Statik per PlayStation VR Recensione

In un misterioso laboratorio di ricerca, uno scienziato osserva i nostri tentativi per liberarci da un inquietante meccanismo che ci blocca le mani.

Statik per PlayStation VR Recensione
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  • PS4
  • Il successo commerciale di PSVR, a circa sei mesi dal lancio, si è dimostrato indubbiamente solido: dai comunicati ufficiali, non a caso, traspare un certo entusiasmo anche da part di Sony stessa. A livello di software il supporto è stato piuttosto buono, in particolare durante il periodo di lancio, con titoli di qualità come RIGS e Here They Lie, mentre nei mesi seguenti, purtroppo, sono mancati i prodotti di un certo peso, con un vuoto colmato soltanto da Resident Evil 7 e dalla sua modalità VR in esclusiva per la versione PlayStation 4. Nei prossimi giorni è in arrivo altresì il promettente Farpoint: tuttavia, se gli utenti di PSVR stanno cercando un validissimo motivo per ricollegare al più presto il loro visore alla console, Statik è esattamente ciò che fa per loro.

    In trappola

    Statik è a tutti gli effetti un puzzle game dall'impronta fortemente narrativa, che per stile e atmosfere ricorda le migliori produzioni di Valve. Lo stile è però decisamente autoriale e risulta quindi molto semplice riconoscere l'estro del team di sviluppo, quel Tarsier Studios che ha prodotto anche Little Nightmares, di recente pubblicato da Bandai Namco. L'aria che si respira, una volta indossato il visore e avviato il gioco, è intrisa di puro mistero: la vista annebbiata e le palpebre pesanti ci immergono progressivamente in un ambiente neutro, dai colori spenti e con le pareti spoglie. Notiamo subito la presenza di una figura umana, dall'altra parte di uno spesso vetro smerigliato che divide la stanza, nella quale siamo rinchiusi, da quella attigua. Dal camice intuiamo sia una sorta di scienziato, che ci invita a risolvere l'enigma che abbiamo in grembo: con orrore ci rendiamo conto che si tratta di uno strano macchinario, nel quale le nostre mani sono bloccate da una spessa guarnizione di gomma scura.

    Rapidamente ci rendiamo conto che il tempo non è una delle variabili in gioco, ed avremo così la possibilità di affidarci al nostro sangue freddo e cercare con calma una soluzione.
    I ragazzi di Tarsier hanno svolto un ottimo lavoro nel calare il giocatore all'interno di questa situazione di pericolo, sia grazie all'atmosfera inquietante, spesso pregna di un umorismo subdolo e strisciante, sia grazie ad un sistema di controllo che sfrutta alla perfezione il tracciamento dei movimenti.
    La PlayStation Camera monitora quindi costantemente non solo la testa del giocatore, che - legato ad una sorta di poltrona da dentista - può guardarsi intorno e protendersi (qualora ritenesse di aver notato un dettaglio importante nello scenario) ma anche le mani: impugnando saldamente il DualShock 4 e inclinandolo in tutte le direzioni è possibile esplorare, sebbene solo con lo sguardo, il dispositivo che ci tiene prigionieri.
    Presa confidenza con l'assurda situazione in cui ci troviamo, è necessario mettersi in azione, tentando di capire come risolvere l'enigma che abbiamo davanti ai nostri occhi: ogni livello prevede un dispositivo differente e ciascuno nasconde più di un rompicapo, da risolvere provando a comprendere cosa controllano i pulsanti, i grilletti e le leve analogiche del pad. È impossibile fare un esempio senza rischiare di rovinare parte dell'esperienza, ma basti sapere che abilità manuale, intuito, tempismo, logica e spirito di osservazione sono costantemente messi alla prova in contemporanea.
    Non è infatti disponibile alcun aiuto esterno, se non alcune criptiche frasi recitate dal professore, il cui volto sarà perennemente censurato da un inquietante effetto blur, con toni a metà tra l'annoiato e il provocatorio. A parte la genialità degli enigmi, un altro aspetto molto riuscito di Statik consiste nell'alto livello della sua scrittura, che si innesta perfettamente in un gameplay alquanto "misterioso", da esplorare e scoprire un passo alla volta: entrambi gli aspetti concorrono nel far sentire il giocatore abbandonato ma studiato, con il costante dubbio sul proprio ruolo, come accadeva spesso anche in Portal.
    La mancata localizzazione potrebbe però risultare un limite per i possessori di PSVR che non masticano fluentemente l'inglese, anche se, a dispetto di molti prodotti per VR, i ragazzi di Tarsier sono riusciti a reinventare il classico meccanismo dei sottotitoli in modo da renderlo fruibile anche in Realtà Virtuale: il testo compare progressivamente nelle zone degli ambienti meno ricche di dettagli, in modo da risultare sempre ben leggibile, con un'icona che fluttua nello spazio segnalando la presenza di una nuova frase nel caso in cui si stia guardando in un'altra direzione.

    Statik è però ben più di un'esperienza da affrontare in solitudine, immergendosi nelle sue atmosfere e soffermandosi sui dettagli per cercare da risolverne gli enigmi. I ragazzi di Tarsier hanno aggiunto alcuni livelli espressamente dedicati alla cooperazione, che fanno leva su un gameplay "asincrono": basta quindi trovare un secondo giocatore, dotarlo di uno smartphone o di un tablet con installata l'app ufficiale di PlayStation e avviare la funzionalità di second screen della console.
    Lo schermo si animerà con led, pulsanti, griglie e altri misteriosi elementi, che se toccati interagiranno con ciò che è possible vedere indossando PSVR. Solo il secondo giocatore, in ogni caso, avrà una visuale su entrambi gli schermi, elemento che spingerà il duo a dover collaborare in maniera molto affiatata, unendo il proprio spirito di osservazione e condividendo le deduzioni che man mano verranno in mente. Facendo squadra, insomma, anche in Statik potrete dunque replicare in maniera ancor più riuscita le splendide complicità che Keep Talking and Nobody Explodes è riuscito a creare, e che sono state in grado di decretarne il grande successo.

    Statik StatikVersione Analizzata PlayStation 4Statik è uno dei titoli più interessanti disponibili attualmente sui negozi digitali dei visori per la Realtà Virtuale e non solo nell'ambito di PSVR. La sua fonte di ispirazione è chiaramente Portal, ma l'idea di bloccare virtualmente le mani dell'utente sul gamepad, sfruttandone al contempo tutti i controlli, è tanto geniale quanto ben implementata. Come molti dei titoli per VR pubblicati di recente sul PlayStation Store, qualche dubbio potrebbe emergere in relazione al prezzo di vendita: eppure l'aggiunta della modalità cooperativa, sebbene con un numero ridotto di enigmi rispetto a quella principale, espande il valore del prodotto giustificandone completamente il download a prezzo pieno. Statik si è dimostrato, in sostanza, un'altra ottima prova per Tarsier Studios, dopo quel gioiello artistico e di atmosfere che risponde al nome di Little Nightmares.

    9

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