Recensione Super Mario Galaxy 2

Il ritorno di Mario tra le stelle più splendenti

Recensione Super Mario Galaxy 2
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Wii
  • All'alta fantasia qui mancò possa;
    ma già volgeva il mìo disio e 'l velle
    sì come rota ch'igualmente è mossa
    l'amor che muove il sole e l'altre stelle.

    Dante Alighieri, Divina Commedia, XXXIII canto, Paradiso

    Per aspera sic itur ad astra

    Nella storia dei videogiochi, così come nella vita, si può operare una distinzione fondamentale tra due categorie: c'è chi innova e chi insegue.
    C'è chi ribalta i tavoli, affronta e demolisce le convenzioni, si dibatte e si libera da canoni eccessivamente stretti, e c'è chi si accontenta di seguire sentieri già battuti, strade larghe e diritte. Ci sono l'esploratore, il poeta, il rivoluzionario, il sognatore, il pazzo e ci sono l'accidioso, il pigro, il monotono, il prevedibile. Le loro azioni mai s'incrociano, perché nel momento in cui i secondi sono sui passi dei primi, questi già sono altrove, alla ricerca di altro, del nuovo, dello sconosciuto. E nemmeno i loro sguardi s'incrociano: perché l'ordinario guarda a terra, lo speciale vede ben oltre le difficoltà: scavalca le siepi che gli escludono l'orizzonte, attraversa boschi sconfinati, scavalca montagne insormontabili e, arrivato alla cima del mondo, si sente ancora insoddisfatto. E guarda il cielo.
    Tralasciando disquisizioni metafisiche e religiose, perché pur sempre di videogiochi, anzi di un VideoGioco, c'accingiamo a parlare, il cielo, lo spazio sconfinato, son da sempre la perfetta incarnazione dell'oltre, dello sconosciuto. La bellezza di poter avere una tale ispirazione consta nell'estrema libertà donata a chi ha come limite solamente la propria immaginazione. Lo spazio, l'universo, non sono altro che materia liberamente manipolabile, perché dov'è il niente e l'ignoto allora ci può essere di tutto. E tra diari astrali, navi in fiamme al largo dei bastioni di Orione, galassie lontane lontane, non pare tanto strano anche trovarvi baffuti idraulici italiani che zampettano allegri da un planetoide all'altro.
    Diavolo, forse con l'ultima abbiamo davvero esagerato. O no?

    Extraterrestre, portami via...

    Per chi avesse passato sottoterra gli ultimi tre anni (non su Marte, perché probabilmente anche nella sua orbita sarà stato possibile osservare un panzerotto volante in salopette), il gioco che più sovviene alla mente quando si parla di spazio, pianeti e baffi è senza dubbio Super Mario Galaxy.
    Prima incarnazione su Wii delle avventure dell'amata mascotte Nintendo, accolse favori unanimi da critica e pubblico, vista la sua innegabile carica innovativa ed un gameplay di livello assoluto e foriero di grande divertimento. A ben vedere però, qualche piccolo difettuccio c'era: un livello di sfida tendente al basso, se non per poche (frustranti) stelle, nelle quali la sfida era rappresentata da elementi che andavano oltre l'essenza platformistica, sopperendo al level design con artifizi quali tempo e salute limitati, o macchinose raccolte di oggetti sparsi per i livelli; la tendenza alla ridondanza, dovuta al sistema ad hub centrale adottato per la prima volta in Super Mario 64, che proponendo un discreto numero di galassie ma riutilizzate numerose (troppe) volte, rendeva meno fresca l'esperienza di gioco. Ad ogni modo, un gioco di indiscusso valore, e grande è stato quindi l'entusiasmo quando Nintendo ne ha annunciato il suo seguito diretto.
    Super Mario Galaxy 2, fin dai primi video mostrati, non ha fatto mistero di essere un gioco incentrato sul concetto del "di più". Più stelle, più galassie, più power up. Ma se c'è un elemento che invece non è stato toccato da questa voglia d'abbondare, è certamente quello relativo alla storia di fondo. Come reagisce Nintendo alle (sterili) critiche riguardo l'assenza di una trama di rilievo e la riproposizione del solito canovaccio (rapimento di Peach da parte di Bowser)? Presentandolo ancora una volta, in maniera ancor più semplificata. Una delle chicche delle quali è infarcito il gioco. Succederà che, dopo aver preso il controllo di Mario ed attraversato una fase in 2D puro (altra chicca, e siamo già a due, in nemmeno cinque minuti di gioco) la sciagura si abbatterà sul Regno dei Funghi, nella figura di un Bowser assai cresciuto. Il tempo del rapimento, dell'incontro con una truppa di sfavillotti, ed ecco che Mario è pronto ad intraprendere la sua avventura, scorrazzando in giro per le galassie a bordo di un'astronave che ne riproduce le sue baffute sembianze (e siamo a tre).

    Continua

    L'astronave serve per muoversi da un livello all'altro, livelli a loro volta contenuti in mondi: qui sta la prima novità di Super Mario Galaxy 2, e non è cosa da poco, vista la ripercussione sulla quantità, ma soprattutto sulla varietà, delle zone esplorabili. Avere per la prima volta in un Mario 3D la struttura in mondi rende più coerente la scelta di assegnare ad ogni area un minor numero di stelle, aumentando a dismisura le soluzioni di gioco implementabili. Tale libertà sarebbe ovviamente fine a se stessa, qualora non supportata da un level design all'altezza, ma non è di certo questo il caso.
    Nelle prime fasi di gioco, e nei primi mondi, appare fin da subito come la qualità della costruzione dei livelli sia stata notevolmente innalzata rispetto a Super Mario Galaxy. Una complessità appena più articolata, perché ovviamente saranno dedicate a prendere pratica con i comandi e con le dinamiche dell'esplorazione galattica: naturalmente i salti sono l'azione principale, nelle loro numerose varianti, ma torna anche la simpatica soluzione dell'uso dei frammenti di stella per stordire i nemici, dopo averli mirati con il Wiimote, nemici da attaccare poi semplicemente andandogli contro. Un sistema di controllo che più basilare non potrebbe essere, ma che con pochi pulsanti (e scossoni) riesce in maniera eccellente a trasporre su schermo tutto quello che noi vorremmo Mario facesse, con naturalità e precisione.

    Una volta giunti nel bel mezzo dell'avventura però, si arriva a un punto di svolta non da poco, ed il level design, da ottimo, diventa eccelso. Chi avesse già rintracciato nel primo Galaxy una qualità inarrivabile, avrà sicuramente di che ricredersi, perché davvero si arrivano a toccare picchi di costruzione dei livelli di gioco inauditi. Così come inaudito diventa il balzo in avanti della giocabilità tutta. Molte volte, parlando di videogiochi, vi si accenna come forma d'arte. La qualità dei livelli di Super Mario Galaxy 2 giustifica questa affermazione, ma non è sufficiente: l'arte in sé è immaginazione, fantasia, follia. Ma quanto si ritrova nelle galassie attraversate è anche qualcosa di riconducibile ad una sensazione più tangibile, più reale, quasi artigianale. E' come se l'idea trasmessa non fosse solo quella di un artista che nel pieno del suo furore imprime pennellate e ghirigori, ma anche di un artigiano sapiente che con mattoni, legno e quant'altro riesce a costruire percorsi di estremo godimento ludico, plasmando quella materia oscura del quale è composto lo spazio infinito.
    L'alternarsi di queste sensazioni nelle varie fasi di gioco contribuisce a quella estrema varietà che è davvero il pilastro portante dell'intera produzione, dal momento che ci si troverà di fronte a spettacolari e leggiadri volteggi da compiere grazie alla gravità alterata cosi come a salti da calibrare al millimetro, a livelli aperti nei quali sbizzarrirsi cosi come ad appiattimenti in 2D, imposti da repentini cambi della telecamera, che ricondurranno ad un'esperienza di gioco più classica. Come detto è il salto la chiave con la quale aprire questo scrigno di ricca giocabilità, ma i power up, tra vecchi e nuovi, fanno sentire in maniera sensibile il loro peso. Pertanto, che ci si ritrovi nei panni di Mario Ape, che s'indossi il soffice cappello di Mario Nuvola o che si prenda in mano un'enorme trivella con la quale attraversare i pianeti da parte a parte, la giocabilità ne beneficerà in maniera assai sensibile, sia quando il loro utilizzo sarà obbligato, sia quando saranno piacevoli diversivi. Un power-up in sostanza è anche Yoshi, che fa il suo ritorno in tre dimensioni, ma anche il suo utilizzo sarà reso vario da invenzioni strane, come frutti che lo gonfieranno e lo faranno fluttuare o peperoncini di fuoco che gli metteranno le ali ai piedi.

    Continua


    L’utilizzo del draghetto verde è sapiente, e perfettamente integrato nel contesto di gioco, cosi come tutti gli altri potenziamenti d’altronde, ma enunciare una ad una tutte le soluzioni di game design apportate in Super Mario Galaxy 2 è praticamente impossibile: tra palle rotolanti, piattaforme che scompaiono secondo il ritmo della musica, pavimenti semoventi, mondi capovolti e quant’altro, c’è di che goderne appieno assai a lungo. Una menzione va fatta, però, per i boss: geniali. Gli scontri con lombrichi giganti, robot armati manco fossero Mazinga, coccinelle troppo cresciute e bestie e macchine di ogni tipo rappresentano alcuni dei momenti più alti e divertenti dell’intera produzione, carichi come sono di ritmo, varietà e spettacolarità. Raramente si dovrà usare lo stesso approccio, e mai, davvero mai, sembreranno banali o messi lì a mo’ di riempitivo; ed inutile dire come la loro difficoltà aumenterà gradualmente, in accordo a un livello di sfida calibrato qui, come nel resto del gioco, nella maniera più sapiente possibile.

    ...voglio una stella che sia tutta mia

    La struttura di gioco non è l’unica eccellenza di Super Mario Galaxy 2. Partendo dalla già ottima base del primo episodio e migliorandola ulteriormente, la produzione Nintendo probabilmente rappresenta il picco più alto toccato dalla macchina, facendo impeccabile sfoggio sia delle capacità tecniche del Wii, che della direzione artistica di prim’ordine che le sta dietro. Il contesto spaziale permette di coniugare alcuni elementi tipici dell’immaginario legato al Regno dei Funghi, tra personaggi conosciuti (Goomba, Koopa, Wiggler, Fratelli Martello, Piante Piranha, Pallotto Bill, Kamek) e alcuni rimandi al passato da standing ovation (ve ne segnaliamo giusto uno: quarto mondo, primo livello), ed altri nuovi, ma perfettamente integrati e mai fuori contesto. Il tutto con una dimostrazione sapiente di maestria tecnica: modelli poligonali morbidi e dettagliati, effetti particolari curati ai limiti del maniacale, texture pulite e colorate da tinte cartoonesche ma mai eccessivamente irreali. La creatività degli sviluppatori viene fuori anche nelle galassie, numerosissime ma mai simili l’una all’altra, con ambienti naturali, artificiali, robotici, onirici o totalmente folli: la perfetta sintesi tra gioia per gli occhi e gioia per il divertimento.
    Ovviamente simile cura è riposta nel comparto audio. La colonna sonora è completamente orchestrata, tra brani provenienti dal primo episodio (i più belli sono tutti presenti), altri totalmente nuovi ed altri presi di peso da vecchi episodi della serie, riarrangiati splendidamente e perfettamente coerenti nella collezione proposta. Forse sono pochi quelli davvero memorabili, ma è questione di gusti, e ad ogni modo la valutazione in questo ambito non per questo si discosta molto dai livelli di più assoluta eccellenza, prendendo anche atto degli effetti sonori, questi si davvero impossibili da criticare, cosi come sono puliti, vari e caratterizzati.
    Una galassia quindi bella da vedere e da ascoltare quanto da giocare, per un’opera completa come poche altre.

    Super Mario Galaxy 2 Super Mario Galaxy 2Versione Analizzata Nintendo WiiQuando si usano determinati termini, bisognerebbe stare bene attenti, perché altrimenti si rischia di sminuirli: con quale parola descrivere meglio Super Mario Galaxy 2, se non capolavoro? Ma, consci del fatto che troppe volte questo termine è stato utilizzato a sproposito, evitiamo di provare a racchiudere una tale opera in un solo, riduttivo appellativo. L’ultima produzione Nintendo è, semplicemente, fuori parametro: non è un platform, non è un solo un VideoGioco, non è solo un’opera d’arte, perché in essa vi è anche qualcosa di strettamente artigianale, quella maestria figlia del saper fare e della fervida follia. Level design semplicemente inaudito e giocabilità estrema sono i metalli più preziosi dai quali è composto un gioiello ornato in maniera sopraffina da quello splendido brillante rappresentato da un comparto tecnico di sopraffina qualità: un gioiello, brillante e puro, che risplenderà per sempre nella storia dei Videogiochi.

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