Subsurface Circular Recensione: Io, (Detective) Robot

Mike Bithell, il creatore di Thomas Was Alone e Volume, torna alla carica con una sperimentale avventura testuale a tinte fantascientifiche...

Subsurface Circular Recensione: Io, (Detective) Robot
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  • Se c'è una cosa che di certo non manca a Mike Bithell, brillante sviluppatore inglese responsabile di Volume e soprattutto di un autentico cult come Thomas Was Alone, è senza dubbio la voglia di osare. Dalla stessa sete di sperimentazione e dal medesimo desiderio di mettere in discussione regole e convenzioni che hanno contraddistinto ogni opera del designer britannico, ecco nascere dunque il qui presente Subsurface Circular, progetto originale e ricco di fascino già a partire dalla definizione con cui lo stesso autore identifica un esperimento nato un po' per caso, nel periodo di pausa tra un lavoro e l'altro.

    Corto interattivo

    Il sottotitolo di Subsurface Circular è infatti "a Bithell Short", una coincisa tagline che basta per svelare molto, se non addirittura moltissimo, riguardo alla natura del gioco: in primis, si parla - per scelta stessa del creatore - di un vero e proprio corto, appellativo tradizionalmente associato all'universo del cinema e mai a quello dei videogiochi. Questo perché, per l'appunto, si tratta di una produzione evidentemente contenuta nei mezzi e negli uomini (nei crediti si contano giusto una dozzina di nomi), destinata ad esaurirsi entro appena un paio di ore - una durata comunque tutto sommato consona rispetto al prezzo di 5.99€ con cui è proposto sul mercato.
    Non lasciatevi però ingannare dagli aspetti quantitativi ridotti all'osso, perché fra le linee di codice di Subsuface Circular si nascondono spunti di riflessione decisamente suggestivi, un'atmosfera piuttosto memorabile (sapientemente tratteggiata con poco) e più in generale un'evidente sensibilità autoriale fuori dal comune: qualità da videogioco "d'essai", da corto per palati fini in concorso al Sundance o giù di lì, piuttosto che caratteristiche tipiche dell'indie game caparbiamente sviluppato in garage per provare ad inseguire un sogno.

    Avviso ai potenziali pendolari della metro: Subsurface Circular è esclusivamente in inglese, con un livello di complessità della lingua scritta non banale. A buon intenditor...

    Ma di cosa parla, alla fine, questo Subsurface Circular? Il primo - e speriamo certamente non l'ultimo - dei "Bithell Short" è in sostanza un'avventura testuale a tema fantascientifico e con chiare venature noir, interamente ambientata su uno dei vagoni dell'immaginaria linea metropolitana che dà il nome al gioco. Sulla Subsurface Circular viaggiano infatti i Tek, avveniristici automi con uno specifico ruolo predefinito all'interno della società umana, che costituiscono la stragrande maggioranza della forza lavoro di un imprecisato futuro prossimo: toccherà a noi, nei panni di un solitario cyber-detective, obbligato dal suo geolocalizzatore ad operare solo e soltanto sulla metro, fare luce sulle enigmatiche sparizioni di operai robot verificatesi negli ultimi tempi, nel tentativo di risolvere un mistero che qualcuno sembra proprio non voler far venire a galla.
    Lotte di classe, rivendicazioni di sé, libertà e doveri dell'individuo nei confronti della collettività ed altri svariati altri dilemmi filosofici sono soltanto alcuni degli ingredienti costitutivi di un'appassionante indagine da svolgere esclusivamente attraverso la forza della parola, servendosi dei dialoghi per interagire con i passeggeri che fermata dopo fermata animeranno la carrozza del treno sotterraneo.
    Tutto ruota attorno ai cosiddetti Focus Point, concetti di primaria importanza destinati ad emergere durante le conversazioni, sbloccando così particolari opzioni di dialogo. Parole chiave che diventeranno veri e propri strumenti di cui servirsi per orientare lo sviluppo della vicenda, andando tanto ad influenzare la discussione quanto a risolvere occasionali ed elementari fasi puzzle (a dire il vero non sempre riuscitissime, a causa di qualche possibile risposta forzata che finisce per far perdere un po' di credibilità e di immedesimazione, vista la totale assenza di conseguenze o imprevisti).

    Come in un corto che si rispetti, una volta completata l'avventura sarà possibile rigiocare tutto con il commento testuale del Bithell-Bot, vale a dire la versione in game del commento audio del regista: ottima idea.

    È proprio in questa sua stringente linearità di fondo che Subsurface Circular perde a nostro avviso qualcosa per strada, compromettendo almeno in parte un comunque validissimo lavoro di scrittura: un vero peccato perché la storia resta narrata in maniera non comune, capace com'è di trasportarti in un universo lontano ma non troppo, ricreato alla perfezione con un encomiabile lavoro in termini di interfaccia, feedback audio e tanti altri piccoli - eppure preziosi - dettagli di contorno.
    Nonostante a schermo venga effettivamente mostrato pochissimo, risulta insomma difficile non sentirsi legati a quei vagoni, rimanendo impassibili dinnanzi al pulsante microcosmo di intelligenze artificiali che popolano un network dal cuore ben più umano del previsto. Proprio per via di una messa in scena così convincente e di una sceneggiatura eccellente, all'insieme avrebbero di certo giovato una maggiore interattività di fondo, più scelte da compiere, e un percorso magari meno rigidamente predefinito da seguire. Il tutto, ovviamente, senza pretendere in alcun modo di snaturare l'essenza di un progetto con poco budget e tanta classe, ma servendosi di quella non-linearità che spesso può fare la differenza nel medium videoludico.

    Subsurface Circular Subsurface CircularVersione Analizzata Nintendo SwitchSubsurface Circular è un progetto affascinante e fuori dagli schemi, che pur esaurendosi nell'arco di un paio d'ore riesce comunque a lasciare un segno nella memoria dei giocatori. Un'avventura testuale costruita con cuore, cervello ed eleganza, permeata da un gusto estetico e da una scrittura degni di nota, che purtroppo manca - seppur di poco - il bersaglio principale, ossia quell'elemento in grado di trasformarla in un clamoroso instant classic. Se vi stuzzica l'idea di un'esperienza diversa dal solito, non abbiate ad ogni modo timore e acquistate senza esitazioni il biglietto: il viaggio su questa metropolitana del futuro non vi deluderà. Ed anzi, potrebbe anche essere il modo giusto di far sapere a Mr. "Thomas Was Alone" che il mondo potrebbe gradire altri Bithell Short...

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