Split Second Velocity sfreccia su PS3: la recensione

L'arcade racing ha un nuovo nome e un nuovo volto

Split/Second: Velocity
Recensione: PlayStation 3
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • iPhone
  • Pc
  • Psp
  • Il panorama dei racing game è talmente vasto e ricco di sfaccettature da rendere impossibile catalogazioni precise e rigorose.
    Tuttavia, con l’avvento della Next Gen e della grafica in Alta Definizione, il trend vigente nella scena racing, che vedeva un netto “stacco” tra fissati della simulazione ed appassionati dell’Arcade Gaming (le generazioni di Ridge Racer e Gran Turismo, per intenderci), ha subito un mutamento.
    L’upgrade grafico ha portato in ogni produzione automobilistica non solo una miglior resa visiva ma anche, in molti casi, un’implementazione finora inesplorata (su console) della fisica applicata soprattutto al comportamento delle vetture.
    E’ così che, pian piano, si è giunti quasi all’unisono a “snobbare” la produzioni puramente arcade che non offrissero davvero un valore aggiunto, riponendo maggior attenzione in titoli che sapevano (e sanno) riprodurre un modello di guida realistico con il quale confrontarsi costantemente.
    Black Rock Studio (Pure) è dunque intenzionata, quest’anno, a farci riscoprire, come solo Burnout nella scorsa generazione aveva saputo fare, il piacere di una guida stilizzata, completamente votata alla spettacolarità ed in grado di dispensare tanta, tanta adrenalina.
    Il titolo oggetto di questa review, giunto da poco nelle nostre mani in versione definitiva, è Split/Second Velocity, che ha già fatto parlare tanto di se e che vedrà la luce, su Playstation 3 ed Xbox 360, questo 20 di Maggio, pubblicato da Disney Interactive Studios.

    Il tracciato come arma

    L’idea alla base di Split/Second Velocity è quanto mai rivoluzionaria: utilizzare il tracciato stesso come arma di distruzione per rendere agli avversari la vita più difficile.
    Ma facciamo un passo indietro. Split/Second non è altro che uno show televisivo in dodici stagioni (corrispondenti a 12 piste diverse) in cui otto stuntman professionisti, a bordo di una lunga serie di veicoli opportunamente modificati, si sfidano in gare all’ultimo respiro, con l’unico scopo di dare spettacolo in pieno stile Hollywoodiano.
    Pad alla mano saremo chiamati a guidare nella maniera più spericolata possibile, effettuando continue derapate controllate, rimanendo nella scia avversaria, compiendo sorpassi al limite della sverniciatura ed evitando -possibilimente all’ultimo istante- gli attacchi avversari.
    Proprio questi ultimi risultano il fulcro della produzione: la guida al lmite ci permetterà infatti di guadagnare dei punti, distribuiti graficamente lungo una barra semicircolare posta nella parte bassa dello schermo.
    Tale elemento sarà suddiviso in tre sezioni, due di colore blu ed una, finale, di colore arancio: sfruttando unda delle prime due saremo in grado, in determinati punti del tracciato, di attivare esplosioni, aprire scorciatoie momentanee, far spostare giganteschi autocarri o muovere bruscamente braccia di pesanti autogru; tutto votato alla distruzione dell’avversario.
    L’utilizzazione, tuttavia, non è semplice ed automatica quanto si pensi: procurare un disastro ambientale con l’avversario cinquanta o cento metri dietro o davanti rispetto al luogo dell’incidente non avrà alcun senso e, anzi, rischierà, qualora noi stessi non fossimo a distanza di sicurezza, di danneggiarci in prima persona.
    Sarà fondamentale, dunque, conoscere o quantomeno farsi un’idea dei tracciati, in maniera da sincronizzare l’attivazione degli eventi e ricavarne il massimo guadagno.
    Discorso leggermente diverso per quanto riguarda l’ultima porzione di barra, la più impegnativa da completare nonchè, se utilizzata al meglio, la più remunerativa. Ciascun tracciato offrirà solo tre o quattro punti diversi dove scatenare, utilizzando la barra completa, cataclismi, capaci addirittura di modificare la conformazione della pista.
    Si tratterà di eventi dalla portata devastante: il crollo di una torre di controllo, lo schianto di un cargo Antonov, il distaccamento di una nave da crociera e molto altro ancora, tutto, rigorosamente sulla pista ed in tempo reale durante la gara.
    In questo caso, come detto, si apriranno anche nuove porzioni del tracciato che assumerà, da quel momento in poi, una conformazione inedita.
    Ma Velocity non si limita ad offrire quanto appena descritto, proponendo un modello di guida tutt’altro che banale.
    La derapata, in particolare (alla base dell’accumulo dei punti), non sarà sempre ed automaticamente una mossa vincente ma, anzi, sarà il miglior modo, se non controllata, per perdere velocità e farsi raggiungere da una sempre agguerrita CPU.
    Occorrerà dunque dosare accuratamente la pressione dei grilletti adibiti al controllo di acceleratore e freno per imparare a sbandare mantenendo il controllo del veicolo e, soprattutto, un’adeguata velocità.
    I veicoli, oltretutto, presenteranno diverse caratteristiche di resistenza, velocità, accelerazione e maneggevolezza, che li renderanno drasticamente diversi tra loro ed adatti, in maniera differente, alle modalità di gioco di cui parleremo a breve.
    E’ doverosa, a questo punto, una nota riguardo al comportamento dell’IA computerizzata, biasimata da molti, nelle community online, in seguito al rilascio su PSN e Marketplace della demo.
    Ebbene il comportamento non è cambiato: la CPU tenderà a quel famoso comportamento “a molla” che a molti fa storcere il naso, ovvero a non prendere mai (salvo rarissimi casi) troppo vantaggio nei confronti del giocatore e viceversa.
    Nel titolo Disney Interactive, tuttavia, le motivazioni (esplicitate direttamente dai producer ai nostri inviati all’E3 2009) possono risultare plausibili: in un gioco il cui gameplay è incentrato sulla bagarre e sulla distruzione degli avversari, che senso avrebbe correre uno o due giri da soli in testa?
    Il nostro punto di vista ci vede inclini alla comprensione delle motivazioni Black Rock ma allo stesso tempo leggermente scettici in quanto, a nostro modesto avviso, l’inserimento di un “Turbo” (di cui, in certi frangenti, si sente la mancanza) tra i potenziamenti, da attivare utilizzando una porzione di barra, avrebbe potuto risolvere diversi problemi.
    Una volta al volante, in ogni caso, ogni cosa pare mettersi al suo posto rivelando un racing totalmente adrenalinico, un senso di sfida appagante ed una varietà davvero non comune, anche inforcando più volte lo stesso tracciato.
    A questo proposito è bene precisare che ognuna delle stagioni è suddivisa in sei episodi che rappresenteranno -sostanzialmente- le modalità di gioco disponibili.
    Partendo dalle più comuni troviamo “Eliminazione”, durante la quale, allo scadere di ciascun intervallo di tempo, il concorrente in ultima posizione verrà eliminato; poi “Detonazione”, una corsa in solitaria contro il tempo nel corso della quale, sul tracciato, verranno attivati tutti gli eventi, costringendoci -se intenzionati a salire sul podio- ad una guida reattiva ed imprevedibile.
    Troviamo poi “Sopravvivenza”, dove saremo chiamati a precorrere un tracciato lungo il quale transiteranno numerosi autotreni ed altri veicoli di disturbo
    Lo scopo sarà superare più camion possibile entro i limiti di tempo (ogni sorpasso garantirà un bonus di cinque o sei secondi); il tutto, però, nello stile Split/Second, dato che dagli imponenti veicoli cadranno barili esplosivi a ripetizione.
    Duclis infundo “Attacco Aereo”, l’ennesima corsa al punteggio durante la quale saremo chiamati, sempre entro tempo limite, a schivare i sempre più frequenti e devastanti attacchi missilistici in arrivo sul tracciato, lanciati da un elicottero da guerra che ci seguirà costantemente.
    Ad ogni episodio si aggiungerà poi una “Gara Elite”, una sorta di campionato del mondo a tappe (e con punteggio cumulativo) durante il quale saremo chiamati a sfidare piloti di alto livello, equipaggiati con autovetture decisamente più potenti delle nostre, almeno all’inizio.
    Intendiamo in ultimo dissociarci dai commenti che hanno visto in questi giorni additare negativamente il comportamento dell’auto in pista; benchè il modello sia dichiaratamente arcade e l’auto tenda a rimanere incollata all’asfalto abbiamo trovato il complesso nettamente superiore a qualsiasi Ridge Racer e soltanto un gradino sotto allo splendido Burnout Paradise.

    Online

    Abbiamo potuto testare a fondo le modalità online di Split/Second, grazie ad un buon numero di utenti che si sono riversati sulle piste digitali. E' possibile partecipare a gare aperte a tutti, oppure creare eventi "privati" dove scontrarsi con un gruppo di amici nella lista. Le modalità sono le stesse del gioco offline: tutti contro tutti, gara ad eliminazione (l'ultimo della fila viene fatto esplodere), ed infine Sopravvivenza.
    Potrete scegliere le auto con cui gareggiare, il colore, ed alcuni adesivi (tra quelli che sbloccherete man mano che avanzerete nelle modalità offline) con cuidecorare l'auto.
    All'inizio sarete abbastanza penalizzati gareggiando online con le auto "base", in quanto troverete spesso avversari di livello superiore che hanno già ottenuto i mezzi migliori, sfruttando i crediti guadagnati nelle gare offline ed online.
    Inoltre la scelta dovrà ricadere al 90% sulle auto con la migliore accelerazione o velocità di punta, in quanto resistenza o derapata saranno sostanzialmente inutili; paradossalmente infatti le gare online favoriscono la guida pulita: niente sbavature, pochissime derapate con rischio di andare a sbattere. Il problema è che se verrete distanziati anche di pochi secondi dagli avversari, sarà del tutto inutile aver accumulato bonus per gli eventi e le esplosioni, in quanto non avrete mai nessuno davanti far saltare in aria.
    Potrete utilizzarli tutt'al più per aprire le scorciatoie, che però sono troppo poche e danno un vantaggio minimo. Questo porta a due considerazioni: molto spesso i giocatori che rimangono indietro tendono ad uscire dalla partita per ricominciarne subito un'altra. Inoltre, dato che il cuore del gameplay di Split/Second è la possibilità di devastare avversari e pista, online il titolo perde di efficacia, spostando quasi tutto il baricentro sull'abilità di guida nuda e cruda, appoggiandosi su un modello che ricordiamo essere abbastanza arcade.
    C'è anche da però che il senso di sfida online è molto elevato, e quando si riesce a battagliare testa a testa con gli avversari, il divertimento è assicurato e addirittura moltiplicato rispetto all'offline: far esplodere un palazzo o aprire un'enorme squarcio nella nave cargo che state attraversando, mandando gli avversari umani a sbattere, da soddisfazioni enormi.
    Un'esperienza online dunque ambivalente, a seconda di come inizierete e gestirete la gara: a volte un po' noiosa (tutti soli sulla pista) altre volte assolutamente avvincente ed adrenalinica.
    Il sistema di matchmaking usa coda "attiva" mettendovi in attesa nella prima partita già formata che sta per iniziare. Quando ci sono abbastanza giocatori online si aspetta dai 30 secondi al minuto per giocare. Il net code sembra solido, ed a parte un paio di occasioni (su una ventina di partite) non ha mostrato pesanti problemi di lag. Le collisioni vengono gestite correttamente, e solo raramente abbiamo visto qualche errore.

    Tra esplosioni e senso di velocità

    Dal punto di vista tecnico questa build ci ha lievemente spiazzato rispetto alle promesse e rispetto a quel che ci aspettavamo da Split/Second Velocity.
    I modelli poligonali delle vetture sono ben realizzati e presentano una texturizzazione in linea con i tempi, seppur risultino, complici alcune scelte di verniciatura non felicissime, sin troppo simili nel design estetico.
    I tracciati, alla stessa maniera, sono ottimamente modellati: presentano una varietà nel level design da far invidia a qualsiasi produzione del genere, un discreto livello di dettaglio, ed una ricchezza di particolari davvero sopra le righe.
    Tuttavia, quando il titolo si mette in moto, complici forse i “soli” 30fps (stabilissimi con rare eccezioni) e la presenza di un motion blur poco incisivo, si sente la mancanza di quel senso di velocità estremo percepibile in produzioni quali Burnout, che avrebbe reso definitiva la produzione Black Rock.
    Passando alla visuale in prima persona le cose migliorano leggermente ma la sensazione, pur essendo lontanissima dalla staticità di un Gran Turismo nei suoi momenti più bui, non è emozionante quanto ci si aspetterebbe da un racing arcade del genere.

    Contribuisce ad una generale mancanza d’impatto scenico una realizzazione particolare degli effetti particellari che, pur essendo di buonissima fattura, non riescono ad incidere e a sbalordire il giocatore come mancassero della giusta profondità.
    Anche i replay attivabili in seguito alla distruzione di un avversario non riescono ad incidere quanto si poteva immaginare, incuriosendo soltanto la prima volta e spezzando, se vogliamo, il ritmo serrato della gara.
    Nonostante tutto Split/Second Velocity si fa ampiamente guardare, grazie ad un comparto grafico complessivamente sopra la media, impreziosito, se non dall’incisività degli effetti speciali, da alcune chicche di valore come la quantità di elementi interattivi presenti lungo i tracciati, gli eventi in cui lo scenario viene letteralmente divelto e trasformato, e la permanenza dei rottami e le particelle corpuscolari che intaccano la telecamera ad ogni deflagrazione.
    Dal punto di vista sonoro segnaliamo buone campionature ambientali ed una colonna sonora in grado di mantenere alta la tensione.

    Split Second: Velocity Split Second: VelocityVersione Analizzata PlayStation 3Split/Second Velocity, pur senza assurgere a capolavoro indiscusso come molti avevano pronosticato inizialmente, si instaura di diritto sul trono dei racing arcade usciti in questa generazione. La carica adrenalinica che ogni gara riesce a trasmettere unita alle possibilità di modifica dei circuiti ed alle diverse, folli, modalità di gioco (tutte disponibili anche online) rendono la produzione Black Rock un' acquisto fortemente consigliato agli amanti del genere.

    8.7

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