Super Monkey Ball Banana Blitz HD Recensione: tornano le scimmie di SEGA

Le ruzzolanti scimmie di SEGA tornano su console con l'edizione HD di Super Monkey Ball Banana Blitz, episodio nato su Nintendo Wii.

Super Monkey Ball Banana Blitz HD Recensione: tornano le scimmie di SEGA
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • PS4 Pro
  • Sono trascorsi diversi anni dall'ultima volta che le scimmiette di Monkey Ball hanno fatto incursione nei nostri schermi. Se si esclude Ball Bounce - un emulo per smartphone del celebre Peggle - la serie regolare si è difatti fermata al 2012, capolinea di un processo che ha portato il nipponicissimo filone a perdere gran parte dell'appeal nei confronti della sua platea. Chiaramente parliamo di un pubblico di nicchia, il quale ha però mostrato più volte un certo attaccamento verso una formula arcade che ha saputo sfoderare un bel mix di carattere e originalità, soprattutto agli inizi del suo corso. Che è poi il motivo per cui oggi, forse, siamo qui a parlare di un'operazione come Super Monkey Ball: Banana Blitz HD.

    Ripescando un esponente del primo, roseo ciclo di vita dei Super Monkey Ball per console, SEGA sembra intenzionata a tastare il terreno, così da stabilire se l'utenza sia effettivamente interessata a "rotolare" verso nuovi, ipotetici capitoli futuri. Per contro, l'originale Banana Blitz è un gioco controverso, identificato da alcuni come l'ultimo Monkey Ball degno di nota e da (svariati) altri come vero e proprio punto di rottura col passato della serie; stando alle premesse, insomma, un titolo poco adatto a rappresentare il brand in tempi di crisi. Disponibile in veste multipiattaforma, Banana Blitz HD si pone quindi l'arduo obiettivo di spazzar via ogni scetticismo, tentando di dimostrare che quell'esperienza, sviluppata per Nintendo Wii nel lontano 2006, meritasse - e ancora meriti - tutta l'attenzione possibile. Sarà veramente così?

    Il salto della palla

    Per capire come mai Super Monkey Ball: Banana Blitz sia un episodio così discusso, bisogna avere chiari gli elementi che hanno permesso alla serie di racimolare un buon numero di consensi ai tempi del suo debutto. In tal senso, basti pensare alla ricetta ludica dei Monkey Ball come a una via di mezzo fra i vecchi labirinti sotto vetro - forse li ricorderete agli angoli di qualche bar - e il classico Marble Madness di Atari. Ogni stage è l'equivalente di una grossa struttura tridimensionale sospesa nel vuoto, che il giocatore ha il compito d'inclinare a piacimento tanto sull'asse orizzontale quanto su quello verticale. Questo perché sulla superficie della costruzione sosta una biglia trasparente con dentro una simpatica scimmietta, il cui moto dipende unicamente dalla pendenza del piano posto sotto i suoi piedi.

    La sfida consiste nel far rotolare il piccolo primate sottovuoto da un punto di partenza fino all'uscita del quadro, la quale è ovviamente situata al termine di percorsi la cui complessità aumenta con lo sblocco dei livelli avanzati. È necessario compiere l'impresa senza cascare nell'abisso sottostante e in discreta velocità - o comunque entro lo scadere del tempo massimo - raccogliendo al contempo quante più banane fra le tante sparse lungo il tragitto: tutte azioni che, se soddisfatte, garantiscono un punteggio finale di rilievo (oltre a qualche try in più prima dell'eventuale game over).

    L'idea di un batuffolo di pelo da sospingere attraverso le sinuosità di tante architetture colorate potrebbe far pensare a una sfida piuttosto amichevole, il che è l'esatto contrario rispetto a ciò che queste produzioni sono solite offrire. Dopo i primi scenari di riscaldamento, la conformazione dei livelli tende infatti a farsi veramente machiavellica, ricettacolo di curve, tornanti, dossi, rampe mobili, oggetti respingenti e chi più ne ha più ne metta.

    I Monkey Ball fondativi avevano un grandissimo pregio: sebbene limitassero il movimento della sfera all'uso di un comando solo (quello per dondolare il piano d'appoggio), sapevano anche catturare l'interesse dell'utente grazie a un level design pregno di trovate creativamente mirabolanti, via via sempre più peculiari e pittoresche.

    Da questo punto di vista, Super Monkey Ball: Banana Blitz rappresentò il primo, concreto tradimento verso la "semplice unicità" del gameplay che i fan avevano imparato a conoscere negli anni precedenti. Questo perché, in sostanza, infilò tra le consuete meccaniche la necessità di eseguire dei piccoli balzelli fra i tratti di strada separati dal vuoto, virando l'esperienza verso i lidi del gioco di piattaforme propriamente inteso. Una scelta tutt'altro che ininfluente, per altro facilmente criticabile dopo appena pochi minuti spesi tra le prove proposte dalla modalità principale. Non tanto perché l'azione si portava appresso i problemi di una camera virtuale piuttosto capricciosa, quanto invece per via di una progettazione degli stage più attenta ad assecondare le dinamiche di salto anziché le fantasie "rompicapo" alla base delle varie piste.

    Un platforming cercato con insistenza nonostante, all'atto pratico, risultasse abbastanza legnoso: emblematiche, in questo senso, sono le fasi di boss fight poste a chiusura di ogni mondo di gioco, realizzate in maniera fin troppo rozza e maldestra.

    Tredici anni dopo

    Avrete intuito che -opinione di chi vi scrive- il materiale proposto da Banana Blitz non sia il migliore per imbastire una riedizione particolarmente rappresentativa di un marchio che in fin dei conti, agli esordi, ha avuto i suoi bei momenti di gloria.

    In compenso, bisogna ammettere che Super Monkey Ball: Banana Blitz HD sia tutto fuorché una remaster rinunciataria, capace addirittura d'impreziosire il titolo di riferimento sotto diversi aspetti. Il primo, indispensabile aggiustamento riguarda il sistema di controllo, giocoforza costretto a rinunciare ai sensori di movimento del Wiimote in favore dei più tradizionali stick analogici dei pad di corrente generazione. Con buona pace del motion control, far scivolare la palla tramite levetta è infinitamente più confortevole e dona all'esperienza un feeling molto vicino a quello delle prime, divertentissime iterazioni per GameCube, PlayStation 2 e Xbox.

    In seconda battuta, il rifacimento mette in atto qualche piccolo ritocco anche sul fronte della composizione dei percorsi. Chiaramente gli stage sono gli stessi dell'edizione originale (cento livelli immersi in scenografie forestali, natalizie, vulcaniche e via dicendo), eppure in questa versione risultano un tantino più stimolanti rispetto a come li ricordavamo. Parliamo di dettagli impercettibili, come ad esempio la scelta di togliere i bordi di sicurezza ad alcune porzioni di circuito; rifiniture che tuttavia, in determinati frangenti, sanno quantomeno valorizzare il fattore difficoltà, finalmente adeguato agli alti standard della serie. Va comunque specificato che il dev team non sia riuscito a correggere tutti i difetti del prodotto, alcuni dei quali, prevedibilmente, sono ancora lì al proprio posto: dalla banalità residua di alcuni tracciati alle bizze frequenti della telecamera autogestita, talvolta davvero instabile (e detestabile).

    Dove poi Banana Blitz HD lavora di cesello è all'interno della sezione dei minigiochi, piccole sfide di genere misto del tutto svincolate dal normale Story Mode. Nell'edizione per Nintendo Wii erano cinquanta, mentre qui ne compaiono solamente dieci.

    Potrebbe sembrare un'operazione al risparmio, benché la scrematura si basi su una logica che non ci sentiamo di criticare in toto. Sono infatti stati sacrificati tutti i minigame strettamente connessi all'impiego dei comandi di movimento: per inciso, una serie di proposte di scarsissimo valore ricreativo. Dal canto suo, la decina sopravvissuta alla selezione è un po' più spassosa, tra uno pseudo-pachinko scimmiesco, riletture "scimpanzesche" del lancio del peso e del tiro al bersaglio nonché altre stramberie in puro stile giapponese. Naturalmente i dieci minigiochi possono essere affrontati separatamente, oppure - novità assoluta di questa versione - uno dopo l'altro, nell'arco di un'unica run a staffetta, accedendo alla modalità denominata Decathlon, che infine calcola uno score cumulativo da esporre nelle classifiche online.

    Per finire, Super Monkey Ball: Banana Blitz HD brilla di una scontata revisione dal punto di vista tecnico. Esteticamente piacevole già all'epoca della sua nascita, il titolo accoglie oggi lo splendore dei 1080p, ma è soprattutto il comparto audio a possedere la stoffa per sorprendere persino i giocatori della prima ora. Difatti le musiche originali sono state sostituite con una soundtrack inedita, allegra e ben ritmata, perfettamente in linea con lo stile artistico sbarazzino dell'intera produzione.

    Super Monkey Ball Banana Blitz HD Super Monkey Ball Banana Blitz HDVersione Analizzata PlayStation 4Super Monkey Ball: Banana Blitz HD è un lavoro di rimasterizzazione ben fatto, come ne vorremmo vedere più spesso applicati anche a titoli di maggiore richiamo. Raddrizzando alcune storture del gioco originale e razionalizzando l’offerta sul fronte dei contenuti, il team di sviluppo ha sfornato una versione di Banana Blitz in tutto e per tutto migliore rispetto alla precedente, tanto che darle una chance, oggi, non sarebbe di certo sbagliato. Va da sé che, partendo da una materia prima intrinsecamente imperfetta, non sia comunque stato possibile fare miracoli: sono ben altri i Monkey Ball che avremmo voluto rivedere in azione. Chissà che SEGA, in futuro, non possa farci contenti.

    7

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