Starlink Recensione: la battaglia per Atlas ha inizio

Ubisoft debutta nel settore dei Toys to Life con Starlink Battle for Atlas, gioco di esplorazione spaziale con navette giocattolo componibili.

Starlink Battle for Atlas
Recensione: Multi
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Disponibile per
  • Xbox
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • Sino a qualche anno fa avere un giocattolo in mano significava stringere un intero universo, fatto di pura immaginazione, i cui confini erano sempre malleabili e indefiniti ma saldamente ancorati a un materiale tangibile. I ritmi del gioco venivano dettati dalla voglia di esplorare, fantasticare su qualcosa che rispecchiasse, alla fin fine, il gusto personale per l'avventura. I videogiochi, in questo senso, ci hanno in parte sollevato dal libero arbitrio; dalla necessità di creare e costruire mondi fantastici, catapultandoci direttamente in esperienze digitali molto spesso fatte e finite. Non che questo sia un male, anzi. La maestosità della forma d'arte videoludica odierna non ha praticamente rivali quando si tratta di coinvolgere e stimolare i giocatori attraverso storie, mondi, suoni ed immagini.
    Una particolare feature (dato che non possiamo propriamente parlare di un vero e proprio genere), però, da qualche anno permette agli utenti di godere ed esplorare una "inedita" connessione tra la realtà fisica e l'esperienza digitale. Ci riferiamo ovviamente ai "toys to life", un concetto che esiste da un po' ma che è balzato agli onori della cronaca all'inizio del decennio, e che in molti classificano come una nicchia diretta principalmente a un pubblico di giovanissimi. In realtà, per via della componente che solletica la mania del collezionismo, gli estimatori non si possono categorizzare a priori. Fatto sta che la fetta di mercato dedicata è stata velocemente colonizzata da alcuni colossi dell'industria: Activision con Skylander, Disney (con Infinity) e Warner Bros. con Lego Dimensions. Non possiamo, poi, dimenticare Nintendo che con i suoi Amiibo ha creato un piccolo fenomeno di culto che spopola tra i collezionisti. L'ultimo competitor in ordine di tempo che si appresta a fare il proprio ingresso in un terreno difficile dome questo è Ubisoft, con una scommessa chiamata Starlink.

    L'azzardo di Ubisoft

    Starlink: Battle for Atlas giunge in un momento storico non proprio semplice per i "toys to life". Disney Infinity è ormai stato bloccato dalla multinazionale di Topolino, così come Warner Bros. ha sospeso la produzione di Lego Dimensions. Rimane solo Skylanders di Activision ma, anche questa produzione, risulta ferma da un paio d'anni. Le vendite altalenanti, l'incapacità di rinnovare l'offerta ludica andando oltre allo stupore iniziale e l'impegno economico legato alla produzione dei giocattoli fisici sono solo alcuni degli ostacoli che developer e publisher hanno cercato di superare. Allora come mai Ubisoft ha deciso di entrare in questo particolarissimo mercato? Anzitutto, la compagnia transalpina, ormai, è una garanzia per ciò che concerne la produzione di merchandise e materiale "fisico". Basti pensare all'espansione dello store che, negli ultimi anni, si è arricchito di pezzi di pregevolissima fattura. Inoltre, l'attuale assenza di grossi rivali sul mercato potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella riuscita del progetto propostoci da Ubisoft Toronto. Non solo: Starlink appare sin dalle prime battute come una produzione molto differente rispetto a ciò che già è stato proposto nel recente passato.
    Un'esperienza di gioco più strutturata e profonda, unita alla componente del collezionismo puro, è già una commistione "trasversale" che può non solo attirare l'utenza più giovane ma anche una eterogenea congerie di appassionati, appartenenti a fasce d'età molto diverse.

    Ce ne siamo accorti non appena abbiamo aperto il pacco e iniziato ad armeggiare con le navette. Il rischio dipendenza è davvero dietro l'angolo. Siete pronti a fare un giro in una galassia lontana lontana per scoprire come se la sono cavata i membri della Iniziativa Starlink?

    Al di là dell'Universo

    Atlas è una porzione di universo in buona parte inesplorata per la ciurma della nave interstellare Equinox, giunta nella galassia alla ricerca delle origini di un misterioso componente della squadra Starlink. Al loro arrivo i membri dell'equipaggio si rendono conto che qualcosa non va. Anzi, sono proprio i primi a farne le spese, perdendo immediatamente il comandante della spedizione. Il sistema sta subendo un'invasione senza precedenti da parte della Legione Dimenticata, una forza imponente che punta a soggiogare tutti i pianeti del sistema ai propri scopi che, ovviamente, non vi sveleremo.

    L'ombra della Legione, guidata dal mascherato Grax, si estende velocemente sui sette corpi celesti che compongono il sistema. L'obbiettivo dei piloti dell'Iniziativa Starlink, dunque, vira dalla rotta iniziale per concentrare ogni sforzo sulla liberazione dei pianeti dal giogo dell'invasore.
    In questo senso, il team di sviluppo è riuscito a mettere in piedi una struttura "open universe" di tutto rispetto, che permette al giocatore il lusso di affrontare le sfide nell'ordine che preferisce. Volete concentrarvi sulla conquista delle basi dei pirati spaziali, oppure desiderate assaltare un pianeta per poi lanciare un attacco all'incrociatore nemico che orbita nei dintorni? Non avete che da scegliere.

    In compagnia della nostra fida navetta (da cui non ci allontaneremo mai), installata sull'apposito supporto del pad, possiamo anzitutto esplorare lo spazio profondo in totale libertà, ad esempio recuperando materiali da rottami alla deriva, oppure ingaggiando furiose "dogfight" con i predoni spaziali, sempre alla ricerca di ricchezze da razziare. Lo stesso vale una volta entrati nell'atmosfera di qualunque dei sette corpi celesti. Man mano che ridurremo la morsa della Legione sulla superficie di un pianeta, la mappa inizierà a punteggiarsi di icone che indicano avamposti, rovine, giacimenti minerari e altri punti d'interesse segnati in rosso. Questi non evidenziano altro che la presenza del nemico: distruggendo Estrattori (sorta di torri che risucchiano l'energia del pianeta), oppure nidi di Imp o, ancora, hackerando i dati di sonde cadute e abbattendo gli enormi boss chiamati Prime, non faremo altro che liberare porzioni di territorio che possono essere poi esplorate liberamente. Oltre a gironzolare nell'atmosfera, dunque possiamo anche volare rasenti al terreno per seguire la conformazione geografica del territorio alieno. In queste fasi free roaming è possibile fare tutto ciò che si vuole: catalogare il DNA di forme di vita sconosciute, raccogliere risorse da rivendere negli avamposti (o da utilizzare per potenziare anche la nave madre che donerà bonus passivi all'Iniziativa) e recuperare preziosi tesori da antichi monoliti, retaggio di una civiltà scomparsa chiamata i "Guardiani". Inoltre, avvicinandoci alle strutture sparse sul territorio possiamo guadagnare la fiducia e i servizi degli abitanti attraverso sub quest molto elementari e rapide.

    Una volpe nello spazioA estendere un po' la longevità del titolo oltre la campagna principale ci pensa anche un paio di linee narrative secondarie. La prima va a esplorare principalmente alcuni retroscena sull'Iniziativa Starlink e sull'obbiettivo originario della missione (con alcuni risvolti secondo noi interessanti per il futuro), mentre la seconda vede come protagonista il buon Fox McCloud e la sua squadra di intrepidi piloti, giunti su Atlas per dare la caccia al malvagio Wolf e, poi, aiutare l'Iniziativa nella difesa di Atlas. Come potete immaginare, la mini-storia di Fox e compari è riservata agli acquirenti della versione Switch.

    Ciascuna struttura, poi, oltre a poter essere migliorata, garantisce all'Iniziativa diversi vantaggi periodici. Ad esempio, le raffinerie versano denaro nelle nostre tasche (assolutamente necessario per acquistare potenziamenti, o riparare le navette abbattute), i laboratori invece forniscono nuove mod per le armi, mentre le armerie rappresentano la prima linea di difesa planetaria contro ogni tipo di minaccia.
    Se, in un primo momento, tutte queste possibilità sbalordiscono per varietà e coerenza con l'universo di gioco, nelle fasi avanzate tendono purtroppo a diventare un po' troppo ripetitive. Ogni corpo celeste, infatti, le ripropone in sequenza solamente con piccole varianti, asservendosi semplicemente alla nostra necessità di accumulare esperienza (come vedremo a breve), denaro e abilità in vista del rush finale. Inoltre, i pattern d'attacco delle poche tipologie di nemici presenti sono sostanzialmente sempre gli stessi e, una volta imparati, gli scontri divengono un'automatica routine. Un vero peccato; un po' di varietà in più non avrebbe assolutamente guastato. Ed è proprio questo che impedisce a Starlink di raggiungere un livello qualitativo più elevato.

    Monta, smonta, potenzia

    Per ciò che concerne le fasi di scontro, il team di sviluppo ha imbastito un sistema che potesse dare la possibilità al giocatore di cambiare al volo non solo i piloti ma anche le navicelle e le singole componenti delle stesse, a seconda delle necessità del momento. Ogni asso del volo, poi, possiede abilità peculiari che possono essere sbloccate (attraverso i canonici skill point) accumulando esperienza e salendo di livello e che vanno a differenziare il gameplay in modo pregevole.
    La crescita del personaggio, insomma, si adagia su un sistema di stampo prettamente ruolistico, con abilità e perk sempre più efficaci, i quali vanno ad aumentare parametri come la percentuale di danno, oppure l'efficienza dell'abilità speciale e la resistenza dei piloti quando si trovano in condizioni critiche.

    Riguardo alle armi, invece, il sistema di "take & drop" istantaneo ci permette di modificare l'armamento a nostra disposizione semplicemente staccando e cambiando le componenti della navetta reale, che compariranno in un batter d'occhio sullo schermo.
    Di volta in volta, dunque, diviene di fondamentale importanza selezionare le bocche da fuoco più appropriate (tutte basate su attacchi elementali) in modo da colpire i punti deboli dei nemici: dai cannoni a impulsi ai lanciafiamme, dalle mitragliatrici con rateo di fuoco strabordante a batterie di razzi congelanti e così via.

    Ce ne sono diverse, alcune delle quali si possono trovare nei pack venduti separatamente. Le armi presenti nello starter pack e nell'espansione fornitaci ci hanno comunque permesso di arrivare alla fine del gioco (magari sudando un po' di più del previsto) ma esistono luoghi o risorse che possono essere raggiunte solo possedendo un determinato tipo di loadout.

    A ogni modo, tutto il sistema di potenziamento di armi e navi viene condensato nelle già citate "mod". Ce ne sono letteralmente decine e decine di diverso tipo (persino quelle leggendarie dei Guardiani); possono essere anche fuse per aumentarne l'efficienza e il livello. Le mod, da inserire in uno dei slot a disposizione, agiscono quindi sui più disparati parametri del mezzo, dalla cadenza di fuoco alla velocità di ricarica, dall'accelerazione al controllo e via discorrendo. Insomma, i giocatori più curiosi potranno davvero perdere le ore a trovare l'assetto perfetto per ogni occasione.

    Qualche inciampo lungo il percorso

    Starlink, l'abbiamo già accennato, ha un difetto macroscopico: la ripetitività. La varietà dei nemici e dei loro pattern d'attacco è davvero esigua mentre le attività sui vari mondi, a lungo andare, vengono quasi a noia. Una "asimmetria" qualitativa il cui peso purtroppo si sente, rispetto al resto del lavoro del team che, comunque, ha l'indubbio merito di proporre qualcosa che sino a questo momento non si era ancora visto per ciò che concerne la fetta di mercato dei "toys to life".

    Il design di ogni corpo celeste appare curato e variegato e la cura riposta nella realizzazione della sovrastruttura "open universe" ha poco da invidiare a produzioni canoniche. Inoltre, se analizziamo il livello costruttivo delle appendici reali, si nota sin da subito la notevole fattura. Le navicelle, gli avatar dei piloti e persino tutti i componenti aggiuntivi sono ben caratterizzati e davvero molto curati. Certo, esiste ovviamente la possibilità di giocare anche solo in digitale e acquistare le espansioni (quindi proprio tutto: navi, piloti e armi) direttamente dallo store online. Il prezzo, però, pare comunque abbastanza eccessivo, tanto da far preferire comunque l'acquisto e il possesso della controparte "fisica".
    Infine, il comparto tecnico soffre di alti e bassi. Su Switch la potenza del Snowdrop Engine appare imbrigliata entro limiti stringenti: una qualità texture e pulizia altalenanti, elementi ambientali che spuntano con un effetto pop up sono i nei maggiori che abbiamo notato nel corso della nostra lunga avventura. Nulla da eccepire, invece, riguardo all'ottimo lavoro in fase di doppiaggio con alcune delle voci più note e famose del panorama italiano.

    Starlink Battle for Atlas Starlink Battle for AtlasVersione Analizzata Nintendo SwitchStarlink: Battle for Atlas è una vera e propria scommessa per Ubisoft. In molti, prima del colosso transalpino, hanno già provato a battere la strada dei “toys to life” con risultati altalenanti. La produzione dei ragazzi di Ubisoft Toronto ha l'indubbio merito di proporre un'esperienza ludica che non si era ancora mai vista, nella peculiare fetta di mercato in cui si vuole inserire. Inoltre, cerca di essere trasversale, di parlare a più fasce di potenziali appassionati. Il titolo appare fresco e divertente tanto nella struttura quanto riguardo al gameplay, mentre la presenza delle pregevolissime aggiunte fisiche non fa altro che solleticare anche il palato di collezionisti d'ogni risma, nonostante il prezzo (sia reale che virtuale) non sia del tutto abbordabile. Il gioco, intendiamoci, permette di raggiungere la fine dell'avventura (magari con un po' più di impegno) con il solo starter pack ma, se volete scoprire tutti i segreti che si celano nel sistema Atlas, qualche aggiunta la dovrete per forza mettere in conto. Purtroppo, Starlink soffre di una ripetitività di fondo che si fa sentire soprattutto nelle fasi avanzate, portando il giocatore a svolgere le attività solamente per raccogliere esperienza e risorse necessarie con cui raggiungere i titoli di coda. Inoltre (almeno su Switch) l'engine appare imbrigliato da limiti e qualche inciampo di troppo che non permettono di apprezzare appieno il lavoro svolto dai designer del team di sviluppo. Ora che il Starlink è giunto nei negozi col suo carico di “giocattoli”, la sfida per Ubisoft si fa ardua: migliorare ed estendere la cornice narrativa proponendo qualcosa che possa continuare a stupire il pubblico e indurlo all'acquisto dei futuri contenuti. In base a quanto rivelatoci dagli sviluppatori, le idee non mancano e le novità non si faranno attendere. La nostra speranza è che Starlink possa davvero divenire un gioco in continua espansione. Come l'universo.

    7.5

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