Strange Brigade Recensione: la folle brigata di Rebellion

Rebellion al debutto con una nuova IP: uno shooter cooperativo in terza persona alla Resident Evil 4, con un'ambientazione in stile coloniale anni '30.

Strange Brigade Recensione: la folle brigata di Rebellion
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Strange Brigade sembra davvero in tutto e per tutto un gioco di una volta. No, non è tanto per l'ambientazione squisitamente vintage dell'ultimo nato di casa Rebellion - anche se pure quella fa di certo la sua parte, come vedremo più avanti - quanto piuttosto per un fatto di attitudine, di DNA. Avete presente quei videogame visti in piena epoca PS2 (ma anche durante il culmine dell'era in cui Xbox 360 imperversava...), quei titoli evidentemente imperfetti ma al tempo stesso onestissimi, che gettando il cuore oltre l'ostacolo finivano per risultare davvero godibili controller alla mano? Medie produzioni ben lontane dal clamore e dalle ambizioni dei blockbuster AAA, che sembrano per qualche strana ragione un po' sparite dalle scene. Penso ad esempio a prodotti tipo Shadow of Rome, Dark Sector o Singularity, giusto per fare dei nomi: esperimenti magari non del tutto riusciti, che comunque grazie a qualche meccanica particolarmente sfiziosa e a un carattere non banale riuscivano a distinguersi dalla massa, facendosi pure volere sinceramente bene. Ecco, con tutti i suoi limiti e i suoi difetti, Strange Brigade mi ha riportato alla memoria proprio quel tipo di esperienza.

    La maledizione di Seteki

    Il concept alla base di Strange Brigade parte innegabilmente dalla formula del mai troppo lodato Resident Evil 4: l'impostazione è quella di uno sparatutto in terza persona ormai piuttosto classico, anche se, come già era accaduto in passato in casa Rebellion per Zombie Army Trilogy, la particolarità del titolo deriva senza ombra di dubbio dalla peculiare ambientazione e dal level design piacevolmente arzigogolato, che oltre a tonnellate di pallottole da sparare all'impazzata lascia spazio anche a qualche semplice ma gustoso rompicapo. Tutto ruota attorno alla cosiddetta Strange Brigade, ovvero un corpo di estemporanei agenti speciali al servizio della Corona d'Inghilterra negli anni '30: un quartetto (anzi un quintetto, visto che in occasione del lancio verrà reso disponibile gratuitamente un ulteriore personaggio) di eroi abbastanza assurdi, impegnato in una serrata lotta senza esclusione di colpi contro le forze dell'occulto rappresentate per l'occasione da Seteki, un regina-strega dell'antico Egitto misteriosamente cancellata dal corso della storia.

    Le anime dei nemici - così come molti dei tesori - non sono equamente condivise: pur in un contesto pienamente co-op, non manca una sfumatura competitiva.

    Spaziando da una cacciatrice di demoni Maasai a un giovane ex-archeologo - passando per una metalmeccanica con l'hobby della boxe o un militare di ventura dell'impero britannico - andremo così ad avventurarci in nove missioni ambientate in location squisitamente tropicali: suggestivi scenari stracolmi di micidiali trappole, di antichi trabocchetti alla Indiana Jones, di inestimabili tesori e soprattutto di legioni di inarrestabili mostruosità mummificate, riportate in vita dai malvagi sortilegi di Seteki. Il bello di Strange Brigade sta principalmente nell'adorabile carattere con cui il gioco si presenta: una prospettiva piuttosto insolita e innovativa per il medium, con una coraggiosa impostazione dai toni colonialisti che avrebbe forse potuto suscitare qualche polemica, sdrammatizzata comunque in maniera eccellente dal fatto di non prendersi mai troppo sul serio.

    Al contrario, come sottolinea a più riprese la spassosissima voce narrante, sempre puntuale ed enfatica nel dare colore all'epopea della sgangherata truppa di tombaroli pronti a salvare il mondo nell'ombra, l'anima di Strange Brigade è all'insegna di un esotismo irresistibilmente naïf, di un amore per l'avventura appartenente a un'era che oggi non esiste più. Con un gusto per lo strano, per il macabro e per il meraviglioso (cit.) che rimanda all'ingenuità fintamente d'epoca dei vecchi film di una volta - con tanto di schermate di presentazione dei mostri in bianco & nero e immancabile filtro effetto pellicola rovinata con accompagnamento sonoro in stile grammofono che fanno un po' documentario dell'Istituto Luce.
    La personalità originale e immediatamente riconoscibile rappresenta insomma l'innegabile punto forte dell'ultima fatica degli sviluppatori di Sniper Elite e Rogue Trooper, ma anche il resto del pacchetto controller alla mano dà prova di funzionare a dovere. Senza davvero eccellere in alcun comparto (anzi prestando il fianco a qualche critica più che legittima...), eppure con quell'indole dannatamente onesta a cui si faceva riferimento in apertura. Così, con l'attitudine da produzione non certo AAA che comunque dimostra di riuscire a divertire e a intrattenere per come minimo una dozzina di ore abbondanti, se non addirittura di più. Il cuore di Strange Brigade è rappresentato, come accennato in precedenza, dalla classica campagna: nove missioni della durata di circa un'ora l'una, affrontabili sia in multiplayer online fino a un massimo di quattro partecipanti sia in solitaria - con una fruizione in single player che personalmente ho trovato abbastanza sorprendente, perché al di là di tutto davvero inaspettatamente godibile. La componente shooter è abbastanza canonica: il gunplay fa il suo senza particolari sussulti in un senso o nell'altro, anche se è nei compiaciuti massacri, nel fatto di essere quasi costantemente sopraffatti da schiere di non-morti di tutti i tipi che Strange Brigade porta a casa la pagnotta. Con una strizzata d'occhio diciamo alla quantità (dei nemici in primis), più che alla qualità.

    Non mancherà una spruzzatina di RPG, con armi e potenziamenti da sbloccare accumulando dobloni d'oro. Giusto per dare un senso di progressione, no?

    Perché, c'è poco da fare: svuotare interi caricatori su legioni di lenti cadaveri rianimati, scacciare con una fucilata a bruciapelo uno scorpione gigante o fare letteralmente a pezzi qualche mummia usando l'interazione ambientale delle trappole (generose nel numero e gustosamente sadiche da azionare) alla fine regala sempre soddisfazioni. Parte del merito è da attribuire al level design non banale e all'apprezzabile enfasi sull'esplorazione: in Strange Brigade si spara infatti molto, moltissimo, senza però trascurare qualche momento di pausa, con apprezzabili cambi di ritmo - peraltro sovente opzionali, perché legati a passaggi evidentemente defilati rispetto allo svolgimento dall'avventura principale - dettati dalla risoluzione piccoli enigmi. Intendiamoci, non aspettatevi nulla di particolarmente complesso o geniale in termini di puro puzzle-solving, quanto piuttosto dei piacevoli diversivi volti a premiare l'esplorazione di arene arzigogolate, ricche di bivi e passaggi nascosti.

    Con pure l'aggiunta di un pizzico di competitività in multiplayer, dal momento che la maggior parte dei tesori non saranno affatto condivisi fra il gruppo, bensì alla mercé di un unico avventuriero.
    Tra un segreto da scoprire e un'ondata di avversari da rispedire nell'aldilà, la modalità avventura finirà col farsi giocare con la soddisfazione spensierata di un invitante guilty pleasure: sarete mano a mano coinvolti dai sagaci commenti della voce narrante, e anzi non vedrete l'ora di scoprire cosa avrà in serbo per voi la missione successiva tanto a livello scenografico quanto in materia di nemici - perché fino all'epilogo verranno introdotti nuovi mostri e rovine sempre diverse, che includeranno scenari desertici, grotte sommerse, afose paludi, canyon e molto altro ancora.

    PrestazioniIn maniera assolutamente inspiegabile, Strange Brigade si avvia (anche su PlayStation 4 Pro) senza chiedere quale tipo di opzione privilegiare in termini di prestazioni, con un framerate lockato a 30fps che cozza un po' con la sensibilità della mira nei movimenti più minuziosi. Spulciando tra i vari menu esiste però la possibilità di sbloccare il framerate, a tutto vantaggio dell'esperienza: selezionando l'apposita opzione il gioco vede infatti la fluidità media impennarsi in maniera davvero considerevole, rendendo le sparatorie decisamente più appaganti e precise (soprattutto se si interviene anche sulla sensibilità della mira, alzandola un po'). Il consiglio spassionato è quello di attivare sin da subito quest'opzione, per godersi al massimo le eroiche peripezie della Strana Brigata.

    Terminata la campagna, potrete dedicarvi ad altre due modalità altrettanto gradevoli: uno score attack all'inseguimento del miglior punteggio possibile (naturalmente basato sulle leaderboard online), e l'immancabile Orda in stile Gears, con un sistema di progressione basato sull'accumulo di monete che vi vedrà partire armati di una semplice pistola base, incrementando via via il vostro arsenale. L'ideale per qualche serata ignorante in multiplayer con la giusta compagnia. Fino a qui sono stati elencati i punti a favore di Strange Brigade, ai quali sarebbe opportuno aggiungere pure una realizzazione tecnica più che discreta, trainata in particolare da una direzione artistica ispirata e coerente. Non mancano però, com'è piuttosto ovvio che sia per un prodotto di questo calibro, anche dei difetti che è doveroso sottolineare. Il più grave riguarda l'inesistente differenza fra i vari personaggi: fatta eccezione per i quattro poteri speciali, che cambiano (neppure in maniera poi troppo incisiva...) fra un protagonista e l'altro, scegliere Nalangu la guerriera africana piuttosto che l'inglesissimo militare Frank Fairburn non ha alcuna ripercussione pratica. Il che non può che rivelarsi un'occasione sprecata, tanto in termini di gameplay quanto di pura caratterizzazione: personalmente avrei trovato affascinante l'idea di un sistema di classi, o comunque di una maggiore differenziazione tra un protagonista e l'altro (e no, i poteri non bastano in quest'ottica, anche perché si tratta di un altro elemento non del tutto riuscito). Alti e bassi anche sul fronte delle animazioni, con in particolare una gestione dei combattimenti corpo a corpo molto approssimativa, e degli effetti grafici non sempre all'altezza. Sbavature - a cui vanno aggiunti anche i sottotitoli minuscoli - che tradiscono la natura di una produzione non certo mastodontica, venduta ad ogni modo al prezzo ridotto di 49.99 euro.

    Strange Brigade Strange BrigadeVersione Analizzata PlayStation 4Strange Brigade ha tutti i crismi del guilty pleasure a cui non è semplice dire di no: al netto dei difetti di una produzione di medio livello e di qualche discutibile scelta in fatto di game design, Rebellion è infatti riuscita a sfornare un third person shooter cooperativo divertente e spassoso (a sorpresa anche in solitaria), che si distingue per lo stile unico e brillantemente anni '30. Un titolo onesto anche e forse soprattutto nel suo porsi senza particolari velleità, col sapore avventuroso dei videogiochi (e dei film!) di una volta. Mica male per una brigata che a una prima occhiata sembrava essere destinata a un epilogo da kamikaze!

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