Suburra The Game Recensione: alla conquista di Roma... con lo smartphone

Cattleya e Mongrid propongono un dignitoso tie-in dell'omonima serie televisiva disponibile su Netflix: eccovi la nostra recensione.

Suburra The Game Recensione: alla conquista di Roma... con lo smartphone
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  • E alla libidine atroce
    ogni strada era suburra

    Laudi - Gabriele d'Annunzio

    La Suburra era un luogo di perdizione, un quartiere dell'Antica Roma dove politica e criminalità si incontravano e proliferavano in simbiosi. Al giorno d'oggi, questo nome è divenuto una sorta di sinonimo per indicare un metaforico punto d'unione tra la legalità e l'illegalità, una zona di confine morale nella quale l'etica, la legge e la religione perdono d'importanza ed assumono contorni sfumati. Un connubio tra bene e male volto alla forsennata ricerca del potere. È da questa unione che nasce il film Suburra del bravo Stefano Sollima e l'omonima serie TV prodotta da Netflix: una rappresentazione su schermo di una Roma insozzata fino alle fondamenta ed in ogni singolo strato sociale, dalle alte sfere politiche e vaticane, fino ai sobborghi più malfamati, dove agiscono tossici e reietti.

    Dopo essersi diffusa per tutte le strade della Città Eterna, ora la corruzione dilaga anche sui nostri smartphone con Suburra: The Game, la trasposizione videoludica del serial disponibile in streaming. Il tie-in, realizzato da Cattleya in collaborazione con Monogrid, racconta una storia originale ambientata durante la prima stagione, con l'obiettivo di riprodurne adeguatamente i toni, le atmosfere ed i caratteri dei protagonisti. Il risultato è uno strano ibrido tra avventura grafica e action game a scorrimento orizzontale, che al netto delle sue evidenti mancanze sul versante del gameplay possiede quantomeno il pregio di mantenere una certa fedeltà - in termini di scrittura - con l'opera di partenza.

    I tre Re di Roma

    Che il canovaccio narrativo sia l'elemento principale di Suburra: The Game è evidente sin dall'avvio, nonché dalla sua intelaiatura ludica: l'interazione, difatti, si muove in simbiosi con il racconto, assumendo i connotati di una produzione apertamente story-driven, incentrata sul trio protagonista della serie TV. Ed ecco che ritroveremo quindi Spadino, Lele e Aureliano Adami (qui ancora rigorosamente biondo) invischiati in un losco giro sotto imbeccata di Sara Monaschi: l'avventura ruota attorno ad un omicidio ed alla sparizione di una valigetta, che i tre aspiranti Re di Roma saranno chiamati a recuperare.

    Per farlo, dovranno mettere insieme una serie di indizi visitando alcuni luoghi della Città Eterna, dialogando con i vari NPC che incontreranno e, all'occorrenza, risolvere i problemi a suon di piombo. Come è facilmente intuibile, la risorsa primaria nelle mani dei protagonisti sarà la dialettica: le conversazioni prima di una missione e durante il suo svolgimento rivestiranno una certa importanza, volta a definire non solo il contesto ma anche i rapporti che legano il gruppo di criminali.

    In base alle risposte multiple selezionate nel corso dei dialoghi, del resto, le relazioni tra i membri del trio potrebbero subire dei cambiamenti. Inoltre, all'inizio di ogni incarico, potremo scegliere quale protagonista interpretare, con delle leggere conseguenze sul piano dell'avanzamento. Ad esempio, optando per Lele, la parlantina del personaggio potrebbe ridurre la necessità di menare le mani o imbracciare "il ferro", mentre nei panni di Aureliano difficilmente riusciremo a cavarci dagli impicci senza ricorrere all'intimidazione. Impersonando Spadino, d'altro canto, inizieremo sin da subito con in dotazione un coltellino utile ad eliminare le minacce il più in fretta possibile. Queste differenze sono percepibili ma non realmente significative, perché nel complesso l'andamento di una missione seguirà più o meno le stesse routine. Accanto alla dimensione dialogico-narrativa di Suburra: The Game, che ci accompagnerà per poco meno di due ore di gioco suddivise in sette brevi capitoli, fa capolino un'anima più "action", connessa a doppio filo all'aspetto gestionale dell'opera.

    In pratica, nel corso della progressione, avremo modo di esplorare delle piccole ambientazioni in cui raccogliere alcuni materiali come spinelli e denaro, da depositare in una cassa comune (per dividere il bottino con gli altri membri) o da nascondere in un luogo sicuro per tenere la refurtiva solo per noi. In base alle nostre scelte avremo una maggiore o minore quantità di valuta per acquistare le armi al mercato nero: prima di avviare ogni capitolo, del resto, avremo modo di selezionare il punto di Roma da raggiungere, attraversando rapidamente una piantina della città.

    Così facendo, ci armeremo a sufficienza per affrontare i pericoli dei capitoli più avanzati, dove agire soltanto con i pugni non basterà di certo. Il meccanismo funziona, e richiede una lieve gestione delle risorse per non giungere impreparati nelle fasi più elaborate della storyline. Cimentarsi in un incarico se si è ben armati permette a Suburra: The Game di acquisire qualche punto extra anche nel gameplay: se infatti le scazzottate - legate all'obbligo di premere con le dita sull'icona del nemico - risultano imprecise e scomode, le sparatorie si rivelano leggermente più efficaci.

    Un singolo colpo, solitamente, basterà per mandare al Creatore noi o i nostri bersagli, invogliandoci pertanto ad agire con più circospezione e ad utilizzare le coperture dello scenario con l'adeguato tempismo. Dispiace soltanto che l'avventura si esaurisca davvero in poco tempo, ma per il prezzo a cui è venduta (2.99 euro) si dimostra comunque discretamente commisurata all'esborso. Piacevole, a chiosa, il comparto audiovisivo: la grafica low-poly può sembrare una scelta votata al risparmio, ma in assenza del fotorealismo, per raffigurare le fattezze dei protagonisti ci è parsa una soluzione tecnica abbastanza azzeccata.

    Suburra The Game Suburra The GameVersione Analizzata Android GamesSuburra: The Game svolge il suo compito con dignità: proporre un tie-in di una serie non certo esaltante, della quale riesce a carpire a dovere i caratteri dei protagonisti e l'atmosfera complessiva. Benché la narrazione sia tutt'altro che indimenticabile e le fasi in cui menare le mani appaiano troppo approssimative, la sceneggiatura coerente con il serial originale e le fasi shooter sorreggono la struttura ludica di un gioco adatto, come piacevole passatempo, a chi non vuole proprio saperne di salutare Lele, Spadino ed Aureliano. In attesa della terza stagione, in qualità di esperienza mordi e fuggi, Suburra: The Game potrebbe dunque avere la sua ragion d'esistere.

    6.5

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