Summer Lesson per PlayStation VR Recensione

Summer Lesson di Bandai Namco è il gioco per PlayStation VR più venduto in Giappone e Asia: lo abbiamo provato per voi.

Summer Lesson per PlayStation VR Recensione
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  • PS4
  • Dal lancio dei visori per Realtà Virtuale il mercato asiatico legato alla VR ha cambiato faccia rapidamente, trasformandosi in un fenomeno legato alle sale giochi e ai parchi divertimento.
    Malgrado questa mutazione sia ancora in atto e le vendite di PSVR in Giappone rimangano solide, gli sviluppatori orientali hanno supportato solo marginalmente l'offerta ludica, a fronte delle moltissime uscite provenienti da team occidentali, alcune delle quale di assoluto livello.
    Bandai Namco è però uno dei publisher che ha maggiormente investito nel settore della Realtà Virtuale, con prodotti come l'episodio di Ace Combat in dirittura d'arrivo e con quello che, a tutti gli effetti, potrebbe essere considerato un esperimento sui generis: Summer Lesson.

    Ricordi di un'estate

    Summer Lesson fu presentato come un indirizzato per il solo mercato interno, benché un trailer adattato al panorama occidentale, con tanto di modifiche radicali alla fisionomia della protagonista, avesse fatto sperare in una distribuzione in tutto il mondo.
    In realtà l'unica versione in inglese è disponibile sul territorio asiatico, sia in digitale che in formato fisico.

    La localizzazione è infatti un aspetto da non sottovalutare, in quanto Summer Lesson si presenta come una sorta di visual novel 3D, in cui il gameplay è ridotto al minimo ed è fortemente legato alle scelte che potremo compiere nel corso dell'esperienza. Hikari Miyamoto è una studentessa delle superiori non particolarmente brillante nello studio ma indubbiamente molto carina, che ha bisogno di un aiuto per poter prepararsi agli esami di fine anno scolastico. Il giocatore avrà ovviamente il ruolo dell'insegnante, in un titolo di chiaro stampo nipponico, sempre in equilibrio tra serietà e malizia.
    Una volta indossato il visore ci troveremo seduti al tavolino di un bar, con la possibilità di guardarci liberamente intorno; improvvisamente suonerà il nostro cellulare e potremo allungare il pad e premere uno dei grilletti analogici per afferrarlo, avvicinandolo quindi fisicamente all'orecchio per ascoltare la conversazione. Si tratta di una chiamata dall'agenzia per la quale lavoriamo, la cui mansione consiste nell'assumere insegnanti per studenti in difficoltà. La nostra nuova allieva sarà proprio Hikari e avremo a disposizione una settimana per farla migliorare in quattro differenti discipline, scegliendo liberamente cosa studiare e come comportarci.
    Per un titolo di questo tipo verrebbe naturale pensare ai controller di movimento PlayStation Move ma in realtà Summer Lesson è compatibile solamente con il classico DualShock 4, poiché le interazioni sono minimali e spesso gestite con semplici risposte affermative o negative, muovendo la testa in verticale o in orizzontale.
    Anche l'interfaccia si utilizza in gran parte con lo sguardo, osservando una delle opzioni a disposizione e confermando la nostra preferenza.
    Come primo approccio avremo l'opportunità di conoscere Hikari, in modo da organizzare la settimana di lezioni, che si svolgeranno (prevedibilmente) a casa della graziosa fanciulla.
    Dopo una rapida transizione saremo nuovamente seduti, questa volta nella sua camera da letto, attendendo il suo ritorno da scuola. La cameretta è ben modellata e illuminata con maestria, riuscendo a fornire una buona sensazione "fisicità" e tridimensionalità.

    È quindi l'ambiente a metterci un po' a disagio, tra cuscini rosa, una libreria piena di manga e peluche di vario genere, e con una scrivania che nasconde trucchi, diari e oggetti femminili tipici dell'età adolescenziale. Insomma: il gioco riesce molto bene a spingere sin dalle prime scene su un voyeurismo educato e sottile.
    La settimana si svolgerà tramite lezioni giornaliere, strutturate in sezioni completamente passive durante le quali Hikari studierà in autonomia. In ogni momento sarà possibile guardarsi intorno, rispondere alle sue domande e partecipare a sequenze di intermezzo più movimentate, nelle quali il fanservice emergerà di nuovo con forza. È previsto inoltre dallo script anche un evento finale, nel quale dovremo scegliere come comportarci nei riguardi della ragazza.
    Quest'ultima decisione è senza dubbio la più importante, l'unica che andrà effettivamente ad influenzare l'andamento delle giornate di studio e, di conseguenza, il miglioramento della preparazione dell'allieva, incidendo sul finale della storia al termine della settimana.
    Si tratta però anche la parte più criptica del gioco, poiché, come nelle visual novel o nei dating sim, il gioco non fornisce particolari dettagli sull'impatto delle proprie azioni, causando spesso esiti imprevisti e contrari a quanto avremmo voluto ottenere.

    Incitare la ragazza a rimanere più concentrata comporterà, in molte occasioni, un effetto negativo: se messa sotto pressione, Hikari diverrà maggiormente ansiosa e quindi la giornata sui libri si rivelerà molto meno efficace, obbligandoci a procedere per tentativi e cercando di analizzare il suo stato d'animo attraverso l'analisi del suo comportamento.
    Proprio l'osservazione è poi l'aspetto fondamentale del gioco, dato che tutti gli elementi di Summer Lesson concorrono nel coinvolgere e stuzzicare l'occhio dell'utente: PSVR è sfruttato a dovere e, complice la completa mancanza di movimento, il senso di presenza risulta decisamente molto forte. Le ambientazioni, tipicamente nipponiche, sapranno si dimostrano avvolgenti al punto giusto, e anche Hikari stessa ci appare pienamente convincente.
    Sul fronte visivo è stato svolto pertanto un ottimo lavoro in modo tale da rendere la nostra allieva il più naturale ed umana possibile.
    Struttura poligonale a parte, maggiore attenzione è stata riposta nelle animazioni, discretamente naturali e perfettamente adatte per una liceale di quell'età, che nell'immaginario collettivo di matrice orientale incarna un mix di insicurezza e spavalderia.

    Non manca poi l'aspetto più puramente piccante della produzione, sul quale il team di sviluppo ha puntato in maniera moderata: inizialmente Hikari sarà vestita con la classica uniforme scolastica, quindi camicia bianca e gonna scura, decisamente troppo corta per gli standard occidentali. La cura per la resa visiva si intreccia con un intento un po' pruriginoso, dal momento che il tessuto della camicia è piuttosto leggero, in grado di far trasparire la biancheria intima in maniera ben visibile.
    Inoltre la ragazza tenderà ad avvicinarsi molto all'utente, grazie al suo carattere molto espansivo, con il risultato che spesso, anche involontariamente, potremo ritrovarci a fissarne le forme, rimanendone ammaliati.
    Tale effetto viene poi amplificato nei brevi minigiochi che vengono proposti durante la giornata di lezione e che dipendono da alcune carte della fortuna. Prima di ogni sessione è possibile sceglierne una tra quelle disponibili nel proprio mazzo: ogni carta ha un effetto diverso, e ci chiederà, ad esempio, di spalmare della pomata anti prurito sul collo di Hikari, punta da una zanzara, oppure ci permetterà di sbloccare nuovi vestiti per la protagonista, alcuni dei quali ben meno casti della divisa scolastica.

    Le parti più movimentate del gioco mettono purtroppo in evidenza un difetto sulla localizzazione, rappresentata dai soli sottotitoli in inglese (mentre il doppiaggio resta in lingua giapponese): il testo, infatti, compare nella parte inferiore del campo visivo dell'utente ma resta sempre un po' troppo vicino al suo sguardo. Per leggerlo correttamente è dunque necessario continuare a muovere gli occhi verso il basso: provare a mettere a fuoco costantemente un punto dell'immagine può però provocare stanchezza alla vista dopo poche decine di minuti di gioco. Inoltre, in tutti i momenti in cui Hikari si avvicinerà, non appena il suo corpo compenetrerà il testo, questo diventerà di fatto trasparente, non permettendoci di capire il significato della frase ed obbligandoci a rispondere ad un'eventuale domanda in maniera del tutto casuale. In tal modo, purtroppo, l'ottimo senso di Immersività che Summer Lesson è in grado di offrire finisce in parte per rovinarsi.

    Summer Lesson Summer LessonVersione Analizzata PlayStation 4Summer Lesson può essere considerato come una sorta di "banco di prova" per testare le caratteristiche della realtà virtuale. Al pari della maggior parte degli esperimenti, però, non tutto funziona come previsto: l’Interattività è ridotta al minimo e passeremo molto più tempo ad osservare la nostra allieva rispetto a quello in cui interagiremo con lei, scegliendo come comportarci, rispondendo alle sue domande e partecipando ad occasionali minigiochi. Il fascino di un prodotto del genere è però indubbio, in parte per la sua natura squisitamente sperimentale, in parte per l’atmosfera tipicamente giapponese che si respira sin dal primo istante in cui si indossa il visore. Un titolo quindi dedicato ai soli fan più sfegatati delle opere e della cultura nipponiche: è un peccato, dunque, che la reperibilità della versione in inglese non sia del tutto agevole e che un’edizione internazionale probabilmente non giungerà mai sui nostri lidi.

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