Recensione Tale Of A Hero

Un'avventura grafica d'altri tempi

Recensione Tale Of A Hero
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  • Pc
  • Eppur si muove...

    Abbiamo ultimamente sottolineato, da queste colonne, come il mondo delle avventure grafiche stia tornando a nuova vita grazie all’impegno di nuovi sviluppatori dell’Europa centrale ed orientale, ed anche il titolo che andremo a recensire di seguito nasce in uno studio ceco, Future Games, ma il publisher è in questo caso prettamente italiano, la pescarese Adventure Productions, che si è già segnalata nel recente passato per la sua fervente attività in questo genere ludico, con titoli come Reprobates o Rehm III. Lungi da noi farci fuorviare dal sentimento campanilistico nell’analisi del prodotto in questione, ci limitiamo a sperare che sempre più imprenditori decidano di seguire quest’esempio, e si possa iniziare a formare anche in Italia un settore produttivo per il mercato dei videogames, uno dei pochi che in questi mesi non conosce crisi e anzi, in continua espansione.

    C'era una volta....

    In Tale of a Hero - Il destino di un eroe (da qui in avanti indicato con ToH) il giocatore vestirà i panni di Olaf, un abitante del regno di Aldiara, figlio di un celebre cacciatore di draghi che cerca di ripercorrere le orme paterne in maniera un po’ originale, preferendo la mediazione allo scontro diretto nella maggior parte dei casi. Rimasto orfano dei genitori e con il blasone di famiglia caduto in disgrazia per dei contrasti tra il suo genitore e il Re, Olaf conduce una tranquilla esistenza nonostante la sua occupazione, movimentata più dalla fidanzata che dalle strane creature che affronta per lavoro. Questo placido incedere della sua vita dura finché una sera gli si presenta l’occasione di intraprendere una di quelle gesta che avevano reso famoso il padre, ripagando al contempo il debito di gratitudine che la sua famiglia aveva con la Principessa, l’unica ad opporsi alla cacciata da corte anni di suo padre anni addietro. Cosi inizia l'epica avventura di Olaf, che lo porterà a toccare i punti più remoti del regno e a incontrare le strane e dimenticate creature che popolano questi posti.
    La trama di quest’avventura grafica, senza voler rivelare altro, procede per gran parte del titolo in maniera assolutamente lineare, salvo offrire un finale a sorpresa che migliora il giudizio complessivo su questa componente, aiutata anche dalla scelta narrativa di intervallare i momenti dedicati ai problemi eroici con quelli della routine quotidiana nella prima parte.
    Nel complesso ToH si può definire una fiaba, e questo nel bene e nel male: personaggi molto stereotipati e tratti solo abbozzati ma con caratteristiche nette (nonostante i possibili inganni), ambientazione fantasy indeterminata , una linea comica presente ma ridotta, e quel fascino proprio ed immediato dei racconti della nostra infanzia.

    Neo classicismo

    ToH è un punta&clicca tradizionale al grado massimo: utilizzo esclusivo del mouse per i controlli, con il puntatore che cambia solo colore (e non forma) al suo passaggio sopra i punti con cui è possibile interagire. La ricerca di oggetti è affidata completamente all’occhio e alla capacità del giocatore, dato che il tasto TAB rivela esclusivamente i punti di entrata ed uscita dalle varie scene: un ritorno al passato quindi, sia per impostazione sia per i controlli, che non mancherà di riportare indietro nel tempo la mente di molti giocatori. Sfortunatamente, come in seguito spiegheremo in maniera più articolata, alcuni oggetti risultano poco visibili nell’ambiente di gioco, facendo tornare in auge la vecchia e mai abbastanza odiata pratica del pixel hunting, ma si tratta di un problema limitato a poche scene.
    L’inventario è a scomparsa nella parte alta dello schermo, e qui si segnala uno dei pochi elementi di originalità che il titolo si concede rispetto a quello che è l’orientamento generale: gli oggetti ingombranti - ed improbabili da portare nelle tasche - non verranno caricati direttamente nell’inventario, ma si conserverà il loro ricordo, salvo andarli a prendere automaticamente quando necessario. E’ una soluzione già vista in altri titoli per la verità, e che speriamo sia sposata come standard dal genere in futuro perché, pur essendo un dettaglio, aumenta il realismo senza alcun dubbio. I dialoghi invece sono mal integrati con il gameplay, dato che in alcune occasioni è possibile trovarsi a discutere di sezioni di gioco già completate in maniera autonoma: a questo si aggiunge la costrizione ad esaurire per forza tutti gli argomenti senza poter operare alcuna scelta, problema condiviso in effetti con il 90% della produzione delle avventure grafiche. Parliamo di un difetto, ad ogni modo, assolutamente marginale.
    La parte migliore di questo titolo sono senza dubbio gli enigmi e i puzzle, a cui sottostà sempre una soluzione logica ma la cui difficoltà varia dal facile al molto difficile: questo si traduce nella presenza di alcuni possibili momenti di blocco - per la verità non troppi - mitigati dal fatto che le location accessibili in un determinato momento non sono molte, e che comunque spronano il giocatore a utilizzare la propria materia grigia, con conseguente soddisfazione successiva, che ci sentiamo di elencare, chiaramente, tra i pregi.
    La longevità del titolo si attesta intorno alle 15 ore, forse qualcosa di meno per i giocatori più esperti, assolutamente in linea con la media del genere.

    Ritorno al passato

    Il comparto tecnico di ToH non si può definire certo il top, nemmeno per questo genere solitamente già non molto prodigo da questo punto di vista. Accanto ad alcuni fondali 2D di buona fattura altri, soprattutto per gli interni, lasciano alquanto a desiderare per livello di dettaglio, tanto da rendere difficoltosa la visione di alcuni oggetti più piccoli con cui è possibile interagire, il pixel hunting a cui prima si faceva riferimento. Sia chiaro che questa è una critica circoscritta ad alcune scene, ma forse anche per questo motivo risalta maggiormente agli occhi. Anche i modelli 3D dei personaggi sembrano un po’ arretrati se confrontati con gli standard attuali, producendo la sensazione complessiva di avere dinnanzi agli occhi un titolo di qualche anno fa, impressione rafforzata da animazioni abbastanza limitate e poco fluide: ToH è un titolo che non ha molte pretese a livello grafico, complice anche una scelta stilistica che definire tradizionale - di là della realizzazione - è dire poco, accontentandosi di far svolgere al suo comparto visivo il proprio compito in maniera quasi sempre accettabile e nulla più. Naturalmente va anche tenuto conto del fatto che questo ToH si posiziona in una fascia di prezzo quasi budget, intorno ai 20 euro, ma una cura maggiore almeno per tutta la grafica 2D era d'obbligo.
    Il sonoro di ToH è, invece, decisamente più curato della sua controparte grafica, con una buona varietà di effetti e musiche molto adatte al contesto fiabesco, capaci di creare atmosfera senza scadere in eccessi. La versione da noi provata non ha parlato in italiano - però è completamente tradotta e sottotitolata - ed il doppiaggio in inglese c’è sembrato non sempre all’altezza della situazione, soprattutto per la recitazione, anche se la qualità complessiva può essere giudicata discreta.

    Tale Of A Hero Tale Of A HeroVersione Analizzata PCTales of a Hero - Il destino di un Eroe è un prodotto destinato agli appassionati del genere, senza troppe pretese ma con il chiaro scopo di offrire un intrattenimento “leggero” ricalcando quelli che sono gli stilemi classici in maniera quanto mai fedele, anche a livello stilistico: in apertura d’articolo abbiamo parlato della trama riconducendola alla fiaba, ma il discorso potrebbe essere allargato al titolo nel suo complesso, con le sue ingenuità a livello di realizzazione, i suoi punti di forza nascosti ad un primo sguardo, la sua tradizionalità e quella capacità immediata e un po’ irrazionale di coinvolgere nonostante la sua semplicità, senza annoiare.

    6

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