Recensione Superbikes Riding Challenge

Italiani contro giapponesi - Così in pista come nei Videogiochi

Recensione Superbikes Riding Challenge
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Disponibile per
  • PS2
  • Pc
  • La sfida è aperta

    Oggi è un bel giorno per l'Italia, ed il perchè è presto detto. Una software house nostrana (Milestone) ha sfornato un gioco di moto che prova ad insidiare direttamente quello che è già assurto a titolo motociclistico di spicco sulla PS2, Tourist Trophy dei soliti Poliphony.
    A ben vedere si può dire che l'Italia riesca tranquillamente ad insidiare il primato di TT con questo gioco, per vari motivi che andiamo ad analizzare; d'altra parte il team che sta dietro a Super Bikes Riding Challenge è composto da coloro che realizzarono la pluriacclamata serie Superbike per PC, il cui capitolo “2001” ancora oggi è considerato come uno dei migliori games motociclistici di sempre.

    Quando la piega si fa dura

    Il fulcro del gioco è la modalità carriera. Strutturata proprio come quella di SCAR e di Evolution GT, permette al giocatore di creare un alter ego digitale da far crescere come motociclista; la vittoria nelle sfide procura nuovi accessori ed equipaggiamenti (caschi, guanti, stivali, tute, ecc) ognuno di questi dotato di caratteristiche che incrementano un parametro del nostro pilota quando indossati (per esempio +1 in accelerazione, o +2 in tecnica, ecc). Inoltre, vincendo una gara si acquisiscono 3 punti esperienza da distribuire tra le caratteristiche del nostro alter-ego, tra cui gli ormai famosi “parametri intimidatori”, un vero cavallo di battaglia dei prodotti Milestone. Non mancano comunque le sfide più classiche, ovvero il campionato, la gara singola ed il comunissimo ma sempre efficace “Time Attack”.

    Diciamo però che il punto forte del gioco è il gameplay. L'avere 8 moto in gara contemporaneamente è entusiasmante: c'è bagarre e l'IA degli avversari è davvero lodevole, non c'è che dire. I motociclisti si adattano alle circostanze, sbandano, tiran dritti nelle staccate tirate alla morte, sbagliano le curve, si schiantano e cadono, si buttano giù tra di loro, ti studiano e aspettano il momento giusto per infilarti. I controlli sono davvero interessanti, sono più realistici di quelli di TT, nel senso che le moto derapano e sgommano vistosamente se si da troppo gas, con effetti dei più disparati: disarcionamenti, cadute laterali condite da disperati tentativi di rimanere aggrappati per risalire. Poi ci sono wheelies, gli stoppies e i burnout, tutti molto appaganti.
    Oltretutto è parecchio difficile gareggiare: gli avversari vanno forte e se non si guida precisi nelle traiettorie e nelle staccate guadagnare posizioni è molto arduo.
    Superbikes è simulativo pur perdonando alcune leggerezze minori, come le strusciate contro i bordi (ma solo i primi colpetti e se non si è a velocità elevate, altrimenti si vola! ) e anche nei contatti con gli avversari: se sono delle “toccatine da dietro” con una differenza di velocità non troppo alta o delle strusciate quando si è affiancati non si cade in terra. Un monito però è d'obbligo: evitate come la peste l'erba ed il pavè: sono mortali, solo un miracolo può salvare dalla catastrofe il giocatore disattento.
    La cosa più esaltante è il sentirsi sempre sul filo del rasoio in ogni secondo, e questo accade anche con le moto meno potenti, come le naked 600 da 90/100 cavalli come la Hornet. Si è sempre lì a dosare millimetricamente sia l'apertura del gas -per non derapare troppo ed innescare il disarcionamento o lo scivolone- che la frenata. Bisogna imparare alla perfezione i punti di staccata e le traiettorie, allenarsi a impostare la curva con precisione calibrando la potenza sia sulla ruota anteriore che su quella posteriore, pena serpeggiamenti da infarto o spiattellamenti con conseguente sdraiamento sull'asfalto. Gli sbacchettamenti in apertura di gas sono davvero micidiali con moto un po' “cavallate” (bastano già le 600 da 120 cavalli).

    Le piste “outdoor” (non in circuito quindi) sono veramente belle sia da vedere che da affrontatare: stretti passi alpini, veloci misti insinuati nelle campagne senesi che d'un tratto fendono antichi borghi medievali, con il ruvido pavè che ferisce l'avantreno, si alternano alle pulite strade di motecarlo e alle rapide costiere amalfitane. Complimenti sinceri ai designer dei circuiti originali per la loro bravura nel creare delle piste “da veri motociclisti”, alcune con un livello di tecnicismo a volte esasperato.
    Altra nota di merito deriva dall'aggiunta della pioggia: proseguendo nella modalità carriera dovremo correre sul bagnato, reso in maniera davvero ottima, sia a livello grafico -con le nuovle d'acqua sollevate dalle moto ed i riflessi sulle pozzanghere- sia a livello di difficoltà incrementata nel controllo delle moto.
    Molto interessante anche la varietà di moto disponibili, con le new entry per ogni modello come la R6, la nuova Monster S2 1000, insomma tutti i restyling ed i model year 2006 (le moto più esaltanti sono la MV F4 Senna e la Tamburini, già solo per il fatto di “esserci”).
    La longevità è notevole grazie alla modalità carriera e ai numerosi trofei singoli da vincere, inoltre sono presenti anche delle sfide particolari che fanno guadagnare punti aggiuntivi per le varie abilità del nostro centauro, oltre ad una modalità Free ride in cui fare ciò che si voule.

    Tecnica "jappo" o italiana?

    Questa volta l'aspetto tecnico non è eccelso se paragonato a Tourist Trophy, ma comunque molto buono; questo giudizio comunque non va ad intaccare particolarmente il voto globale assegnato al gioco, più che positivo grazie all'aspetto più importante di tutti, ovvero la giocabilità, che può vantare una riproduzione plausibile della dinamica del motociclo e del comportamento di sette avversari.
    Graficamente il gioco è bello ma non raggiunge gli standard di TT (unico neo che si nota è nei replay che non sono sempre impeccabili ed in cui ogni tanto la visuale è un po' ballerina ed il frame rate scende vistosamente per frazioni di secondo). La sensazione di velocità c'è e non delude, così come la fluidità durante le gare. Inoltre la visuale in prima persona è estremamente curata: il punto di osservazione si adatta alla posizione del pilota sul motociclo e mette in evidenza l'ottima realizzazione dei cruscotti, tutti estremamente fedeli alle controparti "reali". Ottimo anche l'effetto "retroilluminazione" che si evidenzia non appena entriamo in una galleria.
    Le moto e soprattutto i riders non hanno lo stesso dettaglio maniacale di TT ma questo è il prezzo da pagare per poter avere in pista 8 moto: ci si può ritenere più che soddisfatti. I paesaggi sono molto ispirati, anche se le texture non hanno una risoluzione così alta come dovrebbero e perdpno un po' di qualità in alcuni frangenti.

    Superbike Riding Challenge Superbike Riding ChallengeVersione Analizzata PlayStation 2Veramente giocabile e divertente, pur non essendo un capolavoro di tecnica; anche questa volta i Milestone hanno prodotto un gioco di moto valido, capace di dare grande soddisfazione quando si riesce a dominarlo e di intrattenere con sfide varie, coinvolgenti e longeve. Il parco moto è numericamente inferiore rispetto a quello di TT, però è molto più aggiornato (e soprattutto non ci sono “scooteroni”, sostituiti con tante, grandiose motociclette nostrane). Chi è appassionato di moto dovrebbe avere sia Tourist Trophy che Superbikes: sono molto validi entrambi e comunque sono il meglio che c'è in giro, specialmente su PS2. TT vanta una cosmetica pazzesca, un sacco di moto provenienti da differenti momenti della storia del motociclismo, cosa che non si ha in Super bikes, dove però le moto molto più recenti e “accattivanti”, ed il modello di guida molto più verosimile.

    8

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