Taiko no Tatsujin Drum Session Recensione: Rullo di tamburi ed è subito festa

Taiko no Tatsujin: Drum Session è una piccola perla che tutti gli appassionati di rhythm game dovrebbero tenere in seria considerazione...

Taiko no Tatsujin Drum Session Recensione: Rullo di tamburi ed è subito festa
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  • PS4
  • PS4 Pro
  • Taiko no Tatsujin è uno di quei giochi che mette allegria solo a guardarlo. Un music game dalla storia decennale, che possiede tutti gli ingredienti per la ricetta della felicità: questa versione PlayStation 4, comprensiva di periferica che rievoca la forma del tradizionale tamburo giapponese, rappresenta certamente il modo migliore per festeggiare in compagnia. Gli elementi vincenti su cui Bandai Namco punta per garantire il successo di questo titolo sono sempre gli stessi: amabili personaggi colorati, canzoncine orecchiabili e l'immancabile voglia di fare cagnara.
    L'elemento che contraddistingue maggiormente questa edizione dalle precedenti è l'estrema accessibilità per tutti i fan occidentali: Taiko no Tatsujin: Drum Session si presenta infatti completamente tradotto in inglese, nonostante la consueta assenza di una distribuzione al di fuori del territorio nipponico.

    Una formula sobria quanto funzionale

    Il gameplay di per sé risulta davvero molto semplice. Come nella maggior parte dei rhythm games scorre a video una serie di icone volta ad indicare il flusso delle percussioni: con le bacchette incluse nel bundle sarà necessario battere al centro del tamburo in corrispondenza delle icone rosse ed agire invece sul bordo circolare esterno quando compaiono quelle di colore blu, cercando ovviamente di seguire il giusto ritmo. Durante il gioco ci troveremo dinanzi anche ad altre tipologie di simboli, ai quali basterà rispondere con una rullata improvvisata, spontanea e senza particolari criteri.

    Al termine della traccia il gioco calcolerà sia l'accuratezza delle percussioni sia il numero delle battute in continua successione, generando un punteggio che servirà a stabilire la bontà della nostra esibizione. Apparirà inoltre una sorta di tessera bingo dove, a seconda degli obiettivi completati, si potranno ottenere delle monete per acquistare vestiti e accessori cosmetici con cui personalizzare la simpatica mascotte della serie.
    Ogni canzone offre quattro livelli di difficoltà (alcune con un ulteriore grado di sfida nascosto) ma sarà molto complesso riuscire a completare i brani più ardui tramite il tamburo. Per quelli più ostici è insomma consigliato tentare con un classico controller.Purtroppo, ad eccezione del single player non rimane molto altro da fare: in confronto alle precedenti versioni dell'opera, del resto, sono state tolte alcune modalità tra cui la Storia e le sfide. Tuttavia una piacevole e inaspettata aggiunta è incarnata dalla componente multiplayer sia online che locale, a cui si affianca la possibilità di giocare contro un ghost delle proprie partite precedenti.

    Marcia a ritmo di J-POP

    Chi ha familiarità con la serie noterà subito la presenza di canzoni ricorrenti come "Sakuranbo" e la celebre hit storica giapponese "Linda Linda". Imprescindibile la categoria J-POP tra cui figura il tormentone "Gimme Chocolate" del gruppo idol Baby Metal, seguita a ruota dalla categoria Anime, comprendente sigle di serie del calibro di Doraemon, Dragon Ball Super, One Piece e Attack on Titan. Onnipresente è anche "A Cruel Angel's Thesis", meglio conosciuta come la sigla di Neon Genesis Evangelion, contenuta nella maggior parte dei giochi musicali nipponici tanto da essere considerata ormai un curioso elemento di folclore culturale, una specie di corrispettivo di "Nel blu dipinto di blu" nipponico.

    E a proposito di folclore, il grande assente è la categoria Folk, sostituita (o inglobata?) da un più generico gruppo Variety, in cui trovano spazio una canzone di Hello Kitty e il bizzarro fenomeno virale "Pen-Pineapple-Apple-Pen".
    Ma gli appassionati di videogiochi potrebbero essere più interessati alla categoria Game Music nella quale vengono offerti brani tratti da prodotti come Street Fighter V, Tekken 7, Tales of Berseria, e alcune canzoni Vocaloid con la voce di Hatsune Miku. Concludono il roster i raggruppamenti comprendenti brani di musica classica remixata e una selezione di tracce originali made in Namco. La tracklist, come facilmente intuibile, non è per tutti, e potrebbe quindi non essere molto gradita a chi non è patito delle sonorità giapponesi. In ogni caso, ad onor del vero, in rapporto alle discutibili scelte della versione PS Vita, le canzoni di Taiko no Tatsujin: Drum Session hanno un suono molto meno generico e risultano più gradevoli, evidenziando così un apprezzabile salto qualitativo rispetto al passato.

    Prendere il controller a legnate non è necessario, ma è divertente

    Ma il pezzo forte, quello che desta sicuramente più curiosità e fa scaturire la voglia di giocare, è sicuramente lui: il tamburello. Una riproduzione in scala ridotta - fabbricata da Hori - dell'illustre taiko versione arcade che campeggia nelle sale giochi giapponesi. Si tratta di una rivisitazione del tamburo tradizionale utilizzato in Giappone per le feste e i matsuri. Il mini-taiko si rivela una periferica solida, in grado di subire maltrattamenti e poderose bastonate rimanendo sorprendentemente integra.

    La soddisfazione di dargliele di santa ragione viene smorzata solo dal timore che uno dei bastoni di plastica (lisci e potenzialmente sdrucciolevoli) sfugga di mano, infrangendo gli oggetti nei dintorni o colpendo dritto in faccia gli altri giocatori intorno a noi. Nel bel mezzo delle sessioni più frenetiche, nonostante il taiko sia sorretto da una struttura di plastica, i feltrini posizionati alla base potrebbero non essere in capace di mantenerlo fermo nello stesso punto: in tal senso, il posizionamento di una coperta sotto al controller è sufficiente per ridurre di gran lunga l'incidenza di spostamenti involontari. Purtroppo, al netto della buona qualità dei materiali, lo strumento non sembra essere altrettanto accurato nella ricezione degli input. Il settore circolare esterno è meno responsivo della parte interna, un dettaglio che, in sequenze più lunghe della stessa percussione, diventa particolarmente frustrante. Per quanto possa apparire divertente giocarci casualmente per sessioni non competitive, il taiko - come abbiamo già accennato - non si dimostra una buona scelta per le difficoltà più elevate.
    Forse il giocatore medio senza mostruose abilità può portare a termine le tracce a difficoltà normal e qualcuna ad hard, ma molto difficilmente potrà ambire a completare i brani nella modalità extreme senza dover imbracciare il DualShock. I bastoni, inoltre, benché resistenti quanto basta, sono spessi e cavi: pertanto, quando vengono battuti con troppa forza o ripetutamente, fanno un tale baccano da sovrastare l'audio della TV. È possibile comunque acquistare il gioco senza taiko, scelta consigliata per i completisti e per gli amanti delle full combo che preferiscono risparmiare sul prezzo dell'acquisto.

    Taiko no Tatsujin Drum Session Taiko no Tatsujin Drum SessionVersione Analizzata PlayStation 4In un panorama videoludico musicale dove colossi come Guitar Hero e Rock Band sembrano spariti dalla circolazione, Taiko no Tatsujin persiste. Un cult intramontabile, irriducibile e incrollabile, che ancora ad oggi ha le carte in regola per resistere su console combattendo il monopolio dei vari Project Diva (con cui tuttavia si presta volentieri a gradite collaborazioni) e non rassegnandosi a rimanere confinato alle versioni arcade per sala giochi. La periferica a forma di taiko è un vezzo, una simpatica aggiunta, che soffre del suo essere una versione miniaturizzata e - per questo - anche limitata. Davvero estesa, infine, la selezione di tracce che il titolo ha da offrire, e che ci permette di goderci il divertimento lasciandoci coinvolgere dal ritmo, dall’entusiasmo, dai colori e da tutte le sfumature di tradizione giapponese che il gioco lascia abbondantemente trasparire.

    8

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