Recensione Suikoden Tactics

Torna la saga fantasy di Konami, questa volta in un'incarnazione strategica!

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"Rhapsodia", Another World

Chissà se i ragazzi della Konami avevano idea del fenomeno che stavano creando, ormai dieci anni fa, quando diedero alla luce Genso Suikoden. Nonostante otto capitoli all’attivo, un gioco di carte, fumetti, action figure e chi più ne ha più ne metta, tutt’ora il nome di questa saga è per molti giocatori occidentali completamente oscuro.
Inquadrare Suikoden è molto semplice: si tratta di una serie di RPG ambientati in un mondo fantasy, in cui, per svariati motivi il protagonista del gioco si troverà a dover radunare un esercito per sconfiggere gli avversari di turno.
Tra le numerose particolarità della serie ci sono una trama curata e politicamente credibile, un sistema di gioco semplice ma efficace, una presentazione sempre notevole e, vero punto di forza di questi giochi di ruolo targati Konami, la possibilità di arruolare nel vostro esercito più di 108 personaggi giocabili!
Visti questi elementi, non è difficile immaginare perché si sia creato così tanto interesse intorno a questa serie tra gli amanti degli RPG in cerca di qualcosa di diverso dalla solita solfa inutilmente iperprodotta targata Square-Enix.
Con il passare degli anni Suikoden ha visto aumentare sempre più la sua schiera di fanatici, mettendo a segno un successo dopo l’altro, fino all’anno scorso, in cui è uscito Suikoden IV.
Malvisto da molti, il quarto episodio regolare ha diviso critica e fan, scontenti soprattutto della trama, che presentava diverse lacune, e mancava di quella cura per i personaggi a cui si era abituati.
Così Konami ha pensato bene di aggiustare il tiro pubblicando questo Suikoden Tactics, conosciuto anche come Rhapsodia, che potrebbe essere considerato una vera e propria espansione del quarto episodio della serie.

No Place to Rest on the Journey

Kyril viaggia con suo padre Walter e la sua compagnia, indagando su alcuni misteriosi artefatti chiamati Rune Cannon, e il loro collegamento alla comparsa di mostri dalle sembianze di Uomini Pesce. Le ricerche lo condurranno ben presto in una rete di eventi in cui finirà intrappolato a spese della vita di Walter. Da qui in poi quello che resta del gruppo comincerà a viaggiare in cerca di vendetta per le Island Nation, luogo in cui si svolgeva la trama di Suikoden IV, e poi a nord, nei territori di Koolok.
Durante tutta l’avventura il protagonista incrocerà la strada con un gran numero di personaggi, spesso provenienti proprio dal capitolo precedente della serie, i quali si uniranno a lui nella lotta per scongiurare la minaccia dei Rune Cannon. Lo sforzo dei programmatori di riportare sulla scena figure che non hanno beneficiato del giusto spazio in passato è davvero azzeccata, ma purtroppo anche questo Suikoden Tactics soffre di una trama poco curata e di una certa leggerezza nella caratterizzazione dei personaggi. Spesso infatti i vari protagonisti vi daranno l’impressione di essere nel gioco giusto per dare un contentino ai fan insoddisfatti.
Suikoden Tactics è uno strategico a turni, ma riesce comunque ad essere immediatamente riconosciuto come facente parte della serie di giochi di ruolo da cui prende il nome. Non è solo la presenza di personaggi, locazioni o stile dei menu ad accomunarlo agli altri capitoli. La natura stessa della trama, seppur danneggiata da troppi momenti morti, è tipicamente “a la Suikoden”. Colpi di scena in quantità e fazioni contrapposte sono al centro della narrazione: si potrebbe dire che non è Kyril il protagonista delle vicende, ma il mondo stesso del gioco.
In questa incarnazione non vi troverete a scorrazzare per cittadine e dungeon, ma vi muoverete tra menu e livelli strutturati a scacchiera simili a quelli di altri giochi di ruolo strategici come Final Fantasy Tactics o il mai troppo citato Disgaea.
Il titolo Konami riesce tranquillamente a difendersi nel confronto con questi due giganti del genere: quello di cui soffre sul versante della trama, lo recupera ampiamente in termini di giocabilità e longevità.

Getting Tactical

Si potrebbe dire che sono tre le fasi principali in cui un RPG strategico si sviluppa: La fase di narrazione, in cui si seguono dialoghi e scene che servono a far procedere il dipanarsi della storia. La fase di gestione ed esplorazione, in cui si potenziano ed equipaggiano i personaggi, e ci si sposta tra le varie locazioni grazie ad una mappa, ed infine la fase di combattimento, forse la più importante, in cui si dimostra la superiorità della propria capacità strategica contro la CPU. Suikoden Tactics eccelle in queste ultime due; come ci si aspetterebbe dalla serie, c’è un numero spropositato di personaggi pronti a far gruppo con Kyril. Tavolta questo accadrà per motivi legati alla trama, ma nella maggiorparte dei casi occorrerà svolgere delle subquest per convincerli a passare dalla nostra parte.
Non c’è un sistema di classi nel gioco, ma i vari alleati di Kyril saranno diversificati l’uno dall’altro da vari elementi.
Ogni personaggio disporrà di un’unica arma (potenziabile grazie all’aiuto dei fabbri sparsi per le città) da cui dipenderà il tipo di abilità passive, ovvero potenziamenti automatici, acquisibili spendendo i punti guadagnati nei combattimenti. Con l’avanzare del proprio livello ognuno potrà equipaggiare da una ad otto di queste abilità.
La gestione degli attacchi speciali e delle magie è invece affidata alle Rune. Ogni personaggio potrà equipaggiarne fino a tre (ed ognuna contiene solitamente quattro magie).
Ci sono addirittura personaggi speciali incapaci di attaccare ma che posseggono abilità uniche, come trovare tesori o creare un'aura capace di aumentare la percentuale di evasione dei compagni.
Insomma ci sono moltissimi elementi con cui personalizzare il party sino a renderlo in grado di sopravvivere le sfide presenti nel gioco. Nonostante la parte gestionale di Suikoden Tactics sia molto approfondita, è sul campo di battaglia che si svolgerà il grosso del gioco.
I combattimenti del titolo Konami hanno una fortissima componente strategica. Affidarsi al caso ed affrontare una mappa senza pianificare con attenzione ogni mossa porta con facilità, specie nella parte più avanzata del gioco, ad una prematura comparsa della scritta Game Over sullo schermo della vostra televisione.

Studying the Battle

Sul campo di battaglia non faticherete a capire quali sono le particolarità di Suikoden Tactics: come nel più classico degli strategici a turni i personaggi si muoveranno secondo un ordine determinato dall’agilità del personaggio e dal tipo di azione che avrete compiuto precedentemente, su livelli organizzati in modo simile ad una scacchiera. Balza subito all’occhio però la presenza di comandi piuttosto particolari, come “Talk” e “Team Attack”.
Oltre a muovervi, attaccare e usare magie di vario tipo, i personaggi potranno infatti, in determinati momenti dialogare tra di loro. Bisognerà prestare molta attenzione a quando quest’opzione si renderà disponibile, perché utilizarla significa aumentare la confidenza tra i membri del vostro gruppo: questo, in termini di gioco, si traduce con la possibilità di far si che i personaggi compiano attacchi di gruppo, parino i colpi diretti a compagni in difficoltà o aumentino momentaneamente le proprie caratteristiche infuriandosi quando gli amici verranno feriti o messi fuori gioco.
Una volta imparati gli attacchi di gruppo, sarà possibile scatenare combo devastanti sul nemico selezionando “Team Attack”. Si tratta di attacchi potentissimi dagli effetti più disparati, eseguibili solo da determinati personaggi, capaci di ribaltare l’esito di una partita in non poche occasioni. Per eseguire uno di questi attacchi però, sarà necessario posizionare i personaggi coinvolti nella combo in formazioni particolari, e questo rende il Team Attack un’azione difficile da compiere, ma allo stesso tempo estremamente strategica. Non sarà questo l’unico caso in cui dovrete prestare attenzione al modo in cui posizionate i membri del vostro gruppo. Suikoden Tactics si basa su un sistema di debolezze elementari molto interessante. Ogni personaggi possiede un elemento di appartenenza. Anche i terreni di gioco hanno però un’elemento di appartenenza. Posizionare un personaggio di fuoco su una casella di fuoco lo renderà immensamente più agile potente, e rigenererà una parte dei suoi HP a fine turno. Posizionarlo su una casella d’acqua, al contrario, lo renderà debole e scoperto agli attacchi avversari, e gli infliggerà dei danni a fine turno.
Utilizzando magie e oggetti di vario tipo è possibile cambiare gli elementi dei fondali per sfruttare questo interessante sistema a proprio vantaggio. Nei vari stage inoltre sono spesso presenti scrigni che nasconodo tesori ed oggetti di vario tipo. La presenza di tutti questi elementi particolari rende le battaglie di Suikoden Tactics poco lineari: non sarà sufficiente eliminare ogni avversario senza strategia come spesso capita in titoli simili, ma bisognerà tener conto anche di una serie di obiettivi secondari e degli elementi del terreno!

Offense and Defense on the Great Plains

Suikoden Tactics non vi farà gridare al miracolo per la sua grafica. I personaggi sono realizzati in Cel Shading e sono piuttosto semplici sia a livello di dettaglio che di animazioni. Inizialmente magari vi faranno storcere il naso, ma dopo un paio di battaglie vi abituerete e vi renderete conto che in realtà sono gradevoli da vedere in movimento. Stesso discorso per gli ambienti di gioco, realizzati con un 3D un po’ troppo semplice dalle texture talvolta sgranate. La telecamera permette di ruotare gli ambienti e zoomare a tre livelli, di cui quello medio è il più adatto per godere della grafica del gioco senza esaltarne i difetti.
Nonostante la grandezza incredibile delle mappe e il numero elevatissimo di personaggi presenti contemporaneamente(il party che selezionerete di volta in volta varia da 4 a 12 membri!) il motore grafico del gioco non presenta cali di frame, nemmeno quando il gioco viene riempito di effetti speciali - peraltro di ottima fattura - derivati da magie e attacchi di gruppo.
Essendo ambientato in parte nel mondo di Suikoden IV, questo capitolo della serie ripropone buona parte delle musiche di quel titolo, sufficientemente riarrangiate per l’occasione. In ogni modo il commento sonoro del gioco è pertinente e ottimamente realizzato. Quasi tutti i dialoghi presenti nel gioco sono doppiati, anche se com’era ovvio aspettarsi, non tutti i quasi 100 doppiatori presenti a causa dell’enorme numero di personaggi sono all’altezza. Purtroppo la voce peggiore è proprio quella del protagonista, cosa piuttosto noiosa visto che si tratta del personaggio che sentirete parlare più spesso nel corso dell’avventura...
La storia di Kyril richiede una trentina di ore per raggiungere la conclusione, ma la longevità già onorevole di questo titolo viene moltiplicata esponenzialmente dalle tante subquest presenti e dai personaggi sbloccabili.

videogiochi videogiochiVersione Analizzata PlayStation 2Se avesse avuto una realizzazione grafica ed una trama all’altezza della giocabilità, Suikoden Tactics sarebbe stato un capolavoro assoluto. Malgrado i suoi difetti si rivela un titolo originale adatto agli amanti della strategia e, ovviamente, a tutti i fan della saga Konami. Speriamo che prima o poi qualcuno ne realizzi un seguito, affiancando all’azzeccata meccanica di gioco un motore grafico ed una sceneggiatura di buon livello.

7.5