Recensione StarCraft 2 Legacy of the Void

Con questa terza e ultima espansione, la gloriosa trilogia dell'acclamato gioco di strategia targato Blizzard si conclude, ed è un finale trionfale sotto tutti gli aspetti.

StarCraft 2: Legacy of the Void
Recensione: PC
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  • È trascorsa una vita da quel lontano 1995, quando l'allora giovane Blizzard, reduce dall'enorme successo di Warcraft, si prese una piccola pausa dal genere fantasy e, sotto la guida del duo Metzen/Phinney, decise di alzare lo sguardo alle stelle. Fu così che qualche anno più tardi nacque Starcraft, uno degli universi sci-fi più amati di sempre. Con il primo capitolo della saga, seguito poi dall'indimenticabile Brood War, la celebre casa di Irvine gettò le basi per una storia di proporzioni epiche, che restò sospesa fino al Luglio del 2010, quando finalmente salimmo a bordo dell'Hyperion per scoprire il primo tassello di quella grande avventura che è Starcraft II. Oggi, a cinque anni di distanza (e infinite battaglie dopo), il cerchio si chiude con l'espansione stand-alone Legacy of The Void, e per i milioni di PC gamer cresciuti su Mar Sara, Char o Shakuras, questo è un giorno memorabile. Esattamente come accadde per Wings of Liberty, anche l'ultimo capitolo del franchise sta già riscuotendo l'entusiastico plauso del pubblico e, con più di 1,5 milioni di copie vendute in sole quarantotto ore, sembra intenzionato a battere ogni record di categoria. Con questo slancio esemplare, Legacy of The Void punta inoltre a rivitalizzare la scena di un genere, quello degli RTS, che sembra sempre più confinato entro i limiti di una ristretta élite videoludica. L'ultimo periodo, infatti, non è stato certo uno dei più floridi per gli strategici "vecchio stile", soprattutto se guardiamo all'ambiente competitivo, che ha visto migrare una larga fetta della sua utenza verso i ben più accessibili lidi dei MOBA. Blizzard si trova dunque a fronteggiare uno scenario impervio, ma non si è certo presentata impreparata: Legacy of The Void offre una miriade di contenuti innovativi e sempre di altissimo livello, a partire ovviamente dalla campagna che, lo anticipiamo già da subito, vale da sola il prezzo del biglietto.
    Chi non è interessato a quest'ultima potrà invece destreggiarsi con un multiplayer competitivo di prima scelta, che è stato completamente riscritto nei ritmi, senza però rinunciare alla sua natura, resa oggi ancor più spettacolare dalla comparsa di nuove meccaniche e unità inedite. Gli sviluppatori però non si sono fermati qui, e hanno deciso di ampliare il tradizionale comparto PvP con tornei automatizzati e con la modalità Arconte che, per la prima volta, porrà due giocatori alla guida del medesimo esercito, creando così una divertente variante per il più classico degli eSport. L'ultima novità di spicco riguarda l'arrivo della coop, che permetterà di cimentarci con un amico in una serie di missioni PvE simili a quelle della campagna principale, caratterizzate da un buon contenuto di sfida e anche da un piccolo, ma efficace, apparato gestionale. Se ciò non bastasse, all'appena concluso BlizzCon, sono stati annunciati una serie di mission pack aggiuntivi dal titolo Nova: Covert Ops, che andranno ad estendere l'esperienza single player della trilogia, trattenendoci ancora un po' nel settore Koprulu. Oramai lo avrete capito da soli: in questo nuovo Starcraft c'è spazio per tutti, e se non avete ancora fatto la conoscenza di Raynor e soci, questo è il momento giusto per cominciare

    Un'odissea fra le stelle

    Hell, it's about time!". Così recitava Tychus Findlay espirando il fumo del suo inseparabile sigaro, e con il suo celebre motto aveva inizio la storia di Starcraft II. Da allora è stato un susseguirsi di vicende indimenticabili e di personaggi senza tempo, magistralmente orchestrati in un universo narrativo vibrante e sterminato: un'operazione non di poco conto, specialmente per il genere degli RTS. Blizzard ha dimostrato di essere pioniera in questo sin dal primo capitolo della saga, dove riuscì ad fondere perfettamente storytelling e gameplay, imponendo anche un nuovo standard per le cinematiche in computer-grafica, divenute ormai oggetto di culto per gli appassionati. Con l'odierna trilogia gli sviluppatori hanno migliorato tutti questi ingredienti e ne hanno aggiunti di nuovi, rendendoci partecipi di un'evoluzione che culmina proprio con Legacy of The Void: che altri non è se non la summa di questo lungo percorso.

    Come previsto dal copione, dopo aver preso parte alle guerre del dominio Terran e all'ascesa dello sciame Zerg, questa volta è il turno dei venerabili Protoss: la più antica fra le razze dell'universo di Starcraft. La campagna principale, in realtà, era già cominciata qualche tempo fa, grazie al prologo di tre missioni incluso nella seconda fase beta, che gettava finalmente luce sull'oscura profezia di Zeratul. Legacy of The Void ricomincia da qui, e dopo che avremo appreso qualche dettaglio in più sulle origini degli Xel'Naga, vestiremo finalmente i panni di Artanis, il valoroso Gerarca dei Daelaam, da sempre in lotta per la salvezza del suo popolo. La storia principale è strutturata in maniera simile a WoL e HotS e si compone di diciannove missioni, dove verremo chiamati a radunare il nostro esercito per poi muovere guerra contro il nostro arcinemico Amon. Anche questa volta non saremo soli: nuovi compagni e vecchie conoscenze si uniranno alla nostra causa, e mentre viaggiamo da un settore all'altro potremo finalmente scoprire qualcosa di più sull'affascinante cultura Protoss. Una volta completata la trama principale, che concluderà il ciclo narrativo delle fazioni Protoss, avremo infine accesso al cosiddetto epilogo: un gruppo di tre missioni a sé stanti fortemente incentrate sui protagonisti principali, che chiuderanno la trilogia con il gran finale che tutti stavano aspettando. Ovviamente, non vogliamo farvi spoiler sulla trama (anche perché i colpi di scena abbondano), ma possiamo assicurarvi che non ne resterete delusi. Anche questa volta, infatti, Blizzard ha superato sé stessa, ed è riuscita confezionare superbamente ogni aspetto del racconto, raggiungendo una potenza narrativa davvero encomiabile. Il plot di fondo non è dei più originali, ma è sviluppato in maniera così decisa e coerente che è impossibile non lasciarsi conquistare dalle gesta dei nostri eroi e dal loro ispiratissimo character design, supportato -come sempre- da un doppiaggio impeccabile. In Legacy of The Void ogni storyline trova una sua degna conclusione, tutti i personaggi ottengono lo spazio che meritano e non si ha mai la sensazione di restare a bocca asciutta. Persino le nuove comparse vengono approfondite come si deve, ed è anche grazie al loro apporto che la narrazione guadagna quella sensazione di coralità che rende tutto più solenne. Tecnicamente parlando, il racconto prende forma alla maniera di sempre, mediante lunghi dialoghi, briefing in-game e, su tutti, le immancabili cut-scene.

    Coop: alleati per il successo

    Con l'aggiunta della chiacchieratissima modalità coop, Blizzard amplia ulteriormente l'offerta PvE del suo Legacy of The Void e riesce ad accontentare un'altra grande fetta di pubblico. In poche parole si tratta di una serie di missioni indipendenti, molto simili a quelle della campagna principale, adattate però ad uno scenario che prevede due giocatori alleati. Queste ultime sono attualmente poco più di una manciata (ed è quindi lecito aspettarsi qualche new entry in futuro), eppure hanno saputo intrattenerci egregiamente per altre cinque ore abbondanti. Le meccaniche in-game sono piuttosto immediate: si scende in campo, si affrontano degli obiettivi coordinandoci con il nostro compagno d'armi, e una volta ottenuta la vittoria si porta a casa un po' di esperienza per la nostra fazione. Ovviamente, con l'aumentare della difficoltà, le task secondarie ci daranno sempre più filo da torcere, ed è qui che entra in gioco il sistema di gestione degli eroi. Già, perché prima di iniziare saremo chiamati a scegliere fra sei personaggi, ognuno dei quali è munito di un esercito composto da unità specifiche. Rory Swann, ad esempio, può utilizzare esclusivamente unità meccaniche, mentre Kerrigan dovrà rinunciare alle sue blatte, schierando al loro posto le Idralische. La composizione degli eserciti sarà quindi la prima cosa su cui lavorare, ma c'è di più: esattamente come nella campagna principale, anche nella coop potremo fare affidamento su abilità uniche per ogni eroe (come ad esempio l'Orbital Strike di Artanis), che potranno garantirci un enorme vantaggio se adoperate con saggezza. Ovviamente, queste abilità non sono tutte disponibili da subito, ma vanno sbloccate con l'esperienza che otterremo dalle nostre vittorie, un po' come in una specie di RPG. La modalità coop si rivela dunque una piacevole sorpresa, e anche se difficilmente potrà essere assimilata ad un vero e proprio endgame PvE, siamo convinti che con il giusto supporto sarà in grado di conferire a LotV un notevole valore aggiunto.

    Queste ultime, se paragonate a quelle viste in Heart of the Swarm, ci sono sembrate ancora più convincenti e, anche se talvolta mostrano il fianco a qualche imperfezione grafica, abbiamo percepito un tangibile miglioramento nella regia e nella fotografia. Sempre sul fronte tecnico, possiamo segnalare anche un apprezzabile miglioramento nel dettaglio complessivo delle mappe, al comparto luci e all'effettistica in generale; d'altra parte però, i limiti di un engine così datato si fanno sempre più evidenti, ed è forse questo l'unico punto scricchiolante dell'intera produzione. Per quanto riguarda il lato del gameplay, invece, anche questa volta Starcraft riesce a stupirci grazie all'inserimento di molteplici novità e, fra queste, la Lancia di Adun è sicuramente la più importante. Oltre ad essere un perfetto centro di comando, dove potremo scambiare due chiacchiere con il nostro equipaggio, la nostra astronave madre possiede anche un semplice sistema di potenziamenti, che una volta sbloccati nell'apposita schermata diventano disponibili in battaglia. Si tratta principalmente di perk di tipo offensivo, come i bombardamenti a distanza e l'invio di truppe extra, oppure di abilità passive che ci permetteranno di produrre più velocemente le nostre unità. Questa trovata ci è piaciuta in modo particolare, poiché si integra perfettamente con lo svolgimento delle missioni e rende più profonda l'intera struttura del gameplay, aumentando -di fatto- anche la rigiocabilità. Per il resto, oltre a questa piacevole aggiunta gestionale, Blizzard ha svolto un ottimo lavoro anche nella caratterizzazione delle venticinque missioni che compongono la campagna, curandole in ogni dettaglio e regalandoci sempre situazioni stimolanti e originali. In termini di longevità, ci troviamo di fronte ad un prodotto solido, che richiede almeno 17-20 ore per essere completato a livello normale, tenendo ovviamente conto degli obiettivi secondari. Se invece siete dei perfezionisti e decidete di giocarlo in modalità brutale (perché in fondo è così che andrebbe giocato ogni Starcraft), il tempo richiesto è almeno raddoppiato e con esso anche il livello di sfida. Concludendo, qualora il multiplayer di Starcraft sia per voi fuori discussione, vi assicuriamo che anche la sola campagna di Legacy of The Void e meritevole della vostra attenzione, e pensare che non vi abbiamo ancora parlato della modalità coop!

    PVP Sulla vetta del PvP

    Come molti di voi già sapranno, Starcraft II non è solo story mode e CG trailer, ma è anche il rappresentante maximo degli RTS competitivi, perciò mettiamo da parte l'eterno idillio fra Jim Raynor e Sarah Kerrigan e dedichiamoci ad un po' di sano e brutale PvP. Durante il periodo di beta, vi abbiamo più volte anticipato quali sarebbero stati i grandi cambiamenti alla base del multiplayer, e ora che la patch 3.0.5 è online possiamo finalmente trarre le nostre conclusioni. Tanto per cominciare, è bene rassicurare i puristi del settore, quelli che temevano un imbastardimento del genere in favore di una presunta svolta MOBA-like. Legacy of The Void è lo stesso Starcraft di sempre: veloce nei ritmi e maledettamente complesso nelle sue dinamiche, ed ora, grazie alle ingenti modifiche, si presenta ancor più punitivo che mai. Non è ancora il caso di esclamare "abbandonate ogni speranza o voi che entrate", ma se non conoscete la differenza fra un SCV e una Sonda Toss, sarà il caso che vi iscriviate a qualche training intensivo.

    Non sarà una passeggiata neanche per i veterani, che saranno costretti a riprogrammare le loro abitudini per fronteggiare efficacemente l'attuale meta. In Legacy of The Void non sono previste nuove strutture, in compenso Blizzard ha aggiunto ben sei unità, rispettivamente due per fazione, che hanno principalmente lo scopo di colmare alcune debolezze di razza e aggiungono anche un buon numero di variabili alle vecchie tendenze. I Protoss dispongono ora dell'Adepta e del Disgregatore, che permettono un controllo maggiore del campo di battaglia, soprattutto nell'early/mid-match PvZ e PvT. Lo sciame Zerg rimpolpa le sue file con il Laceratore, il counter perfetto contro le mass-Void, e con la Criptolisca, l'equivalente di un siege tank per gli attacchi a distanza. I Terran invece, già completi sotto il versante bio, guadagnano due importanti unità avanzate: il cyclone, che grazie alla sua mobilità è utilissimo contro le unità lente come le Ultralische e i Thor, mentre il Liberatore può fronteggiare senza paura folti gruppi di Fenici e Mutalische, oppure devastare le basi nemiche lasciate sguarnite. In fin dei conti, sono i Protoss ad aver subito i cambiamenti più importanti e, con il pesante nerf ai Colossi e agli Immortali, appare evidente come gli sviluppatori abbiano cercato di ridefinire (e sveltire) i ritmi tipici questa razza. Sempre su questa linea, è fondamentale anche l'innovazione che investe il Chrono-boost, che ora si applica ad una sola struttura per volta, ma rimane perennemente attivo, al fine di lasciare il giocatore più libero di concentrarsi sulla gestione delle truppe. Insomma, teoricamente parlando è davvero una bella lista di novità, ma come funziona tutto questo in pratica?

    Archon Mode: due comandati sotto un tetto

    Quante volte, sull'orlo del rage-quit, abbiamo pensato "bisognerebbe essere in due per gestire tutto al meglio"? Ebbene, con Legacy of The Void sembra che gli sviluppatori abbiano esaudito le nostre preghiere. La modalità Arconte nasce da un'idea tanto semplice quanto efficace, ovvero mettere due giocatori alla guida dello stesso esercito. In poche parole, da ora in avanti, avremo la possibilità di affrontare match classificati insieme ad un nostro amico, oppure abbinandoci ad un giocatore casuale, così da sfruttare al massimo le nostre prestazioni, dividendoci le responsabilità del comando. Il risultato è infatti completamente diverso dalle preesistenti modalità PvP e i match hanno perfino un ritmo più accettabile e ponderato, soprattutto se paragonati alle caotiche schermaglie del 4v4. C'è poco da fare: quando si gioca in due sotto lo stesso tetto i vantaggi sono enormi, e vanno dalla semplice ottimizzazione dell'economia alla migliore gestione degli scontri, fino alla possibilità di ordire strategie offensive estremamente complesse e spettacolari. Chiaramente, tutto questo vale anche per i nostri nemici, e ciò significa dover counterare una moltitudine di attacchi su più fronti e, soprattutto, un'infinità di fastidiosissimi sbarchi, che sono un po' il marchio di fabbrica di questi match. Sicuramente, se siete nuovi al multiplayer di Starcraft, la modalità Arconte è uno dei posti migliori dove poter far pratica prima di buttarvi nello spietato 1v1, e se poi continuate ad avere sfortuna, almeno avrete qualcuno con cui prendervela. Ad ogni modo, ancora non sappiamo come reagirà la community a questa nuova categoria di ranked match e bisognerà aspettare qualche tempo prima di vederne i risultati, ma a nostro avviso, Blizzard ha fatto un altro centro.

    Cominciamo col dire che i ritmi dei match si spostano significativamente verso una micro più mobile ed aggressiva, e ciò non è causato solo dall'innalzamento del numero base dei raccoglitori di minerali (che ora sale a dodici), ma anche dal conseguente abbassamento della quantità delle risorse stesse. Questo si traduce in una certa impellenza per il giocatore: ovvero il doversi espandere sulla mappa sin da subito, indifferentemente da quale razza sceglieremo di impersonare. Se da un lato ci vedremo costretti ad abbandonare alcune build del vecchio ordinamento, dall'altro ne avremo di nuove a nostra disposizione, anche perché scoprirete presto che molte tattiche rush sono più facilmente counterabili. Con l'aumento dei minerali iniziali, infatti, potremo difenderci agevolmente dagli avversari più aggressivi, rimandando (anche se di poco) lo scontro decisivo. Il terribile six-pool degli Zerg non è più un'opzione papabile, così come il Dark Templar Rush, che ora deve essere inserito in una strategia ben più grande e articolata. Vedremo ancora tattiche all-in come il Proxy Pilon, ma -statisticamente parlando-, il loro numero è destinato a diminuire. In media avremo comunque degli scontri velocissimi, ma il baricentro del match è sensibilmente cambiato in favore di battaglie assai più ponderate, rese ancora più spettacolari dalle abilità attive delle singole unità. Per farvi un esempio, vi informiamo che anche nella più remota delle leghe bronzo ci è capitato di assistere all'utilizzo di tecniche avanzate, quali l'Oracle harassement e gli sbarchi Terran, e ciò testimonia un potenziale innalzamento delle abilità generali.

    Forse è ancora presto per dirlo, ma sembra proprio che i ragazzi di Irvine stiano cercando di "educare" anche i giocatori meno esperti, spingendoli indirettamente verso uno stile più "tecnico", e chissà che a tempo debito, ciò non porti una ventata d'aria fresca nel meta. La grande mole di cambiamenti rappresenta una grande svolta per il multiplayer di Starcraft II e, anche se potrebbe tramutarsi in una lama doppio taglio, questo terzo capitolo è senza dubbio l'apice più alto mai raggiunto da un RTS.

    StarCraft 2 Legacy of the Void StarCraft 2 Legacy of the VoidVersione Analizzata PCCon Legacy of The Void, la gloriosa trilogia di Starcraft II si conclude, ed è un finale trionfale sotto tutti gli aspetti. Nonostante gli ormai noti limiti del comparto grafico, Blizzard è riuscita a tirare fuori il meglio dal suo franchise e non ha perso l’occasione per rimpolpare la sua offerta con una gran mole di contenuti di altissima qualità. La campagna, realizzata anche questa volta a regola d’arte, continua ad essere un vanto per la produzione, e oggi viene affiancata dalla nuovissima modalità coop, che promette di ampliare l’offerta PvE grazie ad un ventaglio di missioni aggiuntive pensate per essere affrontate in compagnia di un amico. Com’era prevedibile, per stare al passo coi tempi anche il PvP ha cambiato volto, e grazie a moltissime aggiunte e ribilanciamenti si prepara ad entrare in una nuova era di eSports competitivi. Sulla scia di questa rivoluzione poi, gli sviluppatori hanno pensato di implementare anche la divertentissima modalità Arconte, che permette a due giocatori di comandare lo stesso esercito, con tutti i pro e i contro del caso. Guardando il quadro d’insieme, possiamo definire Legacy of The Void come un capolavoro dalla duplice personalità, che non delude i fan di lungo corso e allo stesso tempo cerca di tendere la mano verso nuove tipologie di pubblico. È ormai chiaro che Blizzard sia alla ricerca di un ricambio generazionale per il suo titolo, e sebbene sia ancora presto per capire come si evolverà il futuro Starcraft e degli RTS in generale, siamo convinti che le nuove modalità messe in campo in questo capitolo siano davvero un ottimo inizio. Concludiamo ovviamente consigliandovi l’acquisto, e vi ricordiamo che il prossimo appuntamento con l’universo di Starcraft è fissato per gennaio 2016 con il primo mission pack delle Nova: Covert Ops. Nel frattempo, ci si vede in lega...

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: Intel i7 4770k @4.0GHz
    • RAM: 16 GB RAM DDR3 CORSAIR DOMINATOR @2133MHz
    • GPU: NVIDIA GTX 980 STRIX OC
    9.2

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