento, è migliorata l'interattività, il buio ora ricopre un ruolo più rilevante e sono aumentate le fonti di luce che possono essere disattivate.
    A parte il multiplayer queste sono le uniche novità (aggiungiamoci il mirino laser della pistola) che il titolo sfoggia, un livello stilistico e di gameplay che lo fanno assomigliare più a un espansione che a un videogioco di nuova genia.
    Per alcuni tutto questo può essere un pregio, per altri un brutto difetto, per noi è solo conferma che non necessariamente bisogna cercare nella novità nuova linfa per la giocabilità.
    Infatti, Splinter Cell 2, risulta da subito familiare e godibile, quasi il secondo libro dello stesso, identico, autore (Tom Clancy).
    Non stupisce come il predecessore, ma affina tutto quello che di buono si era visto precedentemente, probabilmente le novità più consistenti arriveranno con il nuovo Unreal Engine 3, presentato recentemente, in grado di rivoluzionare, letteralmente, il concetto di luce e ombre in tempo reale.
    Quindi il nostro Sam dovrà ancora combattere con armi che conosce perfettamente, condendo il tutto con ironia e distacco, doppiato magistralmente nel nostro idioma dall'evocativo Ward, che sa sempre dare spessore a ogni espressione dell'agente Fisher.
    In verità, analizzando in profondità il gameplay, qualche piccola modifica è stata apportata: ora i livelli di allarme saranno tre e non si rischierà di finire subito la missione per un corpo dimenticato in zone troppo visibili.
    La difficoltà, in generale, sembra diminuita in modo evidente, senza però banalizzare il tutto a una facile passeggiata ma bilanciando, diremmo verso una maggiore godibilità, l'insieme di situazioni senza appesantire il videogiocatore con attimi di frustrazione.


    Ed è proprio questo il maggior pregio di questa nuova produzione: non ci sono intoppi troppo ardui da affrontare, non ci sono situazioni in cui saremo costretti, necessariamente, a elaborare strategie raffinate, ma il tutto si lascia giocare, senza chiedere al videogiocatore abilità spiccate ma solo un po' di sana pazienza a rispettare la tempistica del gameplay.
    Questo è il segreto della serie, forse la maggior dote che lo ha fatto ancorare al porto del successo, un viaggio ragionato verso intrighi e cospirazioni da vivere sul posto, con missioni e incarichi che mutano con il variare delle condizioni socio politiche mondiali.

    Visivamente parlando

    Come detto, il comparto grafico non ha subito modifiche sostanziali rispetto al capitolo precedente, mantenendo, purtroppo, anche alcuni vizi: il FSAA (Full Scene Anti Aliasing) non viene applicato anche impostandolo dai driver, mentre un ottimo incremento qualitativo si ottiene dal filtro anisotropico.
    Il motore di gioco, non particolarmente scalabile, si comporta bene anche su Pc di fascia medio bassa (non sono supportate le schede con T&L statico come Geforce 4 MX), mostrando un numero sufficientemente elevato di frame per secondo.
    Sono migliorati nel numero, mantenendo la stessa identica qualità, gli effetti di luce, ora provenienti da molte più fonti, mentre le animazioni mantengono il medesimo livello di integrazione: alcune sono decisamente ottime, altre mostrano il fianco a qualche incertezza.


    Sembra aumentato, inoltre, il numero di poligoni presenti in ogni scena, la rappresentazione di Gerusalemme, ad esempio, mostra scorci veramente impressionanti, con un'innumerevole serie di particolari tutti perfettamente ombreggiati e definiti.
    Le texture, di discreta qualità, non hanno effetti particolarmente elaborati sulla superficie, non vengono utilizzati i pixel shader per qualche mirabolante dettaglio per pixel, ma quest'ultimi si prestano alla rappresentazione delle dinamiche luminose.

    Il Multiplayer

    La sezione che indubbiamente ha subito le modifiche più sostanziali è, senza dubbio, quella multiplayer, non esistendo tale modalità nel capitolo precedente.
    L'impostazione pensata da Ubisoft è tanto semplice quanto geniale: da una parte avremo una serie di “guardie” con visuale in prima persona e possibilità di usare il sensore, dall'altra una serie di novelli Sam Fisher che dovranno fare di tutto per infiltrarsi tra le maglie della sorveglianza.
    Un divertente contenuto che arricchisce l'esperienza single player aggiungendo varietà e longevità all'insieme.
    Per poter sfidare i vostri amici on-line avrete bisogno, è bene ricordarlo, di un account registrato sul sito Ubisoft oltre che una connessione abbastanza veloce (almeno ISDN).

    Concludendo

    Se dovessimo valutare questo nuovo capitolo della serie Splinter Cell dal valore specifico del titolo, estraniandolo dal contesto generale di mercato, non potremmo non promuovere a pieni voti un prodotto che sa essere appassionante e intrigante, oltre che ben confezionato e completo.


    Professionalmente, però, ogni titolo vive di confronti e Pandora Tomorrow non può esimersi dall'essere contestualizzato in una realtà: troppe poche innovazioni per ambire a diventare un videogioco a se stante.
    Risulta, quindi, che sotto la veste sembra più un affinamento di un pacchetto già vincente, senza rischiare troppo sul fronte innovativo: non si chiama espansione ma ha tutta l'aria di esserlo, al prezzo, però, di un gioco completo.
    Crediamo che questo sia il suo unico difetto, ma anche il più attento osservatore e raffinato giocatore non potrà negare l'effettiva solidità di gameplay e il divertimento dispensato in copiose dosi.
    Se questa è la caratteristica che ritenete più importante in un videogioco non dubitate nell'acquistare questo Splinter Cell 2, se cercate un seguito innovativo e fuori dagli schemi crediamo che l'attesa debba essere prolungata ancora per un annetto buono.

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