Recensione Sword of Mana

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Recensione  Sword of Mana
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Gba
  • ...a volte ritornano...

    A volte la vita è strana.
    Lasci una console in un cassetto per diversi mesi, dimenticandola, e quando
    decidi di comprare l'unico gioco che secondo te vale (l'rpg di mario e
    luigi), ti ritrovi imbambolato davanti ad uno scaffale ricolmo di giochi
    stupendi.
    Alla fine gli occhi ti si posano su una confezione bianca, con due ragazzi
    stupendamente disegnati, una fanciulla in chiaroscuro sullo sfondo ed una
    scritta: Sword of Mana.
    Tutto questo per far notare quanto sia difficile oggi scegliere un RPG (in
    questo caso action-rgp) per GBA, visto la moltitudine di novità e
    conversioni che il catalogo Nintendo ci propone.
    Sword of Mana (da adesso in poi SOM) appartiene alla categoria dei secondi,
    ovvero è una conversione, migliorata e ampliata (ad opera dei Brownie Brown,
    third party Nintendo autori di quel Magical Vocation mai giunto in Europa),
    di quello storico Seiken Densetsu (rinominato poi "Final Fantasy Adventure"
    in USA e "Mysic Quest" in Europa)che apparve su Game Boy ben 13 anni fa; capostipite della serie dei "mana", composta da due titoli su
    Super Famicom (di cui solo uno, "Secret of Mana", giunto da noi) e uno su
    Playstation ("Legend of Mana")

    Chi vuole vendicare un torto subito alzi la mano...

    La trama di fondo, è legata ai canoni "fantasy" tanto di moda
    in quel periodo, ruota intorno, appunto, al "Mana", l´energia alla base di
    tutte le forme di vita.
    Per evitare infatti che questa energia finisse nelle mani sbagliate, una
    discendente della tribù dei Mana si trasformò in un albero (il Mana tree,
    appunto); ma il temibile Vandole riuscì comunque ad impossersarsene, facendo
    calare un´ombra oscura di terrore sul mondo. Soltanto i Gemna Knight
    riuscirono a sconfiggerlo, riportando la pace.
    Un nuovo oscuro signore vuole estinguere definitivamente il mito
    del Mana, perseguitando i fedeli al culto e considerandoli eretici
    Il giocatore potrà a questo punto impersonificare una giovane fanciulla
    appartenente alla tribù dei Mana e dal passato oscuro oppure un giovane in
    cerca di vendetta per l´assassinio dei suoi genitori.
    Come si può ben capire, la storia è piuttosto classica, piacevole da
    seguire ma lontana dalla definizione di "capolavoro narrativo" (FF7, per
    intenderci)

    Gameplay vecchio fa buon brodo...

    Dal punto di vista del gameplay, SOM appartiene a quella categoria
    action-RPG che fa capo alla saga di Zelda e che tanto va di moda oggi anche
    sulle console maggiori.
    Ciò comporta un controllo diretto sul personaggio anche durante gli scontri,
    che richiedono perciò una buona dose di tattica mentale e abilità manuale
    congiunte.
    All´inizio, come già preannunciato, si ha la gradita possibilità di
    impersonificare un personaggio maschile (più forte e votato all´uso delle
    armi) o uno femminile (fisicamente più debole, ma in grado di usare molto
    più agilmente la magia).
    Durante l´avventura, si è quasi sempre accompagnati da un secondo
    personaggio, gestito dalla CPU e selezionabile in ogni momento (previo il
    passaggio del controllo del proprio PG alla CPU)
    Questa interessante caratteristica si rivela però svantaggiosa per il
    giocatore umano, vista la scarsississima AI (Intelligenza Artificiale) del
    personaggio comandato dalla CPU, che, troppo spesso, si lancia in pericolose
    azioni "kamikaze" che ne causano la morte prematura.
    La crescita dei livelli del personaggio avviene nel consueto modo (punti
    esperienza), ma è possibile scegliere, ad ogni level up, la classe (o il
    mestiere se preferite) nel quale "specializzare" il proprio eroe. Questi
    comprendono i soliti: mago (maggiori Magic Point), guerriero(più Forza),ladro, saggio o monano, ognuna con i propri pregi e difetti.
    Oltre alle armi, è possibile usare anche magie, sia per uso difensivo che per
    uso offensivo, a seconda della pressione più o meno prolungata del tasto R.
    Per il resto ci troviamo di fronte tutti i clichè classici del genere: armi, armature(che è possibile forgiare grazie ai materiali raccoglibili durante
    il tragitti) accessori vari, taverne, MP, HP, sotto-missioni (che assicurano
    una maggiore longevità e varietà) e chi più ne ha più ne metta.

    Controlli controlli controlli

    I tasti del piccolo Advance sono perfettamente assegnati, con il tasto A per
    l'azione, il B per correre, R per le magie e L per saltare.
    Abbiamo riscontrato alcune difficolta' nel muovere il personaggio in
    diagonale, non sappiamo se sia dovuto alla croce direzionale a sole 4 vie o
    al gioco che non riesce a sfruttarla a pieno, questo difetto si fa sentire
    soprautto quando dovrete fare alcuni particolari salti in diagonale.
    Ma sono difetti marginali, visto che non si tratta di un platform e non
    c'è bisogno di una precisione assoluta nei movimenti.

    Il remake si fa bello...

    Le migliorie, di cui parlavo all'inizio, consistono soprattutto in un reparto
    tecnico (sia grafico che sonoro) più gradevole ed adeguato ai 32 bit del
    gioiellino Nintendo.
    I personaggi e gli sfondi sono ottimamente disegnati ed animati e alcune
    location riescono nel piacevole intento di stupire il giocatore, grazie ai
    colori brillanti ed all´architettura generale degli ambienti che trasmettono
    un pesante, ma piacevole, efferro retrò.
    Pollice verso per alcune (ma poche) ambientazioni, un po' troppo "tetre" per
    un portatile con evidenti problemi di luminosità
    Le musiche sono piacevoli e svolgono bene il loro lavoro, soprattutto nelle
    fasi più "emozionali" del gioco, anche se nelle sezioni di
    combattimento (vedi nei boschi, nel deserto o nelle grotte) tendono a
    diventare monotone, fino ad assillare il giocatore, costringendolo ad
    abbassare (o eliminare) il volume.

    ...purtroppo non tutte le ciambelle escono col buco

    Fin qui sembrerebbe di trovarsi davanti ad un gioco simil-perfetto, ma purtroppo, qualche nota dolente di troppo c'è.
    Il difetto più grande si SOM è insito nella sua natura, ovvero essere un gioco di 12 anni fa con un leggero trattamento di bellezza.
    Ma è un difetto che si può aggirare facilmente, visto che sia il gameplay
    che la realizzazione non appaiono così arretrate, ma anzi si dimostrano
    sempre adeguate e al passo coi tempi.
    L'altro difetto, che poi forse non può neppure essere definito come tale
    (visto che, come già detto, chi lo acquista deve essere consapevole di ciò
    che si trova davanti, ovvero una remake), è
    la ripetitività di alcuni punti dell'avventura, dove non si fa altro che
    camminare per schermate-foreste tutte simili tra loro, col solo intento di
    combattere per far crescere il proprio personaggio.
    Ma questa è una pecca presente in tutti gli RPG, o quasi, e di certo non ci
    aspettiamo che la "grande rivoluzione" del gameplay avvenga dal basso...

    concludendo

    Rimangono quindi due scelte da fare: criticare e boicottare la politica
    del remake oppure goderci (o ri-goderci, per quei fortunati...) questo
    buon prodotto made in Square-Enix.
    Va però ricordato che questo non è un gioco per tutti.
    I più infatti potrebbero annoiarsi davanti ad una meccanica piuttosto ripetitiva ed uno schema di gioco "vecchio", resta però il fatto che il valore del prodotto (sia effettivo che emotivo) è alto.
    Se siete dei nostalgici dell'era 16 bit o dei semplici appassionati di vecchi rpg massicci, il consiglio è quello di appropiarvi di una copia, in fondo si tratta anche di cultura videoludica ed i soldi spesi per la cultura sono sempre spesi bene...o no?
    P.S.: il gioco è stato completamente tradotto in italiano

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